Fujifilm X-S20 + Fujifilm 16-50 f2.8 / 4.8 - PRIME IMPRESSIONI

Eccomi di nuovo con un post poco fotografico, ma direttamente collegato agli ultimi discorsi sull'attrezzatura. Ebbene si, ho ufficialmente eseguito il downgrade da viaggio.

Ho acquistato tramite offerta "natalizia", l'attrezzatura Fuji citata nel titolo, così da iniziare la costruzione del piccolo corredo che mi accompagnerà nei futuri viaggi. Se ve lo state chiedendo, la risposta è NO, non ho sostituito la mia D750 con questo trabiccolo, ho sdoppiato l'attrezzatura a seconda dell'utilizzo. La motivazione l'ho già spiegata: il desiderio di non sfondarmi più spalle e schiena con il peso di questa passione, soprattutto durante i viaggi dove spesso ti trovi a fare trekking o a camminare in condizioni climatiche davvero impegnative. 

Che cosa ho comprato? Come da titolo mi sono fatto affascinare dal sistema Aps-C di Fuji, optando per una X-S20 come corpo macchina e per un 16-50 come ottica. Manca all'appello il tele che arriverà, probabilmente, a gennaio e sarà un 55-200 di cui parlerò in seguito.

Andiamo per ordine: perchè, di tutto il panorama Fuji, ho scelto la X-S20 e non, ad esempio, la X-T5? Per diversi motivi potrei dire, ma li elenco senza troppe remore:

  1. Il grip ergonomico: l'impugnatura dove si trova il pulsante di scatto è profonda e generosa, molto simile a quella di una reflex e mi ha restituito un ottimo feeling. Molto meglio degli altri modelli, X-T5 compresa!
  2. La capacità di passare da foto a video in un attimo (tramite rotella o preset "C"), con qualità di registrazione decisamente buona
  3. Il sensore da 26 Mpx: mi ricorda molto quello da 24 che ho sulla D750, anche se lì si parla di Full Frame e non di Aps-C. Quello da 40 della X-T5 è, semplicemente, una follia troppo densa per i miei gusti
  4. L'uso che ne andrò a fare: questo mini corredo mi deve accompagnare nei viaggi, non sarà mai la mia attrezzatura principale, ma farà in modo che non mi spacchi la schiena ogni volta che vado all'estero e devo stare in un gruppo a visitare un Paese. Prendere una "macchina fotografica" come la X-T5, molto votata allo scatto (piuttosto che al video) e con tante bellissime ghiere, non mi sarebbe servito a nulla. L'avrei dovuta impostare esattamente come sto usando ora la X-S20. Ed allora perchè spendere un sacco di soldi per cose che non potrei mai usare come si deve?
Per quanto riguarda le ottiche, inizialmente ero orientato verso un 16-80 f4, ma visto il peso (ed il costo) di questo obiettivo, ho preferito optare per il classico 24-70 (più o meno), da abbinare al tele (che, in abbinata al 16-80, mi avrebbe inutilmente duplicato delle focali). Il peso ha avuto anche qui la sua importanza e mi spiego subito: se avete letto i post precedenti, sapete che il mio kit da viaggio con la D750 arriva a pesare, in totale, quasi 3kg (forse più con i filtri ecc). Questo kit da viaggio, comprendendo anche il tele che devo ancora comprare, peserà, in totale, 1.311 grammi. Meno della metà!! La qualità non sarà troppo bassa rispetto a prima, anzi, forse per certi aspetti sarà anche superiore, ma, al di là di questo, la mia schiena non si lamenterà più, almeno spero! 🙏

