Ritorno al passato

Post forse un po' nostalgico: complice l'assenza della mia D750 (ancora in manutenzione per la sostituzione del sensore...), sto riscoprendo la goduria di girare leggerissimi, armato della cara vecchia bridge. Sto parlando della Lumix FZ45, una macchina che ha qualche annetto sulle spalle, ma che ancora può dire la sua. Si tratta di una fotocamera super zoom con un escursione focale di 24-600mm ed aperture che variano da 2.8 a 5.6 (valore di massima apertura) a seconda della focale usata. L'escursione dei diaframmi massima possibile va da 2.8 a 8 ed è possibile praticamente solo a 24mm. La lente è marchiata Leica, ma chiaramente si tratta solo di un accordo di tipo commerciale: le lenti Leica sono un'altra cosa. Calcolando fattori vari, praticamente la tutta apertura corrisponde a circa un f8 di una reflex APS-C per cui si intuisce da subito che la difficoltà maggiore sarà ottenere una buona sfocatura. Questo limite è un classico delle fotocamere compatte/bridge per cui non scopro nulla di nuovo. Ma cosa mi ha fatto così tanto piacere, da dover dedicare addirittura un post a questo aggeggio? La versatilità!! Ragazzi era un bel pezzo che non giravo strafottendomene dell'ottica montata, di dove mettermi per inquadrare, di muoversi in continuazione...insomma, tutte quelle cose che fanno il bello ed il brutto della fotografia reflex. Era una sensazione che avevo dimenticato. Risalire in macchina dopo 2 ore di passeggiata con la fotocamera al collo e non sentire almeno 8 vertebre maciullate...non ha prezzo! Cercare un tempo lungo utilizzando un cavalletto da 5 euro scarsi, del peso di 50 grammi è una cosa meravigliosa! Comunque, a parte queste mie considerazioni, devo dire che anche tecnicamente sono rimasto soddisfatto del lavoro svolto. La fotocamera permette lo scatto RAW (formato RW2 di Panasonic) e consente di gestire manualmente tutti i parametri, per cui ho settato la M sulla ghiera e mi sono goduto pure l'anteprima della foto sul view finder, così come la esponevo io e devo dire che anche questa è una comodità paurosa: un po' ti rincoglionisce e ti dimentichi tutte le "buone maniere" sull'esposizione, ma la rapidità con cui sistemi uno scatto è davvero unica! Dove sta la fregatura quindi? Al di là della cronica difficoltà nel ricercare una sfocatura decente, il sensore non è proprio una gemma e, nel momento in cui ti trovi a dover illuminare qualche ombra un po' troppo scura, escono tutti i limiti di questo tipo di macchine: rumore, artefatti e poco dettaglio fine nonostante i 16 mega pixel che non sono pochissimi. La domanda sorge spontanea: "ma con cosa hai sviluppato i raw di Panasonic?" . No, non ho usato Photoshop sebbene camera raw sia attrezzato per leggere questo formato, ho optato per il programma gratuito SilkyPix che viene suggerito all'atto dell'acquisto e che ora è in versione 8SE. Devo ammettere che, dopo un'iniziale difficoltà nel comprendere bene l'interfaccia, non mi sono affatto trovato male nello sviluppo dei file e ho riscontrato anche una buonissima qualità del risultato finale. Non oso dire che ha fatto meglio di Photoshop, ma con questi file raw, si difende egregiamente, sfruttando ogni singolo pixel dell'immagine. Chiaramente poi, per avere un risultato conforme alle mie attese, ho dovuto utilizzare software esterni tipo PS appunto, ma anche Capture NX-D, che oramai conosco alla perfezione. In questi casi sono transitato per il file TIFF senza perdita di dati. Ma vediamo qualche foto tratta dal mio ultimo giro montanaro in quel di Sappada (UD):








Le foto dei girasoli fanno notare quanti bei dettagli riesce a catturare il sensore e come si riesce anche a sfocare sia dietro che davanti (la foto con le margherite è un bel colpo di culo, lo ammetto, però l'ho un po' cercata...). Il bianco e nero (a tempo lungo col cavalletto da 2 soldi grande come la mia mano) e la foto con la luce "azzurrata" sono state lavorate dal TIFF in Photoshop, utilizzando la Nik Collection. Ad essere spietati nell'analisi, guardando la foto del campanile ed osservando la montagna sullo sfondo, di vede che i dettagli fini sono andati a farsi benedire: in fase di esposizione ho cercato di non sottoesporre troppo la montagna perché sapevo che, illuminando le ombre in post produzione, sarebbe uscito un disastro. Nonostante tutti gli accorgimenti possibili, il risultato è molto amatoriale, ma ricordiamoci sempre che ho utilizzato una macchina che costa un decimo della D750. Sostanzialmente, in presenza di molta luce e di condizioni favorevoli, questa macchina è un'ottima compagna di viaggio, leggera e con un'autonomia più che discreta (ho scattato 500 foto ed avevo ancora una tacca su tre della batteria). Quando il gioco si fa duro ovviamente escono i limiti, ma a mio parere, se la si usa con un po' di testa, si possono ricavare delle ottime fotografie. Quello che voglio dire è che il mondo bridge è molto diverso dal mondo reflex, ma che non è detto che i risultati siano così distanti, dipende molto dal nostro stile e da quanta voglia abbiamo di cercare la foto che abbiamo in testa. A chi volesse avvicinarsi a questo mondo, suggerisco di non comprare immediatamente una Nikon P1000, sarebbero soldi (tanti) buttati, ma di partire da macchine come questa Lumix, che offrono un ottimo compromesso tra qualità e prezzo. Se poi deciderete di fare il salto verso le reflex, avrete comunque un ottimo muletto di riserva, costato poco e con tanta potenza. Non fosse altro, ma potrete sempre sfruttare i 600 (e più...) millimetri per zoomare dove gli umani reflex nemmeno possono immaginare.....hai detto niente!
Buona luce bridge!

Nessun commento:

Posta un commento