Fotografia e viaggi: Cambogia - Post Amministrativo

Come di consueto pubblico il primo dei due post, quello amministrativo diciamo, relativo all’ultimo viaggio fatto. La destinazione, questa volta, è la Cambogia! Ebbene si, niente giri di tutto il sud est asiatico, niente grandi tour con 75 voli interni da prendere ecc, semplicemente un bel giro di questo splendido Paese! Il viaggio è un viaggio tutto organizzato, praticato dall’operatore MISTRAL ed il costo si aggira intorno ai 2.700 euro a persona, per cui si tratta di un viaggione, almeno per le nostre tasche!! Partiamo dal volo: compagnia Thai Airlines che devo dire è stata addirittura superiore alle nostre attese! Ci avevano avvisato che la compagnia, per quanto costosetta, è una delle migliori e così è stato. Volo diretto da Malpensa a Bagnkok (11 ore circa…) senza alcun problema (altrimenti non sarei qui a scrivere…), coccolati al massimo e con una postazione piuttosto comoda (monitor personalizzato, film, videogiochi ecc..). Cibo anche troppo abbondante, ovviamente si tratta di pasti da aereo, ma devo dire che anche la qualità era più che discreta. Volo da Bangkok a Phnom Penh con circa un’ora di attesa, senza ritiro bagagli e 40 minuti di volo senza intoppi. Questo all’andata: al ritorno ci sono state 2 ore di attesa a Bangkok, ma erano previste già da programma per cui tutto ok. Direi che, a differenza degli scali infiniti a Dubai o Hong Kong che praticano altre compagnie (e che quindi portano il numero di voli da prendere almeno a 3), a noi è andata di lusso! Il gruppo era formato da una decina di persone (PERFETTO come numero!) di cui buona parte erano anche appassionati di fotografia (ancora MEGLIO!), per cui consiglio vivamente il periodo che abbiamo scelto noi ovvero dal 09 novembre al 20 novembre, in quanto si tratta della prima settimana buona dopo la stagione umida e, di conseguenza, non c’è ancora la ressa tipica dell’altissima stagione. Il trasporto all’interno del paese era affidato ad un pulmino da 15 persone: c’era spazio per tutti e la giusta dose di privacy, per cui promossa anche questa formula. Gli alberghi erano tutti ottimi, un po’ meno quello di Phnom Penh anche se è quasi normale dato che la capitale è un punto di passaggio e non una meta stabile. Il giro previsto partiva dalla capitale per arrivare a Bottambang, proseguire per Angkor e Siem Reap, di nuovo a Phnom Penh per poi terminare a Sihanoukville per l'estensione mare di un paio di giorni scelta da noi (per cui se non fate mare, il costo del viaggio è più basso). Nel mezzo di queste località sono stati inseriti giri in barca in mezzo alle palafitte ed attraverso i villaggi galleggianti e, soprattutto, la visita al sito di Angkor con tutti i luoghi più famosi ed importanti (Angkor Wat, Ta Phrom ecc). La nostra guida, simpaticissima, ci ha poi inserto, durante il percorso, altri siti archeologici minori, ma ugualmente belli, per sfruttare al massimo il pass di 3 giorni previsto dal nostro tour. Inutile dire che ogni posto ha la sua caratteristica ed è, a suo modo, unico e meraviglioso. Lato cibo non c’è nulla di cui lamentarsi: tutto ottimo anche se all’inizio la cucina cambogiana, quasi totalmente priva di sale e orientata quasi al sapore “dolce”, può far storcere qualche naso a noi mediterranei abituati a botte di sale in ogni piatto. Il riso cambogiano è presente ovunque, come accompagnamento o parte integrante di ogni piatto servito. E’ molto profumato e davvero buono, tanto che la nostra guida ci ha portati in un centro commerciale per acquistarne qualche pacchetto senza farsi fregare dai venditori vicino ai siti turistici. Arriviamo al punto migliore del viaggio: le persone! Il popolo cambogiano, nonostante la storia che si porta sulle spalle, ha sempre voglia di sorridere! Molti posti che abbiamo attraversato sono veramente immersi nella povertà più pura, ma la dignità che esprimono i visi delle persone ed i loro sorrisi, è una cosa che ti riempie il cuore e vale tutti i soldi che costa il viaggio. Ho scattato ritratti (si, sono io che parlo...quello che "odia" le persone...) che mi hanno colpito ancora prima di premere il pulsante dell'otturatore e che variano dai molto fieri ed orgogliosi a quelli più sorridenti e divertiti della montagna di bambini che hanno caratterizzato ogni luoghi visitato. In uno dei siti "aggiunti" addirittura c'erano 4 ragazzini che giocavano tra le rovine come se fosse il loro giardino: non ci hanno chiesto un centesimo, ma si sono divertiti da morire a saltare qua e là mentre noi scattavamo fotografie...erano semplicemente FELICI di poter essere i nostri soggetti fotografici. Roba che, se la trasportiamo qua in Italia, farebbe rabbrividire chiunque al solo pensiero. La domanda sorge spontanea: chi dei due popoli è il VERO povero?