Le mie prime impressioni: il peso relativo di macchina e ottica non è pochissimo (siamo sui 731 grammi) quindi non sembra di avere in mano un giocattolino, anzi. La sensazione di robustezza si unisce ad una maneggevolezza molto buona, specie per me che ho le mani piccole. Certo, a dirla tutta, la figura che faceva "il macchinone" è un'altra cosa, ma qualche compromesso dovevo pur accettarlo 😁. Tornando a noi, le prime impressioni sono buone, ma non eccelse. Ovviamente va premesso che devo prendere mano con tutte le cose che offre e devo ancora finire di leggere il libretto di istruzioni (si, io sono uno che legge tutto il libretto di istruzioni....e dovreste farlo anche voi!! 😌). Potrei quindi smentirmi in futuri post, ma per ora diciamo che la macchina si comporta abbastanza bene dal punto di vista meramente fotografico. Queste le cose che mi sono balzate all'occhio di primo impatto:
  • Mirino elettronico: forse la differenza più grande con la reflex. Niente di che, nel senso che non è un top di gamma e quindi dovrò settarlo alla perfezione per non affaticarmi l'occhio e per abituarmi alla posizione di tutte le migliaia di informazioni che contiene. RIVEDIBILE
  • Esposimetro: somiglia molto a quello della D750 ovvero tende a schiarire dove possibile, in tutte le combinazioni di lettura esposimetrica, esclusa la spot. Tradotto: se usate la Matrix, scattate con 1/3 di stop di sottoesposizione per non avere luci bruciate, anche in caso di luce frontale sul soggetto. Se usate la spot invece fidatevi pure di quello che vi dice. PROMOSSO CON RISERVA
  • Menu e settaggi: un incubo. Un casino assurdo, con comandi ed opzioni ripetute in menu diversi (e non parlo solo di audio e video). Troppo dispersivo e poco parlante: le traduzioni in italiano sembrano fatte da un dislessico e sono spesso fuorvianti rispetto alla funzione descritta. Spero abbiano impalato il progettista!!! MOLTO BOCCIATO
  • Pulsanti programmabili: i pulsanti presenti sono quasi tutti programmabili, stupendo vero? Peccato che abbiano già dei nomi di funzione scritto sopra. Ad esempio, il pulsante ISO serve, con molta fantasia, ad aprire il menu ISO dove puoi modificare la sensibilità del sensore. E' però presente una ghiera anonima che puoi settare come vuoi ed io ci ho associato proprio la ISO così da modificarla direttamente ruotandola, piuttosto che entrare in un menu, spostare il valore con il joystick e dare OK. Ed ora cosa ci faccio con il tasto ISO? Ci ho settato il riconoscimento facciale del soggetto. La domanda sorge spontanea: che caXXo ti ha detto la testa quando hai riempito di nomi questi pulsanti, mentre bastava un generico Fn1, Fn2 etc.? In questo momento, se presto la macchina a qualcuno, è facile che impazzisca dopo 5 minuti😁 BOCCIATO
  • Attivazione EVF o LCD: ci sono diverse combinazioni che sfruttano anche il sensore di prossimità dell'occhio e che attivano il mirino elettronico solo quando ti avvicini. In questo momento ho settato la gestione interamente sull'EVF, con utilizzo sensore di prossimità e l'LCD solamente per la visione degli scatti eseguiti. Questo significa che se richiamo un menu, questo appare solo sull'EVF e quindi sembro un ebete che guarda dentro al mirino, senza scattare nemmeno una foto (o addirittura con il tappo montato davanti all'obiettivo). L'alternativa, proposta come default è che allo spegnimento dell'EVF (ovvero quando togli l'occhio dal mirino), si accende l'LCD e resta acceso. Così, menu ed immagini finiscono sull'LCD. Peccato che così la batteria ti dura 10 minuti, altro che 720 scatti. Di fatto non esiste una combinazione che ti permette di fare quello che faceva il "live view" della D750 ovvero attivare l'LCD con singolo comando. E quindi? Ho settato l'ennesimo pulsante programmabile, per passare tra le varie combinazioni, fino a trovare quella che attiva l'LCD: una scomodità assurda, dato che è solo software, per cui risolvibile con una programmazione del firmware che non sia fatta da un idiota. BOCCIATO
  • Autofocus: qua devo dire che si vedono tanti passi in avanti. In tutta onestà devo ancora capire come funziona tutto il cucuzzaro, ma ho fatto alcuni test con gli esseri umani. Attivando il riconoscimento del volto/occhio, se avvicini il punto di messa a fuoco al soggetto umano, questo automaticamente aggancia l'occhio e non lo molla più. Se attivi al maf premendo il pulsante di scatto a metà, si blocca sul punto che ti evidenzia dal pre af e puoi scattare, certo della nitidezza dove serve. Tutto bellissimo, a parte che, in caso di volto messo di "taglio" ovvero non dritto alla fotocamera, in più di una occasione, mi ha agganciato l'occhio più distante da me, ovvero quello sbagliato. Puoi regolare questa funzione? Per ora ho scoperto che si può scegliere tra automatico, occhio dx e occhio sx. Posso tradurla? Un'altra boiata!! Che cosa centra a dx o a sx se i problemi li hai solo quando un occhio è più avanti di un altro? Devi mettere a fuoco quello più vicino, salvo che non sia io a dirtelo. Anche qui si riconduce il tutto ad un firmware scritto coi piedi perchè le funzioni hardware e di IA per identificare l'occhio vicino o distante, ci sono già e funzionano anche bene. Altra situazione dove l'AF ha fatto cilecca è quando un soggetto si confonde un po' con lo sfondo o quando c'è poco contrasto attorno al soggetto. Per carità, anche l'AF della D750 non era infallibile da questo punto di vista, ma in questo caso emergono proprio tutti i problemi dell'AF a contrasto o misto. RIVEDIBILE
  • Qualità del file raw: qui posso dire tranquillamente che non mi ha fatto rimpiangere quelli della D750, anzi. Noto la differenza di sensore, nel senso che questo, più moderno, permette un recupero a volte superiore di quello che permetteva la Nikon. Per carità, 10 anni di età in meno si vedono e, pur non facendo gridare al miracolo devo dire che i file prodotti, sono molto lavorabili e facilmente digeribili anche da camera raw. Ho fatto qualche test e sono rimasto piacevolmente impressionato anche dal livello di rumore che, a prima vista, sembra molto ben controllato. PROMOSSO
  • Software a corredo: ho scaricato solo X-Raw perchè pensavo fosse il classico programmino dove puoi selezionare le foto con i colori, fare qualche regolazione di base del raw ecc. Queste cose le fa ovviamente, ma qui c'è il colpo da maestro che fa capire quanto sia perversa la mente dei programmatori di Fuji: vuoi applicare le simulazioni pellicola anche al raw? Vuoi salvare il Jpg partendo dal raw e mantenendo i settaggi usati in macchina? Nessun problema: basta che colleghi la fotocamera al pc (!!!) e clicchi qua e là. E perchè devo collegare la fotocamera se ho già scaricato le foto? Perchè per queste operazioni, il software se ne fotte allegramente della tua configurazione pc di ultimo grido, ed usa il processore della fotocamera. Nella pratica, spara il raw verso la fotocamera (dopo che tu l'hai scaricato nel pc...), la fotocamera lo elabora e spara il jpg verso il computer, salvandolo sul disco. Da quale parte del cervello di chi è nata questa autentica puttanata, non mi è dato saperlo, ma se lo scoprirò posso già dire che dovrò far ricorso a tutta la mia pazienza per non staccare la testa a sta gente. Non aggiungo altro se non un bel BOCCIATO.

Mi fermo qui altrimenti scrivo Guerra e Pace. Per il comparto video devo prima prendere confidenza con tutto il sistema e poi potrò fare delle valutazioni. Il video non è il mio pane quotidiano, portate pazienza. Stesso discorso per lo stabilizzatore sul sensore e le sue varie applicazioni. Sulle simulazioni pellicola non dirò molto, dato che non è mia intenzione usarle. Infine la domanda da cento milioni di dollari: quanto ho speso? 1.399 euro del kit completo. Se calcoliamo che il solo corpo macchina ero riuscito a trovarlo a 1.210 euro e che l'ottica in questione è una XF (cioè quelle con caratteristiche migliori di Fuji), direi che non potevo rifiutare l'affare, soprattutto sapendo di dover ancora acquistare un obiettivo per completare il kit. Ovviamente sto parlando di NUOVO. Sul mercato dell'usato si risparmia qualcosa, ma non tantissimo in questo caso.

Le prime impressioni quindi posso riassumerle così: una buona macchina fotografica, con buone funzioni, af e sensore, ma con un firmware ed una gestione software fatta davvero male. So di non essere l'unico ad avere questa opinione sui firmware/programmi di Fuji: spero vivamente che queste grida di aiuto arrivino alle orecchie giuste e che vengano rilasciati degli aggiornamenti degni di questo nome.

Per ora è tutto, buona luce col firmware crakkato!

Fotografia e viaggi: Thailandia del Nord (Post amministrativo)

Eccomi di nuovo con la consueta accoppiata di post legata ai nostri viaggi. Assistiti come sempre dalla nostra agenzia Hamearis Tour di Roncade (TV), siamo tornati nel sud-est asiatico e precisamente in Thailandia. Andiamo per ordine:

TIPO DI VIAGGIO: tour di gruppo organizzato con operatore Mistral (Quality Group). Durata 10 giorni circa, compresi voli, scali ecc. Costo circa 2.600 euro a persona, compreso di ogni cosa ed assicurazione totale.

