Natale, Natale, Natale...

...e tutti vogliono la foto con l'albero, le luci ecc ecc...qual'è la scelta giusta? Come sempre in fotografia, DIPENDE. Se dovete scattare una foto ricordo, beh, in quel caso potete fregarvene dei disturbi presenti nello sfondo: gli alberi di Natale vengono sempre messi negli angoli peggiori, con tutti i quadri dietro, le piante, lo stendino ecc...tutti elementi che contribuiscono a "segare" abbondantemente l'atmosfera e ti fanno scattare ritratti posati che urlano giustizia. Che fare allora? Beh, ci si ingegna un po'. Ad esempio si può tentare di spegnere tutte le luci (tranne quelle dell'albero ovviamente) ed illuminare la scena con un colpo di flash laterale che contribuirà a tenere sottoesposto lo sfondo e concentrerà l'attenzione sui nostri soggetti. Associato all'illuminazione, si può stringere l'inquadratura in modo da escludere disturbi vari, oppure direttamente dedicarsi ad un particolare dell'albero come in questo caso:
Questa foto è stata ottenuta senza ottica macro, con un esposizione di 15 secondi a f7.1 (ho letto la luce in maniera SPOT sul babbo natale rosso) ed un colpetto leggero di flash posizionato in basso a sinistra (è servito per rendere leggibile il disegno della palla altrimenti in ombra). L'effetto "stelline" è dato da un filtro cross screen che si trova su Internet a 5 euro (oramai non li vende più nessuno, visto che si possono aggiungere in post produzione...). La composizione è assolutamente scolastica e quindi non c'è nulla di difficile.
Se ci troviamo all'aperto invece si può optare per altre soluzioni, anche se ritengo che un po' le composizioni con gli alberi completi ecc siano leggermente inflazionate ed è difficile risultare originali; magari di sera c'è più atmosfera. Vale comunque la pena di provarci, ma attenzione agli sfondi che non devono distrarre. In questi giorni ho provato a girare un po', ma non sono stato tanto fortunato. Ho dovuto arrangiarmi in questo modo:
Stesso concetto della palla di cui sopra, ma associato ad un fiocco di addobbo su cui erano posate tante belle goccioline. La forza di una foto simile è tutta nella cromia: l'uso di colori agli estremi dei grafici RGB aiuta a creare impatto anche quando la composizione non è poi così imperdibile.
C'è però un'altra possibilità: durante il giorno è più difficile, ma si può trentare lo stesso:
Lettura della luce ovviamente SPOT su un punto luminoso della stella, messa a fuoco manuale con sfocatura volontaria e via. Dietro a questa stella c'era il mondo: un casino allucinante, ma associando una lettura esposimetrica che tenesse conto solo delle parti illuminate ed una messa a fuoco con sfocatura evidente, ho isolato il soggetto (che è comunque ben visibile) ed ottenuto un po' di atmosfera. E' un esempio di come si può sfruttare una situazione assolutamente non fotografabile in maniera classica.
Non spaventatevi, non c'è nulla di difficile, bisogna solo aver pazienza e fare esperienza, abituando l'occhio ad osservare per vedere una foto anche in situazioni dove tutti tirano dritto. Coraggio, che il Natale è un'ottima occasione per fare pratica!!
Come piccola postilla, vorrei segnalare questo sito web: http://www.fototessuta.it/ . Non sono solito farlo, ma in questo caso devo dire che la cosa è meritevole. Si tratta di far "tessere" una fotografia su di un supporto a nostra scelta. Sia esso un tappetino, un plaid o altro. In pratica viene riprodotta la nostra foto con una tecnica che non c'entra nulla con la stampa vera e propria. Sicuramente un regalo originale. Io ne ho ordinato uno che dovrebbe arrivare a giorni. Vi farò sapere, ma so già che sarà un successo!! Diciamo che può essere vista come un'occasione di "stampa creativa" che va al di là del solito laboratorio fotografico.
Buona luce...e buone Feste!


Sempre più difficile...

Eh già...in prospettiva di Natale, ho iniziato a "frullare" un po' sul web e sono atterrato sull'acquisto di un accessorio che mai avrei pensato di prendere: il flash! Io ADORO la luce ambiente o, al massimo, la luce di una candela tea light per illuminare i miei scatti in interno, ma l'idea di avere una fonte di luce da spostare dove voglio e di discreta potenza da permettermi di congelare l'azione è una chicca che mi ha sempre stuzzicato. Ora potrò tentare di lanciare limoni dentro ai contenitori pieni d'acqua oppure congelare le gocce che cadono in una tazzina oppure illuminare lateralmente (e magari con qualche colore applicato sul flash) i soggetti...insomma un mucchio di occasioni creative per passare le giornate d'inverno che si prospettano fredde e ventose! Ho acquistato anche un kit con un trasmettitore/ricevitore wi fi così da eliminare la necessità di un collegamento fisico con la macchina fotografica e mi sono accorto che nel kit c'è anche un ombrello da studio dove applicare il ricevitore......altra opportunità di utilizzo!! Spero solo di non aver comprato l'ennesima stupidaggine che finirà nel dimenticatoio del mio zaino (che inizia a pesare un pochino...), di quelle che usi il primo mese e poi dici: "ok, me la tengo qua per ricordo". Che dire....attendiamo col fiato sospeso!!
Buona luce (naturale)!

Tempi duri....e lenti!

Ultimamente, visto anche il tempo metereologico poco felice, mi sono trovato a scattare sempre agli stessi soggetti. Come fare quindi per non avere la sensazione di "già visto" nelle foto? Creatività...eh, facile a dirsi, ma all'atto pratico? E' un esperimento che avevo già provato, ma ora l'ho un po' più raffinato: tempo lento e ripresa in movimento. Che significa? Molti soggetti non statici tendono ad essere ripresi soprattutto congelati (quindi con tempi relativamente veloci), ma se invece provassimo a riprenderli con tempi più lenti? Potrebbe far schifo, ma anche no, magari tirando fuori un effetto più "artistico". Che tempo scegliere? Di mio parto sempre da 1/15 per poi arrivare eventualmente anche ad 1/8. Il risultato è più o meno questo:
Può piacere o meno, ovviamente, ma resta che è un modo diverso di riprendere determinati soggetti. Ovviamente si può anche puntare su un altro effetto ovvero quello della "simpatia" che trasmettono i soggetti, come in questo caso:
L'espressione di questo gabbiano è emblematica, sembra dire: "Cazzo guardi??". Mi ha fatto morire dal ridere ed ho aspettato che si girasse verso di me per riprenderlo così. E' ovvio che non sono scatti semplici ed immediati da cogliere, ma non sono neanche così impossibili da fare. Alla fine dei giochi l'unica cosa "tecnica" è la profondità di campo della foto qui sopra che bisogna sapere come gestirla, ma per il resto è tutto molto semplice ed immediato. Da provare!
Buona luce!

E se il tempo insiste a far schifo...

...noi corriamo ai ripari!! Ancora scatti in casa! Nell'attesa del macro vero e proprio ho sfruttato la nitidezza del mio 16-85 per fotografare un "frutto" di stagione: le castagne! Ecco qui:
Come è nato lo scatto? Molto facile! Un bel vassoio bianco, più o meno lucido, di plastica insomma, una sedia per appoggiarlo sopra, un po' di castagne e ricci raccolti in giro per i boschi e disposti più o meno casualmente ed il tutto posizionato con la finestra della cucina a destra in modo da avere una luce abbastanza morbida (la giornata era, tanto per cambiare, grigia...) e laterale. L'esposizione è calcolata con lettura SPOT sulla castagna dentro al riccio in primo piano, con una sottoesposizione di 0,3 stop. Diaframma chiuso (ma non troppo) per dettagli migliori e profondità di campo secondo i miei gusti del momento (ho scelto f14), iso bassi (100 per la precisione) e tempo di scatto regolato di conseguenza (2 secondi). Ovviamente ho usato il treppiede ed il telecomando per limitare al massimo il camera shake. Il risultato era abbastanza "naturale" anche se il vassoio non era proprio il top. Ma la scelta del bianco come colore di sfondo non è casuale in quanto è ottimo come base per poi montare una texture in post produzione. In questo caso ho scelto un'immagine che riportava una corteccia legnosa: ho caricato la foto su un livello diverso dallo sfondo ed ho usato il metodo di fusione "luce vivida". Ovviamente ho attivato la maschera di livello e con il pennello colorato di nero (quello necessario per nascondere la visibilità del livello nella foto finale) ed opacità al 10% ho passato le castagne per togliere la trama della texture nei punti dove era visibile (una castagna con la corteccia non mi pareva molto carina...). Come ultimo tocco ho aumentato il contrasto ed il dettaglio (usando le curve per il primo ed il filtro "high pass" per il secondo) ed aggiunto un livello di filtro fotografico con tonalità seppia per rendere la cosa un po' "anticata". Sembra un procedimento lunghissimo, ma non è così una volta che si parte già con un'idea chiara di quello che si vuole avere come risultato finale...ed è proprio lì il difficile con gli scatti in casa! Bisogna, una volta in più, sperimentare DOPO aver osservato il soggetto ed aver pensato ad un contesto! Non preoccupatevi se vi sembra banale o poco interessante: da qualche parte bisogna iniziare, quindi partite con un'idea e portatela avanti, senza farvi troppi problemi!
Buona luce!