Abbigliamento: roba estiva, punto! C'è un caldo allucinante per via dell'umidità e ti ritrovi sudato anche senza far niente. Nel periodo nostro c'erano 25-27 gradi al massimo e qualche cambogiano aveva vestito il proprio neonato con cappello di lana: pensavo volesse uccidere l'infante! La guida ci raccontava che in inverno (???) sulle colline accendono il fuoco per scaldarsi le mani quando la temperatura scende al di sotto dei 25 gradi. Non vi dico la risata che mi sono fatto. Portatevi roba leggera e pantaloni lunghi tipo mimetici per la jungla: è pieno di rami e rametti vari che potrebbero strisciare le gambe, per cui è meglio proteggerle. Per le città invece andate come volete. Nei templi di Angkor le donne non devono spogliarsi troppo, per cui spalle coperte e gambe non visibili al di sopra del ginocchio. Stessa cosa al museo del genocidio di Phnom Penh, anche se lì vi danno eventualmente dei vestiti di fortuna per coprirvi e farvi entrare comunque.
Dato che ho parlato della parte migliore del viaggio, ora parlo della parte peggiore ovvero l'estensione mare: innanzitutto per arrivarci ci siamo affidati ad un trasporto privato in auto e, per fare 238km ci abbiamo messo circa 6 ore. Avete letto bene, 6 ore! Di strada ce n'è una sola ed è totalmente invasa dai camion cinesi che trasportano verso la costa i materiali necessari alle costruzioni che stanno sorgendo. La nostra guida ci aveva avvisato che non sarebbe stato un bello spettacolo e purtroppo aveva ragione: sembrava di stare a Pechino! Non c'era nemmeno una scritta in Cambogiano o in Inglese, tutto in lingua cinese, assurdo veramente! La cittadina sarebbe stata anche carina, se non fosse che ovunque stanno sorgendo casinò e resort destinati alla "nuova" classe borghese cinese che, probabilmente, farà di Sihanokville una meta quasi fissa per le vacanze. Il resort era molto bello e la spiaggia direi passabile. Se la confronto con quella di Jesolo, per forza che è migliore, ma della poesia legata all'oceano Indiano, neanche l'ombra! Detto in due parole: se andate in Cambogia, EVITATE il mare, non ne vale la pena, soprattutto per il tempo perso in strada! Sotto questo aspetto ho un po' tirato le orecchie all'agenzia ed al tour operator: credo che toglieranno questa estensione o si affideranno ad un volo interno per il trasporto. La guida ci aveva anticipato che le spiagge "tipiche" dell'oceano indiano sono visibili solamente sulle isole esterne, ma ci vuole mezza giornata per raggiungerle, per cui l'eventuale estensione mare, chiedetela verso questi lidi, anche se dovrete mettere in conto un aumento sensibile del costo finale. Detta in due parole: meglio fare due viaggi, uno per visitare la Cambogia in se, ed uno per il mare, ma per quest'ultimo, vale forse la pena di puntare ad altre località vicine.
Moneta e pagamenti: la valuta ufficiale è il RIEL cambogiano, ma la moneta più scambiata è il DOLLARO americano, per cui se partite per queste località, fate un po' di scorta (noi siamo partiti con 300 dollari e siamo tornati con una ventina in tasca) dato che se siete in mezzo al nulla non avrete tante occasioni di prelevare dollari o cambiare euro. Non esistono monete metalliche perché costa troppo produrle rispetto al valore di mercato: un dollaro americano equivale a circa 4500 riel per cui è facile capire la scelta dei cambogiani. Se calcolate che una scodella di riso costa circa 300 riel (9 centesimi di euro....), praticamente per pagare con moneta locale, vanno a PESO di carta e non a corso legale... Capitolo carburanti (per chi viaggerà per proprio conto): la benzina costa circa 80 centesimi di dollaro al litro, il gasolio qualcosa meno. Sembra poco? Non è così perché il reddito medio ANNUO di un cambogiano è di 400 dollari, per cui è costosissima. Trovate infatti moltissimi motorini, con carretto annesso, che trasportano taniche di benzina di contrabbando dalla Thailandia e la vendono per strada "imbottigliandola" nei contenitori che portano gli acquirenti. Sicurezza ZERO perché le taniche sono di plastica e sotto il sole cocente probabilmente non è una buona idea. In ogni caso durante il nostro soggiorno non è esploso nessuno, per cui se andate per i conti vostri valutate anche questa possibilità di rifornimento.
Dovrete avere un po' di pazienza per le foto: siamo tornati con 1500 scatti a testa e siamo riusciti a ridurli a circa 700 in due ed al momento in cui scrivo sono in fase di post produzione per cui ci vorrà ancora tempo.
Se nel frattempo pubblicherò altri post su argomenti differenti, cercate l'etichetta "viaggi" e "Cambogia" per ritrovare entrambe le pubblicazioni.

