Fotografia e viaggi: Tenerife (post amministrativo)

Torniamo alla grande con la consueta coppia di post dedicati alle nostre "visite al mondo" e parliamo dell'isola di Tenerife, trattando il tutto dal punto di vista amministrativo (per le foto ci vorrà un po' di tempo, visto il periodo leggermente full di cose da fare). Per chi non lo sapesse, l'isola fa parte dell'arcipelago delle Canarie ed è una delle destinazioni più gettonate durante il nostro periodo invernale visto il clima temperato di cui gode. Si tratta dell'isola più grande (e turistica) di tutto l'arcipelago, con ben 2 aeroporti e una serie di strutture adatte a ricevere un turismo veramente di massa. Venendo al viaggio in particolare:

COSTI: 2.500 euro in due compreso di volo, albergo in mezza pensione, noleggio auto e tutte le assicurazioni possibili ed immaginabili (compresa ovviamente quella per la extra permanenza da covid). Rispetto a Fuerteventura abbiamo notato un aumento che segue il trend post guerra in Ucraina, per cui nessuna sorpresa. Anzi, in realtà una sorpresa c'è stata ovvero uno sconto di 100 euro comunicato prima del saldo importo e legato ad un anniversario del tour operator. Ovviamente benvenuto!

VOLO: Neos, legato al pacchetto Francorosso/Alpitour acquistato. Parliamo quindi di volo charter, con partenza da Verona. All'andata diretto, al ritorno, scalo a Fuertevenutra per caricare altri passeggeri e riempire l'aereo. Fuso orario: 1 ora di differenza da togliere all'andata ed aggiungere al ritorno. Tempo di volo: all'andata 4 ore, al ritorno un'eternità per via dello scalo. Su questo aspetto, purtroppo quando si vola con i charter è così: le compagnie tendono a riempirli in ogni modo possibile, anche a discapito della comodità dei passeggeri. Nello specifico: il volo di rientro era schedulato per le 12:20 in partenza da Tenerife e quindi tra colazione e "chiusura valige" la sveglia era puntata alle 07 di mattina, dato che avevamo anche l'auto a noleggio da riconsegnare. L'atterraggio a Verona è avvenuto alle 18:55 ora italiana. Tradotto: 12 ore dalla sveglia mattutina, per fare TEORICAMENTE solo 4 ore di volo. Sembra un'assurdità, ma è così. Nello stesso tempo si arrivava in Cambogia. Con i charter è sempre così, per cui rassegnatevi a perdere una montagna di tempo.

AUTO: capitolo doloroso perchè collegato ad un problema di comunicazione avuto con il tour operator. Arrivati all'aeroporto, le assistenti ci hanno indicato i baracchini dei noleggiatori e, nello specifico, quello di Europcar citato nella nostra prenotazione. Peccato che, al baracchino, nessuno avesse evidenza della nostra pratica: niente nominativo e niente numero di prenotazione visibile nel voucher. Dopo varie vicissitudini (che spiegherò nel paragrafo successivo), siamo riusciti ad avere la nostra auto: una Citroen C3 azzurra con tetto bianco, da giovincelli guerrieri! Ovviamente è la solita utilitaria depotenziata, scassata, con frizione finita ecc, ma per girare l'isola va più che bene e consuma poco.

ASSISTENZA ALPITOUR: da questo punto di vista è emerso un limite di questi tour operator che non credevo ci fosse: la comunicazione alla clientela. Come citavo nel paragrafo precedente, abbiamo avuto un problema con la prenotazione dell'auto a noleggio. Dopo averlo evidenziato alle assistenti, le stesse si sono premurate, tramite telefonate varie, di assicurarsi solamente che i nostri nominativi NON fossero nell'elenco previsto per il trasporto dall'aeroporto verso l'albergo. Verificato quello, se ne sono andate belle tranquille, lasciandoci lì come due imbecilli. Per fortuna abbiamo utilizzato uno sportello di assistenza Francorosso presente in aeroporto dove un ragazzo italiano ci ha aiutato a capire cosa era successo. Insieme a questo abbiamo utilizzato il nostro canale preferenziale con l'agenzia di viaggi che ci segue in ogni nostra avventura (Hamearis Tour di Roncade - TV) e che, ancora una volta, si è dimostrata super, smuovendo mari e monti per risolverci il problema. In sostanza Europcar aveva terminato le auto da noleggiare e quindi il tour operator si era rivolto ad un altro noleggiatore (Aviacar, sconosciuto fino a quel momento: uno di quei noleggiatori privati senza baracchino, per intenderci). Peccato però che non avessero avvisato nessuno di questa cosa, nemmeno noi. Avrò ricevuto 10 SMS con informazioni praticamente inutili, ma niente che facesse capire la modifica del noleggiatore e la cosa bella è che nessuno sembrava averla questa informazioni (neanche le assistenti di cui sopra...). Una cosa semplicemente vergognosa. Dopo qualche telefonata ci hanno spedito nel bel mezzo del parcheggio dell'aeroporto (sotto un sole rovente a 30° e con vestiti da inverno italiano addosso) fino ad un "meeting point" dove abbiamo atteso che arrivasse un signore distinto che, notando il nostro voucher Francorosso, si è presentato come Aviacar e ci ha noleggiato l'auto. Dire che sembrava tutto un po' improvvisato è riduttivo. Per cui, cari tour operator: invece di mandare tanti sms con stupidaggini e saluti in varie lingue, premuratevi di far avere a TUTTI, le informazioni necessarie per evitare di perdere 1 ora in giro per aeroporti in luoghi dove, magari, manco ti capiscono quando parli!!

ALBERGO: Labranda Suites in Costa Adeje, playa de Fanabè per la precisione. Un albergo spettacolare! Enorme, con due ali separate per dividere le famiglie con bambini dal resto degli ospiti. Inizialmente avevamo optato per la mezza pensione con cena e colazione. Una volta arrivati all'albergo (con 1 ora di ritardo per via dell'auto...), un impiegato molto gentile ed in un perfetto italiano ci ha spiegato che avevano finito le stanze nell'ala adulti senza bambini (!!!). Come possa succedere una cosa simile, non mi è dato saperlo, ma evidentemente non è una novità per questa struttura in quanto avevano già il piano B ovvero ci hanno assegnato una SUITE (al posto della stanza normale che avevamo prenotato) all'ultimo piano dell'ala famiglie con bambini ed hanno aggiunto, per il disturbo, l'all inclusive con cibo anche a pranzo e bevande illimitate anche dai vari bar delle piscine. Evidentemente l'ultimo piano dell'ala famiglie con bambini è una sorta di cuscinetto per queste situazioni a cui sembravano essere abituati. In questo caso, quello che poteva essere un problema, è diventato un bel vantaggio!! Per carità, a pranzo siamo andati una sola volta in tutta la settimana, ma le bibite illimitate non sono male come upgrade.

CIBO: quello dell'albergo, come già detto, assolutamente di prima qualità, molto vario ed a buffet (il nostro format preferito!!). Stessa cosa per la colazione. Per i vari pranzi ci siamo sempre arrangiati alla meglio dopo aver fatto una colazione molto abbondante (anche troppo a volte), a pranzo raramente avevamo fame nel vero senso della parola per cui qualche tappa ai vari Hiper Dino sparsi per l'isola può risolvere la cosa in attesa della cena. Nessun problema da questo punto di vista, anzi!

PERSONE: spagnoli e non serve aggiungere altro. Hanno i loro tempi per fare tutto, ma sono estremamente simpatici e disponibili. Va detto che questa destinazione non viene scelta per l'interazione con la popolazione locale, per cui non c'è molto di cui parlare in questo paragrafo, ma, come in tutte le altre isole Canarie, non si ha mai la sensazione di essere in un luogo pericoloso o poco sicuro, assolutamente. Da questo punto di vista sentitevi tranquillamente liberi e rilassati.