VOLI: Emirates da Venezia, con scalo a Dubai. E qui inizio subito a sfatare qualche mito circa questa compagnia che sembra imbattibile sotto ogni punto di vista. Di sicuro è una buona compagnia aerea, questo si, ma da qui ad essere, insindacabilmente e per distacco, la migliore, ce ne passa. I due aerei usati per questa tratta sono stati un 777 da Venezia a Dubai e un A380 da Dubai a Bangkok. Il 777 è in assoluto l'aereo più rumoroso che io abbia mai provato, nemmeno Alitalia con i vecchi voli interni era riuscita a fare "meglio"😖. Forse siamo stati sfortunati con il posto a sede, ma non penso che sia questo il problema. In certi momenti il casino impediva di sentire anche il film che avevo in cuffia e non aggiungo altro. L'A380 invece è decisamente migliore: per carità si parla di aereo a due piani, con un bel culone grosso da sollevare e dei motori veramente imponenti, ma il rumore era perfettamente controllato. La comodità su entrambi i voli, così come il cibo, sono quelli da economy class, ma visti i costi anche della premium economy, non è che si possa fare molto di più a meno di spendere per i voli, come per l'intero viaggio e onestamente non so quanto possa valerne la pena. Chissà, magari per qualche viaggio futuro potrei fare anche questo test. Tornando a noi: all'andata lo scalo a Dubai è durato circa 3 ore e mezzo, mentre al ritorno è stata più dura in quanto abbiamo preso un volo interno da Chiang Mai a Bangkok, aspettato ben 6 ore, preso il volo per Dubai, aspettato 2 ore e mezza e finalmente preso il volo per Venezia. Totale circa 22 ore dall'ora di partenza dall'hotel, all'atterraggio, comprese ovviamente le 6 ore di fuso orario 😱.

GUIDA e TRASPORTI: eccellenti. La nostra guida Naree, con una grande esperienza di vita in Italia, ci ha coccolato durante tutto il viaggio. Preparata e gentilissima, non ci ha mai fatto mancare nulla.😍 Probabilmente facilitata dal gruppo di poco più di 10 persone, come lei stessa ha ammesso, va però detto che se uno non è di indole premurosa, puoi viaggiare anche solo in 2 che non avrai comunque belle sensazioni come è stata in grado di farci provare lei. Grazie davvero! I trasporti erano affidati ad un pullman sovradimensionato: 40 posti per 13 persone. Potete immaginare la comodità: ci siamo sparati 1200 Km in meno di 7 giorni e manco ce ne siamo accorti. Acqua sempre a disposizione così come caramelle e un bellissimo "pollo giocattolo per cani" che suonavamo ogni volta che tornavamo sul mezzo, troppo divertente!!

STRUTTURE: anche troppo belle. Livello elevato, senza dubbio: tanti servizi a disposizione, ma pochissimo tempo anche solo per valutarli. In un tour del genere sei sempre di corsa e quando arrivi in hotel, hai tutto tranne che la voglia di girare per la struttura a vedere la piscina o cose del genere. C'è un unico appunto che ho già fatto notare: le colazioni iniziano sempre alle 6:30, ma spesso, per esigenze di tour, ti trovi a partire alle 7 (ad esempio) e con le valigie a seguito. Ne consegue che praticamente non hai nemmeno il tempo di lavarti i denti. Sicuramente questo aspetto è migliorabile prendendo accordi con le strutture stesse o cercandone altre che prevedano le colazioni dalle 06 di mattina. Aiuterebbe certamente a non avere la sensazione di rincorrere sempre, già di mattina presto.😎

TAPPE DEL TOUR: partenza ed arrivo a Bangkok, con passaggio ad Ayutthaya, per arrivare alle città di Chiang Rai e Chiang Mai, nei pressi del triangolo d'oro (il confine tra Thailandia, Myanmar (o Birmania) e Laos. Una curiosità: il triangolo d'oro, si chiama così perchè in passato (in passato??) gli stupefacenti che venivano trafficati in questa zona, erano pagati esclusivamente con oro. Non sono mancati mercati galleggianti, sulle rotaie e diversi giri alla scoperta della cultura locale. Ciliegina sulla torta: su nostra richiesta è stato inserito anche un giro presso il villaggio delle "donne giraffa", sulle quali spenderò due parole in seguito.

CIBO: tipicamente asiatico, tranne qualche serata un po' più internazionale.😁 Riso, tagliatelle di riso, carne bianca, pesce, zuppe e verdure. Tutto buonissimo. Probabilmente non sono la persona più adatta per criticare il cibo dato che alcuni compagni di viaggio, mi hanno definito un "buongustaio" nel senso che provo qualsiasi cosa mi mettano davanti nel piatto. Una caratteristica che abbiamo notato è l'assenza quasi costante di coltelli tra le posate. Al momento pensavamo che fosse un deterrente contro le risse o per evitare che qualcuno si facesse male, ma in realtà ci è stato spiegato che i coltelli sono poco usati dato che i bocconi più "resistenti" sono già a misura di bocca umana, mentre gli altri sono facilmente tagliabili anche solo con le bacchette, da quanto sono cotti. A proposito di cibo e cultura: una sera siamo stati ospitati da un signore locale (che aveva una casa enorme che a noi è piaciuta tantissimo!). Oltre al tour della casa e delle varie reliquie di famiglia, ci ha diviso in due piccoli gruppi e ci ha invitato, sotto supervisione, a preparare la cena per tutti. Il risultato è stato interessante: delle tagliatelle con verdure e tofu (Pad Thai) e del pollo saltato piccante (anche troppo!😂). Esperienza sicuramente turistica, ma molto divertente.

CONSIDERAZIONI: il sud est asiatico è sempre affascinante per noi europei. Cultura completamente diversa dalla nostra, tante ore di volo e tante ore di fuso. Al rientro, le 6 ore di differenza oraria le ho assorbite dopo una settimana. Per carità, sarò anche "vecchietto", ma è stata impegnativa.😴 Il viaggio è ben costruito, con trasferimenti mirati e luoghi visitati assolutamente interessanti. Dal punto di vista "tecnico" non ho nulla da dire, viaggio semplicemente da fare: vale ogni minuto di volo per raggiungere la destinazione. Dal punto di vista culturale è sicuramente da far notare l'approccio meramente "buddista" 🙏delle persone: sono sempre disponibili e seguono la filosofia più classica di questa dottrina ovvero "più dai, più riceverai" ed è bellissimo da vedere anche nelle piccole cose. Riguardo le donne giraffa posso dire che, onestamente, non vale la pena di alimentare questa mera espressione turistica.😥 Si tratta di donne e ragazze a cui vengono applicati degli anelli in ottone pesantissimi che sformano le spalle e la clavicola, facendole abbassare e quindi facendo percepire il collo come allungato. Questo non significa che non ci sia sofferenza in questa postura, anzi. Fortunatamente (ed aggiungo "era ora") stanno sparendo perchè le giovani ragazze, preferiscono farsi dei bei giri in città, piuttosto che rimanere attaccate a questa tradizione già morta da tempo e tenuta in vita solamente per i turisti.😎 Di situazioni dove il fisico viene messo alla prova ne abbiamo viste parecchie in giro per il mondo, ma una cosa è una tradizione portata avanti in maniera convinta e con attaccamento, un'altra è renderla solo un'attrazione turistica. Il villaggio praticamente non esiste, sono solo bancarelle con souvenir e lo spazio giusto giusto per fare foto e selfie. Lasciate perdere. Ultima annotazione: all'interno del tour abbiamo avuto la possibilità di interagire con gli elefanti asiatici🐘, dando loro da mangiare e facendoci pure qualche bella foto insieme a loro. E' vero che sono più piccoli (e mansueti) di quelli africani, ma siamo comunque nell'ordine delle 3 tonnellate di peso, non proprio dei fuscelli. Esperienza assolutamente da fare perchè questi animali sono davvero spettacolari 💖e, se in Africa avevamo avuto quasi paura della vicinanza (vista la stazza...), in questo caso ci siamo sentiti a nostro agio fin da subito e poter camminare e scattare foto in piena libertà, con questi enormi animali che ti "pascolano" attorno pacifici e senza timore, è stata un'esperienza veramente appagante.

