Eh si, quando si parla di autunno, specie dalle mie parti, si da per scontato la nebbia e quel freddo umido che ti penetra nelle ossa. Ci sono però anche aspetti positivi della cosa, soprattutto dal punto di vista fotografico. L'altro giorno mi sono diretto verso un posticino vicino a casa dei miei dove ero sicuro che avrei potuto sfruttare la nebbia a mio vantaggio. E così è stato. Appena arrivato ho avuto subito l'occasione giusta con questa foto:
Questo signore stava passeggiando con la radiolina a tutto volume sintonizzata sulle partite di calcio. Ho approfittato del fatto che non mi avrebbe sentito allestire il tutto e mi sono piazzato con cavalletto e scatto remoto regolando un tempo di scatto di 1/2 sec in modo da poter cogliere la sensazione di movimento dell'uomo. Mi è andata ancora meglio perchè poi, virando il tutto in bianco e nero, ho ottenuto un effetto "fantasma" che personalmente trovo adorabile. L'utilizzo dell'albero in primo piano posizionato all'intersezione delle linee dei terzi fa il resto rendendo la foto più profonda e contrapponendosi all'uomo che segue la linea del sentiero verso la nebbia più fitta.
Pochi passi più avanti c'è stata la mia seconda occasione: una panchina totalmente libera (non che le altre fossero sovraffollate...) con degli alberi contrapposti, sembravano messi apposta!!
In questo caso la regola dei terzi è rispettata più volte, sia per il soggetto iniziale, che per l'orizzonte (se vogliamo chiamarlo così) del prato. Ho utilizzato anche un polarizzatore circolare per far risaltare i colori ed assorbire il riverbero tipico della nebbia. In questo caso ho scattato a priorità di diaframma con un valore di f chiuso (f14) e starando l'esposimetro per ottenere una piccola sovraesposizione (per compensare la grande quantità di bianco presente nella scena, ricordate la lezione sulle % di luce riflessa?). Il glow diffuso aggiunto in post produzione ha fatto il resto. Poco prima di andarmene, quando ero praticamente un surgelato, mi sono imbattuto in questa visione minimalista. Un ramo solitario in mezzo al laghetto totalmente avvolto dalla nebbia. Non potevo resistere e mi sono quasi ammazzato per scendere a livello acqua e fare questa foto:
A dire il vero non ho ricevuto grossi consensi a riguardo, ma io la uso comunque, oltre che per confermare la posizione di un soggetto e del suo riflesso all'interno di un frame, anche per sottolineare come una fotografia possa essere riempita dal vuoto. Il concetto "fill the frame" non significa solamente riempire con tutto quello che c'è intorno, ma anche scegliere accuratamente cosa escludere. Avrei potuto accompagnare il ramo con altri alberi o altri elementi di primo piano che avevo davanti, cambiando la composizione, ma ho preferito mantenere il mio primo colpo d'occhio perchè, a mio avviso, regala una sensazione di solitudine estrema.
Buona luce!
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