LUOGHI DA VISITARE: non entro nello specifico perchè è una cosa da approfondire nel post dedicato alla fotografia, ma posso anticipare che questa isola non è quella più indicata se vi piace girare con l'auto ed esplorare il territorio. Non ci sono problemi di collegamenti o strade, anzi, quelle sono anche troppo buone per i nostri standard, si tratta proprio di come è stata attrezzata questa isola. E' un luogo principalmente dedicato ad un tipo di turismo più "rilassato": stile piscina dell'albergo tutto il giorno a bere bibite in all inclusive, pranzo, cena ecc e, quando capita, un paio di escursioni organizzate dal tour operator. Molto simile a quello che abbiamo visto in villaggio turistico in Egitto, tanto per capirci. La conseguenza è che se ti muovi per gli affari tuoi potresti non essere molto favorito rispetto a chi acquista le escursioni e lo spiego con un esempio molto pratico: il luogo più famoso dell'isola è il vulcano Teide, con il relativo parco nazionale. Si tratta di un cono di oltre 4.000 metri (credo sia tra i più alti di tutta Europa, ma non vorrei dire cavolate) la cui sommità si può raggiungere a piedi, solo dopo aver ottenuto un permesso speciale e limitato ad un numero massimo giornaliero. Va da se che, chi vuole intraprendere questo trekking, dovrà prenotare il permesso con congruo anticipo. Diversa è la questione per la funivia che ti porta alla base del tratto finale verso la cima: dopo essermi informato su ogni sito possibile (in ogni lingua possibile!), ho appurato che vi era la possibilità di acquistare i biglietti on line, ma senza alcun obbligo a riguardo (diversamente dal permesso per l'ultimo tratto). Peccato che, una volta arrivati alla base del vulcano, un gentile signore ci ha comunicato che non era possibile acquistare alcun biglietto in loco, ma che i ticket erano previsti SOLO on line e che tale procedura era "abitudinaria" dei turisti. Dopo avergli mostrato il sito ufficiale dove non c'era alcun riferimento a questa "abitudine vincolante", mi ha risposto con un'espressione del viso che diceva: "ed io cosa posso farci?". Risultato: non siamo saliti con la funivia, ma abbiamo girato il parco alla base. Sarei curioso di vedere cosa succede se uno prenota (e paga!!) per un determinato giorno e quel giorno la funivia non va perchè c'è troppo vento...e magari è l'ultima occasione perchè il viaggio termina il giorno dopo. La cosa più divertente però è che c'è sempre la possibilità di prenotare un'escursione che parte più volte al giorno direttamente dalle città della costa e ti porta fino IN CIMA al Teide, alla faccia dei ticket on line ecc. Sostanzialmente c'è sempre modo di arrivare in alto, ma bisogna usare l'escursione completa. A questo punto la domanda sorge spontanea: perchè non fare come a Lanzarote, dove non entri nemmeno nella zona migliore del parco Timanfaya se non pagando un biglietto di entrata che ti garantisce anche il giro in pullman nelle zone "vietate"? Ci sarebbero molte meno polemiche e molta più organizzazione amministrativa. Ultimo luogo che segnalo è il faro di Punta de Teno: è un luogo interessante sulla carta, ma difficile da raggiungere. La strada che porta al faro è infatti SEMPRE chiusa al traffico, ma non c'è scritto da nessuna parte, te ne accorgi solo quando sei lì. Per arrivare al faro, bisogna utilizzare il servizio di autobus che parte dalla città vicino (1 euro il biglietto) e che ti porta fino alla struttura. A quanto ho capito è un giro di sola andata, perchè il ritorno te lo fai a piedi (8km circa). Mettete in conto quindi il tempo necessario, se avete intenzione di visitare questo luogo.

CLIMA: il clima è tipicamente Canario con un paio di eccezioni. Sul Teide fa decisamente più fresco ed il motivo è banalmente spiegabile con il fatto che sei almeno a 2000 metri di altezza, anche nella zona più bassa. Se non c'è vento si sta benissimo e ci si scotta facilmente, se si alza il vento e si verifica il fenomeno del "mare di nuvole" (che vedremo nel post fotografico), allora è meglio avere dietro una giacca a vento e magari anche un pile bello caldo. La seconda eccezione al clima fantastico è la zona nord est dell'isola, quella dove si trova l'aeroporto di Tenerife Nord (come dicevo sopra, Tenerife ha 2 aeroporti: Nord e Sud). Questa zona è famosa proprio per il clima decisamente più continentale. Noi stessi abbiamo trova pioggia, nebbia, vento e temperatura sotto i 20 gradi (per le Canarie è quasi un evento, a livello del mare). Non a caso, l'aeroporto Nord è stato teatro di uno degli incidenti aerei peggiori di sempre, proprio causato dal clima ostile. Tranquillizzatevi perchè le rotte turistiche atterranno tutte all'aeroporto Sud dove il tempo è sempre bello. Nella zona nord il clima comunque cambia rapidamente: siamo passati dal pile alla canotta in meno di 10 minuti: in pratica è un ottima zona se vuoi prendere un raffreddore!

CONCLUSIONI AMMINISTRATIVE: di per se l'isola non è disorganizzata o altro, è solo decisamente caotica rispetto alle altre che abbiamo visitato. Le città sono città a tutti gli effetti, sia per dimensione, sia per i relativi problemi di viabilità, parcheggio ecc, il tutto inserito in un contesto di grossa affluenza turistica. Come detto in precedenza, dal punto di vista meramente turistico questa destinazione è, a mio avviso, valida se la vostra idea di vacanza è del tipo: "piscina o mare tutto il giorno, con la bibita dell'all inclusive sempre a portata di mano ed ogni tanto qualche escursione organizzata". Il secondo tipo di turismo che sceglie Tenerife è sicuramente legato ai trekking: se siete amanti di questo genere di escursioni, il parco del Teide, ma anche la zona Nord Est dell'isola, offrono una serie infinita di percorsi dove potrete soddisfare ogni vostro desiderio a riguardo. Per quanto ci riguarda, dato che non siamo degli arrampicatori, nè tanto meno degli amanti della piscina, abbiamo trovato quest'isola non molto adatta alla nostra idea di vacanza on the road. In ogni caso siamo riusciti a goderci ogni scorcio raggiungibile (vedi sopra...) senza ammazzarci di camminate e senza fare rally sullo sterrato. Dovendo trarre una conclusione, posso dirvi che, se avete il nostro stesso stile di viaggio, questa isola forse non è la più adatta delle Canarie. Noi stessi avevamo come target Boa Vista a Capo Verde, ma la mancanza di collegamenti diretti ci ha fatto propendere per l'ultima isola canaria che ancora non avevamo visitato. Non voglio dire che si tratta di un ripiego, ci mancherebbe altro, ma se non avete mai visto le Canarie, orientatevi sicuramente su Lanzarote o su Fuerteventura, quest'ultima nei mesi di Settembre ed Ottobre dove il vento è meno forte.

Queste le considerazioni amministrative. Per quanto riguarda i luoghi ho citato solo quelli che avevano un coinvolgimento prettamente organizzativo, come da stile del post. Per l'itinerario con le foto ed i posti che potete andare a vedere, dedicherò come sempre un post "fotografico" dove ci saranno tutti i dettagli necessari per farvi un'idea di cosa offre l'isola.

Per adesso, buona luce amministrativa, con prenotazione on-line!






Pubblicare si, Pubblicare no

Post diverso dal solito oggi, lo definirei quasi un post di "denuncia", ma non è il caso di accendere gli animi in periodo di campagna elettorale: di gente che si urla dietro ce n'è già abbastanza!! 😁

L'argomento è molto attuale: come vengono visionate le fotografie? Risposta scontata: al 99% sul cellulare. 😱 Altrettanto scontato è che si tratta del PEGGIOR modo per guardare le foto. Non scendo in dettagli tecnici perchè non è questo lo scopo, ma sappiate che già retroilluminando lo scatto, come fa un telefonino, si osserva la foto con dei contrasti falsati ed ulteriormente enfatizzati dalla piccola dimensione dello schermo, con buona pace di ombre, dettagli e sfumature di colore. Una schifezza insomma. 😖

Non è tanto questo l'argomento del post, quanto se valga o meno la pena di pubblicare i propri scatti. 

Mi spiego meglio: il mio ultimo viaggio in Namibia mi ha regalato un album fotografico di 114 scatti iper selezionati ecc che ho pubblicato su Flickr. L'album ovviamente è stato condiviso con ogni persona che conosco ed ho ricevuto vari commenti in restituzione. Dopo qualche giorno sono entrato nell'album ed ho visionato ogni singola foto, scoprendo che, buona parte di esse avevano ZERO visualizzazioni😧. Che cosa significa questo? Al di là del fatto che una foto possa piacere o meno, sono certo che il 99% delle persone a cui ho inviato il link, ha visionato gli scatti tramite cellulare e gli album possono essere visti anche scorrendo le foto, senza doverci entrare. Così facendo, oltre a non alimentare la statistica di visualizzazione, lo scatto è meno definito ed ovviamente più piccolo visto che deve condividere lo schermo con altre immagini. 