Dovrei aver detto tutto, in caso tornerò ad aggiornare il post. Come sempre per domande, insulti ecc, potete usare i commenti. Ora tocca alle foto che sono in fase di selezione/sviluppo (anche qui oltre 1000 scatti da guardare...) ed in attesa del prossimo post fotografico, buona luce Thailandese!

Peso e potenza

"La potenza è nulla, senza il controllo" diceva una famosa pubblicità, ma io l'ho modificata in "La potenza troppo pesante è nulla, anche se la controlli"

A parte gli scherzi, questo post è dedicato ad una riflessione che ho iniziato a fare durante il mio ultimo viaggio in Madagascar e di cui ho accennato qualcosa nel post relativo alle fotografie. L'argomento è il peso dell'attrezzatura fotografica, proporzionato alla qualità tecnica dei file che vengono prodotti. Scritta così può sembrare una delle tante cavolate da nerd a cui vi ho già abituato, ma in realtà porta con se più di un ragionamento ed anche qualche ammissione. Iniziamo dalle ammissioni, molto più semplici: dopo tanti anni di fotografia, mi sono rotto le scatole di distruggermi spalle e schiena con il peso di questa passione. Ho provato di tutto: cinghie diagonali, cinghie con doppio spallaccio, supporti, posture acrobatiche e chi più ne ha, più ne metta! Niente, il risultato è sempre lo stesso: a fine giornata e dopo ogni viaggio, ho schiena e spalle a pezzi. Partiamo da qualche numero riferito ai pesi, così ci diamo anche un termine di paragone:

D750 + batteria + 2 Sd + cinghia => 1.025gr

Tamron 70-300 f4.5/5.6 => 840 gr

Nikkor 24-120 f4 => 715 gr

Ho inserito solo le ottiche che utilizzo di più durante i viaggi, questi numeri sono più che sufficienti anche da soli, fidatevi!! Facendo un rapido calcolo, la macchina, con il 24-120, ovvero l'ottica che più utilizzo in viaggio, pesa la bellezza di 1.740gr! Una bella mattonella. Contemporaneamente, nel mio marsupio, ho l'ottica che non sta sulla macchina. In questo caso, il tele. 
Mi sto portando dietro la bellezza di 2.580gr. 
Ora, immaginate, come mi è capitato in Madagascar, di dover scendere 500 gradini con un dislivello di quasi 400 metri e poi di dover risalire, con addosso questo peso massimo oltre al marsupio con l'altra ottica e lo zaino con l'acqua ecc. Ero sfatto! Anche senza scomodare una prova al limite della sopravvivenza umana come questa, una semplice passeggiata in centro città (o nella Monument Valley americana, tanto per dirne una...) può diventare davvero pesante: aggiungete magari un po' di caldo afoso di quello buono e la frittata è fatta. Lasciamo stare le considerazioni sull'età e compagnia bella: la mia riflessione si riferisce proprio al piacere di fotografare e la domanda sorge spontanea: "Ho davvero bisogno di portarmi dietro tutto questo peso per fare le foto che normalmente faccio?". La risposta è NO, ma che soluzioni possono esserci? Come ho detto ho provato ogni gadget possibile, senza successo, ma sono andato anche oltre: mi sono imposto di utilizzare solo ottiche fisse. Mi sono equipaggiato con un 24, un 50 ed un 90. Risultato? Perdevo più tempo a cambiare continuamente ottica che a fare foto. Soprattutto quando sei in viaggio, l'ottica fissa è troppo limitante e gli zoom un minimo decenti, per i sensori FF come il mio, pesano una tonnellata. 

Altra domanda: è proprio necessario avere un sensore così grande e che si porta dietro tutto questo ingombrante indotto? La risposta è: molto probabilmente no. Ovvio che sono combattuto, perchè la qualità dei file che tira fuori la D750 è spettacolare: sono lavorabilissimi e spesso mi vengono un po' incontro quando ho poco tempo per esporre correttamente, hanno 14 bit di profondità colore ed è un vero piacere fare la post produzione, che dura pochi secondi (cosa da non sottovalutare!!). 

E quindi come ne usciamo? Andiamo avanti con le domande...

"Dove la trovo una qualità simile, in un sensore più piccolo e con un indotto leggero?". Questa è la domanda giusta e si apre un mondo di pensieri. Non avete idea di quanto tempo ci ho messo a fare analisi e ricerche, ma alla fine sono arrivato a 2 alternative:
1) Sistema micro 4/3. Questo pensiero mi ha fatto guadagnare una carriolata di parolacce da tutti i miei amici appassionati di fotografia. Ho dovuto ascoltare anche delle autentiche fregnacce riguardo il fattore di moltiplicazione 2x che caratterizza questi sensori e che voglio riportare qui per maggior chiarezza (un po' di "scuola" fa sempre bene, anche in questi post 😁): il fattore di crop è una misura che riguarda la FOCALE e la PROFONDITA' di CAMPO, ma non riguarda la LUCE. Sono due cose diverse: se scatto a 2.8 su FF e, a parità di iso e tempi, scatto a 2.8 su M4/3, la luce che entra è sempre la stessa!! Cambia la PDC restituita in quanto il 2.8 su M4/3 è equivalente a 5.6 su FF e cambia anche la focale reale: un 20mm su FF, diventa un 40mm su M4/3, ma la luce non c'entra nulla, fissiamoci questo concetto (che vale anche per le Aps-C, ma con fattore di crop inferiore)!!
Chiusa la parentesi tecnica, torniamo a noi: il sistema 4/3 sembrava essere quello giusto, ma porta con se un problema non da poco: molte delle mie foto vengono stampate, ma altrettante (se non di più), finiscono in un video del viaggio. I più smaliziati avranno già capito: adattare una foto in formato 4:3 ad un video in formato 16:9 significa operare un ritaglio molto corposo alla foto (perdendo una fetta enorme sopra, sotto o da entrambe le parti). L'alternativa è tenersi delle bande nere laterali davvero grandi e bruttissime o, peggio ancora, impostare il sensore con un fattore di forma 3:2 perdendo megapixel ecc. Altra cosa che non è da poco: se ci si appoggia ad un sistema M4/3 bisogna rendersi conto dei limiti di questi sensori (limiti tecnici intendo) e, se non si punta a corpi macchina "top di gamma" le differenze si vedono, eccome. Il costo di un corpo macchina di questo livello è parecchio elevato se si confronta con altri sistemi e quindi direi: SISTEMA BOCCIATO
2) Sistema APS-C: il rapporto 3:2 del sensore è lo stesso di quello FF e quindi per i video va bene (il crop è meno cattivo e le eventuali bande laterali più contenute). La qualità di questi sensori è migliorata tantissimo negli ultimi anni e ci sono in circolazione un sacco di buone macchine e di buone ottiche che possono tranquillamente rivaleggiare con le sorelle più grandi, a costi per lo meno umani. ACCETTABILE