Buona luce umidificata!

Bianco e nero "nostrano"

Complice una uscita fotografica organizzata con il gruppo aziendale di cui faccio parte, ho riscoperto Forte Marghera: una vecchia installazione militare che stanno cercando di recuperare con delle ristrutturazioni mirate e volte a trasformare il luogo in una sorta di pub a cielo aperto, con grandi spazi per eventuali concerti e delle strutture che possono ospitare mostre e piccoli musei a tema. Oltre a tutte queste belle cose, il luogo è anche particolarmente performante dal punto di vista fotografico. Pur essendo ancora invaso da cantieri e lavori di ogni genere, ci sono degli scorci facilmente individuabili con una semplice passeggiata, che possono trasformarsi in foto per lo meno guardabili. La scelta del bianco e nero è venuta da sola, visto che di contrasti e di costruzioni imponenti e piene di texture, c'era solo l'imbarazzo della scelta. Ecco qua un po' di quello che è uscito dalla mia macchina:








L'ultima a colori l'ho inserita solamente per far vedere che ci sono anche ampie zone di verde con acqua e canali vari, che possono essere comunque piacevoli da visitare e per passeggiare. Ovvio che, trattandosi di un luogo a Mestre (VE), con molto verde e diversi canali pieni d'acqua, in estate è meglio munirsi di repellente per insetti, altrimenti ti ritrovi a dare battaglia alle zanzare invece che guardarti intorno per fotografare qualcosa! Venendo alle foto, non c'è molto da dire dal punto di vista tecnico: ho usato il mio 50mm e, questa volta, ho scattato a colori pensando solo dopo alla conversione in BN. E' stata un po' una sfida nel senso che già sapevo che avrei optato per la soluzione monocromatica, ma a differenza del solito, non ho impostato il profilo macchina BN e quindi ho dovuto allenare un po' la fantasia nel pensare allo scatto già convertito. E' uno step successivo praticamente ed è un ottimo allenamento anche per chi si sta avvicinando al mondo della fotografia: riuscire a PENSARE in monocromia è difficilissimo e porta via parecchie energie mentali, per cui ogni tanto provate, ma non preoccupatevi se il risultato non è soddisfacente, non mollate!! Per quanto riguarda la post produzione invece, mi sono affidato a più di un metodo: oltre alla collaudata Nik Collection - Silver efex pro 2, ho tentato anche delle conversioni con altri sistemi che ho recentemente scoperto grazie a varie dispense su Photoshop. La tecnica che ho testato è basata sull'uso della funzione Calcoli che, per l'occasione, proverò ad illustrare.
1) Aprite la foto e duplicate il livello di sfondo
2) Aprite il menù Immagine e selezionate Calcoli
3) A questo punto scelgo di fondere i canali ROSSO e VERDE della mia copia di sfondo, in modalità Moltiplica, richiedendo il risultato in un nuovo canale
4) Il risultato sarà un nuovo canale, chiamato Alfa 1, che potrete vedere nell'elenco dei canali della vostra fotografia ed al suo interno sarà presente la fusione dei due canali scelti con la funzione precedente, moltiplicati dal metodo di fusione.
5) Ora tornate sui livelli e cliccate sulla vostra copia delle sfondo che sarà ancora a colori. Aprite il menù Immagine e selezionate Applica Immagine
6) Scegliete il canale Alfa 1 come oggetto da applicare all'immagine, con modalità di fusione Normale e date Ok
7) Il risultato sarà che la vostra copia dello sfondo è diventata una fotografia in bianco e nero. In questo caso specifico il risultato, per quanto interessante, non è perfetto, mi sembra troppo cupo, ma non c'è problema visto che ora abbiamo a disposizione tutte le regolazioni di Photoshop per poter modificare la luminosità, il contrasto ecc. In questo caso ho scelto di utilizzare un livello di regolazione di tipo CURVE
8) Ho sostanzialmente schiarito le luci dell'immagine, cercando di non perdere troppo contrasto. Il risultato è sicuramente perfezionabile (magari campionando un punto di bianco ed uno di nero per ottimizzare il contrasto, ma rischiamo di addentrarci troppo in regolazioni più impegnative), ma è un buon inizio per avere una conversione in bianco e nero soddisfacente.
A questo punto potete applicare sharpening, vignettature varie, effetti ecc, unire i livelli e salvare la vostra copia dell'immagine convertita in bianco e nero.
Ovviamente questo è solo uno dei tantissimi modi in cui si possono realizzare questi viraggi. Questo metodo fornisce, quanto meno, un punto di partenza comune, sul quale poi apportare le proprie modifiche. Se, come capita spesso a me, siete alla ricerca di un vostro stile di monocromia, potete provare a convertire alcune immagini con questo sistema, così da avere più o meno la stessa modalità di partenza ed evitare di ritrovarvi con 15 foto convertite, una diversa dall'altra per tonalità ed intensità di nero, stile ecc...personalmente ho spesso trovato frustrante questa situazione. Avrete notato che in alcuni screenshot di Photoshop, i colori della foto sembrano diversi da immagine ad immagine. In realtà SONO diversi, ma per il semplice fatto che ho utilizzato sia il tasto STAMP sulla tastiera del Pc, sia lo strumento di cattura di Windows: inutile dire che uno funziona peggio dell'altro, ma questo è un altro dibattito a cui non ho voglia di partecipare. Spero di aver dato qualche informazione in più, sia dal punto di vista dei luoghi da fotografare, sia dal punto di vista della post produzione. Come ben ricorderete, non vado matto per questi "lavori" e creare tutorial o piccole spiegazioni come questa, mi annoia da morire, dato che non si parla di fotografia in senso stretto. Come promesso in precedenza, mi impegnerò molto di più in tale senso, così da condividere il più possibile il mio approccio e sperare che la cosa sia utile anche a qualcun altro.
Buona luce...calcolata!

Foliage......magari!

Eh già, come detto nel titolo, proprio magari ci fosse il foliage! La settimana scorsa mi sono messo a caccia di alberi colorati e l'unica cosa che ho rimediato, sono stati un bel po' di km sulla mia auto, siccome ne faccio già pochi...Alla fine, sconsolato sono arrivato praticamente dietro casa, dove ho rimediato questi scatti:




Come potete notare dal primo scatto, assolutamente banale, ma utile per contestualizzare il tutto, dei colori tipicamente autunnali non c'era nemmeno l'ombra!!! Una tristezza totale. Mentre stavamo andando via ecco invece apparire un bell'alberello rosso in mezzo al prato verde (e fiorito anche...guardate la foto dei cagnolini....roba da matti!!). Per fortuna che almeno quello mi ha aiutato a ritrovare un po' di colorazioni tipiche del momento. Ovviamente con un solo esemplare da riprendere ed il nulla attorno, non si può pretendere certo di portarsi a casa degli scatti memorabili, ma fortuna ha voluto che ci fosse un signore seduto sull'unica panchina presente e che ovviamente era a ridosso dell'unico albero colorato. In altri casi avrei bestemmiato per tutta la serata, ma questa volta no visto che mi ha offerto lo spunto per uno scatto un po' più "riflessivo" (quello con il soggetto umano incorniciato) e che forse è leggermente meno inguardabile degli altri. Ovvio che con il foliage non c'entra nulla, ma questo passava il convento. I due cagnolini in posizione invece erano di una simpatia incredibile, ci seguivano scodinzolanti, come se ci conoscessimo da anni e poi hanno avuto la buona pensata di restare in posa per un paio di scatti che, quanto meno, hanno strappato un sorriso in un pomeriggio davvero desolante dal punto di vista fotografico. Ogni anno trovo sempre più difficoltà nel riprendere scene dai colori autunnali, non tanto perchè io sia più impedito dell'anno prima, quanto perchè è sempre più difficile trovare posti decenti, con spunti meno banali delle classiche foglie in controluce. Per carità, in mancanza di meglio, tecnicamente parlando, è un buon esercizio anche questo, ma dopo anni di pratica, uno ha ben chiaro come si fanno ste foto, per cui vorrebbe anche andare avanti. Per chi si stesse chiedendo come si realizza una foto come l'ultima qua sopra: lettura della luce spot, puntata sulla foglia che copre il sole, messa a fuoco sempre sulla foglia e, in questo caso, diaframma aperto, ma anche con diaframma chiuso non viene male, anzi, se c'è una dose di umidità decente, può apparire anche qualche raggio attorno alla foglia, rendendo la foto più spettacolare. Di mio ho preferito sfocare lo schifo che c'era dietro alle foglie, per cui ho optato per un bel 2.8 di diaframma, sul mio fedele 50mm. Il resto l'ha fatto il sensore nuovo della mia D750. In post produzione non ho fatto altro che applicare il profilo macchina "saturo" ed una maschera di contrasto appena accennata per rendere ancora più precisi i bordi della foglia. Una leggera vignettatura ha poi "richiuso" lo sviluppo. Niente di che insomma. Portate pazienza, tra un po' sarà di nuovo viaggio e quindi avrò argomenti molto più interessanti su cui scrivere. Per adesso buona luce autunnale...........ehm, tardo estiva che forse e meglio!!!!

Bianco e nero - Desenzano sul Garda

Finalmente è tornata! La mia adorata Nikon D750 è di nuovo a casa, con il sensore nuovo di pacca! A parte essermi svenato per bene, sono FELICISSIMO di riavere questo peso massimo tra le mani!! E qual'è il modo migliore per festeggiare il ritorno? Un bel giro a scattare con profilo bianco e nero! La location questa volta è Desenzano sul Garda e, a dire il vero, non avevamo ben chiaro quale fosse lo stile di giornata. Una volta arrivati ho visto che c'era un raduno di auto d'epoca, con annessa piccola garetta di regolarità e lì è scattato l'automatismo del profilo bianco e nero! Non ho fatto questa piccola parentesi per raccontarvi i cacchi miei, ma semplicemente per far capire che non si può sapere che cosa si trova in giro, soprattutto se si parte senza informarsi, tanto per fare un giretto. Mente aperta e sempre pronti a tutto quindi! Bando alle ciance e passiamo subito alle foto prodotte:







Sulla realizzazione delle foto non c'è molto da dire nel senso che mi sono dotato del mio fedele 50mm e ci ho dato dentro di varie aperture (i metadati sono presenti nelle foto se vi interessano i dati di scatto). La composizione è mirata ad isolare più particolari possibili, ma correlati tra loro, senza buttare a caso mucchi di interruttori o altro. Con un po' di pratica e l'uso dell'ottica giusta che vi costringe a muovere le gambe, vedrete che sarà facile comporre le foto. Unico problema che ho trovato è stata la massiccia presenza di persone che, con un'ottica fissa, non è mai la cosa migliore. O li ammazzate tutti o diventate rapidi nello scegliere il particolare da riprendere. Fosse stato per me sarei rimasto a fotografare per ore ogni singola auto, ma non essendo un'uscita in solitario ho preferito evitare di farmi impalare dagli altri. Per quanto riguarda l'elaborazione del bianco e nero, sono partito dal profilo macchina che simula la pellicola Kodak T-Max 400: purtroppo non posso allegarlo in quanto non mi fa caricare file diversi da immagini, ma uno dei tanti link da cui si possono scaricare i picture control è QUESTO. Fate qualche ricerca e vedrete che ce ne sono a centinaia. Si possono usare con i software Nikon come Capture Nx-D ed applicarli alle foto o addirittura, se la macchina lo consente, di caricarli direttamente in memoria per usarli anche in fase di scatto. Ricordo ancora una volta che se scattate in formato RAW, il picture control che utilizzate è totalmente indifferente, in quanto verrà solo utilizzato per mostrarvi il file sul monitor della macchina e, successivamente, letto ed applicato direttamente dal software Nikon. Se sviluppate con Photoshop, non avrete alcun picture control applicato al vostro negativo digitale. Se invece scattate in Jpg occhio perchè la foto che vedete verrà salvata già con il picture style scelto, per cui se usate un profilo bianco e nero, la foto sarà salvata in monocromia ed addio ai colori. Tutto chiaro? Ottimo!
In fase di sviluppo raw non ho fatto altro che regolare il contrasto utilizzando l'editor LST presente su Capture Nx-D: questo strumento, per certi aspetti, somiglia un po' alla gestione della luminosità e dei colori del metodo Lab di Photoshop (molto alla larga eh, sia chiaro...), ma se dovete solo aggiustare il contrasto direi che è più che sufficiente. Ho selezionato un punto luminoso più o meno al centro della curva e creato la consueta "S" per scurire leggermente i neri più chiusi e schiarire leggermente i bianchi più aperti, stando attento che i punti più chiari e scuri non finissero ai valori estremi dei canali RGB. Sostanzialmente dovete fare in modo che le ombre non siano mai più scure di 10 punti per ogni canale RGB e le alte luci non devono mai superare i 245-250 punti per ogni canale RGB. Come si fa a vederlo? Con Capture, basta passare il mouse sopra un punto qualsiasi dell'immagine e nella barra in basso, il programma restituirà i 3 valori RGB corrispondenti al punto dove si trova il vostro mouse. Non è comodo perchè non si può campionare quel punto per averlo sempre a disposizione, ma è meglio di niente. Il risultato lo vedete qua sopra: 5 minuti al massimo di post produzione per ogni raw, una libidine!
Ovviamente non ci sono state solo vetture, ma anche qualche occasione differente:



Al si là dell'insegna ironica, le altre foto sono piuttosto "classiche". Ho sfruttato dei momenti di luce discreta per creare contrasto anche dove il contrasto non c'era. La giornata non era limpidissima per cui si tende un po' ad impastare nelle foto più paesaggistiche, ma comunque erano tentativi che andavano fatti. Il cane invece è stato un colpo di fortuna spettacolare: troppo simpatico! Non c'era verso di levargli dalla bocca quel palloncino, per cui la proprietaria si è rassegnata a farsi fotografare da tutti! Se ci penso mi viene ancora da ridere. Nella composizione ho incluso anche un pezzo di gamba della proprietaria perchè altrimenti avrei dovuto cancellare il guinzaglio che sarebbe sembrato sospeso nel nulla: al momento dello scatto ho pensato di fare così piuttosto che condannarmi a una post produzione più invasiva e lunga. Scelta sicuramente discutibile (siamo qui per questo...), ma che a me è sembrata la migliore, almeno in quel momento. Fa sempre tutto parte della mia filosofia per la quale è importantissimo conoscere bene gli strumenti di post produzione ecc, ma è altrettanto importante cercare di usarli il meno possibile o comunque solo per valorizzare degli scatti e non per sistemarli da zero.
So che spesso parlo di post produzione, ma metto poche immagini o step by step di sviluppo. Prima o poi inizierò anche io a farlo, promesso, ma ho proprio il rifiuto per gli screenshot dei lavori di post. Ce la metterò tutta, prometto!
Per ora, buona luce in Bianco e Nero.

Recensione monitor Eizo CS2420

Post con poche fotografie, complice anche il fatto che sto ancora aspettando la mia D750 in rientro dal cambio di sensore, mi sono dedicato a qualche prova e ad un po' si sano studio sulla cosiddetta "correzione del colore". Ma non divaghiamo, visto che col sensore spendevo "poco", mi sono detto: "Perchè non dotarci anche di un monitor serio, finalmente?". E la scelta non poteva che cadere su di una marca che è quasi una garanzia assoluta: EIZO. Il modello che ho scelto è quello base (se si può parlare di modelli base ovviamente...) e, più precisamente, del modello CS2420 citato nel titolo:
Ecco qui la meraviglia. Si tratta di un 24 pollici (più grande non ci stava sopra la mia scrivania...) che utilizzo in accoppiata al monitor di servizio del portatile. Inutile dire che non c'è storia tra queste due periferiche: il monito Eizo è di tipo "full RGB", è in grado cioè di visualizzare il 99% dello spettro colore Adobe RGB. Che cosa significa? Significa che, quando guardi le tue foto, riesci a visualizzare un numero di colori e sfumature spaventosamente superiore, rispetto ai modelli che coprono lo spazio colore sRGB. Citando un utente del rispettabilissimo forum JuzaPhoto: "E' assurdo spendere migliaia di euro per l'attrezzatura fotografica, se poi guardi e post produci gli scatti su monitor inadeguati". Sono sempre stato d'accordo con questa affermazione, ma dall'altra parte della bilancia c'erano i 630 euro circa del prezzo di vendita di questo pannello. Ora che lo sto usando da qualche tempo, posso assolutamente affermare che la differenza si vede, eccome! Il monitor arriva corredato di cd che contiene il software di calibrazione Color Navigator. Per chi, come me, era abituato ad utilizzare Display Cal per profilare il monitor, il programma di Eizo può sembrare anche troppo sbrigativo e semplice, facendo sospettare che non serva a nulla. Anche qui ho dovuto ricredermi! Il software di profilazione è molto potente ed assolutamente intuitivo. Va associato ad un colorimetro (io ho la Spyder 5, ma volendo ti vendono insieme quella di Eizo a circa 90 euro) che ti permetta di eseguire tutte le letture del colore richieste dalla procedura ed alla fine ti crei diversi profili monitor, a seconda delle tue esigenze. Vi starete chiedendo perchè si profila un monitor così figo? Proprio perchè essendo figo è necessario essere certi che i colori rappresentati siano quelli giusti. E' un po' come le responsabilità ed i poteri dei super eroi: molti poteri significa molte responsabilità. Per questi monitor è lo stesso: molti colori significa molte probabilità di fare disastri se non sei profilato bene. La procedura comunque è davvero intuitiva e porta via poco tempo. Ogni tanto va ripetuta perchè con l'uso queste periferiche tendono a stararsi leggermente, soprattutto all'inizio. Eizo suggerisce di riprofilare il monitor dopo 80 ore di utilizzo. Nel momento in cui scrivo non credo di essere arrivato a 80 ore, ma il profilo l'ho già verificato e rifatto almeno 3 volte. Ma quanti profili puoi creare? Teoricamente infiniti. Ma quanti te ne servono? Io direi almeno 3 come minimo: uno RGB full a manetta per la post produzione e la visione delle foto con il massimo dei colori, uno sRGB standard (soprattutto se usate lo stesso monitor anche per navigare su internet) ed uno di stampa con il bianco leggermente più scaldato per valutare un po' meglio le modifiche da fare al file destinato alla stampa locale. Perchè mi serve anche un profilo sRGB dato che è uno spazio colore più piccolo di quello che il monitor supporta? Semplicemente perchè sRGB è lo spazio colore ufficiale del web, per cui ogni immagine che vediamo attraverso i nostri browser, possiamo dire tranquillamente, che è in sRGB. Il problema nasce dal fatto che se guardiamo delle immagini sRGB su un monitor Adobe RGB a tutto fuoco, le vedremo IPER SATURE in quanto i colori e la saturazione rappresentabile da Adobe RGB sono molto maggiori rispetto ad sRGB, a parità di coordinate del colore. Mi spiego meglio: supponiamo di guardare un colore con queste tre coordinate RGB 100R 15G 30B . Non ho testato il colore su Photoshop, l'ho scritto a caso, ma ad occhio è un rosso più o meno tendente al blu. Supponiamo che questo colore sia all'interno di una foto sRGB che stiamo guardando su di un sito web. Quelle tre coordinate, ricercate nello spazio colore Adobe RGB, mi restituiranno un colore DIVERSO da quello che troveremo all'interno di uno spazio sRGB. Quale sarà la differenza? Potrebbe essere una leggera sfumatura, come una botta da 15 punti di saturazione. Proprio per questo, il monitor Eizo andrà settato su sRGB quando lo useremo per navigare su internet e/o per usare programmi standard di windows, mentre potremo settarlo a tutta manetta quando ci daremo dentro con Photoshop e compagnia. Ho parlato di programmi windows perchè il sistema Microsoft, tra gli altri limiti, ha anche quello di non gestire il colore in maniera ottimale, per cui non è in grado di distinguere lo spazio colore per auto regolarsi sulle informazioni da sparare al monitor (da cui la necessità di crearci i nostri 3 profili...). Su Mac invece la cosa funziona e quindi di profili ne basteranno 2: RGB a manetta e quello per la stampa. Ho fatto questa larga parentesi perchè l'acquisto di un monitor simile, oltre a dare una buona spinta alla nostra visione/post produzione di immagini, comporta alcuni accorgimenti con cui dovremo imparare a convivere. Per chi vuole fare una vita "rilassata", consiglio quindi di tenersi il proprio monitor sRGB e di non pensarci più. Personalmente posso affermare che, da quando ho iniziato ad usarlo, non tornerei indietro neanche morto! Visto che, con questo trabiccolo riesco a vedere tutti i colori che voglio, nei prossimi post, ogni tanto, farò anche qualche accenno alla gestione del colore che, haimè, è uno dei tanta argomenti molto importati collegati alla nostra passione, ma che spesso viene tralasciato per via del fatto che non è proprio semplicissimo da applicare. Concludo con un singolo voto visto che non ho altra esperienza con monitor di questa fattezza: do un bel 10+ soprattutto per il prezzo che, nonostante non sia da regalo, è davvero basso rispetto a molti altri modelli di pari fama.

