Venezia di corsa

La premessa è già nel titolo e dice tutto. La cosa peggiore che si può fare quando si va a visitare una città d'arte o, in generale, una città fotogenica, è andarci di corsa! Venezia è una città dove, a mio avviso, è necessario "perdersi" per poterne apprezzare l'essenza. E' piccola, molto piccola rispetto alla marea di gente che ci pascola ogni giorno. Lo dico con un po' di amarezza visto che ci sono nato e che ci vivo non troppo distane. Come spesso capita a chi vive vicino a dei monumenti a cielo aperto, ci si va poco o niente, ma ogni volta è sempre un'emozione nuova. Purtroppo, le poche visite sono quasi sempre in compagnia di chi non l'ha mai vista e quindi le location sono quelle più conosciute, ma ripeto, se avete occasione di andarci, prendetevi una giornata per voi e perdetevi in giro, soprattutto per le zone residenziali, tornerete a casa con scatti nuovi, credetemi! Come fare quindi per cercare qualcosa di nuovo anche davanti ai "soliti" posti? Bella domanda....a volte c'è un po' di fortuna ad aiutarci ed ecco spuntare direttamente sul corrimano del ponte di Rialto, un bel gabbiano che, per nulla intimidito dalla folla, rimane a farsi fotografare rimediando anche un po' di cibo...non c'è che dire, un vero imprenditore alato:

I parametri di scatto non sono importanti, ma comunque li trovate all'interno delle proprietà della foto. La cosa migliore è cercare l'atmosfera differente: ho notato tante persone che facevano dei primissimi piani al pennuto, come se volessero svelare al mondo ogni piccolo particolare delle piume o del becco. Io invece ho optato per una ripresa "sognante" cercando di trasmettere un improbabile momento zen del gabbiano, con lo sguardo perso lungo il Canal Grande, magari pensando al fratellino che sta volando sfocato sullo sfondo. Il secondo scatto invece non è un granchè, ma il tentativo era di quelli con sfocato ovunque e soggetto nitido. Purtroppo la scelta del diaframma a 5.6 non si è rivelata vincente. E' un peccato di gioventù da parte mia: come detto in precedenza nelle recensioni della D750, devo imparare a scattare di nuovo e non riesco ancora a prevedere la profondità di campo che mi restituirà la fotografia. Se avessi scattato con la D7000 avrei avuto più profondità di campo, ma la foto sarebbe riuscita meglio per via della focale moltiplicata da 50mm a 75mm con conseguente sfocatura più accentuata. Un po' alla volta mi verranno meglio questi scatti....non demordo, io!!
Sempre parlando di apertura di diaframma, non poteva mancare un tentativo con una maschera:
Anche in questo caso il risultato poteva essere più tridimensionale utilizzando un'apertura di f1.8 invece che di f2.8 ed anche questo si riconduce a quanto detto sopra. Va aggiunto, ad onor del vero, che il mio 50ino, se utilizzato a tutta apertura, diventa molto morbido a livello di nitidezza, motivo per cui solitamente non scendo mai sotto f2.8 . In ogni caso il mio senso critico mi suggerisce che questa è un'occasione sprecata.
Ultima occasione fotografica, ovviamente, il tramonto. Prima di congelare del tutto e di mettersi in marcia per tornare a casa, non potete sprecare l'occasione offerta dal sole basso: se siete sopra ad un campanile, rassegnatevi a dover focheggiare a mano per togliere le reti di protezione dal risultato finale (un po' come quando si fotografa allo zoo...), ma potrete godere di qualche minuto di luce buona in più. Da sotto (precisamente da Riva degli Schiavoni, di fronte al ponte dei sospiri) potrete avere queste occasioni:



Anche per questo trittico, penso che si possa fare molto meglio a Venezia, ma "di corsa" bisogna un po' improvvisare. La migliore probabilmente è la foto verticale che unisce una buona luce ad un tentativo narrativo più evidente rispetto ai "soliti" controluce con il sole a stella. I riflessi in acqua si riempioni di stelline per cui vale pena di provarci. E' una cosa già nota, ma la dico di nuovo perchè può servire a chi inizia oggi a fare fotografie: la stellina si forma per via del diaframma chiuso e quindi maggiore è la chiusura del diaframma e migliore sarà la stella. Occhio a due cose però: il diaframma chiuso al massimo vi farà perdere un po' di definizione per via della diffrazione e il sole, anche se perfettamente dentro all'inquadratura non è detto che crei la stella se il cielo non è in condizioni adatte. Per il primo punto ci sono migliaia di siti "tecnici" che spiegano il fenomeno, ma riassumendo velocemente: se la luce è incanalata in un foro troppo piccolo, all'uscita dal foro tenderà ad allargarsi creando un dettaglio catturabile dal sensore di dimensione molto più grande rispetto al singolo pixel presente. La conseguenza sarà che per avere un singolo dettaglio, verranno utilizzati più pixel rispetto al singolo a disposizione e si avrà una generale sensazione di morbidezza della resa finale, soprattutto in caso di foto particolarmente ricche di dettagli fini da riprendere. Il secondo punto invece è meno tecnico, ma ugualmente importante: se il cielo è leggermente velato o c'è umidità elevata, il sole non riuscirà a far passare la sua luce in maniera nitida permettendovi una stella perfetta. Se andate a vedere le foto del post precedente (quello sulla montagna) noterete che la stella creata è molto più definita rispetto a questa, proprio per il differente clima. In caso di clima buono, che diaframma utilizzare? Dipende dalla combinazione macchina/ottica, ma in generale, io mi sono trovato sempre bene con f16: discretamente chiuso, ma sufficientemente lontano dal limite (di solito almeno f22 se non di più). Per chi utilizza fotocamere bridge che hanno aperture di diaframma che variano da f2.8 a f8, suggerisco di utilizzare f5.6 che più o meno è l'equivalente (in termini di distanza dalla chiusura massima) del nostro f16 su reflex. Non sarà la stessa apertura per via del sensore totalmente differente, ma questo è un altro discorso. Provate e poi vediamo i risultati.
Concludo questo post malinconico suggerendovi di visitare Venezia. Un amante della fotografia DEVE avere nel proprio portfolio almeno una foto fatta lì, non importa quale, ma deve esserci. La mia migliore è questa:
Un classico dei classici, ma a me piace. Venite a Venzia, perdetevi in giro per le calli e cercate di evitare il più possibile le zone iper battute: visitatele, quello si, ma non occupate tutto il giorno in quei punti, fidatevi dell'indigeno!!
Buona luce lagunare!