Approfondiamo: si riesce realmente a rendere leggero un sistema APS-C, mantenendo una qualità decente?

A questa domanda non ho ancora risposto con convinzione anche se, dopo una marea di test, ricerche, analisi e pippe mentali, sono giunto a questa combinazione che potrebbe andar bene, non solo per me, ma per chi interpreta i viaggi nel mio stesso modo:
  • Corpo macchina: Fuji X-S20 (491gr)
  • Zoom tuttofare: Fuji XF 16-80 f4 (440gr)
  • Zoom Tele: Fuji XC 50-230 f 4.5/6.7 (375gr)
Il peso totale di questa configurazione è di circa 1.306 gr e le combinazioni sono tutte parecchio gestibili (931gr con il tuttofare e 866 con il tele). Se valutiamo la differenza con l'attuale, usando il tuttofare, mi porto al collo ben 809gr in meno! Il tele non è molto luminoso e fa parte della categoria di lenti "XC" ovvero quelle teoricamente meno qualitative. In realtà l'ho provato e posso dire che la scarsa luminosità alle focali più spinte, è compensata abbastanza bene dalla stabilizzazione ottica presente che, combinata a quella del sensore della X-S20, aiuta non poco anche in situazioni problematiche. La qualità delle foto non è male ed è paragonabile a quella che restituisce il mio attuale tele per FF, che non è proprio una lente "prime". 

RAGIONAMENTO:
In pieno stile AI, vediamo come sono arrivato a questa conclusione. Perchè la scelta di quel modelli di Fuji e non, ad esempio, una X-T5 che pesa poco di più ed è la top di gamma? La X-S20 è un modello che non è stato molto capito dal pubblico, ma secondo me non è male. Ha un sensore da 26Mpx (non 40 come per la X-T5 e che personalmente trovo assurdamente denso), uno stabilizzatore sul sensore, un buon autofocus e pure un discreto comparto video (che per come interpreto io i viaggi, va benissimo). Il motivo principale però è l'ergonomia! Macchine come la X-T50 o la X-T30 III hanno un grip troppo piccolo ed io voglio assolutamente impugnare la macchina quando scatto, non solo appoggiarci le dita. La X-T5 è molto meglio, ma, oltre al sensore troppo denso, anche il costo è follemente "denso". Pesa di più (per quanto poco) ed è una macchina che, in viaggio, potrebbe darmi più problemi che altro e mi spiego subito. L'approccio della X-T5 è prettamente fotografico: tante ghiere, tante regolazioni, tante possibilità, ma tutte un po' macchinose e, parlando di viaggi o, per lo meno dei miei viaggi, il tempo a disposizione è sempre poco. Faccio un esempio che chiarisca: in viaggio devo passare spesso dalla modalità foto a quella video, devo richiamare impostazioni predefinite da me per non star lì a cincischiare con la macchina ogni volta che ho un'esigenza diversa. Ora utilizzo i profili U1 e U2 della mia D750 regolati uno per il video e l'altro per le foto con tele spinto (avifauna). Tutto il resto lo scatto in manuale o, al massimo con la priorità di diaframma. Per replicare questa cosa sulla X-T5, devo preparare i settaggi e salvarli nel menù del tasto "Q" per poi richiamarli alla bisogna, mentre sulla X-S20, ho 4 Custom direttamente sulla ghiera: molto più rapidi e reattivi. Inoltre, cosa più importante, se dovessi usare la X-T5 come si deve (con tutte le ghiere ecc) sarei decisamente più lento della configurazione attuale (uguale alla X-S20). Sembra una cosa da nerd, ma acquistare una macchina prettamente fotografica (e pagarla caro, anche per questo...) per poi configurarla perdendo metà delle ghiere ecc, è, a mio parere, una boiata infinita. Devo tenere presente la destinazione di questo kit: mi accompagnerà in viaggio, nulla di più. A casa o in giro con la mia auto, ci vado con la D750 e tutto il parco ottiche FF.

Questo post serve per focalizzare i pensieri, non di certo per dare risposte definitive. Non sarà una decisione semplice: l'unica cosa certa è che il corredo FF subirà una grossa modifica. Il mio parco ottiche vedrà la vendita di TUTTI gli zoom attualmente in mio possesso a favore dell'acquisto di un paio di ottiche fisse (24 a 35 credo) che completeranno il kit con il 50 ed il 90 che già possiedo. Quindi il FF lo userò esclusivamente con questo genere di obiettivi, una sorta di tutto relax per la mente insomma, fotografia zen se volete...ma questo, in tutta onestà, è il problema più semplice da risolvere...

Buona luce indecisa!




Fotografia e viaggi: Madagascar (Post fotografico)

Eccomi qua con la seconda parte dell'accoppiata vincente, riferita al Madagascar. Devo fare una premessa: questo viaggio ho scattato meno foto del solito ed alcune (parecchie), sono fatte direttamente con il cellulare. Le motivazioni le metterò alla fine, ma il motivo delle poche foto è...il soggetto stesso! Tante persone sorridenti, ma tanta povertà, al punto che ti sentivi uno sciacallo a continuare a scattare foto a gente che cerca di sopravvivere. Sembrava quasi di voler rubare qualcosa che nemmeno hanno e la cosa mi ha parecchio toccato.

Ma veniamo a noi con l'attrezzatura: Nikon D750 + 24-120f4 + 70-300 f4.5/5.6, cellulare Redmi Note 13Pro (ebbene si, ho usato anche il cellulare...).