Still Life

Cosa si intende per fotografia Still Life? A livello di pittura (spero di non scrivere boiate) si intendono le "nature morte", ma quanto a fotografia ci sono diverse definizioni. Chi dice che si tratta di fotografie di qualunque cosa inanimata e chi invece limita il termine per descrivere le foto che si possono, per esempio, fare in casa, con oggetti comuni (come fiori o tazzine del caffè). Per come la vedo io, al di là delle definizioni, la fotografia still life è un modo come un altro per impegnare il tempo quando non si può uscire a fotografare, per cui abbraccio un po' la seconda ipotesi sopra descritta. Qualcuno potrà obiettare che le foto in casa sono una palla unica, ma forse è un po' limitativo. Le nostre case (e soprattutto le nostre cucine) sono dei serbatoi praticamente illimitati di soggetti fotografici. Le forchette che riflettono ogni fonte di luce, il marmo che si presta a fare da specchio, i fiori, i bicchieri, i porta spezie sono solo alcuni dei soggetti che non aspettano altro che farsi fotografare. Finora mi sono dedicato poco a questo genere, ma conto di aumentare gli scatti still life del mio portfolio all'arrivo della nuova ottica macro previsto per dicembre di quest'anno. Che cosa serve dunque per fare foto decenti in casa? Innanzitutto un'ottica che permetta una messa a fuoco abbastanza ravvicinata e che quindi ci lasci ingrandire il soggetto ripreso. Un macro sarebbe perfetto, ma ci sono anche diversi teleobiettivi con funzione macro che possono fare al caso nostro senza farci spendere un capitale. In alcuni casi non serve neanche avvicinarsi troppo come in questo esempio:
E' stato usato un teleobiettivo 70-300 puntato su 240mm da una distanza di circa 1,5metri (la minima che permette la messa a fuoco dell'ottica). Lo scatto è piuttosto semplice da realizzare, basta avere un muro più o meno bianco dietro, accendere il lampadario e regolare il bianco in maniera corretta (o scattare in raw e sistemarlo in post). Lettura "spot" puntata sul giallo del fiore. In questo caso, nonostante la buona quantità di bianco presente nello scatto, l'esposizione non è stata starata vista la naturale predisposizione alla sovraesposizione della mia D7000 (...vale sempre la pena di conoscere la propria attrezzatura). Ma al di là di questi scatti un po' "impagliati", che cosa si può fare in casa? Ecco alcuni esempi:
 
In questo caso è stata sfruttata la capacità di riflettere la luce delle pagine di un libro qualsiasi. Dietro è stato posizionato un vaso da fiori verde ed ecco qui. Come composizione, è evidente il riferimento alla sezione aurea, molto semplice e facile da realizzare. La luce proveniva dalla finestra alle spalle dei soggetti.
 In questo caso la cosa è stata più articolata, ma non per questo più difficile. La luce questa volta era alle spalle dei soggetti, ma è stata volutamente abbassata per tenere lo scatto in chiavi basse (i cosiddetti low key). L'esposizione è stata presa "spot" sul bordo del piatto in basso così da buttare giù tutto il resto che era visibilmente meno illuminato. La successiva conversione in bianco e nero ha fatto il resto.
Questo scatto invece è stato realizzato in due minuti. Facilissimo. Esposizione letta "matrix" su tutta la scena (la finestra era dietro e a sinistra dei soggetti). Qui la chiave è la profondità di campo che è stata scelta mantenendo leggibile la tazzina e collegandola direttamente al particolare della macchina da caffè. Ammetto che se c'era una moka in primo piano sarebbe stato meglio ;-)

Questi esempi fanno anche capire che gli scatti in casa non sono sempre e solo dati dalla ripresa di semplice particolari di oggetti comuni, ma bisogna ragionare sulla scena e sulla luce presente per ottenere effetti particolari come nel caso dei piatti. Il consiglio è di iniziare con cose semplici come la tazzina del caffè o il fiore e di proseguire man mano aggiungendo elementi di difficoltà come fonti di luce esterne. La mia preferita rimane sempre la candela tea light che regala molta atmosfera e calda luce morbida. In questi week end dove magari il tempo non è il massimo fate qualche prova e, se vi va, condividete i risultati per animare la discussione.
Buona luce!

Recensione Nikon D7000

Come era lecito aspettarsi, ora vi cuccate il pippone sulla nuova macchina! Allora, andiamo per ordine:
ESPOSIMETRO: della serie "luce per tutti" ovvero tende a sovraesporre un bel po' regalando dettagli nelle ombre, ma slavando qualunque colore nell'immagine. Attualmente mi trovo a scattare con una staratura fissa di -0,3 o più spesso di -0,7 di stop e non è comodo. Questo per quanto riguarda la lettura MATRIX, per le altre letture, attualmente ho trovato un buon equilibrio con -0,3 di stop, ma con l'esperienza potrò essere più preciso.
MESSA A FUOCO: precisa e rapida (ovviamente se associata ad ottiche con maf ultrasoniche o simili). Un po' strano il "tracking 3d" che ogni tanto va per i cavoli suoi, forse forse è meglio la messa a fuoco continua su tutti i 39 punti di maf disponibili.
VELOCITA': decisamente interessante. Non un fulmine, ma per l'utilizzo amatoriale è perfetta.
ERGONOMIA: alcune cose decisamente migliorabili. Il copriconnettore in gomma per l'alimentatore esterno è in una posizione che viene spesso raggiunta dalle dita e quindi ti ritrovi con il connettore aperto. Il pulsante dell'attivazione maf sul dorso è praticamente a ridosso del selettore per il live view e spesso invece di attivare la maf, sfiori il contatto e ti ritrovi a guardare la scena dal visore. Il selettore multiplo del punto di messa a fuoco è un po' bassino, ma ci si può abituare a gestirlo a quella altezza. Il punto di maf non è indicato nel display superiore...può sembrare una stupidaggine, ma tenuto conto che comunque il display visualizza tutti e 39 i punti (quando selezioni la maf automatica su tutti i punti disponibili), tanto valeva visualizzare quello selezionato quando è attiva la maf selettiva. Ottima la scelta del doppio slot per SD-XC che aumenta l'autonomia della macchina o ti consente di fare backup delle foto immediati, ottima per scatti a raffica dove devi salvare una pacca di immagini.
SCHERMO LCD: come in tutte le macchine più o meno recenti è troppo contrastato e troppo "figo" nel senso che le foto viste nel visore sono dei capolavori, poi le metti al computer e non sembrano neanche le stesse, specie se scattate in raw. I neri del display spesso mostrano zone di ombra totale, mentre la realtà è che i dettagli ci sono (su questo ci si può affidare all'istogramma che è più preciso) e quindi non cancellate foto a priori, magari su pc sono perfette!
OTTICHE (IN GENERALE): non so se siano caratteristiche "tipiche", ma mi chiedo perchè l'anello di messa a fuoco deve essere indietro rispetto all'anello di zoomata. Così facendo, ogni zoomata può interferire involontariamente con la maf (specie nei modelli con bypass diretto ad anello come quelli utilizzati da me). Inoltre, se per caso lasci montato il paraluce in modalità "trasporto" (rivolto verso l'interno), non puoi accedere allo zoom...sarebbe stato meglio non poter accedere alla maf visto che c'è la funzione automatica, ma non posso zoomare se non agendo con la mano, quindi perchè precludere questa possibilità? Assurdo..
OTTICHE (PROVATE): 
16-85 f3.5/5.6 ottima come nitidezza e velocità di messa a fuoco. Silenziosissima e stabilizzata. Forse un po' costosetta, ma sicuramente la qualità è fuori discussione. Un po' di distorsione alle focali estreme, ma anche questo è normale con gli zoom e facilmente sistemabile. Non luminosissima, quello si, ma si compensa con l'ottima gestione del noise della macchina.
70-300 Tamron f4/5.6 SP ottimo teleobiettivo che funziona anche sui ff (cosa non da sottovalutare), messa a fuoco interna, veloce e silenziosissima. Buon contrasto anche se la poca luminosità a 300mm un po' si sente. Dettagli più che sufficienti. Un po' pesante ed ingombrante rispetto ad altri 70-300 provati (tipo il Sigma APO), ma la qualità è superiore e quindi ci sta pure un po' di sacrificio fisico ;-).
Entrambe le ottiche hanno bypass della maf ad anello (il che riporta al problema descritto nelle ottiche in "generale") e danno una sensazione di generale robustezza.