La statistica a zero significa sostanzialmente che le persone hanno guardato le foto semplicemente scorrendole velocemente, senza nemmeno entrare per vedere meglio lo scatto, ingrandirlo ecc. 😕

La cosa mi ha lasciato un po' così non tanto per il fatto che si trattasse dei miei scatti, figuriamoci, quanto perchè è comprovato che il movimento più eseguito sopra ai touch screen dei telefonini è l'apertura delle dita pollice ed indice che tradotto significa ZOOM. Osservando la gente ho potuto effettivamente constatare che: la prima cosa che viene fatta quando si riceve, ad esempio, una foto tramite wapp, è zoomarla, con buona pace della visione d'insieme (difficoltosa per via del display piccolo ovviamente!!). Ma se vogliamo zoomare una foto bisogna, quanto meno, aprirla e quindi, tornando al discorso del portale: bisogna "entrare" nello scatto. La mia statistica a zero fa capire che la maggior parte delle persone, anche quelle che mi conoscono e che sanno della mia passione per la fotografia, manco guardano quello che gli invii. 😒 Scorrono velocemente e pace. Non ho scoperto nulla per carità: è noto che il tempo medio di visione di un'immagine sul web è di un paio di secondi, per cui, con un "muro" di 114 scatti è quasi normale non avere voglia di guardare bene tutto quanto. 

Ma stiamo anche parlando di un posto che non si vede tutti i giorni: avessi mandato un album di 100 foto su Jesolo avrei potuto capirlo, ma si tratta della Namibia. Forse sono io che proietto sulle altre persone i miei pensieri ovvero: fossi io a ricevere delle foto di un posto che non conosco, fatte da chi è appassionato ecc, le guarderei con ogni attenzione possibile ed immaginabile per cogliere eventuali spunti o capire se quel posto fa per me e posso puntarci una vacanza. In due parole: mi prenderei il mio tempo per "godermi" quegli scatti, non tanto per dire "li ho visti", non so se mi spiego. 😄

Il mondo però va un po' come vuole (ed alla velocità che vuole) e da questo la domanda fatidica: vale la pena di pensare, post produrre, salvare per web, raggruppare, creare e pubblicare un album per fargli fare una fine simile? O tanto vale pubblicare 15 foto (tipo una per ogni situazione degna) e tanti saluti? 

E' una cosa un po' sconfortante. Sinceramente, preferirei sentirmi dire: "Guarda, le foto fanno talmente cagare, che dopo la quinta ho chiuso tutto e ciao". Almeno uno ci ha provato, ma non è così: ricevo complimenti, richieste di corsi, di suggerimenti, di aiuti vari ecc, ma le foto non vengono manco cagate di striscio. Non so onestamente cosa pensare: su che base mi chiedi un suggerimento se manco hai guardato quello che ho fatto? Potrei essere il peggior fotografo amatoriale al mondo, ma non lo potrai mai sapere se non guardi cosa faccio, giusto? Quindi si va sulla fiducia? 😕

Mah...credo che applicherò la filosofia delle 15 foto, tenendo gli album estesi solo per quelli che me lo richiederanno. In questo modo, almeno, il tetto dei 1000 scatti previsti dall'utente gratis di Flickr sarà più che adeguato per i prossimi anni.

Buona luce, sempre che abbiate voglia di guardarla!

Reflex Vs Mirrorless

Ovvero, il passato contro il futuro. Normalmente non ci sarebbe partita ed è molto probabile che, anche in questo caso, il futuro schiaccerà il passato senza troppa fatica. Ma il presente? 😶 Ultimamente girano notizie, più o meno confermate, circa l'abbandono definitivo delle reflex da parte di Canon e Nikon, che ha gettato nel panico più totale moltissimi possessori di "vecchie" macchine fotografiche. 
Se leggete questo blog da un po' di tempo saprete che la mia compagna ed io scattiamo con reflex Nikon (D3300 per lei e D750 per me) e la scelta di avere lo stesso brand non è certo legata ad una particolare simpatia verso Nikon, ma semplicemente perché così ci scambiamo le ottiche e sai di avere sempre la stessa baionetta di innesto. Una cosa banalmente ovvia. Ora però bussano alla porta modelli nuovissimi, super potenti e performanti, MA con attacco diverso da tutti i precedenti. La cosa vale per quasi tutti i brand e deve far riflettere. 😳
Non voglio discutere la scelta tecnica di "allargare" l'innesto per favorire la cattura della luce senza riflessi ecc , per carità, per quello ci sono gli ingegneri che l'hanno pensato con ogni buona intenzione. 
Il mio pensiero si sofferma su altri particolari, di tipo commerciale. 😤 
Costringere milioni di persone ad adattarsi ad un nuovo standard significa prima di tutto un cambiamento del proprio corredo fotografico a favore di un altro del quale non si conosce praticamente nulla ed in secondo luogo (e questa è la cosa che più mi dà fastidio) il totale deprezzamento dell'attuale attrezzatura. Lo so cosa state obiettando: esiste l'adattatore per utilizzare le vecchie ottiche e ci vorranno anni per veder sparire le reflex ed il relativo mercato. Obiezioni accolte, ma mi permetto di dissentire su alcune sfumature: l'adattatore trasforma, di fatto, il corpo Mirrorless in una reflex dato che lo rende molto più profondo (perdendo il vantaggio teorico del copro ridotto) e, soprattutto, NON tutte le ottiche funzionano come prima. 😡 È il caso degli obiettivi di terze parti. È chiaro che le ottiche serie G (tanto per restare su Nikon) funzionano alla grande, altrimenti si sarebbero tirati una zappata sui piedi da soli, con tutti i professionisti che li avrebbero mandati giustamente a quel paese, ma questo non vale per obiettivi Tamron o Sigma, ad esempio. 
Prendiamo l'ottimo 90mm f2.8 macro di Tamron: una delle ottiche più performanti e vendute. A seconda del modello (con o senza stabilizzatore) perderete la funzione di messa a fuoco automatica o lo stabilizzatore. E se io usassi questa ottica per fare ritratti? Dopotutto chi usa un 90mm per fare ritratti? Nessuno giusto? 😡 Devo mettere a fuoco a mano? È semplicemente assurdo. 
Altre ottiche direttamente non funzionano ovvero non mettono a fuoco in automatico, non parlano con la macchina per quanto riguarda l'apertura del diaframma e quindi nemmeno per l'esposizione. In pratica, se vuoi usarle, devi chiedere consulenza ad Ansel Adams per esporre e scatti tutte foto a diaframma spalancato, un trionfo!
A parte questi casi estremi, ci sono tantissime cose che mi fanno un po' storcere il naso a riguardo: questi corpi macchina vengono venduti come leggeri e trasportabili, soprattutto se associati a lenti con l'attacco nuovo che sono progettate per sfruttare al massimo i sensori stabilizzati, riducendo il peso ecc.  Stiamo parlando di circa 200 grammi tra, ad esempio, la mia D750 e la Z6 che è l'equivalente nuovo modello ML: non è che sia un guadagno epocale da questo punto di vista. Ma andiamo oltre: immaginate di avere in mano una Z50 (aps-c quasi entry), una piuma. Poi ci attaccate l'adattatore e poi ci mettete il 24-120 serie G da 1.300 euro che avete preso il Natale scorso e che pesa quasi 900 grammi. Se non vi si rompe direttamente la baionetta, vi troverete a scattare nel modo più sbilanciato possibile, con buona pace della leggerezza e dell'ingombro ridotto promessi. Restando in tema Z50 (cito questa macchina solo per andare a risparmio e spendere poco....si fa per dire!!) avrete una meravigliosa batteria che vi assicura 300 scatti che, tradotto in termini da utilizzatore medio di una entry level, significano 150 visto che ogni scatto verrà riguardato ecc. Bisogna quindi aggiungere altre batterie alla nostra dotazione, aumentando il peso ed il costo totale. Oppure si può comprare un bel gruppo elettrogeno da tenere in bagagliaio, vedete voi!! 💩
A parte le battute, ci sono modelli che garantiscono durate della batteria molto maggiori, ma il solo fatto che, nel 2022 e dopo tutti questi anni di ricerca e tutte le roboanti notizie di lancio, stiamo ancora parlando di macchine che hanno necessità assoluta di batterie di riserva, è semplicemente scandaloso: peggio delle prime compattine che ti costringevano ad assaltare il tabaccaio prima di ogni viaggio. Le macchine con maggior durata hanno costi che definire proibitivi è quasi un eufemismo ovviamente, ma non basta. Restando su Nikon, la Z6 citata sopra monta la stessa identica batteria della D750 e si vantano pure di avere la durata maggiore rispetto alla Z50. La domanda sorge spontanea: avevano finito i soldi per la ricerca una volta arrivati alla batteria? Ricordo che, tra l'altro, la batteria della D750 è la stessa identica della D7000 per cui stiamo parlando di un accumulatore che avrà quasi 10 anni. Credo che alla Tesla stiano ancora ridendo dopo aver letto questa specifica... 😁
Quindi, parlando di peso diciamo che ci sono tantissime cose che si possono ottimizzare e che sono anche palesemente "indietro". La cosa evidenzia, come al solito, la fretta di uscire con macchine e modelli che sono tutto tranne che attuali, ma che servono solo a tenere il brand agganciato al treno del cambiamento. Aver tolto il pentaprisma e lo specchio reflex ha di sicuro alleggerito la macchina, ma ha creato anche un nuovo problema: il sensore ora è decisamente più esposto ad ogni cambio di ottica. Se poi ci montiamo davanti dei vetri di qualità, beh, il peso torna tale e quale a prima: se penso a quando mi porto dietro la macchina con il 24-120 ed immagino di toglierci 200 miseri grammi (pagando una montagna di soldi...non dimentichiamolo!!), onestamente mi sento tutto tranne che meglio. L'unica cosa alleggerita è sicuramente il portafoglio! 😤 
Tanto per fare un accenno anche su Canon: sembra che le macchine soffrano di facili surriscaldamenti e la soluzione è.....tenetevi forte: brevettare un sistema di raffreddamento a liquido interno alla macchina!!! La sola idea di avere un altro sistema complesso all'interno della macchina, che si può danneggiare con un urto, che, per quanto poco, consuma batteria e che, peggio di tutto, potrebbe rilasciare liquido dentro al corpo ML, mi fa venire i brividi. Senza contare che di sicuro non sarà "a gratis".
Sembra poi che il must sia di tornare al sensore aps-c perchè così si avrà di sicuro una riduzione di peso. Perdonatemi: ma se ho fatto tanto per arrivare al FF e scatto con soddisfazione, mi state dicendo che non siete in grado di creare macchine leggere, per cui l'unica opzione è farmi tornare all'aps-c? Ok, allora cosa servono le ML? Anche le reflex aps-c non pesano un cavolo rispetto alle FF e pure le ottiche seguono la stessa logica. E quindi? E' per caso un altro modo per nascondere il fatto che non è stato studiato nulla di nulla, ma che si tratta solo del solito discorso commerciale per cercare di spennare più polli possibile? 😈

