...trovati un lavoro serio!!

Iniziamo il nuovo anno con un post che non c'entra nulla con la fotografia pratica, ma che tratta un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Quanti, nella propria adolescenza e gioventù, si sono sentiti ripetere la frase del titolo? Immagino che, più o meno tutti, siamo passati per delle fasi in cui avevamo in testa una carriera di tipo artistico, non fate i timidi, che lo so! 😁

Personalmente ben prima della maggiore età ero convinto che sarei stato un musicista e che la musica sarebbe stata la mia vita: ci ho provato, ma come tanti, mi sono trovato di fronte solo a mille difficoltà, porte chiuse ad anche persone intorno che, probabilmente, non avevano la mia stessa spinta emotiva.😩 Perchè faccio questa premessa? Nel mondo, in generale, ed in Italia in particolare (purtroppo!!), se una persona svolge un'attività prettamente artistica, si ha la percezione che non sia un "vero" lavoratore, ma semplicemente uno dei tanti che non ha voglia di fare niente tutto il giorno, sperando di camparci. Nel nostro Paese è ancora molto forte l'accezione di lavoro serio come di un attività che rientri nei parametri più standard del termine, ma non solo. La cosa che più mi infastidisce è che il cosiddetto lavoro serio è un qualcosa che viene svolto mal volentieri 😕. Quanti di noi sono felici di andare al lavoro la mattina? Quanti sono davvero soddisfatti di quello che fanno? Sono domande che oramai nemmeno ci poniamo più, tanto siamo abituati a lavorare tirando sera e pensando già a cosa fare quando saremo rincasati o nel week end.

Sto ovviamente estremizzando la cosa per renderla facilmente comprensibile, ma la realtà è che alla base siamo ancora un po' troppo provincialotti da questo punto di vista: legati ancora a dei concetti mutuati dal dopoguerra, dove si doveva ricostruire fisicamente un Paese e puoi farlo solo con mattoni e bulloni, non tanto con suoni o immagini. Ma se oggi vuoi fare qualcosa di artistico o qualcosa che non ti faccia sbuffare 8 ore al giorno dalla noia, puoi farlo? Sicuramente si, ma non è gratis. Purtroppo, anche negli anni modernamente antichi in cui viviamo, è ancora fisso il chiodo che mette in relazione:

lavoro artistico = fancazzista

lavoro fisico, di fatica = gran lavoratore

lavoro di concetto = gran fuffaman

persona felice del proprio lavoro = sicuramente non fa niente tutto il giorno

La prima di queste equazioni è quella più gettonata! Attenzione però, voglio fare una specifica: con lavoro artistico intendo non semplicemente creare un canale YouTube dove raccontiamo quanto siamo bravi a fare una foto ricordo delle nostre ferie o a suonare questa o quella cover. Intendo dire proprio VIVERE di questa attività, quindi metterci il proprio rischio personale di fallimento. Scrivo questo perchè ad oggi il concetto di Youtuber è diventato sinonimo di lavoro artistico, mentre non è così, si tratta eventualmente di un "complemento" al lavoro artistico, che aiuta ad avere visibilità ecc e che può trasformarsi in un'entrata supplementare, ma per mangiare con Youtube, bisogna davvero fare i salti mortali, quindi cancellate l'idea di tutti quei 15 enni che riempiono il web di video con le loro performance senza metterci a fianco un'attività collegata. Poi, se uno riesce a vivere solo con i video spot pubblicati ogni 3 mesi, bene per lui, ma credo che queste situazioni siano più legate ad una famiglia facoltosa dietro le spalle, che tappa i buchi lasciati dal "tubo"...opinione personale ovviamente.