In conclusione, il passaggio da un brand come Pentax ad uno come Nikon non è stato indolore. Mi rendo conto che le mie abitudini (sviluppate in anni ed anni di uso delle Pentax) non sono la bibbia del fotoamatore, ma credo che parecchi di noi vorrebbero vedere i comandi posti in modo da permetterci di scattare senza mai togliere l'occhio dal mirino e questa Nikon, a volte, non te lo permette. Sul campo devo dire che, se cerchi un aiuto lo ottieni solo attivando le tante impostazioni che raffinano l'immagine finale (leggasi d-lighting o altre troiate del genere), altrimenti ti attacchi al tram perchè è una macchina che "non perdona". Ogni cavolata che combini te la fa pagare e questo può scoraggiare i meno tecnici, almeno all'inizio. E' una VERA macchina APS-C "semi-pro" perchè devi sapere sempre quello che stai facendo ed inoltre ti offre il massimo solo con ottiche per lo meno decenti. In generale, si sa che Nikon non produce molti obiettivi di fascia bassa, quindi il problema si può porre utilizzando ottiche di terze parti. Chiariamoci, non è una recensione negativa, anzi, ho cercato di essere il più obiettivo possibile, partendo anche dalla mia precedente esperienza. A chi consiglierei questa macchina? Diciamo un po' a tutti quelli che cercano (forse) l'ultima macchina prosumer prodotta con un certo criterio e che porta con se la degna eredità della D300s . Per come la vedo io, è un'ottima compagna di viaggio che ti permette di investire in ottiche di qualità, anche in vista di un futuro abbassamento di prezzo dei corpi Full Frame (tendenza che un po' si sta già vedendo...). Ed ora un paio di scatti "di prova":

Entrambi con 16-85. A breve arriverà anche qualcosa con il tele.
Buona luce!

Ricominciare

Eh si, ora sono ufficialmente un nikonista (se si dice così...ovviamente) visto che da qualche giorno mi trovo a smanettare con la mia D7000. Diciamo che, come immaginavo, non è un salto epocale rispetto alla Pentax K7 che mi accompagnava prima, ma sicuramente rappresenta un passo in avanti nella gestione della luce scarsa e nell'accesso alle notevoli quantità di ottiche ed accessori disponbili su web! Detto questo diciamo che ho passato un paio d'ore in compagnia del manuale per settare ogni stronzatina messa a disposizione dagli innumerevoli menù e per portare la macchina ad assomigliare il più possibile alla mia idea di praticità ed abitudine fotografica. Essendo io un ex pentax man non voglio assolutamente entrare nella infinita polemica sui vari brand fotografici. Se fate una rapida ricerca su google, troverete migliaia di "luoghi" dove la gente si insulta per dire che Nikon è meglio di Canon, che Pentax è meglio di Sony ecc ecc...alla fine è una questione di fede secondo me. Ve lo dico perchè ho utilizzato più di un brand fotografico e posso tranquillamente affermare che la pratica fatta con una marca qualsiasi vi renderà in grado di sfruttare al massimo la vostra attrezzatura e quindi di spremere ogni dettaglio che possa mettervi in grado di scattare le foto che avete in testa. Detto tra noi, io ho scelto Nikon più per ergonomia che per altro visto che ha le 2 rotelle di comando nella posizione "classica" mentre, ad esempio, Canon ha la rotella principale sul dorso del corpo macchina ed essendo io mancino, ad ogni mirata rischiavo di girarla con la guancia cambiando i parametri di scatto. Ovviamente questa scelta ha poco a che fare con la qualità in se delle fotografie che rimane, sempre a mio giudizio, di ottima fattezza per ogni brand fotografico che vi proponga una reflex che costa più di 1000 euro. Da parte mia ora dovrò solo impratichirmi e cogliere ogni sfumatura (per esempio, ho già visto che l'esposimetro è un po' troppo generoso, come sulla Pentax...) e cercare di porvi rimedio per ottenere i risultati che voglio. Una cosa però accomuna tutti quanti: gli schermi sul dorso della macchina. Tutti in hd, ipercontrastati, brillanti ecc ecc...si, peccato che poi quando vai a mettere le foto sul pc non c'entrino una cippa con quelle che vedevi prima! Cito un mio collega di lavoro che disse: "Monitor che usi, foto che vedi" ed è vero!! Purtroppo non ci si può fidare di queste periferiche ed anche questo è un problema risolvibile con l'esperienza e la conoscenza della propria macchina. Quindi, consiglio spassionato, scegliete la vostra macchina o il vostro sistema reflex solo dopo averlo preso in mano, sentito comodo e, soprattutto, convinti di quello che state comprando, senza pensare a chissà quale miracolo tecnologico. Siete sempre voi dietro al mirino e siete sempre voi i soli artefici delle foto che fate!! Diamoci dentro con le prove ed a presto, magari con una bella pacca di fotografie da mostrare!
Buona luce!

Una volta tanto...

Per una volta non parlo di fotografia in senso stretto, ma di una cosa che sta succedendo a me personalmente ovvero: si cambia brand! Purtroppo, come già immaginavo da un po' di tempo, la relativa immobilità del mio attuale marchio fotografico (Pentax nda), mi costringe a migrare verso un marchio che, per lo meno, mi assicura un certo ricambio tecnologico. E' quindi con un po' di tristezza che mi sono finalmente deciso a volgere i miei passi fotografici verso Nikon (il brand del mio amato Bryan Peterson!!!) con l'acquisto di una D7000 e relativa ottica 16-85 per avere un primo obiettivo un po' versatile. Ovviamente dovrò rifare il mio parco ottiche ed è questo il problema principale per chi di voi vorrà cambiare maglietta in futuro. Fate bene i conti perchè gli obiettivi incidono almeno per il 90% in una foto di alta qualità e quindi la loro scelta deve essere ponderata anche in funzione di eventuali cambi di marchio futuri. In questo senso mi ero un po' parato acquistando un'ottica buona Pentax ed un tele medio di Sigma (oltre ad un mitico 50mm degli anni 70!!) il che limita un po' i danni del cambio. Per ora sono in attesa che il sito web mi spedisca il tutto, sperando di non ricevere un sacchetto di sassi lavati ovviamente... ;-). Per quello che può essere di interesse generale, vi terrò aggiornati, ma credo che anche un po' di dritte sulla "tattica" da seguire negli acquisti non faccia male, visti i costi dei componeneti di qualità...
Buona luce!

Montagna: gioie e dolori

Come promesso, anche se un po' in ritardo, dedico un altro post alla montagna che mi ha ospitato per le ultime ferie di quest'anno. Per la precisione ho approfittato dell'ospitalità di Auronzo di Cadore, ai piedi delle Dolomiti bellunesi. Tralascio la descrizione della località che vi invito caldamente ad adndare a visitare e passo subito a parlare di fotografia! Come già detto la montagna è sempre a rischio cartolina e quindi bisogna trovare qualche stimolo in più. Io ci ho provato frequentando anche posti che ricordavano la guerra mondiale, con vari residui che possono fornire diversi spunti creativi. Iniziamo dal classico dei classici: montagna ed un elemento per dare profondità...
Molto semplice da realizzare, elementare da esporre (luce frontale e quindi il sistema matrix della macchina va da Dio!) e sicuramente un po' meno cartolinesca visto che lo sfondo, anche se non sembra, è una delle tre cime di Lavaredo. Cercate di "nascondere il posto famoso" così suscitate un po' di curiosità in chi osserva. Ovviamente fate quello che potete...se un posto è stravisto e strafamoso, non si può certo fare miracoli ;-). Aumentiamo la difficoltà: controluce con il sole in inquadratura...

Verticale ed orizzontale. Poi è questione di gusti scegliere quale piace di più, l'importante è chiudere bene il diaframma per avere la stella super pronunciata e rassegnarsi ai flair nell'inquadratura. La conversione in B/N aiuta poi a recuperare dettagli nelle ombre che si formano quando si espone per il cielo azzurro. Andiamo oltre: residui di guerra e sviluppo ruvido...




