Neve e freddo..colorati

Post ibrido questa volta dove tratteremo un argomento assolutamente inedito...sto scherzando ovviamente. Come da titolo, le foto sulla neve, a dicembre, sono probabilmente l'unica alternativa alle ore di ozio sbrandati sul divano. Ma a parte queste digressioni filosofiche, le foto sulla neve nascondono sempre almeno due insidie fotografiche. Facciamo un veloce ripasso:

1) Esposizione: la neve, come tutti i soggetti completamente bianchi, riflette il 36% della luce che riceve, ma le nostre macchine sono tarate sul grigio medio percepito, calcolabile in un 18% di luce riflessa. Che cosa significa questo? Semplicemente che la macchina fotografica riporta qualsiasi cosa gli mettiate davanti ad un 18% medio di luce riflessa. Nel caso di specie, la macchina pensa di avere davanti una serie di soggetti che riflettono il 18% della luce, ricevendone il 36% per via del bianco nevischio, "suppone" che l'immagine sia troppo luminosa (sovraesposta) e quindi riporterà quel valore al 18% regolando gli automatismi o indicandovi nell'esposimetro che la foto è troppo chiara. Il risultato sarà una neve grigia ed una foto sottoesposta. Non so se mi sono spiegato in maniera semplice, al massimo chiedete nei commenti.

2) Bilanciamento del bianco: la presenza di bianco sconfinato, di per se, non sarebbe affatto un problema. Inizia ad essere problematico quando ci sono parti illuminate dal sole e parti che rimangono in ombra. In quel caso, la macchina reagisce colorando di blu la nostra neve. Il risultato sono foto con una bella dominante fredda nelle zone d'ombra.

Come risolviamo queste due insidie? Con la conoscenza prima di tutto: sapere che esistono permette un approccio sicuramente più pensato già al momento dello scatto. 

Nel caso dell'esposizione, sapere che la macchina tenderà a sottoesporre, ci può aiutare perchè potremo agire sulla staratura manuale (il pulsante +/- per capirci) aggiungendo, ad esempio, 2/3 di stop alla nostra foto oppure, se scattate in manuale, regolate le impostazioni finchè l'esposimetro segna 2/3 di stop di sovraesposizione. In questo modo, la neve non sarà più grigia e la foto tornerà ad essere esposta correttamente. Va detto, a tale proposito, che gli esposimetri hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e, pur mantenendo alla base sempre lo stesso metodo di calcolo, restituiscono dei risultati nettamente migliori rispetto alle macchine di qualche tempo fa. Quindi, anche in questo caso, la conoscenza ci può aiutare: questa volta va intesa come conoscenza della propria attrezzatura. Hai una macchina che riesce a gestire questa situazione senza incasinarti troppo la foto? Meglio per te, sai che esiste, ma sai che la macchina la gestisce bene, per cui puoi preoccuparti poco di starare l'esposizione. E' ovvio che per capirlo dovete semplicemente fare un po' di scatti e valutare il risultato dall'istogramma o semplicemente guardando la foto. Ci metterete si e no 2 minuti a capire se la vostra macchina va in difficoltà o meno e saprete come agire senza perdere tempo in tentativi inutili o, peggio, in post produzione.

Per quanto riguarda il bilanciamento del bianco, la cosa si fa più complicata. Come noto, le macchine fotografiche ragionano in maniera molto semplice ovvero: che cosa è più luminoso all'interno dello scatto? Nella maggior parte dei casi, le nostre foto sulla neve saranno fatte di giorno, quindi con massiccia presenza di luce. Le parti in ombra saranno spesso relegate a poche zone del frame. La macchina quindi rileverà il punto di bianco nelle parti più illuminate e setterà di conseguenza il bilanciamento su quella singola parte sotto il sole. Nell'esempio lavorerà al top per le luci settando un punto di bianco perfettamente candido (dopotutto stiamo fotografando la neve con il sole, non è che ci voglia chissà quale genio hi-tech 😆), MA, le parti in ombra saranno, di conseguenza, lasciate a loro stesse, donando quella colorazione tipica azzurra che diventa quasi una firma nelle foto invernali. Come si risolve il problema? Ci sono diversi modi e provo ad elencarli per poi dirvi come faccio io:

  • Regolare il bilanciamento del bianco su "ombra" o su "nuvoloso": può funzionare, ma il rischio è di sputtanarsi letteralmente tutti i colori della foto. Scaldare una piccola parte (quella in ombra) potrebbe portare ad un eccessivo calore nelle parti illuminate rendendo la foto una sorta di pastrocchio giallo;
  • Regolare il bilanciamento del bianco con una greycard o con un trabiccolo come quello di cui ho parlato in QUESTO post: potrebbe risolvere il problema dato che, molto probabilmente medierà un po' i valori rilevati e quindi fornirà di sicuro un bilanciamento del bianco più equilibrato, senza però rimuovere del tutto la dominante che si creerà nelle parti in ombra (questo anche per via di parecchi limiti tecnologici che ancora affliggono i sensori digitali, se li confrontiamo con le nostre capacità visive);
  • Scattare in formato RAW (magari unendo la soluzione greycard precedente) ed agire in post produzione con una bella sessione di color correction per riportare le parti in ombra, quanto meno, più vicine alla neutralità.
La soluzione che adotto io è la terza (quasi scontato, lo so...): cerco di fare del mio meglio allo scatto, con il tempo che ho a disposizione e poi correggo in post produzione. Come si correggono le due insidie in post produzione? Innanzitutto è caldamente consigliato lo scatto in formato RAW: non sto qui ad elencarvi i vantaggi o meno di questo formato (magari se volete faccio una serie di post dedicati, basta chiedere), ma è sufficiente sapere che scattando in RAW avrete a disposizione molte più informazioni rispetto al Jpg e, quando si toccano i colori, può fare davvero la differenza.

Partiamo dalla prima insidia: l'esposizione. In questo caso si agisce semplicemente sul cursore specifico che si trova in tutti i programmi di sviluppo RAW. Occhio sempre all'istogramma: evitate di bruciare le alte luci. Al massimo potete alzare l'esposizione e lavorare con il recupero delle alte luci per compensare, va analizzata la foto per capire fin dove spingersi e dove trovare il giusto compromesso. Questa era facile... 😁

Seconda insidia: mettetevi comodi. Dopo aver tentato di fare del nostro meglio allo scatto, apriamo la foto con Photoshop ed utilizziamo il metodo colore Lab. Che cosa sia e come funziona voglio darlo per scontato: ho fatto tanti post a riguardo, ma se ne volete uno specifico, chiedete pure nei commenti.

Questa foto è palesemente viziata da una dominante fredda sullo sfondo, tipica della neve in ombra. Si presta quindi alla nostra correzione. Per passare dal metodo colore RGB al metodo Lab, dovete utilizzare il menu IMMAGINE / METODO e selezionare COLORE LAB. Fatto questo ho campionato 3 punti in ombra (li vedete sottolineati qua sopra) utilizzando lo strumento contagocce presente tra gli strumenti di sinistra offerti da Photoshop e facendo SHIFT + CLICK sul punto che volevo campionare. Come si può notare i 3 punti hanno una grossa componente "b" negativa che significa forte presenza di blu (il canale b di Lab veicola i dati dei colori che variano dal giallo - quelli positivi -  al blu - quelli negativi). Bene, ora abbiamo i nostri obiettivi da correggere. Iniziamo facendo una selezione delle zone colpite dal problema, così da proteggere il resto dell'immagine. Io ho utilizzato il lazo poligonale, ma va bene qualsiasi strumento, tanto la selezione non deve per forza essere perfetta:

Ecco qui la mia selezione grezza. Per "aggiungere pezzi" ad una selezione precedente e quindi creare le due selezioni distinte come si vede qua sotto, ho utilizzato la funzione "aggiungi selezione" evidenziata:

Con la selezione attiva creiamo un nuovo livello di regolazione di tipo CURVE. Automaticamente Photoshop caricherà una maschera di livello che sarà bianca in corrispondenza della nostra selezione e nera sul resto dell'immagine:

A questo punto "operiamo": selezioniamo il canale b dal menu a tendina delle curve e lavoriamo la curva come vedete qua sotto. Di fatto stiamo aggiungendo valori positivi al canale. Stiamo quindi aggiungendo del giallo e, di conseguenza, riducendo il blu. Come potete vedere anche i valori Lab dei nostri punti campionati si modificano e si riduce drasticamente la dominante fredda:

Bene, ma non benissimo. Il nostro intervento è abbastanza evidente: sembra che qualcuno abbia tirato un secchio di giallo sul nostro sfondo. Non è il massimo. Bisogna quindi lasciar passare il nostro intervento solo dove è necessario ovvero sulle componenti a prevalenza di blu. Per fare questo bisogna raffinare un po' la nostra maschera di livello. Facciamo ALT + CLICK sulla maschera per portarla in primo piano e poi utilizziamo il mitico comando presente nel menu IMMAGINE / APPLICA IMMAGINE:

I parametri da settare sono i seguenti:

- Livello: sfondo

Canale: b + spunta sul box "Inverti"

- Fusione: scurisci

Il perchè di queste scelte è legato alla struttura dei canali di Lab. Se, come dicevamo prima, il canale b veicola le informazioni sul giallo (valori positivi) e sul blu (valori negativi), va da se che all'interno del canale ci saranno informazioni più "chiare" (positive) dove si trova il giallo e più "scure" (negative) dove si trova il blu. Se voglio selezionare solo le parti in blu, dovrò invertire il canale così da rendere "chiare" le parti in blu e viceversa. Il metodo di fusione scurisci serve per lasciare inalterate le parti della mia maschera che sono già nere, lavorando solo sulla parte bianca.

Il risultato è una sorta di maschera medio grigia. Ora bisogna enfatizzare le parti chiare (dove passerà il nostro effetto) e scurire di più le parti già scure per proteggere le porzioni di immagine che non hanno del blu al loro interno. Per fare questo, con la maschera sempre in primo piano, utilizziamo il menu IMMAGINE / REGOLAZIONI / CURVE:

Avvicinando i cursori come vedete nella figura qua sopra, esasperiamo le parti chiare e le parti scure che ora lavoreranno molto meglio nel far passare o meno la nostra correzione colore. Diamo ok alle curve. Ora, per evitare artefatti vari, sfumiamo un po' la nostra maschera facendo DOPPIO CLICK sulla maschera ed impostando la sfumatura intorno ai 5 pixel:

Bene, la parte rognosa è finita. Ora facciamo click da sul nostro sfondo e guardiamo il risultato del nostro lavoro:

La parte di sfondo che era immersa nel villaggio dei puffi è diventata magicamente corretta, ma si vede l'effetto anche dove non dovrebbe. Dopotutto la selezione l'abbiamo fatta un po' alla buona, per cui era anche ovvio che accadesse questo. Come facciamo per sistemare la cosa? Andiamo a mano: utilizziamo un pennello morbido, selezioniamo il colore nero, settiamo il metodo di fusione in "sovrapponi" (per rendere più delicato l'effetto) e l'opacità al 50%:

Ora, mantenedo la maschera selezionata, ma senza renderla in primo piano, facciamo qualche spennellata dove l'effetto era brutto da vedere così da osservare immediatamente il risultato del nostro lavoro fine. Basteranno poche pennellate qua e là per rendere praticamente invisibile il nostro intervento. 

Ora andate a vedere la foto iniziale e sorridete: avete corretto il colore in maniera selettiva e senza dover impazzire troppo per mascherarlo. Se notate i valori Lab dei punti campionati, hanno ancora dei numeri negativi, ma è corretto che sia così: in natura esiste la dominante blu con la neve in ombra. I nostri occhi la compensano, ma non del tutto, per cui rendiamo le foto più credibili lasciano una piccola parte di blu così da non disorientare l'osservatore facendogli sospettare un intervento di correzione.