Iniziamo con gli scatti più frequenti ovvero quelli alle PERSONE ed ai loro spaccati di vita:

 


Qual è la difficoltà maggiore nell'eseguire queste riprese? Dal punto di vista tecnico non ci sono troppe difficoltà: la luce in Africa non manca mai e dato che non stiamo parlando di paesaggi notturni o situazioni impossibili, non avrete difficoltà ad esporre. Attenti solamente alle alte luci: i contrasti sono molto marcati, anche sui visi delle persone quindi occhio a come esponete. Sento già le proteste sul tempo a disposizione per preparare una foto ecc. Tutto vero, ma la foto tipicamente street è, per definizione, uno scatto che non ha tempo di preparazione. Dovrete abituarvi a decidere in fretta tutto quanto: dalla messa a fuoco all'esposizione generale. Un consiglio? Punto di messa a fuoco centrale sempre selezionato (eventualmente poi tagliate in post) ed esposizione medio pesata al centro con priorità di diaframma (impostato preventivamente su 5.6 su FF). In questo modo avrete un'esposizione calcolata più o meno sul soggetto che mettete a fuoco, con una profondità di campo accettabile ed una nitidezza per lo meno decente anche con ottiche non professionali. Ovvio che è un punto di partenza e quindi potrebbe essere che, pur di non perdere lo scatto, questo venga fuori esposto male: a quel punto bisogna per forza agire in post produzione. Si potrebbe scattare già sovraesponendo di 0,7stop così da evitare il recupero delle ombre e al massimo chiudere le luci ecc. ecc. si, certo, tutto si può fare, ma dovete valutare in anticipo la luce che avete intorno. Se è poca, non serve a niente sovraesporre: vi porterà solo ad avere iso più alti inutilmente). Se è tanta dovete stare attenti a ciò che finisce nella zona di rilevamento dell'esposizione: il rischio bruciatura è dietro l'angolo. Poi si può ragionare sul fatto che l'eventuale bruciatura viene tagliata per via della sistemazione dell'inquadratura. Sembrano tantissime cose, ma in realtà, dopo un po' di allenamento, vi verranno automatiche, fidatevi!

Altre foto tipiche di questi posti sono le classiche AVIFAUNA, animali, insetti, rettili ecc. :




Questi scatti presentano le stesse difficoltà delle street, forse amplificate dalla location di ripresa (a parte il serpente per il quale la difficoltà maggiore è stata quella di resistere dalla fuga a 200 all'ora!!). Spesso vi troverete in mezzo alla jungla ed ai boschi più fitti, dove la luce passa in maniera puntiforme o addirittura non passa. Nella maggior parte dei casi dovrete accettare compromessi con la iso della vostra macchina, ma, in Madagascar, c'è una difficoltà in più: i lemuri hanno la malsana abitudine di vivere sulle cime degli alberi e quindi vi troverete a scattare puntando la macchina al cielo e sarete immersi nel peggiore dei controluce. Qui, il suggerimento è di fare esattamente come per la street: lettura medio pesata al centro e preghiera che la differenza di luce con il cielo non sia oltre quello che si può recuperare in post. In ogni caso, in questo tipo di condizioni, la maggior parte delle foto faranno pena: cercate di limitare i danni. I lemuri saranno ampiamente fotografabili in diverse situazioni, per cui non dannatevi troppo l'anima quando siete nella jungla.

Ultimo tipo di foto che vale la pena di citare sono i paesaggi marini ed il tramonti in generale:





Sono i più bei paesaggi mai scattati? Sinceramente no. Difficoltà non ce ne sono in pratica, ma vi consiglio di prendere ogni occasione dato che le condizioni di tramonto variano anche a parità di cielo. Ci sono serate dove le nuvole si infiammano, altre dove restano grigie ed apparentemente siete nella stessa identica situazione. Prendetevi il tempo che serve, piuttosto andate a mangiare un po' dopo, ma godetevi ogni occasione di tramonto perchè potrebbe essere quella giusta.

Concludo la carrellata con le FOTO DA CELLULARE             





Queste foto mi fanno inorridire al solo pensiero, ma tant'è che mi sono trovato a scattarne ed anche parecchie. Il motivo è spiegato nella riflessione finale di questo post, che vi invito a leggere con attenzione: prima o poi vi troverete anche voi nella stessa situazione, garantito!! Le difficoltà più grandi di questi scatti sono (oltre ai conati di vomito) proprio i settaggi: se volete prendere il controllo (si fa per dire...), il cellulare è 10.000 volte più scomodo di una reflex, quindi rassegnatevi a bestemmiare o ad accettare tutto ciò che fa automaticamente il vostro dispositivo. Nel bene e nel male, la foto la portate a casa, questo si, che poi sia degna o meno, questo sta a voi deciderlo.

Le foto selezionate sono un estratto: l'intero album è visibile QUI.

Riflessioni sull'attrezzatura: per la prima volta, dopo tanti anni di viaggi, mi sono trovato a VOLER lasciare la macchina fotografica in albergo prima di un'uscita. Le motivazioni sono molteplici, ma principalmente mi sto stancando di portarmi dietro un sacco di cemento, per scattare foto. Alla mia età inizio a sentire il peso ed i dolori che mi causa, al punto che sto valutando seriamente un cambio di corredo, a favore di qualcosa di più leggero, anche rinunciando alla qualità del sensore Full Frame. Emblematiche sono state le due uscite fatte da Nosy Be, verso i due posti più famosi e conosciuti del Madagascar, dove ho utilizzato esclusivamente il cellulare. Ovviamente, per quanto possano essere tecnicamente qualitativi, il contenuto di questi file non può essere minimamente paragonato a quello che può contenere un file raw che esce dalla D750. Ammetto che, sul momento, volevo tornare in stanza a prendere tutto il cucuzzaro, ma nel corso della giornata, mi sono ritrovato a pensare di aver fatto bene e di essere soddisfatto comunque! L'argomento è vasto e quindi merita un post a parte, che produrrò quanto prima, ma era giusto sottolinearlo dato che, i più attenti, avranno notato la differenza  di qualità nelle foto.

Vedremo come si svilupperà questo pensiero, per ora buona luce rifless...iva!

Fotografia e viaggi: Madagascar (Post amministrativo)

Consueta accoppiata di post per l'ennesimo viaggio alla scoperta del mondo. Questa volta siamo andati in Madagascar!! Inizio subito col dirvi che non abbiamo incontrato i pinguini e, viste le temperature, direi che era quasi scontato! Battute a parte parliamo degli aspetti amministrativi di questo viaggio iniziando dal tipo di viaggio: un tour organizzato del NORD, con gli ultimi giorni a Nosy Be per il meritato relax al mare.

Per questo giro, sempre assistiti dalla nostra fedelissima agenzia Hamearis Tour di Roncade (TV), abbiamo optato per un tour proposto dall'operatore "African Explorer". Lo stile di questo Tour Operator è un po' diverso, nel senso che propone luoghi ed escursioni che fanno muovere le gambe. Va detto che il territorio del Madagascar ben si presta a questo genere di esplorazione, ma anche per altre destinazioni, lo stile rimane sempre lo stesso. In una parola: interessante. 