Chiaramente in questo caso ci sono anche i soggetti ad aiutare l'enfasi degli scatti. Certi primi piani richiamano ricordi e sensazioni uniche. In questo caso aiutano molto gli sviluppi desaturati, contrastati, in biancoe e nero e con effetto sepia. Ovviamente la composizione è fondamentale per raccontare la storia che abbiamo davanti e contestualizzarla nel luogo dove ci troviamo. E' tutt'altro che facile (infatti di queste foto solo alcune sono riuscite secondo me...), ma tutto serve per dare spunti creativi. Al di là del lavoro in post produzione (che sapete io non amo molto...), la cosa difficile è prefigurarvi lo scatto a mente e poi realizzarlo come lo avevate immaginato. Sembra impossibile, ma davanti a questi soggetti, vi assicuro che è molto più facile rispetto ai soliti paesaggi che siamo abituati a vedere.
Buona luce!
 

Montagna e paesaggi

L'estate è quasi finita (ho detto QUASI eh....) e quindi forse il post è una sorta di "speranza" per il sole prolungato, ma si sa che con il caldo asfissiante che ci ha colpito, la montagna rappresenta sempre un valido modo di sfuggire all'afa. Ovviamente con noi deve esserci la nostra fida macchina fotografica! E che foto si fanno in montagna? Eh...purtroppo il problema è tutt'altro che semplice visto che ci si scontra quasi continuamente con il problema dell'effetto "cartolina". Siamo tutti più o meno pieni di foto contenenti le vedute dall'alto di cime e rifugi, ma creare seriamente della profondità o riuscire a trasmettere l'idea di ampiezza del paesaggio è decisamente complicato. Non parlo della luce che potrebbe aiutare visto che ci toccherebbe essere ad alta quota in orari semplicemente assurdi (per la mattina) e leggermente rischiosi (per la sera) quindi partiamo dalla solita gita fuori porta nelle ore peggiori per fotografare! Obbligatorio un polarizzatore e ricordate di regolarlo ogni volta, soprattutto se cambiate orientamento della fotocamera. Primo problema: dare le proporzioni ed il senso di ampio. In questo caso si può includere tranquillamente una figura umana di riferimento e ci viene incontro la tecnica dello stich ovvero l'unione di più fotografie per creare un panorama. Un risultato possibile potrebbe essere questo:
Per dare profondità ovviamente serve un soggetto in primo piano, ma non è sempre semplice. In questo esempio ho cercato di unire l'elemento in primo piano con il rifugio quasi sullo sfondo:
Prossimamente svilupperò altre foto fatte sulle Dolomiti e magari qualche altro esempio riuscirò a postarlo così da darvi qualche spunto su cui lavorare. In ogni caso includete elementi interessanti come le nuvole. Il "blu dipinto di blu", per quanto bello, è banalotto e vuoto in una foto di montagna.
Buona luce!

Atmosfera e semplicità

Mi è capitato di imbattermi in scatti spaventosamente tecnici e memorabili in questi giorni e mi è tornato in mente quello che mi dicevano quando usavo la cara e vecchia macchina analogica: "Atmosfera e semplicità sono le due cose da ricercare quando vuoi uno scatto soddisfacente". Mai frase fu più azzeccata! Vediamo un esempio:
L'atmosfera c'è...che dite? E pure la semplicità che è globalizzata in questa foto. La composizione è ridotta ai minimi termini con l'interesse che si sposta dalla spiga in primo piano al sole di sfondo, il tutto immerso in un colore caldo e "pacifico" che trasmette tranquillità. Uno scatto del genere è difficile da fare a livello tecnico? Assolutamente NO, anzi! E quindi c'è il secondo riferimento alla semplicità. Per ottenere una silhouette come questa basta puntare la fotocamera al cielo (non troppo vicino al sole altrimenti viene troppo scura), prendere l'esposizione in quel punto, ricomporre e scattare. Ovviamente avendo letto la luce in un punto luminoso, la spiga (che è decisamente meno illuminata del cielo) verrà nera. E' più facile da provare che da spiegare. Il passo successivo quale può essere? Cercare un soggetto adeguato, che trasmetta qualcosa anche se ripreso in silhouette (chiese, casolari, alberi particolari ecc). I germogli sono perfetti perchè hanno una semi-trasparenza che aiuta ulteriormente a creare l'atmosfera, come in questo esempio:

Momento diverso, luce diversa, colori diversi.....ma stesso risultato emotivo e di semplicità! Ovviamente la fotografia non è solo silhouette e sole al tramonto, ma è un buon punto di inizio per prendere confidenza con la propria attrezzatura e, soprattutto, con il dominare la luce che ci circonda! Sicuramente ci sono tecniche più complicate da imparare...un passo alla volta! La semplicità nella composizione è fondamentale, perchè assicura pulizia e pochi disturbi di sfondo...e questo vale per TUTTE le fotografie, a prescindere dalla tecnica di ripresa utilizzata. Quindi l'esercizio di oggi è riguardare le proprie foto e capire dove si poteva semplificare la composizione per migliorare la pulizia.
Buona luce!

Acquisto obiettivi

Nell'era del digitale dove i corpi macchina cambiano ogni 15 minuti e dove ogni giorno c'è un nuovo "rumors" che annuncia nuove clamorose uscite da parte dei brand più famosi, l'acquisto degli obiettivi è diventato quasi un "accessorio", mentre, come ben sapete, l'ottica è la principale artefice di fotografie dettagliate e ricche di contrasto. Inoltre, per chi non vuole cambiare brand fotografico, le ottiche sono ampiamente riciclabili a differenza dei corpi macchina. Ne consegue che se dovete scegliere un componente del vostro sistema fotografico su cui investire i risparmi, puntate certamente all'ottica e lasciate perdere il resto che conta poco! Con questa premessa, normalmente, ci si fionda sul web per leggere le varie recensioni/opinioni sull'ottica che serve a noi e cosa troviamo? Un bailame! Per alcuni siti sembra che ogni ottica provata, dalla entry alla pro, sia il top del top. Per altri portali sembra che qualunque ottica faccia schifo. Insomma, chi ascoltare? Personalmente ho sempre fatto ampi giri di opinioni sul web, ascoltando di tutto e cercando di filtrare solo i commenti relativi alle cose che mi interessavano. Ovviamente ognuno di noi ha le proprie preferenze fotografiche e un'ottica può essere utilizzata per più di uno scopo. Quindi per prima cosa pensate a come userete questo nuovo acquisto! Per esempio, attualmente utilizzo uno zoom tele 70-300 della Sigma e precisamente il modello APO Macro f4/5.6 . Sulla carta sembra un'ottica come tante altre ed il prezzo (240 euro su web) ovviamente suggerisce che non può essere un'ottica professionale, ma rimane sempre la premessa da valutare: quale sarà l'utilizzo che ne farò? Principalmente volevo coprire la fascia da 70 a 300mm (visto che già possedevo un 17-70 f4 di tutto rispetto) pienamente consapevole che la % dei miei scatti oltre i 70mm si aggira circa sul 5% esclusi i close up. Il ragionamento è stato immediato: poco utilizzo, prezzo basso, funzione macro (1:2 quindi niente di che...): COMPRARE! A distanza di almeno 4 anni inizio a vedere più limiti che pregi, ma nel frattempo ho scattato pacchi di fotografie sfruttando un obiettivo veramente economico che però fa il suo lavoro. Pecca un po' di contrasto (ma visto che io scatto in formato RAW, comunque devo comunque processare la foto al pc) e la messa a fuoco non è proprio fulminea. Inoltre la nitidezza (rispetto al 17-70) è più scarsa. Tutti piccoli particolari che per un professionista hanno un peso notevole, ma per un amatoriale forse sono tutt'altro che insopportabili. Tenuto conto che un minimo di post produzione devo comunque farla, ho creato una sorta di profilo su camera raw che pervedere la "sistemazione" a grandi linee dei difetti principali così da farmi avere un file di partenza già sgrezzato e pronto per eventuali altre elaborazioni. E' ovvio che se partiamo già da una foto superfiga il lavoro al pc si riduce al minimo, ma bisogna, a mio avviso, tenere sempre conto di cosa ne facciamo poi delle foto. Nella maggioranza dei casi resteranno sull'hd, alcune verranno pubblicate su web, altre addirittura stampate, ma non credo che ci troveremo a fare 20 mostre al mese, altrimenti sarebbe quasi un lavoro non vi pare? Quindi la valutazione del budget è fondamentale ed anche la conoscenza preventiva delle caratteristiche della lente che andiamo ad acquistare, per non avere "brutte sorprese" dopo. Ricapitolando, quando cerco un obiettivo valuto:
- scopo per cui lo acquisto;
- quantità di foto che andrò a fare;
- budget associato;
- eventuale presenza di usato.