Questo è uno dei tanti metodi per correggere il colore di una fotografia, ma credo che per la neve in ombra sia probabilmente il migliore ed il più veloce in assoluto. Genericamente se avete dominanti uniformi che rientrano nei colori dei canali Lab (verde e magenta per il canale "a", giallo e blu per il canale "b"), credo che il metodo colore Lab sia praticamente imbattibile per correggerli, se non altro per le maschere perfette che si riescono a creare.

Spero di avervi aiutato a correggere le vostre opere invernali ed avervi incuriosito sull'argomento. Se avete dubbi o altro, usate i commenti. 

Per ora buona luce senza dominante blu!

Fotografia e viaggi: Fuerteventura (post fotografico)

Ecco qui finalmente pronto il post fotografico dedicato al nostro viaggio a Fuerteventura. C'è voluto un po', ma ho finito di post produrre gli scatti. Partiamo come sempre dall'attrezzatura:
- Nikon D750
- Nikkor 24-120 f4 G
- Tamron 70-300 f4-5/6 SP
- Polarizzatore Hoya Pro per il 24-120
- Cavalletto (usato ben una volta!!)

Come mai non sono partito con il Grandangolo, il 50mm ecc? Semplicemente perchè temevo il vento e la polvere durante i cambi di ottica, per cui ho cercato una soluzione che mi consentisse di togliere il meno possibile l'obiettivo dalla mia macchina. Ricordate il post sul Marocco? Un solo cambio di ottica e mi sono fumato il sensore (strisciato in 2 punti e 410 euro andati). Ecco il motivo! 😁
Ecco qui una selezione più o meno spietata dell'album che potete trovare nel mio profilo Flickr cliccando QUI:



















Come potete notare non ci sono scatti infinitamente difficili da realizzare. Si tratta di stare attenti al vento quando volete cambiare ottica (sconsigliato caldamente, vedi sopra!!) e di trovare un punto di ripresa che non sia troppo affollato. Ad onore del vero abbiamo avuto fortuna: complice la lenta ripresa del turismo all'estero, non c'era molta gente in giro. In più nei mesi di settembre ed ottobre il vento cala drasticamente, permettendo di godere molto di più delle bellezze di Fuerteventura. 
Dal punto di vista prettamente fotografico posso consigliarvi di non limitarvi a guardare intorno a voi il paesaggio lunare, marino, sabbioso ecc...addentratevi nei paesetti che si trovano vicino ai punti più turistici. Spesso si incontrano persone sorridenti e si trovano scorci che trasudano quotidianità e tranquillità da riprendere senza troppa fatica. Nonostante la mia predisposizione per la naturalistica, portarsi a casa anche qualche bella "foto di viaggio" non è male. E' un genere che viene confuso troppo facilmente con la "foto ricordo". La difficoltà è nel far "sentire" il posto a chi guarda la vostra foto e di farlo entrare nelle vostre sensazioni al momento dello scatto. Ad esempio la foto con la moka del caffè e la muta appesa ad asciugare mi è balzata davanti praticamente da sola e quando l'ho scattata mi sono sentito come se avessi appena finito di pescare con davanti a me una sana pausa caffè, fatto ancora come una volta, in maniera lenta e senza troppa tecnologia. Altro esempio, ma con sensazione totalmente diversa: la foto dell'onda grande con la scogliera. Dopo qualche altro tentativo per capire se le impostazioni erano corrette, ho inquadrato ed atteso.....l'onda? No, il rumore che mi ricordava l'onda in arrivo. Ho scattato nel momento in cui ho sentito il suono che volevo io ed ora, ogni volta che guardo quella foto, ricordo il rumore perfettamente. Magari altre persone, a cui mostrerete i vostri scatti "sensoriali", non condivideranno la vostra stessa opinione ed emozione, ma anche se avranno significato solo per voi, a mio parere meritano di essere scattate lo stesso, ricorderete sempre la sensazione e non è così poco, in questa era del tutto, subito e (troppo) veloce di cui non resta quasi mai niente dietro alle spalle!! 
In alcuni scatti è stato utilizzato il polarizzatore anche se non è che abbia fatto chissà quale differenza: giusto un po' per rivelare il fondo nelle foto con riflessi. Il 24-120 si è dimostrato abbastanza all'altezza delle situazioni, anche se, a mio parere, regala sempre troppa distorsione. Purtroppo non è che in commercio ci siano cose simili con difetti molto più contenuti di questi, quindi accontentiamoci e non lamentiamoci troppo!
Attenzione a quando andate in giro nelle ore peggiori: il sole vi cuoce il cervello senza che ve ne accorgiate. Io mi sono prodotto una Sahariana fatta in casa con una pashmina che avevo nello zaino, mai scelta fu così azzeccata!!
Posti fotogenici per eccellenza: Corralejo e le sue dune sabbiose, Ajuy e le sue scogliere, El Cotillo e le sue piscine naturali, il faro del Toston con l'acqua che cambia colore con l'alta marea, la playa de Sotavento con il suo riflesso spettacolare (sempre con alta marea) e i Barracos de la Penitas con i suoi canyon (sembra di essere in America). Sono ovviamente solo alcuni dei posti che potete visitare a Fuerteventura. Armatevi quindi di scarpe da ginnastica robuste (o da trekking) e buone passeggiate a caccia dello scatto memorabile, immersi nei colori di Fuerteventura!