E quindi che si fa? Dopo essermi un po' informato circa quanto mi costerebbe rinnovare completamente la mia attrezzatura (e quella della mia compagna), mi sono venuti i capelli dritti. Il costo più alto è ovviamente quello del cambio ottiche essendo noi affezionati ad obiettivi di terze parti. Ma non è solo una questione economica: alcuni obiettivi hai imparato a conoscerli bene e sai come gestirli in ogni situazione. Non è paura del cambiamento, è seccatura nel cambiare TUTTO in un colpo solo. I nostri corredi reflex (almeno il mio) sono frutto di anni di acquisti e ragionamenti vari ed il solo pensiero di dover rientrare tutto per prendere un corpo macchina e 2 ottiche zoom tanto per non restare senza, mi fa venire la pelle d'oca. E non c'è nemmeno alternativa dato che l'adattatore non permette di riciclare tutto il parco ottiche, oltre al fatto che costa 300 euro!!
Il problema non è il brand ovviamente: posso decidere di passare a Sony, Fuji o qualsiasi altra marca, la realtà non cambia. Devo riprendere TUTTO QUANTO e pure in una BOTTA UNICA, a meno di "investire" dei soldi mantenendo ancora tutta la vecchia attrezzatura per non rimanere scoperti in determinate situazioni (col rischio di ritrovarsi oggetti che non riesci più a rivendere e che hai pagato un occhio della testa). Non so quale sia la situazione della maggior parte di voi, ma dopo la riapertura post pandemia, la mia voglia di viaggiare è praticamente raddoppiata ed in una situazione del genere, mi dovrei imbarcare in un cambio completo di corredo, che, tra vendita ed acquisto, potrebbe ridurmi senza macchina (o senza ottiche) per un tot di tempo? Ma non ci penso nemmeno!! Purtroppo man mano che acquisisci esperienza, sai perfettamente cosa ti piace scattare e, soprattutto, QUANTO ti piace e la prospettiva di dover tirar fuori un'altra volta la Bridge di 8 anni fa dalla borsa "archivio", mi fa decisamente deprimere!
Riassumendo credo proprio che ci terremo le nostre reflex "antiche" ancora per un po' con le relative ottiche, ma tenendo gli occhi aperti sul mercato per vedere se ci sono novità ed abbassamenti di prezzo che rendano l'operazione quanto meno valutabile. Senza togliere poi il particolare più importante di tutti: le foto che escono dalle nostre macchine, ci piacciono da morire dal punto di vista della qualità in se, per cui c'è tutto tranne che la necessità di cambiare l'intero corredo!!

Sono curioso di sapere cosa ne pensate o quale sia la vostra esperienza a riguardo: in questo campo sono un esordiente totale per cui ogni consiglio o ragionamento è assolutamente benvenuto!!

Per ora buona luce Mirrorless (ma con l'adattatore!)

Fotografia e viaggi: Namibia (post fotografico)

Finalmente ho terminato la post produzione delle fotografie relative al nostro ultimo viaggio in terra africana. È stato un discreto lavoraccio anche se devo dire che ho raffinato ancora di più il mio flusso di lavoro, rendendolo molto veloce ed ampiamente automatizzato. Questo regala non solamente un risparmio di tempo, ma anche una discreta COERENZA negli sviluppi, soprattutto di foto riferite alle stesse situazioni. Ma torniamo a noi: come da tradizione, l'album finale comprende 114 foto anche se in realtà sarebbero di più visto il fatto che i portali hanno policy piuttosto strette sulle foto con parti intime del corpo in vista. E' il caso della popolazione Himba con le donne sempre a seno nudo: ho dovuto quindi scartare dalla pubblicazione le foto che non sarebbero passate. Che immagini si possono scattare in un viaggio in Namibia? In tutta onestà potrei rispondere tranquillamente: TUTTI i generi. Paesaggi, persone, closeup, astratti, animali ecc. E' un Paese spettacolare da questo punto di vista! Ci vorrebbero 5 anni per poterlo fotografare a dovere! Andiamo per ordine:
ATTREZZATURA: Nikon D750, Nikkor 24-120 f4 G, Tamron SP 70-300 f4/5.6 . Vari filtri (mai usati salvo quello UV rivelatosi fondamentale, ma ci torniamo dopo), cavalletto e telecomando. Dotazione standard direi per viaggiare leggeri (si fa per dire...).
ANIMALI: il parco di Etosha (ma non solo) permette di scattare sia primi piani e ritratti




Ma anche foto d'insieme un po' più contestualizzate:







E, perchè no, anche dei close up:



Le foto sono realizzate praticamente tutte utilizzando il mio teleobittivo Tamron SP 70-300. Spesso e volentieri tirato a manetta sui 300 mm, cosa che sconsiglio sempre di fare per preservare al massimo la qualità dello scatto, ma che, in situazioni simili, non è possibile evitare. Le difficoltà sono legate al fatto che sei sopra ad un veicolo che, il più delle volte, si muove e quando sta fermo, la tua posizione non è mai quella più favorevole allo scatto. Si tratta di pensare in fretta quindi. Consiglio pratico: scattate a priorità di tempi (da settare a seconda della focale per limitare il più possibile il mosso), lettura medio pesata al centro, punto di messa a fuoco centrale con autofocus continuo; raffica ed iso automatica se c'è poca luce. Così dovrete pensare al massimo ad un solo parametro di esposizione e potete concentrarvi solo sul cogliere l'attimo buono.

RITRATTI CON PERSONE: principalmente questi scatti sono legati alle popolazioni Himba presenti sul territorio che non hanno problemi a farsi ritrarre, anzi. Se soggiornate a Windhoek evitate di scattare ad ogni volto che vedete: in città potrebbero non prenderla benissimo!!






Difficoltà per quanto riguarda questi scatti praticamente non ce ne sono. La luce è abbondante a parte quando scattate dentro alle capanne, dove ho dovuto spingere la iso a 1600 e scattare con 5.6 di diaframma. Non aperto al massimo, ma quasi. Non avrete problemi neanche a comporre perchè questa popolazione è parecchio conciliante verso i turisti (e ti credo...) ed anzi, sono divertiti quando gli mostrate le foto che avete realizzato dove loro sono ritratti. I bambini sono dolcissimi e molto affettuosi: non vi chiedono niente (per quello ci sono le loro mamme che vendono tutti gli oggetti artigianali) e sono costantemente incuriositi guardando come siamo fatti rispetto a loro.

PAESAGGI: si potrebbe parlarne per giorni. Vi basti sapere che lo scenario cambia davvero in maniera repentina. Passate dall'oceano, al deserto più puro, fino alle distese stile "Monument Valley". Ma facciamo parlare le foto:










Ho fatto ovviamente una selezione della selezione per motivi di spazio. Vi metto qua sotto il link all'album completo. Venendo a noi non c'è molto da aggiungere a quello che già le foto dicono: di tutto ed in ogni condizione di luce. Consigli: attenti ai cambi di ottica sulla costa perchè c'è un vento assurdo e rischiate di distruggere la vostra attrezzatura. Il mio tele è stato ripulito una volta tornati a casa perchè "grattava" quando zoomavo. La sabbia entra ovunque, per cui stateci attenti. Altro consiglio: a Solitaire approfittate della torta di mele (buona, anche se viene definita la migliore delle migliori ecc..) e dedicate un po' di tempo a riprendere le macchine arrugginite: sembra di essere in un film americano, troppo bello!! Nella zona di Sossusvlei con il relativo Deadvlei avrete a disposizione gli alberi mummificati e potrete scattare le famose immagini iconiche della Namibia. La difficoltà sta nel trovare composizioni diverse delle solite, ma non sarà semplice, ve lo garantisco!