L'ultimo punto è altresì importante visto che il mercato delle ottiche che hanno qualche anno alle spalle è tutt'altro che fermo! Si trovano ancora ottimi obiettivi a pochi soldi, magari rinunciando all'autofocus ultrasonico, ci possiamo regalare una lente nitidissima e magari con apertura di diaframma generosa che può dare tante soddisfazioni! Buoni acquisti a tutti e, soprattutto, buona luce!

Bianco e Nero

Ultimamente ho ricevuto qualche apprezzamento per le conversioni in bn di alcuni scatti e quindi ho pensto di scrivere due parole a proposito di questo argomento. Innanzitutto bisogna partire da una foto che ben si presta alla conversione: la foto deve essere caratterizzata da buone texture (come i muri, ad esempio) e dei contrasti interessanti perchè la forza del bn è tutta nel contrasto e nei giochi di luce/ombre. Se la foto di partenza è basata sui contrasti di colore (ad esempio la classica coccinella rossa sulla foglia verde), in bn non dirà nulla, anzi, assumerà quell'aria piatta tipica della semplice desaturazione dei colori. Come si fa? Esistono dei filtri specializzati (un esempio su tutti è quello prodotto da Nik Software che va come un treno!), ma lo stesso PS (o Gimp) mettono a disposizione tutti gli strumenti necessari per creare dei bei bn. Io faccio così: innanzitutto immagino l'effetto finale che voglio ottenere. Mi spiego con un esempio: questa foto a colori
ha un contrasto interessante (anche se non proprio imperdibile) con il cielo e ci sono dettagli nelle ombre del mulino. Potrebbe essere un buon bn soprattutto se scattato con un filtro ROSSO che scurisce il cielo e favorisce la lettura delle ombre. Io faccio così: innanzitutto regolo le ombre in modo da renderle leggibili. Creo un livello di tipo "Curve" e scelgo il preset "Contrasto forte", si scurisce tutto...lo so, abbiate fiducia! Apro la linguetta con la scritta RGB e seleziono il canale ROSSO ed agisco sulla curva per alzare la luminosità delle ombre (ovviamente senza eccedere per non creare artefatti). Fatto questo seleziono il canale VERDI e faccio la stessa cosa cercando di non stravolgere troppo la situazione. In questo caso la leggibiltà era ancora bassa e quindi ho creato un altro livello di tipo "Curve" e scelto il preset "Più Chiaro". Sistemata l'esposizione ora possiamo convertire in bn. Creo un livello di BIANCO E NERO e seleziono il preset "Fltro rosso" (ricordate l'idea iniziale qui sopra?) che è un buon punto di partenza. Non è molto potente e quindi, avendo davanti tutti i canali dei vari colori da regolare, ho alzato il livello dei ROSSI e dei MAGENTA fino quasi al limite (stando sempre attenti a non creare artefatti). Contestualmente ho ritoccato i GIALLI e i VERDI alzandoli un po' ed i BLU e AZZURRI abbassandoli di qualche punto. Il risultato è questo:
E' apparso qualche artefatto sulle nuvole, purtroppo il jpeg di partenza era in bassissima definizione e quindi non mi ha aiutato molto, ma a me interessava farvi capire come si ottengono conversioni accattivanti. Le ombre scure, si possono schiarire anche con un livello copiato dallo sfondo ed una regolata alle luci/ombre presenti nel menù di regolazioni di PS: ovviamente se l'effetto rovina le alte luci, bisognerà agire con una maschera di livello per limitare l'azione alle sole zone in ombra.
I preset di PS o Gimp sono ottimi punti di partenza, ma lo sforzo più grande è quello di immaginare il risultato finale. In generale, quando vedo dei controluce belli intensi, tento sempre uno scatto da convertire come sopra descritto. Vi allego un altro esempio di quest ultimo concetto:
Come si può notare la conversione in bn ha fatto tornare alla luce un sacco di dettagli del palazzo che erano in ombra nella versione a colori. In questo caso non è servita neanche una maschera di livello per schiarire le ombre in quanto il controluce e l'esposizione mirata sul cielo hanno limitato le ombre al solo palazzo. Tutto questo casino per farvi capire che il bn non è solo togliere saturazione ai colori, ma necessita di un po' di esperienza e, soprattutto, di occhio critico in fase di scatto! Cercate di pensare le foto in bn, vedrete che con un po' di esercizio arriverete a scaricare le foto fatte e, anche dopo una settimana, appena le vedete vi balzerà all'occhio quella da convertire in bn con successo!
Buona luce!

Matrimoni per tutti...

Non vi spaventate, non sono diventato un matrimonialista, ci mancherebbe altro!! Con tutto il rispetto che ho per chi vive di foto da cerimonia, personalmente, trovo l'attività in se una noia mortale. Nonostante questo, domenica scorsa sono stato coinvolto in un matrimonio. Non avevo incarichi di alcun genere (se non quello di fare da testimone...), ma è ovvio che qualche scatto ne DEVE venir fuori. Le difficoltà che si incontrano sono molteplici: prima di tutto l'esposizione. Se siamo in chiesa e non vogliamo sparaflashare nessuno bisogna ricorrere agli iso elevati (almeno 800) con conseguente rischio di foto degradate dal noise, nonchè utilizzare la lettura pesata al centro o addirittura spot per la massima precisione. In ristorante le cose non vanno molto meglio visto che abbondano le fonti di luce artificiale, ma sono poco potenti e quindi non fanno altro che creare ombre che rovinano l'atmosfera dei nostri scatti. In questo caso è consigliabile usare il flash, ma con puro effetto di riempimento o diffusione: evitate il lampo diretto e preferite una diffusione della luce, magari facendola rimbalzare sul soffitto. La composizione poi aggiunge notevole "divertimento": non c'è mai nessuno che stia fermo per più di 5 secondi nella stessa posizione e quindi è fondamentale la messa a fuoco veloce e precisa. Purtroppo la maggior parte delle ottiche e dei corpi macchina di fascia medio/bassa non aiutano il fotoamatore in questo compito e quindi non si può fare altro che accettare anche le foto sfocate. Fortunatamente si può agire in manuale anche se non è il massimo della velocità, prefocheggiare su alcuni punti fissi oppure cercare di scattare quando il soggetto è discretamente illuminato per aiutare l'atuomatismo ad agganciare il fuoco. La cosa peggiore negli scatti da matrimonio amatoriali sono gli sfondi troppo presenti: purtroppo non ci si può costruire un set apposito e quindi bisogna rassegnarsi ad aprire il diaframma, ad usare focali medio tele e ad isolare i soggetti con ritagli decisi anche in post produzione. Nulla di tecnicamente impossibile, ma, a mio avviso, serve anche predisposizione a questo genere. Personalmente, mi ripeto, non sono predisposto e quindi anche l'inventiva va un po' a farsi benedire, ma sono convinto che, se non avete incarichi ufficiali da parte degli sposi, potete sbizzarrirvi con scatti artistici al massimo. Qualche esempio? Le mani intrecciate o la fiamma di una candela che illumina un dito con l'anello...sono infinite le possibilità, ma.....non aspettatevi di ricevere elogi dagli sposi: normalmente vengono scelte delle foto "classiche" che sembrano cartoline e questi scatti più artistici vengono scartati perchè non direttamente riconducibili a quel particolare giorno......voi continuate a farli perchè è un esercizio impagabile per il vostro occhio artistico!
Buona luce!