Per ora, buona luce full RGB!

Ritorno al passato

Post forse un po' nostalgico: complice l'assenza della mia D750 (ancora in manutenzione per la sostituzione del sensore...), sto riscoprendo la goduria di girare leggerissimi, armato della cara vecchia bridge. Sto parlando della Lumix FZ45, una macchina che ha qualche annetto sulle spalle, ma che ancora può dire la sua. Si tratta di una fotocamera super zoom con un escursione focale di 24-600mm ed aperture che variano da 2.8 a 5.6 (valore di massima apertura) a seconda della focale usata. L'escursione dei diaframmi massima possibile va da 2.8 a 8 ed è possibile praticamente solo a 24mm. La lente è marchiata Leica, ma chiaramente si tratta solo di un accordo di tipo commerciale: le lenti Leica sono un'altra cosa. Calcolando fattori vari, praticamente la tutta apertura corrisponde a circa un f8 di una reflex APS-C per cui si intuisce da subito che la difficoltà maggiore sarà ottenere una buona sfocatura. Questo limite è un classico delle fotocamere compatte/bridge per cui non scopro nulla di nuovo. Ma cosa mi ha fatto così tanto piacere, da dover dedicare addirittura un post a questo aggeggio? La versatilità!! Ragazzi era un bel pezzo che non giravo strafottendomene dell'ottica montata, di dove mettermi per inquadrare, di muoversi in continuazione...insomma, tutte quelle cose che fanno il bello ed il brutto della fotografia reflex. Era una sensazione che avevo dimenticato. Risalire in macchina dopo 2 ore di passeggiata con la fotocamera al collo e non sentire almeno 8 vertebre maciullate...non ha prezzo! Cercare un tempo lungo utilizzando un cavalletto da 5 euro scarsi, del peso di 50 grammi è una cosa meravigliosa! Comunque, a parte queste mie considerazioni, devo dire che anche tecnicamente sono rimasto soddisfatto del lavoro svolto. La fotocamera permette lo scatto RAW (formato RW2 di Panasonic) e consente di gestire manualmente tutti i parametri, per cui ho settato la M sulla ghiera e mi sono goduto pure l'anteprima della foto sul view finder, così come la esponevo io e devo dire che anche questa è una comodità paurosa: un po' ti rincoglionisce e ti dimentichi tutte le "buone maniere" sull'esposizione, ma la rapidità con cui sistemi uno scatto è davvero unica! Dove sta la fregatura quindi? Al di là della cronica difficoltà nel ricercare una sfocatura decente, il sensore non è proprio una gemma e, nel momento in cui ti trovi a dover illuminare qualche ombra un po' troppo scura, escono tutti i limiti di questo tipo di macchine: rumore, artefatti e poco dettaglio fine nonostante i 16 mega pixel che non sono pochissimi. La domanda sorge spontanea: "ma con cosa hai sviluppato i raw di Panasonic?" . No, non ho usato Photoshop sebbene camera raw sia attrezzato per leggere questo formato, ho optato per il programma gratuito SilkyPix che viene suggerito all'atto dell'acquisto e che ora è in versione 8SE. Devo ammettere che, dopo un'iniziale difficoltà nel comprendere bene l'interfaccia, non mi sono affatto trovato male nello sviluppo dei file e ho riscontrato anche una buonissima qualità del risultato finale. Non oso dire che ha fatto meglio di Photoshop, ma con questi file raw, si difende egregiamente, sfruttando ogni singolo pixel dell'immagine. Chiaramente poi, per avere un risultato conforme alle mie attese, ho dovuto utilizzare software esterni tipo PS appunto, ma anche Capture NX-D, che oramai conosco alla perfezione. In questi casi sono transitato per il file TIFF senza perdita di dati. Ma vediamo qualche foto tratta dal mio ultimo giro montanaro in quel di Sappada (UD):