E' un viaggio di gruppo che partiva anche con sole 2 persone e, guarda caso, eravamo.......solo noi due!! In pratica abbiamo goduto di un tour privato, al costo di uno collettivo. Per carità, con circa 4.500 euro a testa di prezzo pattuito, non si può certo parlare di regalo, ma vi posso assicurare che se puntate al centro o al sud di questo Paese, potreste rimanere scioccati dalle cifre a cui possono arrivare i preventivi. Inizialmente infatti il nostro viaggio era pensato per il centro-sud, ma dopo vari tentativi, abbiamo dovuto optare per il nord che, essendo più turistico, ci ha permesso di contenere un po' i costi (!!!). Quando dico "più turistico", l'affermazione va però confrontata con la realtà malgascia. Il turismo di massa è concentrato quasi esclusivamente a Nosy Be, l'isola più famosa e gettonata. Qui non mancherà nulla e potrete vivere il vero caos turistico che tutti immaginate. Appena lasciate Nosy Be ed arrivate nella "Gande Terra" (come la chiamano loro), la cosa cambia radicalmente. Pur mantenendo un livello di turismo superiore rispetto al centro-sud, si percepisce chiaramente che non sono attrezzati e non hanno più di tante risorse da offrire. In sostanza inizierete a vedere la "vera" Africa e per qualcuno potrebbe essere più toccante di quel che si crede. Non aggiungo altro a questo proposito, perchè ci sono un sacco di documenti video e di racconti on-line, dove potete farvi un'idea di come vivono da quelle parti. Ricordate solo che a Nord, stanno decisamente meglio che al centro-sud....fate le vostre valutazioni.

Iniziamo dai voli operati da Ethiopian Airlines con partenza da Malpensa, scalo ad Addis Abeba ed arrivo a Nosy Be. La prima tratta fino in Etiopia è più lunga ed operata con aereo adeguato, comodo e molto silenzioso. La seconda tratta più breve operata con un aereo decisamente meno comodo, di quelli da 4 ore di distanza. Arriverete stanchi, garantito.

Le strutture, come detto sopra, sono poche e, come spesso succede in Africa, ci sono due scelte: quelle scarsissime e quelle di lusso. La via di mezzo scordatevela. Quelle di lusso sono bellissime ovviamente, ma ti ricordano sempre che sei in Africa. Mi spiego con qualche esempio: a Diego Suarez, la città più a nord del Madagascar, eravamo in un albergo in centro città, enorme e lussuoso. Una sera, rientrati dalla giornata, ci avvisano che non c'era acqua corrente per lavarsi. Ci regalano due bottiglie di acqua per bere e ci portano in camera un secchio con 30 litri d'acqua (presa chissà dove) ed una scodella per versarcela addosso e fare una "doccia africana". La guida era sconvolta da questa cosa, mentre noi ci siamo addirittura divertiti. Dopotutto i posti vanno vissuti, limiti compresi. Il motivo del problema? Beh, la città è stata fondata dai francesi che hanno creato un bacino idrico che può servire 40.000 persone. Peccato che la città conti 400.000 abitanti. Guarda caso, il numero di francesi che fondarono questa città era proprio di 40.000...evito ogni commento. Altro esempio: all'Ankarana Lodge, uno splendido resort letteralmente in mezzo alla jungla, dopo una certa ora la corrente elettrica sparisce (utilizzano i pannelli solari per la produzione) e servizi come l'aria condizionata, si appoggiano ad un generatore. Il generatore però, verso le 21:30, viene spento e dovrete dormire in una stanza calda ed umida per tutta la notte. Le finestre si possono aprire, ma le zanzariere sono belle spesse (ricordate che siete in mezzo alla jungla...) e quindi poca aria che circola. La mattina, sempre nello stesso lodge, c'era un lombricone malgascio di 30cm acciambellato nella doccia. Sul momento pensavo fosse un serpente (la cosa peggiore che potete farmi vedere!!), ma per fortuna un gentile inserviente mi ha fatto capire che non c'era nulla da temere. Anche questa è Africa! A noi queste esperienze sono piaciute, ma è giusto saperlo: mente aperta perchè può capitare di tutto. A Nosy Be invece il resort era di quelli classici sulla spiaggia: niente da dire se non che il mare antistante non è proprio quello da sogno che potreste immaginare, ma ci arriviamo dopo.

I trasporti ottimi: jeep enorme e confortevole. Nel nostro caso, come detto prima, abbiamo avuto un bel colpo di cxxo perchè il tour partiva anche con 2 partecipanti e, guarda caso, eravamo solo in 2. Non si poteva chiedere di meglio.

Il cibo è ottimo ed abbondante: quasi tutto a base di pesce ovviamente. Tutto buonissimo e cotto quasi sempre alla griglia (in Africa esiste solo quella per cucinare!). Lo stile del viaggio ci ha fatto utilizzare dei ristorantini davvero caratteristici dove, ad esempio, a fine pasto, arrivavano dei lemuri direttamente dagli alberi e si piazzavano vicino a noi, in attesa di qualcosa da mangiare, troppo forte! Nel ristorante dell'albergo a Nosy Be invece c'era un menù del giorno ed uno alla carta, ma c'erano un po' troppi piatti "crudi" e, viste recenti e passate esperienze, abbiamo preferito glissare: certo questo ti preclude tante scelte, ma a volte non si può fare diversamente.  C'è sempre la voglia di stupire il turista, sempre e comunque, anche presentando cose che palesemente un turista che non voglia condannarsi al bagno a vita, eviterà alla grande. Forse, su questo punto, i Tour Operator potrebbero dare suggerimenti più specifici e migliorare l'esperienza, ma siamo proprio ai dettagli dei dettagli. 

Le escursioni da Nosy Be sono ovviamente di ottima fattura e, personalmente, avrei preferito che il tour ne prevedesse almeno due già incluse. Alla fine farete sicuramente almeno le due che abbiamo fatto anche noi (Nosy Iranja e Nosy Komba) e quindi perchè, visto il prezzo, non comprenderle già? Come anticipato sopra, il mare davanti al resort era tutto tranne che quello cristallino che ci si aspetta dall'Oceano Indiano: o resti in piscina o fai qualche escursione e quindi perchè non prevederne almeno 2? Eventualmente gli altri giorni di mare, uno sceglie se rilassarsi o fare altre escursioni, ma così hai un tour completo di tutte le esperienze: da quelle più avventurose, a quelle più turistiche (ma che non puoi mancare, se vai in Madagascar).