Profondità di campo: iperfocale

Oggi parlo un po' più "tecnico" e quindi più noioso, ma secondo me, per i possessori di reflex e relative ottiche strafighe, è una dritta non da poco. Parliamo di profondità di campo che, come ricorderete, la possiamo definire "la parte nitida di uno scatto", più c'è parte nitida e più profondità di campo avete, più ci sono parti sfocate e meno profondità di campo avete. Ma facciamo un passo indietro: quasi tutti gli obiettivi di qualche anno fa (quelli dedicati alle macchine analogiche), avevano stampigliata sulla superficie una piccola griglia con dei valori di diaframma come quella che vedete in questa foto (che ho trovato con google, ce ne sono a pacchi che illustrano questa cosa):
Oggi come oggi solo alcune ottiche continuano ad uscire con questa utilissima "scala" stampata (o inserita in un apposita finestrella). Probabilmente la voglia di fare tutto in automatico ha fatto risparmiare ai produttori anche il costo di aggiungere questi dettagli agli obiettivi, tenuto conto che l'utenza utilizza sempre meno questa opzione. A che cosa serve? Supponiamo che voi stiate fotografando un meraviglioso paesaggio americano, di quelli con la classica strada nel deserto e la montagna in fondo all'inquadratura. Ne avrete viste migliaia di foto così giusto? E tutti a pensare: che figo, è tutta a fuoco, dall'inizio alla fine dello scatto. Provate a farla e puff...lo sfondo è "morbido" ed il primo piano sfoca leggermente nonostante una notevole chiusura di diaframma...come mai? Ogni obiettivo ha una sua "distanza iperfocale" che altro non è che il punto di messa a fuoco che ti fa ottenere la massima profondità di campo possibile. Per calcolare il punto esatto dove mettere a fuoco (ovviamente espresso in metri, perchè si parla di un punto distante X metri dall'obiettivo) esistono vari calcolatori su web visto che ogni ottica è progettata per conto suo e quindi i valori non saranno mai uguali. Alcuni suggeriscono di mettere a fuoco più o meno ad un terzo della scena: calcoli più o meno quanto dista lo sfondo e metti a fuoco ad un terzo della distanza con un diaframma chiuso ad uno stop prima del massimo. Si può invece usare la scala della profondità di campo stampigliata sull'ottica. Come si usa? Utilizzando la foto dell'esempio e partendo dall'alto verso il basso abbiamo 3 dati visibili: la prima ghiera in alto (quella con i numeri espressi in "metri" ed in "piedi") è la ghiera della messa a fuoco ed il numero non è altro che la distanza in metri (o piedi) dall'obiettivo (prendendo come riferimento il rombo bianco, nella foto in questione la messa a fuoco è fissata su di un punto distante poco più di 2 metri); la seconda serie di numeri 16-8-4-ROMBO-4-8-16 è la SCALA DELLA PDC e quelli sono valori di diaframma; la terza ghiera è la ghiera dei diaframmi che può anche non esserci nelle ottiche recenti visto che ora i diaframmi si gestiscono direttamente dalla macchina e non più dalla lente. Appurato questo torniamo alla nostra foto americana. Dopo aver allestito il tutto e composto la nostra foto, pensiamo alla pdc: vogliamo il massimo. Impostiamo il diaframma su f16 (il massimo disponibile per l'ottica della foto di esempio) e regoliamo la prima ghiera (quella della maf) finchè il simbolo di infinito non coincide con il numero 16 a destra della SCALA DELLA PDC. Scorrendo la SCALA della PDC con lo sguardo arriviamo all'altro estremo dove c'è ancora un 16 e notiamo che (vado ad occhio adesso...) notiamo che in corrispondenza ci sarà il 2. Cosa significa questo? Significa che tutto quello che è all'interno della distanza che va da 2 metri ad infinito sarà a fuoco e nitido con il picco di nitidezza in corrispondenza della distanza indicata dal ROMBO bianco. Questo serve anche a noi per calcolare dove piazzare eventualmente un soggetto o un riferimento visivo che necessita della nitidezza massima. Se io avessi scelto un diaframma f8 invece? Avrei fatto la stessa operazione, ma avrei spostato il simbolo di infinito fino a farlo coincidere con la tacchetta dell'8 sulla SCALA della PDC. Ovviamente il campo di parte nitida sarà inferiore rispetto ad f16, ma in questo modo otterrò la massima pdc dal mio diaframma e così via. La cosiddetta distanza iperfocale è rappresentata dal numero che corrisponde al ROMBO bianco e varia con il variare del diaframma scelto, come da spiegazione qua sopra. E' sicuramente più facile da provare che da spiegare ;-).
I calcolatori della distanza iperfocale a cui accennavo prima, danno come risultato il numero da far corrispondere al ROMBO bianco, facendo esattamente il procedimento contrario a quello che ho descritto io. Se però tenete conto dell'oggettiva complessità dei calcoli da fare, capirete che, non avendo sempre dietro lo smartphone per andare sul web, il sistema che ho proposto è utilizzabile sempre e comunque, ovviamente nell'ipotesi di avere la scala della pdc stampata sull'ottica.
Spero di aver dato qualche dritta buona per i paesaggisti, ma non solo. La gestione della pdc è fondamentale per dare impatto alle fotografie, quindi conoscere bene i principi che la regolano è (e sarà sempre!!) importantissimo!!
Buona luce!

Chiacchiere e divertimento

E voi penserete: "Che cosa c'entrano le chiacchiere ed il divertimento con la fotografia?". TUTTO. La fotografia, quando non si tratta di lavoro, DEVE essere un divertimento e le chiacchiere tra appassionati sono, a mio avviso, il modo migliore di condividere ed imparare cose nuove. Adoro confrontarmi con chi ne capisce di più, ma anche con chi ne capisce di meno, perchè ognuno ha la propria visione della realtà ed ogni minimo spunto può tradursi in una nuova ispirazione fotografica. Tempo fa lessi di un ragazzo che, dopo aver scoperto una tecnica più o meno nuova di ripresa, è passato al professionismo con grande successo e questo nel giro di pochissimo tempo. La tecnica in questione è nata quasi per caso, tentando di riprodurre in studio l'effetto di un flash lento (sincronizzato sulla 2° tendina) e di una luce ambiente sufficientemente potente per leggere bene il soggetto. Al di là del caso di specie, la cosa che più mi piace è il fatto che queste cose nascono dal nulla, da una semplice chiacchierata. Questa premessa per sottolineare la mia soddisfazione dall'ultima serie di incontri a cui ho partecipato (ovviamente a tema fotografico) in cui ho visto interesse, creatività pronta ad emergere, voglia di sperimentare e di imparare...tutte cose che faranno di una persona semplicemente curiosa, un abile gestore della luce! E' un post diverso dal solito perchè si parla di fotografia in maniera più filosofica, ma ritengo, sia che si parli di qualcuno che ha appena iniziato a scattare, sia che si parli di esperti e scafati fotoamatori, c'è sempre qualcosa da imparare dagli altri. Il neofita può acquisire autormatismi dall'esperto e l'esperto può ricevere nuove chiavi di lettura (e quindi stimoli) per situazioni già consolidate e che magari annoiano. La mente aperta e sempre umile è la giusta direzione da prendere!
Buona luce....condivisa!

Lamb pannig

Sto ancora ridendo al pensiero di questa definizione. Un partecipante di un forum dove ho postato la foto qua sotto ha definito la tecnica utilizzata come "lamb panning" che effettivamente è realistico. Approfitto quindi per tornare sulla tecnica del pannig che altro non è che il seguire il soggetto con il movimento della fotocamera. Ad esempio, prendiamo la foto in questione:
in questo caso il movimento degli animali arriva da sinistra a destra per cui, per eseguire un panning non bisogna fare altro che seguire questa linea (da sinistra a destra) e scattare una o più fotografie senza feramere il movimento. Il risultato (normalmente associato alle foto sportive dove lo sfondo si muove ed il soggetto è congelato) è di sicuro impatto e dinamicamente interessante. Nel caso specifico invece di rendere movimentato lo sfondo, come nel classico panning, ho mosso il primo piano con un tempo di scatto lento, al limite del camera shake che però ha reso notevolmente movimentata una foto altrimenti statica. C'è da dire che uno scatto simile è anche parecchio simpatico e quindi si punta su più elementi per dare interesse. Con un cielo come quello che si vede ed una luce tutt'altro che interessante, non c'era molto altro da tentare se non qualcosa che andasse fuori dagli schemi e che attirasse per motivi differenti dalla mera tecnica fotografica. Tenuto conto dell'esperienza del forum in questione, devo dire che il risultato è più che azzeccato! Questo che cosa può insegnare? Ad usare la fantasia quando si scatta, a prescindere dalla luce e dall'ambientazione....può sempre saltar fuori un'ottima occasione!
Buona luce!

Fulmini e tempeste

Chi di noi non ha mai aperto la bocca davanti alle foto dei fenomeni temporaleschi violenti? Sono foto che affascinano perchè per realizzarle (oltre ad una buona tecnica) c'è una componente di rischio non indifferente per chi scatta! Oggi parliamo di come catturare i fulmini in totale sicurezza (fermo restando che la sfiga nucleare di venir centrati da un fulmine è sempre presente.....ma quella vale anche se non fai fotografie, quindi...). Visto che siamo in "stagione" direi che un paio di dritte posso darvele per questo genere di cattura: il problema principale, secondo me, è trovare una location adatta ovvero uno sfondo, un luogo senza disturbi luminosi, un soggetto da riprendere per contestualizzare il fulmine. Personalmente sono riuscito a scattare solo questa fotografia per il momento:
La foto è stata presa dal balcone di casa, quindi niente di interessante, ma viene buona per raccontarvi la tecnica usata. E' molto semplice: 
- una volta visto dove più o meno si concentrano i fulmini, allestite con il treppiedi puntando alla zona in questione;
- utilizzate la messa a fuoco manuale e impostatela su INFINITO (così non vi ascoltate il vostro obiettivo che gira a zonzo in cerca di un punto contrastato da agganciare....);
- impostate l'esposizione su manuae ed utilizzate un diaframma chiuso da f8 a f11 (ma può andare bene anche f13);
- impostate il tempo di scatto su 30 secondi;
- utilizzate un telecomando o l'autoscatto (se possibile utilizzate anche il blocco dello specchio così da limitare al massimo le vibrazioni della fotocamera);
- PREGATE che cada un fulmine durante la cattura!