FOTO CON SOGGETTO FISSO: questa nuova "rubrica" mi è stata suggerita dalla nostra guida che, guarda caso, è appassionato di fotografia (ma pensa che fortuna...). Utilizzare un elemento del luogo da portarsi in ogni dove e metterlo come protagonista di uno scatto contestualizzato. La mia scelta è caduta su un cocomero selvatico namibiano: frutto praticamente immangiabile e di dimensioni ridottissime rispetto ai cocomeri tradizionali. 




SCATTI NOTTURNI: nel Paese dove la via lattea si vede ad occhio nudo senza alcuno sforzo, non si può fare a meno di tentare qualche scatto notturno. Le difficoltà non ci sono se non quelle legate alla composizione cercando di evitare ogni disturbo luminoso. Noi non ci siamo riusciti in quanto l'unica vera occasione di scattare al buio completo è stata compromessa dalla presenza di uno sciacallo che girava allegramente per la nostra location. Come al solito il nostro famigerato culo da meteorite si è manifestato un'altra volta (se non altro non ha piovuto, quello si...):



I metadati riportano i dati di scatto, ma le impostazioni di partenza sono sempre le stesse. Ho utilizzato il 24-120 a tutta apertura f4, 20secondi come tempo di scatto, iso 1600 o giù di lì, cavalletto e scatto remoto. Messa a fuoco manuale su qualsiasi soggetto si riesca purché non troppo vicino (altrimenti si sfocano le stelle). Se non ci sono soggetti, dovrete usare il live view e cercare di rendere più definita possibile la stella più luminosa che inquadrate: ricordate che se puntate banalmente la messa a fuoco si "infinito", è molto probabile che non sia la migliore messa a fuoco per le stelle. State scattando a f4 con soggetti distantissimi e anche un solo millimetro di movimento dell'anello di maf può fare la differenza.
Bene, direi che vi ho riempito di foto da guardare, ma, se volete vedere l'album completo, potete cliccare QUI . Mi soffermo un attimo sul discorso legato al filtro UV di cui parlavo all'inizio: in realtà non l'ho usato per fare le foto o meglio, è sempre stato installato sulle mie ottiche, ma, per quanto riguarda il 24-120, il filtro si è rotto dopo poco più di metà viaggio. Il motivo è stato un urto accidentale durante uno spostamento. Lo sottolineo perchè il filtro ha letteralmente salvato l'elemento frontale del mio zoom. Ricordatevi che un filtro costa 9 euro (o qualcosa di più se lo volete "buono"), ma l'ottica costa molto di più (nel mio caso 1.300 euro....) per cui se vi state facendo la domanda: "Servirà comprare il filtro UV?", la risposta è SI, se non altro per salvarvi l'ottica in queste situazioni. Poi ovviamente vedete voi!!!!!
Venendo alla post produzione: praticamente ho sgrezzato i file con Capture Nx-d impostando un profilo completamente "piatto" così da non avere contrasti già precalcolati, colori sballati ecc e poi gestito il tutto in Photoshop utilizzando praticamente 2 macro: la prima che esegue tutte le operazioni del PPW fino alla moltiplicazione compresa. La seconda che esegue il modern man from mars. Su questa seconda macro (se non sapete di cosa si tratta, potete andare a vedere gli altri miei post dove parlo di questo argomento, tipo all'interno dello studio sull'HDR) i risultati sono spesso imprevedibil, ma ho notato che tende ad arricchire parecchio le tonalità rosse. Per carità, in Namibia il rosso non manca mai, ma stateci attenti, soprattutto se ci sono persone di mezzo (occhio ai toni della pelle). Per quanto riguarda i cieli notturni devo direi che ho un po' improvvisato non avendo ancora un flusso "certificato" per questo tipo di scatti. Ne faccio troppo pochi per mettermi a pensare ad un flusso completo. Diciamo che sono andato ad occhio ed il miglior risultato, a mio parere, l'ho ottenuto nell'utimo scatto, quello con la tenda davanti, ma ovviamente mi affido al vostro giudizio anche per eventuali suggerimenti.

Se siete arrivati fino a qui significa che davvero vi interessava il posto e non posso che confermarvi che è straconsigliato anche se vi suggerisco di rivolgervi sempre ad una agenzia di professionisti per viaggi di questo genere: con tutto questo deserto e zone dove prende solo la radio, è meglio evitare di rimanere soli o in panne con l'auto. Meglio spendere qualcosa in più, ma godersi al 100% la vacanza che tale deve essere!

Per ora buona luce da sotto l'equatore!!

Fotografia e viaggi: Namibia (post amministrativo)

Ebbene si, dopo tanto tempo di attesa ed i risparmi accumulati, siamo finalmente riusciti a realizzare uno dei nostri sogni: andare in Namibia!! Che cosa può spingere una persona a voler visitare un posto per lo più desertico e con una densità media di 0,7 persone per chilometro quadro? Ovviamente la voglia di spazi infiniti, di paesaggi incantati, di natura libera e selvaggia, ma anche di rendersi conto di quale sia il nostro vero posto all'interno di questo ingranaggio che chiamiamo pianeta Terra. Questo primo post, come di consueto, tratterà il viaggio dal punto di vista amministrativo, per cui niente foto o argomenti fotografici specifici. Per quello dovrete attendere un po' vista la quantità di scatti portati a casa, si prospetta un'estate calda e non solo per il clima esterno 😁.

Il viaggio è un viaggio di gruppo di tipo "tutto organizzato" con tour operator "Il diamante" di Quality Group. Si tratta probabilmente del top di gamma disponibile per questo Paese e questo si riflette anche sul prezzo, da top di gamma 😱. Sedetevi tranquilli e iniziate a fare salvadanaio perchè, per un viaggio simile, serviranno più o meno 4.400 euro a testa + gli extra in loco (che per noi si sono assestati in 350 euro in due, poteva andar peggio!). Durata 13 giorni di cui 9 notti in Namibia e 2 sull'aereo. Compagnia aerea Lufthansa con tratte che andavano da Milano Malpensa a Francoforte e poi da Francoforte a Windhoek. Durata dei voli: 1 ora circa da Milano a Francoforte e poi 10 ore circa da Francoforte a Windhoek. Sulla logica di farti perdere praticamente 2 ore per andare e tornare da Francoforte, solo una qualche divinità potrà illuminarci, ma, per lo meno, i voli "lunghi" partivano entrambi intorno alle 19 ed essendoci lo stesso fuso orario tra la Namibia e l'Italia (durante l'ora legale), se riesci a dormire di notte, ti svegli perfettamente allineato e senza jet leg da gestire. A tale proposito segnalo che Lufthansa non fornisce le cuffiette per vedere il film o ascoltare la musica: se le volete le dovete COMPRARE sull'aereo oppure dovete portarvi le vostre 😤. Stesso discorso per le coperte. Sono ancora scandalizzato all'idea, ma è giusto che lo sappiate, dato che le pubblicità di queste super compagnie aeree promettono mari e monti e invece lucrano sui 2 euro di affitto di queste cose che dovrebbero essere comprese in automatico, vista la lunghezza della tratta. Ultimo appunto: scordatevi film o altro in lingua italiana, nemmeno i sottotitoli ci sono nel nostro idioma. Suggerimento spassionato: createvi il vostro kit da viaggio lungo che dovrà comprendere: tablet (con qualche film, serie tv memorizzati sopra), cuffiette (con sdoppiatore se siete in due), reggi tablet per appoggiarlo al tavolinetto e giacca della tuta da mettervi addosso per dormire o da tenere legata se non vi serve. Non si sa mai...✌

Purtroppo è distante il ricordo del volo verso la Cambogia con la compagnia Thai, il miglior volo mai fatto in vita mia, 12 ore senza nemmeno accorgermene!

La guida era italiana (di Padova, per la precisione) e vive in Namibia da 20 anni. Espertissimo del Paese e sempre pronto ad aiutare/suggerire le combinazioni di vestiti/percorsi ecc migliori. In linea con la qualità del viaggio in generale...ed inoltre, appassionato di fotografia: non poteva capitarci di meglio!!