Tornando al nostro discorso iniziale, vorrei citarvi due esempi pratici legati ovviamente alla fotografia, ma con prerogative completamente differenti: 

- il primo è Fabio Porta, un fotografo che seguo tramite il suo canale Youtube (accessibile da QUI) e che si è reinventato fotografo di matrimoni, coppia, gravidanza ecc pur essendo un ingegnere. Tra i suoi video, oltre a recensioni, tecniche di ripresa, post produzione ecc, ci sono delle spiegazioni su come ha organizzato la sua attività, gli introiti da Youtube ecc, insomma una serie di informazioni che chiunque volesse intraprendere questa strada DEVE sapere! Il tutto ovviamente spiegato con la precisione che solo un ingegnere potrebbe avere, davvero utilissimo da tutti i punti di vista;

- la seconda è invece Sara Melotti, una fotografa, storyteller, instangrammer ecc insomma, vedete voi quale usare. Recentemente ha scritto un libro dal titolo "la felicità è una scelta" ed incuriosito dal fatto che fosse un libro di una fotografa, l'ho acquistato e letto tutto d'un fiato! A parte lo stile dissacrante che ricorda molto il mio, la storia è proprio quella del titolo: una ragazza con dei sogni "artistici" che viene scoraggiata e che alla fine, tra mille alti e bassi arriva dove si trova adesso. A fare cioè quello che le piace.

Questi due esempi sono notevolmente diversi, ma ci portano allo stesso risultato finale: Fabio ha fatto di una sua passione un lavoro di successo dove si diverte con quello che fa ed esprime la sua arte visiva e la sua sensibilità; Sara ha letteralmente scalato montagne ed è arrivata dove voleva: ad esprimersi al massimo tramite le fotografie. In entrambi i casi si tratta di lavori che, per capirci, mia nonna non avrebbe mai definito "normali". Purtroppo i sorrisi che vedo anche da qui potrebbero spegnersi solo a sapere quante persone ancora ragionano come ragionava mia nonna!! La domanda da farsi è: se questi lavori fossero considerati normali alla stregua di un qualsiasi impiego, per esempio, al supermercato, ci sarebbero state (e ci sarebbero!) tutte queste difficoltà da superare e contro cui lottare quotidianamente?

Ed io come la penso? Beh, io faccio parte di quelli che hanno un lavoro standard, per il quale non nego una certa stanchezza, ma che continua a permettermi di coltivare tutte le varie passioni (più o meno) artistiche. Dalla fotografia alla musica, dai viaggi allo sport. Mollerei tutto per fare l'artista come hanno fatto Fabio e Sara? Sinceramente no. Non tanto perchè non ho fiducia nel poter mangiare anche con altre attività lavorative, quanto per il fatto che, a quasi 50 anni, ritengo di non aver mai avuto alcun vero talento artistico. Sarei potuto diventare un fotografo migliore? Sicuramente si. Un musicista migliore? Assolutamente si. Un artista con qualcosa da dire? Non credo. Oggettivamente, gli artisti sono altri, ed ammetto i miei limiti. Restando in ambito fotografico, mi rendo conto che le mie foto sono buone dal punto di vista tecnico, compositivo, di post produzione ecc, ma hanno davvero qualche messaggio da inviare a qualcuno? Non so...Onestamente mi trovo più spesso ad invidiare le capacità di alcuni amici che riescono, senza troppi tecnicismi e conoscenze varie, a trasmettere tantissimo con uno scatto. Qualcuno una volta mi ha detto: "In realtà non sono loro che trasmettono un messaggio, sei tu che lo cogli anche dove non c'è..." intendendo che forse un qualche talento artistico era parte di me. In tutta onestà non credo sia così, ma posso assicurarvi che in questo anno 2022, cercherò di imparare un po' sia da Fabio che da Sara, per cercare di mettere da parte i pensieri tecnici e far uscire qualcosa d'altro...se ci riuscirò sarà per me un momento bellissimo, viceversa, continuerò comunque a divertirmi con i miei viaggi e le mie foto "normali" che spero non vi faranno sbuffare di noia. 😆

Buona luce da anno nuovo! 🎉