Iniziamo la carrellata degli elementi che compongono il triangolo della fotografia con il DIAFRAMMA. Come detto in precedenza si tratta del buco da cui passa la luce che poi colpisce il nostro sensore. Prima di parlarne specificatamente però voglio farvi una domanda: supponiamo che senza sapere nulla di nulla impostiamo sulla nostra reflex un diaframma qualsiasi (ad esempio f8); supponendo poi che la macchina lavori a "priorità di diaframmi" (una delle tante modalità semi automatiche), vedremo che l'esposizione verrà bilanciata dagli automatismi. Scattiamo ed abbiamo in mano la nostra fotografia. Ora, riprendiamo la stessa scena ed impostiamo un altro diaframma (ad esempio f2.8). La macchina regolerà di conseguenza gli altri parametri come in precedenza. Scattiamo ed avremo un'altra posa della stessa scena. Ma allora...esistono tantissimi parametri corretti per riprendere la scena che abbiamo inquadrato? La risposta è SI, esistono tantissime combinazioni che danno un'esposizione corretta, ma forse, solo una vi darà un'esposizione corretta e CREATIVA. E qui iniziamo a parlare di Diaframma: che cosa cambia da f8 a f2.8 (tanto per rimanere sui dati del nostro esempio)? Cambia la cosiddetta "profondità di campo" (espressa anche con le sigle "pdc" o "dof" a seconda della lingua utilizzata). La profondità di campo non è altro che la parte nitida di una fotografia, tutta quella parte di immagine che noi percepiamo come nitida a partire dal punto di messa a fuoco. Più parte percepiamo nitida e più profondità di campo avremo. Il diaframma, insieme alla misura della focale utilizzata, influenza proprio questa porzione di parte nitida. Mi spiegherò con un esempio visivo che ho trovato in giro per il web:
Come potete vedere al crescere del valore di diaframma impostato (e quindi più chiudiamo il diaframma) cresce anche la porzione nitida di immagine visualizzata. Di fatto ci sono anche altri fattori che determinano la quantità di nitidezza che viene percepita. In sostanza i fattori che determinano la profondità di campo sono:
- diaframma
- lunghezza focale utilizzata
- distanza dello sfondo dal soggetto in primo piano.
Per quanto riguarda il diaframma direi che abbiamo sintetizzato abbastanza bene, per la lunghezza focale usata diciamo che più è verso il "tele" e meno profondità di campo restituirà. Mi spiego con un esempio: se scattiamo una foto a 17mm e f16 avremo una grandissima profondità di campo, mentre se scattiamo la stessa immagine a 300mm e f16 avremo una ridotta profondità di campo per via della lunghezza focale utilizzata. Quindi, visto che so già dove volete arrivare, per ottenere un ottimo sfocato bisogna utilizzare una focale da medio-tele in su (70-300mm) con apertura di diaframma generosa (f4, f5.6 ecc). Attenzione però perchè c'è l'ultimo elemento da tenere in considerazione ovvero la distanza dello sfondo dal soggetto. Per ottenere uno sfocato evidente e morbido, la distanza dello sfondo dal primo piano deve essere di almeno 2,5 metri (nell'esempio degli scacchi qui sopra, evidentemente lo sfondo è abbastanza distante visto che già ad f4 si ottiene uno sfocato molto deciso). Quindi ricapitolando:
TANTA profondità di campo (=sfondo MOLTO leggibile): focale grandangolare + diaframma chiuso
POCA profondità di campo (=sfondo POCO leggibile): focale tele + diaframma aperto + distanza dello sfondo almeno 2,5metri.
Ovviamente tutte le varie impostazioni intermedie daranno risultati a metà strada. Ecco quindi spiegato il motivo per cui, tra le tante impostazioni che restituiscono una corretta esposizione, ce ne sarà sicuramente UNA che restituirà una corretta esposizione CREATIVA secondo le vostre esigenze.
Per oggi è tutto e, mi raccomando: per ogni dubbio o curiosità scrivete, scrivete, scrivete. I commenti sono liberi, quindi se qualcuno ha anche qualcosa da aggiungere o qualche esperienza personale da riportare, ben vengano!
Buona luce!
Il primo commento lo metto io: guardate l'immagine che ho scelto come sfondo di questo blog...secondo voi ha poca o tanta profondità di campo? ;-)
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