Inutile dire che si tratta di un viaggio dove tutto è perfettamente calcolato, al minuto intendo dire!! Ci sono stati giorni in cui era previsto, ad esempio, un safari pomeridiano alla ricerca di vari animali e l'arrivo, apparentemente casuale, sopra ad una duna di sabbia rossa circondata dalla savana, ha permesso di "costruire" un tavolino con tovaglia dove sono stati sistemati snack e drink per un aperitivo, giusto in tempo per gustarsi il tramonto. Casualmente l'occorrente per il tavolo era già nel posto giusto, ad aspettare l'arrivo della nostra jeep. Roba da Berluska, veramente! 😎 Per quanto ci riguarda, non siamo affatto abituati a questo tipo di trattamento, ma devo ammettere che, ogni tanto, fare la parte del nabbabbo è divertente.

L'itinerario è stato il seguente (cito solo le notti in Namibia ovviamente):

Sera 1: Naankuse Lodge - A nord di Windhoek, all'interno di una riserva dove, al pomeriggio, abbiamo fatto un primo safari veloce, tanto per iniziare a farci l'occhio sugli animali. Particolare non da poco: dato che questo lodge ha solo 6 stanze ed il nostro gruppo era da 7, io e la mia compagna siamo stati destinati ad una VILLA SINGOLA in mezzo alla savana. A 2 minuti a piedi dalla struttura principale, ma avevamo veramente una villa a nostra disposizione con vista su TUTTO: una cosa assurdamente bella. Abbiamo finalmente capito che tipo di casa sarebbe perfetta per noi 😆

Sera 2 e sera 3: Riserva privata di Ongava - Continuando verso nord abbiamo alloggiato a ridosso del parco di Etosha e, per due giorni, ci siamo dedicati alla ricerca degli animali facendo letteramente fondere gli otturatori delle reflex a suon di raffiche. Notare che il lodge dove alloggiavamo (che si trova all'interno della riserva stessa), aveva una pozza d'acqua giusto sotto alla terrazza panoramica dedicata a pranzo e colazione per cui mangiavi mentre gli animali bevevano tranquilli in totale libertà. Un rinoceronte adulto passeggiava senza timore a una decina di metri da una delle stanze. Esperienza a dir poco fantastica!

Sera 4 e sera 5: Malansrus Damaraland Glamping camp - Ci spostiamo verso ovest, nella zona del Damaralan passando per il villaggio Himba, una popolazione locale che vive ancora secondo le antiche tradizioni. Ora come ora è un po' turistico come posto, ma il villaggio segue davvero le antiche regole, per cui vale assolutamente la pena di vedere e di ascoltare quello che hanno da dirti. Per chi non lo sapesse il concetto di "glamping camp" riunisce il concetto di campeggio e di resort in un unico luogo. In pratica alloggi in una tenda di lusso grande come casa mia, con servizi ecc, ma con le pareti esterne di tela anche se la struttura è in muratura. In pratica è un finto campeggio dove tutto è più che perfetto: da provare sicuramente. Il Damaraland offre un paesaggio in cui, le conformazioni rocciose, ricordando le distese americane e la monument valley. Si capisce perfettamente da dove si sono staccati i continenti milioni di anni fa dato che analogie simili non potrebbero essere spiegate in maniera diversa. Durante queste giornate, oltre ai paesaggi, ci siamo dedicati alla visita delle famose pitture rupestri di Twyfelfontein ed alla ricerca, tramite una vera e propria caccia fotografica, degli elefanti del deserto. Seguendo le tracce sul letto del fiume asciutto, siamo riusciti a scovarne un branco che si è lasciato ammirare senza curarsi troppo della nostra presenza. Altra dimostrazione di come in Africa, al massimo, puoi fare da spettatore, ma di certo non sarai mai il protagonista di niente!

Sera 6: Hansa Hotel a Swakopmund - Sulla famosa Skeleton coast (quindi proseguiamo ancora verso sud ovest) facciamo tappa a Cape Cross per ammirare (ed annusare...) l'enorme colonia di otarie che ha preso possesso di buona parte di questa zona. Inutile sottolineare che, oltre alla bellezza di questi animali, bisogna mettere in conto anche un odore a dir poco memorabile! I più resistenti, armati di eucalipto e vari balsami tigre spalmati sotto al naso, sono riusciti a resistere non più di 20 minuti prima di fuggire in preda alla nausea più profonda! La cittadina di Swakopmund invece è la classica località di mare dove abbiamo pranzato a suon di spaghetti allo scoglio, perfettamente preparati da un ristoratore di origini vicentine che si è trasferito in Namibia diversi anni fa. Una piccola lezione di "carboidrati" agli amici del luogo, abituati alle sole proteine "grigliate". Grandissimo Cristian!! La mattina seguente non potevamo perderci il giro sulle dune di Sanwich Harbour, uno dei luoghi più spettacolari del pianeta: le dune di sabbia che si gettano a capofitto nell'oceano atlantico, sono uno spettacolo davvero incredibile, nonostante il vento fortissimo che ha rischiato di mettere ko anche le nostre macchine fotografiche. Anche in questo caso, verso l'orario di pranzo, ci siamo fermati su di una spiaggia riparata dal vento, dove ci è stato offerto una sorta di pic nic con un sacco di stuzzichini uno più buono dell'altro. Ancora una volta, l'organizzazione è stata più che perfetta.

Sera 7 e sera 8: Desert Hill Glamping Camp - Altre due sere con la formula della "tenda di lusso", questa volta però in mezzo al deserto del Namib, molto diverso dal Damaralan: il deserto ha un paesaggio che passa da conformazioni arrotondate per via del vento che soffia incessantemente alle classiche dune sabbiose della zona di Sossusvlei (ci troviamo quindi a sud del Paese, leggermente rientrati verso l'interno). Un paesaggio assolutamente indimenticabile con una piccola sorpresa inaspettata: una sera, mentre cercavamo ispirazione per una foto della stellata, ci siamo accorti di avere un piccolo sciacallo che girava fuori dalla nostra tenda. Senza troppo panico siamo rientrati, chiudendoci ed abbiamo atteso che "shaky" (così l'abbiamo chiamato) decidesse che lì non c'era cibo per lui. Abbiamo poi scoperto che il nostro amico faceva tappa alla cucina del ristorante perchè qualcuno, ogni tanto, gli ha lanciato dei resti di cibo. Ecco spiegato un comportamento che, viceversa non avrebbe avuto altra spiegazione se non quella della mancanza grave di cibo, che renderebbe questi animali addirittura pericolosi per l'uomo vista la potenza del loro morso nonostante la stazza ridotta. Durante questi due giorni abbiamo avuto il tempo di ammirare i paessaggi di Sossusvlei e Deadvlei, con la famosa "duna 45" (il nome deriva dal km della strada che porta verso il deadvlei) e l'imponente "big Daddy", la duna più alta al mondo che si erge per ben 380 metri circa. Vista da sotto vi assicuro che è davvero alta! Un paio di pazzi furiosi del nostro gruppo l'hanno scalata impiegandoci mediamente un ora e 15 minuti, per poi gettarsi a capofitto in una discesa quasi verticale che ti fa arrivare direttamente sul deadvlei (il famoso lago asciutto con i tronchi mummificati, una delle immagini più iconiche della Namibia).

Sera 9: Kalahari Anib Lodge - Serata finale nel deserto del Kalahari che, a differenza degli altri due, offre molta più vegetazione. La cosa sorprende perchè per terra c'è sabbia, dove affondi con le scarpe esattamente come faresti su una spiaggia qualsiasi, ma da questa sabbia (ovviamente di colore rosso accesso) spuntano piante e vegetali oltre a una serie di alberi che ospitano i nidi degli uccelli tessitori. Sono in pratica mega condomini di uccelli che arrivano a pesare anche delle tonnellate e che sono costruiti, con minuziosa precisione e pazienza, direttamente sui rami degli alberi o su qualsiasi altro supporto che venga ritenuto idoneo (ne abbiamo visti attaccati ai tralicci dell'alta tensione, lievemente fuori norma per le nostre leggi, ma si sa che in Africa, tutto è concesso!!😁). Il safari pomeridiano si è concluso con un aperitivo al tramonto sopra una delle dune rosse della riserva che ci ospitava. Le dune sono molto più basse di quelle del Namib ovviamente, ma offrono un paesaggio praticamente unico: vegetazione ed animali nel deserto, con un tramonto semplicemente indimenticabile 😍.

L'ultma giornata è stata dedicata ad una veloce visita della capitale Windhoek che, in tutta onestà, non ci è piaciuta per nulla. Una città che definirei "inutile" se non fosse che concentra quasi tutta la popolazione della Namibia. Non offre praticamente nessuna attrattiva turistica, anzi, sembra quasi che cerchi di somigliare ad una capitale europea, con centri commerciali ecc. Una sorta di nota stonata all'interno di una nazione fortemente "africana".