Per domande, suggerimenti, insulti ecc, usate come sempre i commenti.

Buona luce sotavento!

Fotografia e viaggi: Fuerteventura (post amministrativo)

Primo post della consueta accoppiata legata ai nostri viaggi che FINALMENTE ritornano con una destinazione estera. Sia chiaro che non mi fa schifo l'Italia, ma ogni tanto riempirsi gli occhi con qualcosa che non somiglia a quello che vediamo tutto l'anno, può essere rigenerante. Bando alle ciance e parliamo di cose serie. La destinazione, come da titolo, è Fuerteventura che si trova nell'arcipelago delle Canarie. Per chi non lo sapesse (???) sono poco fuori dal corno d'Africa e Fuerte è l'isola più vicina al continente nero. Sono di nazionalità spagnola per cui si applicano tutte le regole previste dalla UE. I documenti richiesti sono la carta d'identità (o il passaporto) oltre che, per motivi di covid, il QR code generato dal tracciamento digitale da caricare sul portale specifico, una autodichiarazione di non essere affetti dal virus ed ovviamente il green pass. A tale proposito apro una veloce parentesi per fare un particolare applauso alla nostra agenzia di fiducia (Hamearis tour di Roncade - Tv) che ci ha assistito per tutto il tempo. I vari pre check-in e tracciamenti sono caricabili solamente a partire da 48 ore prima del volo e quindi, specie per il ritorno, bisogna arrangiarsi un po', ma noi abbiamo avuto la totale assistenza ed ogni documento necessario è stato inviato via wapp nei giusti tempi. Una bella comodità visto che molti altri turisti sono un po' caduti dal pero, senza sapere nulla di nulla se non una volta arrivati in aeroporto.

Tornando al viaggio:

COSTO: 1900 euro in 2 compreso di volo, albergo con trattamento di mezza pensione, auto a noleggio e tutte le assicurazioni possibili ed immaginabili (medico, bagaglio, COVID con copertura per 7 e 15 giorni aggiuntivi di soggiorno, a seconda delle situazioni).

VOLO: Neos (quindi charter) con partenza da Verona. L'andata è stata modificata qualche giorno prima inserendo uno scalo a Tenerife mentre il ritorno era diretto da Fuerteventura. Buona compagnia: cibo più che accettabile (per quanto sia comunque cibo "da aereo") e personale gentilissimo e disponibile. 4 ore di volo e un'ora di differenza di fuso orario (all'andata si "toglie", al ritorno si "aggiunge").