Le foto dei girasoli fanno notare quanti bei dettagli riesce a catturare il sensore e come si riesce anche a sfocare sia dietro che davanti (la foto con le margherite è un bel colpo di culo, lo ammetto, però l'ho un po' cercata...). Il bianco e nero (a tempo lungo col cavalletto da 2 soldi grande come la mia mano) e la foto con la luce "azzurrata" sono state lavorate dal TIFF in Photoshop, utilizzando la Nik Collection. Ad essere spietati nell'analisi, guardando la foto del campanile ed osservando la montagna sullo sfondo, di vede che i dettagli fini sono andati a farsi benedire: in fase di esposizione ho cercato di non sottoesporre troppo la montagna perché sapevo che, illuminando le ombre in post produzione, sarebbe uscito un disastro. Nonostante tutti gli accorgimenti possibili, il risultato è molto amatoriale, ma ricordiamoci sempre che ho utilizzato una macchina che costa un decimo della D750. Sostanzialmente, in presenza di molta luce e di condizioni favorevoli, questa macchina è un'ottima compagna di viaggio, leggera e con un'autonomia più che discreta (ho scattato 500 foto ed avevo ancora una tacca su tre della batteria). Quando il gioco si fa duro ovviamente escono i limiti, ma a mio parere, se la si usa con un po' di testa, si possono ricavare delle ottime fotografie. Quello che voglio dire è che il mondo bridge è molto diverso dal mondo reflex, ma che non è detto che i risultati siano così distanti, dipende molto dal nostro stile e da quanta voglia abbiamo di cercare la foto che abbiamo in testa. A chi volesse avvicinarsi a questo mondo, suggerisco di non comprare immediatamente una Nikon P1000, sarebbero soldi (tanti) buttati, ma di partire da macchine come questa Lumix, che offrono un ottimo compromesso tra qualità e prezzo. Se poi deciderete di fare il salto verso le reflex, avrete comunque un ottimo muletto di riserva, costato poco e con tanta potenza. Non fosse altro, ma potrete sempre sfruttare i 600 (e più...) millimetri per zoomare dove gli umani reflex nemmeno possono immaginare.....hai detto niente!
Buona luce bridge!

Fotogafia e viaggi: MAROCCO (post fotografico)

Come promesso, questa volta si parla solo di fotografia legata al nostro viaggio concluso da poco. Destinazione il MAROCCO più selvaggio! Cominciamo subito con l'attrezzatura: nel mio zaino fotografico c'erano:
  • Nikon D750
  • Nikkor 24-120mm f4 G
  • Nikkor 50mm f1.8 G
  • Tamron SP 70-300mm f4-5.6
  • Polarizzatori per tutte le ottiche
  • Filtri a lastrina ND e GND
  • Cavalletto da viaggio leggero (vedi post precedenti con la recensione)
Ho usato tutto quanto? No, nel senso che non ho avuto tempo di scatenare i miei filtri a lastrina. Purtroppo la formula "viaggio tutto organizzato" poco si sposa con la nostra passione per cui, come dico sempre, utilizzate questo genere di viaggi se proprio non potete fare altrimenti perchè non avrete un cavolo di tempo per pensare alle vostre fotografie, anzi, a volte le scatterete anche "a comando" nei posti che le guide sanno già essere più fotogenici (roba da matti!!).
Le difficoltà nello scattare in Marocco: sicuramente la polvere, soprattutto nel deserto. Il mio UNICO cambio di ottica esterno fatto in TUTTO il viaggio, mi è costato due strisciate sul sensore della mia D750 che, nel momento in cui scrivo, è in assistenza per la sostituzione del pezzo (preventivo 410 Euro porc....)! Altra difficoltà importante, come già detto sopra, è il tempo a disposizione per pensare alle foto: ZERO. Per cui affidatevi al vostro istinto killer e non sentitevi in colpa se, mentre la guida spiega, voi girate a zonzo in cerca di qualche scatto decente!
Le impostazioni da usare: per ottimizzare i tempi io ho sfruttato la priorità di diaframmi con l'impostazione della ISO collegata alla seconda rotella così da poter intervenire subito se un determinato diaframma scelto da me, produceva un tempo di scatto troppo lento. Fine della fuffa!
Sono soddisfatto delle mie fotografie? Domanda difficile: la risposta è NI...nel senso che sono comunque guardabili, ma con il giusto tempo a disposizione avrei potuto fare molto, ma molto meglio. Innanzitutto l'album Flickr che ho creato per l'occasione è disponibile a questo link.
Ma veniamo alle foto: sicuramente l'area più interessante è quella del deserto e le foto, anche senza una particolare tecnica di ripresa, vengono semplicemente spettacolari:




Diaframmi medio chiusi (senza che salga la ISO, per carità!), composizione elementare ed il profilo "saturo" della D750 hanno fatto il resto. Per chi se lo sta chiedendo, il profilo di scatto saturo è praticamente a metà strada tra lo standard e quello per paesaggio: buona saturazione e contrasto non troppo cattivo. Non serve essere McCurry per ricavare delle foto che possono essere stampate con soddisfazione. Ovviamente, ricollegandomi a quanto detto prima, con un po' più di tempo, probabilmente si potevano cercare scatti meno ovvi ed un po' più raffinati, ma questo è quello che sono riuscito a fare, accontentatevi!! 😁
Naturalmente, visto che andate nel deserto, vi offriranno anche la possibilità di scattare all'alba, alzandovi alle 4:30. Dopo che avrete vomitato per l'ora, lo spettacolo sarà garantito:




Notate come si vede la differenza di dominante nella luce. Il mio WB è sempre stato uguale, settato in maniera manuale con il trabiccolo che ho recensito qualche post fa, per cui non è stata assorbita alcuna frequenza di colore da nessun automatismo. La differenza è notevole rispetto al tramonto ed alla fine è solo questione di gusto personale se preferire una o l'altra luce, ma resta che sono davvero incantevoli tutte e due!!!
Non potevo ovviamente non provare a fare una notturna, giusto una...nel vero senso della parola, perchè altre occasioni non ne ho proprio avute:
Anche qui nessuna difficoltà particolare: regola del 600 per calcolare il tempo di scatto (600/focale REALE usata), iso medio alti (da 1600 in su) e diaframma tutto aperto senza alcun filtro, nemmeno l'uv, davanti all'ottica.
Altre zone interessanti sono le cosiddette "valli": quella del Draa, del Dades, di Ait ben Hadou sono le più famose, ma ogni posto dove scorre un fiume in mezzo alle montagne aride, è definito valle e ci pullula la vita, sia quella umana che quella animale:







Ovviamente le foto panoramiche (le ultime due qua sopra) sono state fatte con la tecnica dello stich ovvero sono state unite N fotografie per crearne una sola di formato più "largo". Il suggerimento operativo, in questo caso, è tanto semplice quanto importante: se il panorama è orizzontale (99% dei casi), le foto scattatele in verticale così avrete più proporzione, ovviamente vale il vice versa se il panorama è verticale. Ricordate di settare l'esposizione in maniera manuale così da avere la stessa impostazione per tutte le foto che saranno destinate allo stich, altrimenti si vedranno le differenze di luce nel cielo ed il panorama farà abbondantemente cagare.
Ok, va bene, c'era anche Marrakech che, come ho già detto, non è che mi abbia particolarmente impressionato, ma la Medina è sicuramente una discreta finestra sul Marocco di una volta (anche se, con il nostro tipo di viaggio, il Marocco più vero e tradizionale lo si vede anche senza dover passare per le medine...e non è così turistico....) per cui all'interno sbizzarritevi con i particolari da ritrarre:






Quali sono le difficoltà fotografiche? Innanzitutto non scattate a mille perchè non a tutti piace che si facciano le foto alle proprie cose. Non parlo solo dei ritratti classici, ma anche delle semplici spezie in vendita: abituatevi a chiedere se potete scattare qualche foto e magari fate vedere il risultato, così da tranquillizzare il commerciante sul fatto di non essere stato ripreso (ad esempio). L'educazione paga sempre!! Seconda difficoltà, un po' più tecnica è la luce che varia in mille modi: siete, di fatto, all'interno di una città, per cui i problemi sono quelli classici, in più avrete a che fare con orari assurdi perchè non potete scegliere quando andare a visitarla, ma dovrete accodarvi al vostro gruppo. Naturalmente, è quasi inutile dirlo, l'orario non sarà mai il migliore per fotografare per cui focalizzate la vostra attenzione sui contrasti, sono terrificanti. Se potete. scattate sempre in ombra, con tutta la foto in ombra o, comunque, immersa nella stessa luce, forte o delicata che sia. Se osservate la prima e la terza foto qua sopra capirete a cosa mi riferisco: per quanto possiate curare la composizione, questi contrasti così marcati faranno sembrare la foto un po' troppo incasinata, anche se così non è. La gamma dinamica del vostro sensore sarà messa a dura prova ed in post produzione dovrete avere la pazienza di aprire un po' le ombre per appiattire un po' il contrasto (do per scontato che abbiate esposto evitando di bruciare le alte luci, altrimenti siete fregati....). Sempre all'interno di Marrakech, ma fuori dalla Medina, da visitare ci sono i giardini Majorelle (carini, ma non imperdibili) ed il parco pubblico con relativa piscina da cui si trae la classica foto che si vede in tutte le ricerca Google:
Anche qui nessuna difficoltà particolare tranne il fatto che era mezzogiorno per cui la luce non era l'ideale per fare fotografie. All'interno dei giardini Majorelle abbiamo avuto 15 minuti (di orologio!!) per girare ed alla fine sono riuscito a salvare questi particolari:


C'entrano poco con il Marocco, ma tant'è che, oltre ad una serie infinita di cactus, quello c'era da fotografare. Chiudo con una foto più streettarola di un turista che spero mi perdoni, visto che non so nemmeno come si chiama, ma dopo il mio scatto, è diventato l'attrazione principale per circa 5 minuti:
Era talmente stanco che non si è accorto dell'infinità di persone che gli si sono sedute a fianco per fare foto ironiche, con facce strane, linguacce ecc...una parentesi divertentissima, anche perchè tutti noi che eravamo intorno non facevamo il minimo rumore proprio per non svegliarlo e permettere a tutti di fare la foto divertente della vacanza...povero amico, hai avuto il tuo momento di gloria, anche se non te ne sei accorto.
Bene, direi che può bastare: le altre foto sono nell'album anche se ovviamente non sono tutte, ma un discreto riassunto. Ultimo appunto sulla selezione degli scatti: 1.300 foto fatte da cui ne sono uscite poco più di 300 e di queste, solo 75 sono finite nell'album di Flickr. Questo ovviamente non significa che le altre mi facciano schifo (alcune si, lo ammetto...), ma che ai fini divulgativi non erano significative: magari finiranno nel video clip di ricordo del viaggio, ma sarà visionato esclusivamente in forma privata per cui, anche in questo caso, armatevi di spietatezza, ma ricordatevi sempre qual'è il fine ultimo della vostra selezione.

Ed allora šukran (grazie) Marocco e buona luce a tutti!