Questo per quanto riguarda l'itinerario. Per quanto riguarda il cibo, probabilmente siamo stati fortunati visti i lodge utilizzati, ma in Namibia curano tantissimo sia la cottura che l'impiattamento. Davvero bravi e tutto buonissimo! Dieta a base di carne, ma la verdura abbonda ed anche i vegetariani troveranno un sacco di alternative per sfamarsi senza alcun problema. Mi raccomando, evitate i ristoranti dove offrono carni strambe tipo giraffa, zebra ecc...favorite quelli che offrono carne "normale" tipo manzo, maiale ecc...al massimo accettate lo spezzatino di antilope. Questo perchè le antilopi sono tantissime in Namibia, ve le trovate anche in bagno a momenti, mentre gli altri animali sono tutti a rischio estinzione. Non favorite l'abbattimento di specie a rischio, per carità!!!😡

Per gli amanti dei cieli stellati, ogni sera c'è una nuova occasione per fotografare la via lattea. Si vede perfettamente ad occhio nudo e vi garantisco che in Nambia, le stelle fanno davvero sul serio! Non ho mai visto cieli così pieni di luce, polveri cosmiche e costellazioni. La croce del sud veglia costantemente sul viaggio, così come l'enorme costellazione dello scorpione. Vale la pena di fissare quei momenti dato che nel nostro emisfero non potremo più vederli e non solo per via della posizione rispetto all'equatore. L'inquinamento luminoso, da quelle parti, è praticamente inesistente, anche senza andare nel deserto...

Questo è uno di quei viaggi che ti fa capire come l'Africa ti apre gli occhi ed il cuore ad una realtà a cui non siamo (e probabilmente non saremo mai) abituati! In questo Paese, non sei tu a dettare le leggi, ma la natura. Tu puoi guardare, ammirare, stupirti, ma devi stare al tuo posto e te lo ricordano ogni giorni i tanti animali che ti attraversano la strada o che ti passano vicino alla macchina senza nemmeno calcolarti. Vedere un elefante maschio adulto che mangia tranquillo a 3 metri dalla jeep e che potrebbe ribaltartela semplicemente spostando una zampa, ti fa capire quanto siamo insignificanti ed inutili per la vita su questo continente. La presenza umana, dopo qualche giorno, ti sembra sempre al posto sbagliato ed hai la sensazione che ti trovi in quel luogo solo perchè qualcuno te l'ha concesso. In poche parole, il mal d'Africa è una cosa che va provata in prima persona, solo così si riesce a capire quanto certi paesaggi e certe situazioni ti entrano dentro, ti cambiano la visione del nostro pianeta e ti fanno rendere conto di quanti danni stiamo facendo senza curarci del fatto che qui, noi, siamo solo degli spettatori non paganti del più bello spettacolo che esista!!

Per ora è tutto. Vado a smaltire il Covid (...positivo il giorno dopo il rientro...no comment) e poi inizieremo a selezionare le foto (circa 3.000 in due...sto già per vomitare!).

A presto e buona luce dall'emisfero australe!

Particolari ed enfasi vintage

Torniamo a parlare di fotografia pratica! Reduce da un bel giro per vari borghetti dalle mie parti, ho fatto una scorpacciata di dettagli e particolari sparsi per questi meravigliosi posti, dove il tempo sembra essersi fermato. Dove sta il segreto di questo genere di fotografia? In realtà non c'è alcun segreto: semplicemente serve prima di tutto il posto adatto, ovvero un borgo antico o presunto antico, dove ci siano particolari o situazioni caratteristiche che non si possono trovare in centro città. Poi una bella ottica fissa per giocare con lo sfocato e una buona dose di pazienza per cercare di osservare ogni singolo centimetro di quello che vi passa davanti agli occhi!

Sono riuscito nell'impresa di portare a casa delle foto che non siano una cavolata micidiale? Sinceramente credo proprio di no, ma a scopo "didattico" fa sempre bene un po' di sano esercizio e, in tempo di covid, luoghi con pochissima gente diventano una manna dal cielo, quindi non lamentiamoci troppo e vediamo che cosa è uscito dalla mia macchina:



Ad onore del vero questo primo gruppo di foto sono state scattate con il 70-300 e non con un'ottica fissa, per cui diciamo che, per giocare con lo sfocato, basta comunque "stringere" sul soggetto o avvicinarsi nella ripresa, non è per forza necessario avere obiettivi che aprono a f1.2 😆


In questo gruppo di foto ci sono scatti un po' diverse dal concetto di "particolari", ma le ho postate ugualmente per via della simpatia che mi hanno suscitato: i gatti mi hanno fatto troppo sorridere per la scena che sembra riprodurre una situazione "umana" con un osservatore e due che si fanno beatamente i cacchi loro. La foto del batuffolo invece mi ricorda un ragno visto in controluce e la cosa bella è che me ne sono accorto DOPO averla scattata. Io miravo all'effetto controluce e invece ho portato a casa uno scatto buono per il mio progetto "cose comuni, vista alternativa". Forse tra 300 anni riuscirò a completarlo.




Infine, questo gruppo di foto sono figlie del 50mm f1.8 G e, in questo caso, lo sfocato è ottenuto grazie alla generosa apertura a disposizione. Queste sono le vere foto di particolari che possono descrivere dei posti in maniera più personalizzata. Non parlo solamente dello scatto in se: in sostanza non ci sono difficoltà particolari nel realizzare queste foto. Alcune hanno ISO più elevati delle altre, ma si tratta sempre di uniformare l'esposizione a seconda della luce che c'è in quel momento. Devono descrivere per cui deve esserci più visibilità di dettagli possibile, escludendo disturbi e cose non funzionali allo scatto. In questo senso l'ultima foto è un massacro: troppe cose e poca possibilità di andare a scattare ogni singolo elemento (era una proprietà privata, volevo evitare che mi fucilassero). Sostanzialmente dovete individuare una scena che vi piace (o che vi riporta alla luce dei ricordi), osservarla e scattarla. Una volta eseguita la foto, la guardate nel visore e provate a concentrarvi sui singoli particolari facendovi la domandina giusta: "Questo particolare potrebbe diventare il protagonista di un'altra foto?". Se la risposta è si (ma anche se è "NI"), provateci. Di sicuro nel mucchio di tentativi che ne usciranno, qualcosa la porterete a casa ed avrete anche allenato il vostro occhio ad osservare isolando più cose possibili. Sempre riferito all'ultima foto qua sopra: avrei potuto scattarne altre 100 per ogni singola cosa che mi aveva colpito, ma, come detto, c'erano problemi logistici e mi sono accontentato della "foto di gruppo", la prima scattata.

Veniamo alla post produzione: vi sarete accorti che non sono propriamente sviluppate in maniera naturale, realistica ecc. Ho fatto una scelta di stile (non inteso come bellezza stilistica, ma come stile di sviluppo, impronta di sviluppo, chiamatela come volete) e l'ho mantenuta per tutte le fotografie. In questo caso ho riesumato un vecchio amore ovvero il vintage desaturato. Una sorta di mix tra un bleach bypass ed una foto antica. Il mix nasce dall'enfasi sulle ombre (visibilmente schiarite) per arrivare ad una saturazione abbassata con tanto di vignettatura molto pronunciata. Il tutto completato da un sharpen pensato per "ingrossare" i toni medi della foto e rendere più voluminosi i dettagli meno sottili. Una sorta di HiRaLoAm per chi comprende il significato di questo termine (del quale ho parlato in molti altri post, tipo questo). Sto tentando di codificare la procedura che ho utilizzato, così da poter fare un post con le spiegazioni, portate pazienza, ci arriverò! Gli strumenti che ho usato sono quelli messi a disposizione da Photoshop e dalla Nik Collection di Google (quella gratuita ovviamente). In pratica, dopo aver regolato colore e contrasto di base, ho utilizzato:

  • Silver Efex Pro 2 per regolare il contrasto della foto come se dovessi convertirla in bianco e nero. Fatto questo, il livello generato dall'intervento precedente è stato fuso con lo sfondo, usando il metodo di fusione "Luminosità". In questo modo ho sfruttato il contrasto del bianco e nero, mantenendo i colori originali della foto. 
  • Ho unito i livelli ed ho utilizzato Color Efex, strumento "contrasto tonale", per regolare luci ed ombre creando l'effetto simile ad un bleach bypass. Ho aggiunto, sempre in Color Efex, una vignettatura con punto di luce sopra al soggetto: l'effetto si chiama "Darken/Lighten Center". Il livello generato è stato fuso con metodo "Luminosità" esattamente come per il precedente. 
  • Successivamente ho utilizzato un classico livello di tonalità/saturazione impostando, di partenza, la saturazione a -40 punti. Per questo punto si possono valutare tante cose tipo di desaturare tutto tranne uno specifico colore (la foto della candela è stata fatta mantenendo i rossi originali e desaturando tutte le altre tinte) per dare più enfasi a quello che vogliamo. Va fatta una valutazione di massima insomma, sulla base dell'effetto che vogliamo ottenere. Ho impostato il metodo di fusione in "Colore" per non influenzare la luminosità dei pixel.
  • Infine, ho dato lo sharpen: una HiRaLoAm come quella spiegata nel post che ho linkato qua sopra, con opacità al 70% ed un altro livello di sharpen più sottile, con parametri della maschera di contrasto di 500, 1 e 0 , metodo di fusione Luminosità, opacità 80% e maschera di livello che contiene il livello RGB unito, ma invertito (sostanzialmente mascherato dalla luminosità al contrario cioè applicato alle ombre e non applicato alle luci della foto).