Le impostazioni di diaframma che vi ho indicato potete modificarle a seconda dell'intensità della luce del fulmine. La foto in questione è scattata a f8, ma secondo me anche un f11 andava bene così da ridurre un po' l'intensità del lampo ed aumentare la definizione. In pratica voi impostate un'esposizione molto sottoesposta, ma grazie alla potenza del fulmine, la fotocamera riuscirà a registrarlo "buttando giù" tutto il resto e creando questa sorta di effetto sfumato man mano che la luce scende di intensità. Perchè non si usano i diaframmi aperti per queste cose? Perchè più il diaframma è aperto e più ci sono i riverberi della luce sulla lente che rovinano lo scatto e fanno perdere definizione. Sarei curioso di vedere alcune prove...i risultati sono assicurati !!! Ah, per i più pigri si può impostare anche la raffica così, una volta attivato l'autoscatto, la macchina continuerà a scattare finchè non finisce la batteria o la memoria disponibile.....e voi potete andare a guardare la tv.... ;-)))
Buona luce!

Piano focale, ma non solo

Riprendo una domanda che mi è stata fatta durante uno degli incontri a tema fotografico che ogni tanto organizzo: "Ma se scatto un ritratto ad una mamma con bambino e punto la messa a fuoco sugli occhi dell'infante, perchè la mamma mi viene sfocata?". A mio avviso i motivi possono essere 2:
1) mamma e bambino non sono sullo stesso piano focale. Che significa? Che sono una dietro all'altro. Immaginate di mettere sul vostro tavolo due oggetti, uno davanti ed uno di lato, ma più indietro. Se li guardate dall'alto vedrete che c'è distanza tra i due mentre guardandoli di fronte sembrano allineati. Questo influisce sulla messa a fuoco nel senso che se noi puntiamo la maf all'oggetto più vicino a noi, quello più distante risulterà sfocato o quanto meno più morbido. Se, per ipotesi, mettiamo un altro oggetto sul tavolo e lo allineiamo al primo verso di noi, senza mettere a fuoco, noteremo che sarà nitido...proprio perchè è sullo stesso piano focale della nostra messa a fuoco;
2) il diaframma è troppo aperto. Nel caso di specie, era stato utilizzato un diaframma a f1.8 che ovviamente (oltre a sfocare come un assassino) ha la funzione di limitare la parte nitida anche in "orizzontale". Se ricordate quando si parlava degli effetti del diaframma, dicevamo che più è aperto e meno parte nitida ci sarà nel frame. Ovviamente la sfocatura sarà evidente sia davanti/dietro che destra/sinistra rispetto al punto di maf scelto.

Il problema di questo scatto nasceva dalla scarsità di luce ambiente presente al momento dello scatto. E' ovvio e quasi scontato che con i bambini non è proprio il massimo utilizzare colpi di flash o simili, quindi la luce ambiente sarà sempre scarsa e bisogna accettare dei compromessi. In questo caso è stata già una fortuna disporre di un'apertura di diaframma così generosa (tipica dei 50mm fissi come l'ottica usata), ma in altri casi bisogna ricorrere alla regolazione della sensibilità ISO portandola a valori come 800 o 1600 per permettere magari l'utilizzo di un diaframma meno spalancato. Il prezzo è un po' di noise e dipende ovviamente dal modello di fotocamera utilizzato. Se avete una compatta non troppo recente, non superate 400 iso e magari accendete una lampada da tavolo per avere un'illuminazione supplementare.

Buona luce!

Olanda...che passione!

Eccoci qua, nuovamente carichi e pronti a tornare alla routine quotidiana. Devo dire che la settimana è stata pesantuccia per via del rientro dalle ferie. Ma parliamo di fotografia! L'Olanda è un paese dove ci sono tantissime ispirazioni fotografiche: paesaggi e personaggi sono interessanti ovunque, ma la cosa da tenere sempre sotto controllo è l'esposizione! Il cielo e la luce cambiano in fretta e non sono mai troppo semplici. I giorni "buoni" sono estremamente rari e quindi vanno colti al volo! Ci sono però delle armi al nostro servizio come per esempio il bianco e nero! Se riprendete in controluce (e con il sole nell'inquadratura) un qualsiasi soggetto, la conversione in bianco e nero può rivelare i dettagli del soggetto che nella versione a colori rimarrebbero in silhouette. Ecco un esempio:
Quando invece la luce è frontale (ovvero addosso al soggetto ed alle nostre spalle), la cosa è più semplice, ma armatevi sempre di un buon polarizzatore perchè i cieli possono essere davvero imperdibili:
In questo caso, oltre ad un polarizzatore, ho usato anche un filtro ND per poter rallentare il tempo fino a 1/13sec, necessario per sfocare il movimento delle pale e dare così la sensazione di velocità e di rotazione del mulino. La cosa più difficile è stato eseguire lo scatto senza il treppiede! Sono riuscito ad appoggiarmi ad uno steccato mantenendo così stabile la fotocamera. Questo esempio serve per comprendere quanto importante sia avere con se un "sacchetto di fagioli" o, in alternativa, allenarsi ad osservare attorno a noi per trovare la possibiltà di sopperire al treppiede in altri modi, senza bloccare la nostra creatività!
Ultima occasione di scatto, il tramonto:
Anche in questo caso, a mano libera, e con la luce polarizzata sono riuscito a cogliere l'effetto dei raggi solari, complice anche la serie di nuvole presenti all'atto dello scatto. Inizialmente la focale era grandangolare, ma in post produzione ho ritagliato per eliminare le parti inutili in alto e a destra dello scatto. Uno sviluppo con abbassamento dei mezzitoni ha prodotto l'enfasi sui raggi. Quindi occhi anche alle occasioni fotografiche nel senso di pensare allo scatto come al risultato finale anche dopo la post produzione, non è semplice, ma con un po' di esperienza...
Buona luce!

Ancora paesaggi

Sembra facile scattare un paesaggio, ma non è così! Tralasciando l'attrezzatura che DEVE includere un filtro polarizzatore, un filtro GND (densità neutra graduale) ed un solido cavalletto, bisogna pensare allo scatto in termini di equilibrio e profondità. Ovviamente non è sempre detto che un paesaggio debba essere profondo migliaia di km, esistono scatti paesaggistici che basano il loro impatto sulla sovrapposizione di piani ottenibile solo con un teleobiettivo, ma sono rari (pensate alla vista di N colline tra la nebbia con effetto di sovrapposizione). In questo caso parliamo della profondità e dell'equilibrio necessari per uno scatto paesaggistico riuscito. Di solito si tende a mettere un centro di interesse in primo piano così da catturare subito l'attenzione dell'osservatore per poi sfruttare la potenza della focale grandangolare e del diaframma chiso per spingere lo sguardo oltre e regalare quella sensazione di profondità che tanto fa piacere al nostro cervello. Ricordate che la fotografia è, per definizione, in 2D, mentre noi il mondo lo percepiamo in 3D. Riprodurre questo effetto in uno scatto non è cosa semplice. Equilibrio che cosa vuol dire? Mi spiego con questi due esempi:

Nel primo caso la presenza di un elemento forte in primo piano (le barche) cattura lo sguardo dell'osservatore, le linee diagonali create dalle corde di ormeggio aiutano a spingere la visione verso il fondo ed i riflessi fanno il resto giudando l'occhio fino alla distanza massima dove aspettano delle nuvole interessanti. Nel secondo caso l'ampiezza è enfatizzata dalla mancanza di un elemento forte in primo piano e le linee portano naturalmente al punto di fuga situato sopra i bambini del pontile. In questo caso, il frame è splittato a metà per permettere ai riflessi di fare da padrone (la regola dei terzi ogni tanto va violata, ricordatelo!!!). L'equilibrio è dato dalla grande quantità di nuvole a destra (cielo + riflesso) compensata dalla presenza umana a sinistra (con colori che contrastano sull'acqua come l'arancione). Ovvio che il colore della maglietta del bambino non potevo sceglierlo e quindi c'è anche una buona dose di fortuna in questo scatto, ma il tentativo di tenere le teste dei bambini distanti dal riflesso degli alberi (alzando leggermente il punto di ripresa) è un fattore fondamentale per la riuscita di scatti simili: se così non fosse, le teste si confonderebbero nel riflesso e lo scatto perderebbe di leggibilità. Ricordate sempre di ragionare su quello che volete ottenere e non perdete di vista questi particolari, perchè alla lunga, faranno la differenza!
Buona luce!!