Per la sezione varie ed eventuali invece posso dire che, se andate da quelle parti, è meglio portarsi delle magliette usate o comunque delle cose che potete lasciare (shampoo, bagnoschiuma ecc, tutto è apprezzato) perchè qualcuno ve le chiederà. A noi è capitato giusto fuori dall'albergo, ad una bancarella dove avevamo comprato un braccialettino: una delle ragazze che vendevano le cose ci ha chiesto se avessimo magliette usate, anche da lavare e se avessimo dello shampoo avanzato ecc. E' stato un tuffo al cuore vedere gli occhi illuminati di questa persona, una volta che siamo tornati con il nostro sacchettino con qualcosa per lei. Anche matite colorate vanno benissimo. Niente pennarelli però: sono di plastica ed una volta esauriti finiranno nel mucchietto di immondizia che, ogni sera, viene bruciata in mezzo ai villaggi. Potete immaginare cosa succede se li riempite di pezzi di plastica...

Ultima menzione speciale per le mance: non parlo di cose legate al tour o al mero trasporto della valigia, ma di una abitudine diffusissima, soprattutto a Nosy Be. I funzionari dell'aeroporto ci hanno chiesto una mancia appena atterrati: non sapevo nemmeno dove mi trovavo e già ci avevano assaltato per chiedere una moneta, senza alcuna motivazione pratica. La guida ci ha successivamente spiegato che il lavoro pubblico paga pochissimo e che, mediamente, lo stipendio finisce già a metà del mese. Il lavoro nel settore privato invece paga di più (non molto di più...) ed ecco spiegato perchè di queste assurde richieste.

Bene, per la parte amministrativa direi che è tutto. Ci si risente a breve (forse...) con quella fotografica dove ci saranno anche delle riflessioni sull'attrezzatura.

Per ora buona luce malgascia!!

Ciao Bryan...

Post breve e triste purtroppo. 

Probabilmente tutti saprete già di chi e cosa parlo, ma è doveroso lasciare un pensiero per un grande fotografo che ci ha lasciato. Sto parlando di Bryan Peterson, una leggenda della divulgazione fotografica. 

Potrei dire che è stato il mio mentore, ma non sarebbe del tutto corretto dato che non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo di persona. A dirla tutta, ci siamo scambiati diversi messaggi tramite email e telefono, nei quali ci davamo anche appuntamento a Venzia per un caffè, insieme ad un suo gruppo di workshop. Appuntamento rimandato più volte, per mille motivi ed ora...resterà solo un pensiero ed un grosso rimpianto per il sottoscritto. Perchè lo definisco il mio mentore? Perchè i suoi libri hanno riacceso in me la passione per la fotografia, latente da tanto tempo dopo il periodo "a pellicola" della mia giovinezza. Per caso sono approdato ad una copia di "Comprendere l'esposizione", un suo best seller, e da lì, tutto è ricominciato con rinnovato entusiasmo. Ed il tutto grazie al suo modo di comunicare, di rendere semplici i concetti complicati, di dare una connotazione scanzonata anche alle situazioni più complesse di esposizione e composizione. Un vero e proprio MAESTRO, sempre sorridente e simpaticamente competente. I suoi libri ed i suoi video sono sempre divertenti e pieni di informazioni preziosissime per chi è appassionato di fotografia. I suoi scatti invece, sono addirittura meglio! Vere e proprie perle di creatività: foto che, a guardarle, ti viene da pensare: "Ma come ha fatto ad immaginare uno scatto del genere...".

Bryan, mi mancherai, riposa in pace e....buona luce dall'alto!

PS: QUI il link alla pagina delle pompe funebri

Fotografia e viaggi: Boa Vista (Capo Verde) - Post Fotografico

Eccomi tornato per chiudere il giro dei post legati al viaggio a Capo Verde, di novembre 2024. Lo so, ci ho messo un sacco di tempo ed il motivo non è certo per la quantità spropositata di scatti da post produrre. Non voglio lamentarmi per cui procediamo con il solito ordine:

ATTREZZATURA: sempre la stessa ovvero la mia fedele Nikon D750, accoppiata al 24-120 f4 e con il sempre disponibile Tamron 70-300 f4-5.6 SP pronto per ogni evenienza. Anche in questo caso ho voluto fidarmi dell'istinto e mi sono trascinato in valigia un treppiede. Pessima idea! Mai utilizzato!

LUOGHI VISITATI: in pratica tutta l'isola. Posso farvi l'elenco delle spiagge e dei paesetti, ma avrebbe davvero poco senso. Se andate nel post "amministrativo" c'è un riferimento alle persone che ci hanno guidato nelle escursioni ed è una cosa che mi sento di confermare anche qui! L'isola è piccola, ma non così piccola come sembra e ci sono limitazioni al traffico (anche su piste sterrate) ovunque. E' inoltre facile restare senza carburante e non è piacevole perchè ovunque siate, fuori dalla città di Sal Rei, per strada non passa praticamente nessuno.

Ma parliamo di fotografia: quali foto si possono scattare a Capo Verde. Direi principalmente paesaggi di tipo costiero: onde, spiagge, grotte sul mare ecc. Ci sono anche dei momenti buoni per le persone, ma non sempre sono felici di vedersi puntata una fotocamera in faccia, per cui siate discreti. Gli amanti delle foto di animali possono mettere via la macchina: sull'isola circolano asini, capre e poco più.

Quali sono le difficoltà maggiori nella realizzazione degli scatti? Principalmente il vento: soffia sempre abbastanza forte (e meno male, altrimenti sarebbero tutti arrostiti!!) e rende molto sconsigliato il cambio di ottica. La luce è sempre abbondante, ma i tramonti sono abbastanza incostanti: ci sono serate dove si colora tutto quanto di un bel rosso acceso ed altre dove i colori sono molto spenti. Spesso ci sono i cieli un po' velati come sul Mar Rosso: sotto questo aspetto quindi tenete basse le aspettative. Dato che sono poche le foto sopravvissute alla mia selezione spietata e visto il numero di scatti dove erano presenti persone non consenzienti (e quindi non pubblicabili), vi metto direttamente il link all'album di Flickr. Cliccate QUA per vedere gli scatti. So che non è una soluzione ortodossa, ma realmente sono poche fotografie e quindi si fa prima così piuttosto che fare un estratto poco utile. 

Quali sono le qualità migliori di Boa Vista a livello fotografico? Sicuramente è un'isola che offre grandi onde e mare incantevole. Ci sono delle belle dune che si tuffano nell'oceano e che meritano di sicuro la vostra attenzione, ma anche tante onde che si infrangono sulle scogliere del sud. Ci sono tratti di deserto puro e zone con roccia vulcanica di tutti i colori. Le ispirazioni non mancano, serve solo un po' di pazienza per cercare il posto ideale dove far partire l'otturatore. La cosa migliore sarebbe girarla per proprio conto, ma, come detto sopra, meglio non rischiare (leggete un po' in giro, è pieno di storie di persone che si sono perse in giro per Boa Vista...roba assurda!). A chi consiglio questa isola dal punto di vista fotografico? A chi ama i paesaggi marini e desertici ed a chi vuole ambientarci dei bei ritratti contestualizzati, per quello le occasioni non mancano mai!!

Buona luce "no stress"!!