Non è una procedura immediata, me ne rendo conto e scritta così può sembrare molto difficile, ma vi assicuro che non lo è. Per questo sto lavorando per "codificarla" per bene e poter mettere un tutorial con le spiegazioni dettagliate e i vari screenshot. Ovviamente se qualcuno ha suggerimenti per ottenere un effetto vintage ecc simile a quello di questi scatti, sarò ben contento di leggere i commenti e magari di utilizzarli per creare altre guide simili (citando l'autore ovviamente!!).

Per ora, buona luce vintage.

...trovati un lavoro serio!!

Iniziamo il nuovo anno con un post che non c'entra nulla con la fotografia pratica, ma che tratta un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Quanti, nella propria adolescenza e gioventù, si sono sentiti ripetere la frase del titolo? Immagino che, più o meno tutti, siamo passati per delle fasi in cui avevamo in testa una carriera di tipo artistico, non fate i timidi, che lo so! 😁

Personalmente ben prima della maggiore età ero convinto che sarei stato un musicista e che la musica sarebbe stata la mia vita: ci ho provato, ma come tanti, mi sono trovato di fronte solo a mille difficoltà, porte chiuse ad anche persone intorno che, probabilmente, non avevano la mia stessa spinta emotiva.😩 Perchè faccio questa premessa? Nel mondo, in generale, ed in Italia in particolare (purtroppo!!), se una persona svolge un'attività prettamente artistica, si ha la percezione che non sia un "vero" lavoratore, ma semplicemente uno dei tanti che non ha voglia di fare niente tutto il giorno, sperando di camparci. Nel nostro Paese è ancora molto forte l'accezione di lavoro serio come di un attività che rientri nei parametri più standard del termine, ma non solo. La cosa che più mi infastidisce è che il cosiddetto lavoro serio è un qualcosa che viene svolto mal volentieri 😕. Quanti di noi sono felici di andare al lavoro la mattina? Quanti sono davvero soddisfatti di quello che fanno? Sono domande che oramai nemmeno ci poniamo più, tanto siamo abituati a lavorare tirando sera e pensando già a cosa fare quando saremo rincasati o nel week end.

Sto ovviamente estremizzando la cosa per renderla facilmente comprensibile, ma la realtà è che alla base siamo ancora un po' troppo provincialotti da questo punto di vista: legati ancora a dei concetti mutuati dal dopoguerra, dove si doveva ricostruire fisicamente un Paese e puoi farlo solo con mattoni e bulloni, non tanto con suoni o immagini. Ma se oggi vuoi fare qualcosa di artistico o qualcosa che non ti faccia sbuffare 8 ore al giorno dalla noia, puoi farlo? Sicuramente si, ma non è gratis. Purtroppo, anche negli anni modernamente antichi in cui viviamo, è ancora fisso il chiodo che mette in relazione:

lavoro artistico = fancazzista

lavoro fisico, di fatica = gran lavoratore

lavoro di concetto = gran fuffaman

persona felice del proprio lavoro = sicuramente non fa niente tutto il giorno

La prima di queste equazioni è quella più gettonata! Attenzione però, voglio fare una specifica: con lavoro artistico intendo non semplicemente creare un canale YouTube dove raccontiamo quanto siamo bravi a fare una foto ricordo delle nostre ferie o a suonare questa o quella cover. Intendo dire proprio VIVERE di questa attività, quindi metterci il proprio rischio personale di fallimento. Scrivo questo perchè ad oggi il concetto di Youtuber è diventato sinonimo di lavoro artistico, mentre non è così, si tratta eventualmente di un "complemento" al lavoro artistico, che aiuta ad avere visibilità ecc e che può trasformarsi in un'entrata supplementare, ma per mangiare con Youtube, bisogna davvero fare i salti mortali, quindi cancellate l'idea di tutti quei 15 enni che riempiono il web di video con le loro performance senza metterci a fianco un'attività collegata. Poi, se uno riesce a vivere solo con i video spot pubblicati ogni 3 mesi, bene per lui, ma credo che queste situazioni siano più legate ad una famiglia facoltosa dietro le spalle, che tappa i buchi lasciati dal "tubo"...opinione personale ovviamente.

Tornando al nostro discorso iniziale, vorrei citarvi due esempi pratici legati ovviamente alla fotografia, ma con prerogative completamente differenti: 

- il primo è Fabio Porta, un fotografo che seguo tramite il suo canale Youtube (accessibile da QUI) e che si è reinventato fotografo di matrimoni, coppia, gravidanza ecc pur essendo un ingegnere. Tra i suoi video, oltre a recensioni, tecniche di ripresa, post produzione ecc, ci sono delle spiegazioni su come ha organizzato la sua attività, gli introiti da Youtube ecc, insomma una serie di informazioni che chiunque volesse intraprendere questa strada DEVE sapere! Il tutto ovviamente spiegato con la precisione che solo un ingegnere potrebbe avere, davvero utilissimo da tutti i punti di vista;

- la seconda è invece Sara Melotti, una fotografa, storyteller, instangrammer ecc insomma, vedete voi quale usare. Recentemente ha scritto un libro dal titolo "la felicità è una scelta" ed incuriosito dal fatto che fosse un libro di una fotografa, l'ho acquistato e letto tutto d'un fiato! A parte lo stile dissacrante che ricorda molto il mio, la storia è proprio quella del titolo: una ragazza con dei sogni "artistici" che viene scoraggiata e che alla fine, tra mille alti e bassi arriva dove si trova adesso. A fare cioè quello che le piace.

Questi due esempi sono notevolmente diversi, ma ci portano allo stesso risultato finale: Fabio ha fatto di una sua passione un lavoro di successo dove si diverte con quello che fa ed esprime la sua arte visiva e la sua sensibilità; Sara ha letteralmente scalato montagne ed è arrivata dove voleva: ad esprimersi al massimo tramite le fotografie. In entrambi i casi si tratta di lavori che, per capirci, mia nonna non avrebbe mai definito "normali". Purtroppo i sorrisi che vedo anche da qui potrebbero spegnersi solo a sapere quante persone ancora ragionano come ragionava mia nonna!! La domanda da farsi è: se questi lavori fossero considerati normali alla stregua di un qualsiasi impiego, per esempio, al supermercato, ci sarebbero state (e ci sarebbero!) tutte queste difficoltà da superare e contro cui lottare quotidianamente?

Ed io come la penso? Beh, io faccio parte di quelli che hanno un lavoro standard, per il quale non nego una certa stanchezza, ma che continua a permettermi di coltivare tutte le varie passioni (più o meno) artistiche. Dalla fotografia alla musica, dai viaggi allo sport. Mollerei tutto per fare l'artista come hanno fatto Fabio e Sara? Sinceramente no. Non tanto perchè non ho fiducia nel poter mangiare anche con altre attività lavorative, quanto per il fatto che, a quasi 50 anni, ritengo di non aver mai avuto alcun vero talento artistico. Sarei potuto diventare un fotografo migliore? Sicuramente si. Un musicista migliore? Assolutamente si. Un artista con qualcosa da dire? Non credo. Oggettivamente, gli artisti sono altri, ed ammetto i miei limiti. Restando in ambito fotografico, mi rendo conto che le mie foto sono buone dal punto di vista tecnico, compositivo, di post produzione ecc, ma hanno davvero qualche messaggio da inviare a qualcuno? Non so...Onestamente mi trovo più spesso ad invidiare le capacità di alcuni amici che riescono, senza troppi tecnicismi e conoscenze varie, a trasmettere tantissimo con uno scatto. Qualcuno una volta mi ha detto: "In realtà non sono loro che trasmettono un messaggio, sei tu che lo cogli anche dove non c'è..." intendendo che forse un qualche talento artistico era parte di me. In tutta onestà non credo sia così, ma posso assicurarvi che in questo anno 2022, cercherò di imparare un po' sia da Fabio che da Sara, per cercare di mettere da parte i pensieri tecnici e far uscire qualcosa d'altro...se ci riuscirò sarà per me un momento bellissimo, viceversa, continuerò comunque a divertirmi con i miei viaggi e le mie foto "normali" che spero non vi faranno sbuffare di noia. 😆

Buona luce da anno nuovo! 🎉