Nuvole e fantasmi


Eccoci qui di ritorno da un paio di settimane di produzione fotografica senza tanta voglia di stare davanti al pc. Eh si, purtroppo anche io soffro di quella sindrome da rifiuto tecnologico che mi fa adorare il rumore dell'otturatore ed odiare quello del click del mouse per sviluppare gli scatti raw. In questo periodo le nuvole fanno da padrone ad ogni nostro paesaggio, ma non solo! Ovviamente dotatevi di polarizzatore perchè altrimenti non è la stessa cosa (non fidatevi dei filtri digitali che promettono di simulare l'effetto del filtro...sono balle!!). I risultati sono sicuramente d'impatto:

Ovviamente il polarizzatore non serve solo a far emergere le nuvole dai cieli, ma aiuta pure ad assorbire il riflesso sull'acqua e rende visibile il fondo di un fiume/lago:
Questo tipo di funzione viene bene anche per successive conversioni in bianco e nero:
Come si nota da questa foto la quantità di dettagli ricavati dal fondale è sicuramente interessante. Ovvio che ogni foto è a se e quindi a seconda dell'effetto che volete ottenere dovete ruotare il filtro!! Nel caso successivo è stato usato per assorbire i riflessi sulle rocce (c'era il cielo grigio che si rifletteva) e tirar fuori colori ovunque:
Bene, questo per quanto riguardo l'uso del polarizzatore in condizioni di luce differenti. Ma se vi trovate all'interno di una grotta e volete "vedere i fantasmi" ? Niente di più semplice: armatevi di cavalletto ed esponete per un po' di secondi (usate la priorità di tempo oppure, in manuale, mirate ad un punto non troppo illuminato per ottenere un giusto compromesso) e chiedete a qualcuno di passeggiare molto lentamente davanti a voi, disegnando un percorso preciso. Le possibilità creative sono infinite e si può anche usare il flash sincronizzato sulla seconda tendina dell'otturatore per "fissare" il punto di arrivo del soggetto che sembrerà spostarsi alla velocità del suono! L'effetto che si ottiene è questo:
Ovviamente ricordate che più è lungo il tempo di esposizione e più lentamente deve muoversi il soggetto altrimenti la camera non lo registrerà!!
Buona luce!!

Tempo e tranquillità

Tema già affrontato in altri post, ma è giusto tornarci (portate pazienza, appena finisco di sviluppare le ultime foto faccio un post più interessante). Capiterà spessissimo a tutti quanti di andare in giro in compagnia e di trovarsi ad essere l'unica persona dotata di reflex o comunque, "quello col macchinone" e quindi costantemente bersagliato da amici e (peggio) parenti che si trasformano in consulenti per suggerire questa o quella inquadratura. "Scatta qui", "Fai là", "Guarda che i bambini giocano, fagli le foto", "Scattami una foto così e colà" ecc ecc. So che state sorridendo, ma queste situazioni poco hanno a che vedere con la fotografia vera e propria. Innanzitutto noi siamo fotografi amatoriali e quindi non c'è nessuno a cui rendere conto, tanto meno a chi si improvvisa consulente. L'ansia che ci viene trasmessa si traduce, spesso, in fotografie poco più che mediocri, con esposizioni approssimative e composizioni buttate là come vengono. Non preoccupatevi, non siete diventati impediti all'istante...siete semplicemente pressati per fare scatti che magari non vi verrebbero nemmeno in mente! Suggerimenti? Un bel respiro e prendetevi il tempo che vi serve. Chi vi chiede di scattare foto e dopo 2 secondi si informa se avete fatto, beh, dovrà armarsi di pazienza, altrimenti prendere una fotocamera punta e scatta e farsi fare una foto al volo dal primo che passa. Ovviamente a livello fotografico i nostri obiettivi non sono uguali di chi cerca solo la foto ricordo e quindi è comprensibile che ci sia "meno pazienza", ma anche queste persone devono capire che maneggiare una reflex significa approcciare la fotografia in maniera più pensata e quindi più lunga in termini di tempo necessario. Personalmente mi trovo ogni tanto in questa situazione e non sermpre reagisco bene, a volte mi irrito, altre scatto a caso senza neanche guardare le impostazioni, ma ultimamente sto facendo sforzi per "far aspettare" il tempo che mi serve. Il mio schema mentale è sempre lo stesso:
- Esposizione (osservare la luce e la situaizone "luminosa" della scena);
- Composizione (sfondo, soggetto, disturbi, pdc);
- Eventuale effetto (panning, Lowkey ecc ecc).
In tutta onestà se riesco a fermarmi al primo punto mi sento già soddisfatto.......ci vuole esperienza anche in questo senso e soprattutto, tanta pazienza ;-)
Buona luce!

Filtri a lastrina

Ed eccoci qua per parlare di un accessorio che non può mancare nel corredo del pesaggista d'assalto: il filtro GND a lastrina! Che sarà mai? Di fatto non è nulla di diverso dai normali filtri "a vite" che si posson comprare ovunque, fatta eccezione per la struttura. Si tratta di applicare all'estremità del vostro obiettivo un supporto di forma rettangolare dove far letteralmente scorrere il filtro che avrà la forma di una lastrina di resina e che si metterà tra la scena e l'elemento frontale. Che vantaggio può avere questo sistema apparentemente più ingombrante? Di fatto nessuno tranne che per un paio di particolari:
- tramite l'acquisto di un anello adattatore, si può adattare il portafiltri (e quindi tutti i filtri) ad ogni diametro di obiettivo che possediamo. Il costo dell'anello adattatore è di pochi euro;
- con questo sistema si possono usare i cosiddetti GND ovvero i filtri a densità neutra GRADUALI.

Questi filtri sono particolarmente adatti per i paesaggisti in quanto introducono un filtro della luce solo in alcune particolari zone del fotogramma. Si presentano come una lastrina per metà completamente neutra (trasparente) e per metà scura. La transizione tra la parte scura e quella chiara può essere netta e definita oppure sfumata a seconda delle esigenze. La parte scura si occupa di bloccare la luce (la quantità di luce che blocca varia a seconda dell'intensità del filtro posseduto, ce ne sono da 1, 2, 3, 4 stop), mentre la parte chiara mantiene esattamente la luminosità della scena così come la vediamo attraverso la lente. Quando si usano questi filtri e perchè? Si usano principalmente quando si scatta un paesaggio in quanto, normalmente, il cielo è molto più luminoso del primo piano e quindi ci si trova in difficoltà nel trovare la giusta esposizione. Senza utilizzare filtri graduali si arriverebbe ad un compromesso che comprenda un minimo di leggibilità del primo piano salvaguardando i colori e l'intensità del cielo oppure si mirerebbe alla classica silhouette del soggetto con il cielo super protagonista. Usando questo filtro si può tranquillamente calcolare l'esposizione per il primo piano, far scorrere la lastrina fino a quando la transizione non si posiziona perfettamente sull'orizzonte, e scattare avendo la certezza che il cielo verrà correttamente esposto e debitamente carico di colore. L'uso della transizione netta e definità è consigliata per paesaggi dove i contorni dell'orizzonte sono netti, ad esempio un paesaggio al mare, mentre la transizione morbida è consigliata per paesaggi tipo montagna oppure per quelli che comprendono le cime degli alberi o altri elementi che non permettono una linea precisa dell'orizzonte (questo per non far apparire, ad esempio, un albero mezzo scuro e mezzo chiaro...).
Di questi filtri, principalmente ci sono 3 marche molto note e le metto in ordine di prezzo: Cokin, Hi-tech e Lee. La prima, se non ricordo male, ha fallito o comunque è stata chiusa ed i residui di magazzino sono difficili da trovare. La seconda e la terza le trovate su web cercando con Google. Personalmente ho appena acquistato un piccolo kit di Hi-Tech (che secondo me è il miglior compromesso tra costo e qualità) su un sito inglese (http://teamworkphoto.com/shop/) ad un costo di 77 sterline circa (100 euro più o meno). Il kit comprende adattatore (nel mio caso da 67mm), portafiltri (ho preso quello più fino adatto alle ottiche grandangolari) e filtro GND da 3 stop con sfumatura morbida. Il sito è affidabilissimo e molto rapido nell'evadere gli ordini, addebita sulla carta di credito l'importo dovuto SOLO dopo aver processato l'ordine...unico neo: le poste italiane che si prendono in carico la spedizione una volta entrata in Italia! Il mio ordine era in Italia dopo meno di un giorno dal click di Ok sul sito, ma ho aspettato 8 giorni per vederlo arrivare nella mia cassettina della posta.
A breve (appena il meteo me lo permetterà) proverò alcune esposizioni e le posterò qui dentro!
Buona luce!