ALBERGO: Key&fun beach hotel con base a Corralejo, a 5km dalle famose dune di sabbia sahariana. Struttura carina, non modernissima e, purtroppo, non pulitissima. Si sa che gli spagnoli non godono di particolare fama a riguardo e forse siamo stati un po' sfortunati, ma abbiamo dovuto richiedere una nuova pulizia del bagno dopo nemmeno 5 minuti dal nostro arrivo e, dopo 1 giorno, la sostituzione della stanza per un odore di scarico troppo presente. Abbiamo tentato di dormire con la finestra aperta per ricambiare l'aria continuamente, ma essendo in centro a Corralejo (la Jesolo canaria, per intenderci) l'esito è stato una notte insonne per via del casino che c'era fuori. A parte questi inconvenienti, il resto è andato bene. Il cibo dell'albergo ottimo e vario, con maggioranza di pesce, tutto molto buono. Abbiamo optato per il trattamento di mezza pensione con cena, ma per i più smaliziati è possibile fare anche solo pernottamento senza colazione ne cena. La differenza di prezzo di 60 euro per tutta la durata del viaggio ci ha fatto propendere per il trattamento half board.

AUTO: la classica utilitaria depotenziata, senza infamia ne lode. Compagnia di noleggio YourCar legata al pacchetto viaggio. Non la trovate quindi ai baracchini in aeroporto, ma dovete incontrare l'operatore turistico che vi aspetta, una volta atterrati. Vi presenterà il noleggiatore e si fa tutto quanto sulle sedie dell'aeroporto. Piccolo particolare che forse può aiutare qualche altro turista che scelga questa destinazione: attenti all'assicurazione!! Noi abbiamo preso l'estensione che copriva ogni minima stupidaggine e che costa 63€ per tutta la settimana. Te la vendono come copertura totale, ma in realtà non copre gli eventi che capitano sulle strade STERRATE. Forse è una cosa che mi è sempre sfuggita, ma sembra che nessuna assicurazione sia valida su questi percorsi. Lo dico perchè Fuerteventura ha parecchie strade in queste condizioni e diversi posti belli da vedere si raggiungono solo attraverso questo tipo di terreno. Di fatto, se non prendete a noleggio un'auto che possa fare sterrato, vi limitate negli spostamenti o, come abbiamo fatto noi, vi assumete ogni responsabilità nel caso, ad esempio, foriate una gomma mentre fate "king drift" sullo sterrato. Sembra una cavolata, ma credetemi ho visto situazioni anche molto costose capitare ad altri turisti che non avevano idea di queste mancate coperture. Se andate a Fuerteventura (o in qualsiasi altro posto con prevalenza di strade sterrate), chiedete quindi un preventivo che comprenda un'automobile abilitata a questi percorsi e quindi coperta da relativa assicurazione. Costerà di più, ma almeno potete muovervi in totale libertà. Attenzione ai giri che fate verso il centro dell'isola perchè i distributori scarseggiano, mentre sulla costa est (dove ci sono le strade principali) non ci sono problemi. Le distanze non sono grandissime (da punta a punta ci saranno si e no 2 ore di macchina), ma le strade non sono sempre semplici ed economiche per cui potreste consumare parecchio carburante per superare alcuni tratti. Valutatelo prima di restare a piedi: noi non siamo mai scesi sotto metà serbatoio. Ah, la benzina verde (la cosiddetta "gasolina 95") viene 1,10 euro al litro, alla faccia dei prezzi italiani!!

CIBO: come detto sopra, avevamo la cena compresa, ma a pranzo ci siamo sempre arrangiati nei vari tapas bar che trovate praticamente ovunque. Il termine "ovunque" va però inteso in modalità localizzata per Fuerteventura: sulle coste che guardano l'Africa non ci sono problemi dato che è pieno di paesi e paesini che offriranno ogni genere di soluzione. Verso il centro dell'isola e dall'altro lato delle coste la situazione cambia in maniera evidentissima. Ci sono pochissimi villaggi con altrettanto pochi locali che possano offrire del cibo a pranzo. Come piccole certezze posso dirvi che El Cotillo e Ajuy (sulle coste), Betancuria e Antigua (in mezzo all'isola) offrono un minimo di ristorazione a patto che abbiate molta pazienza. Questo aspetto non va trascurato: è vero che siamo in vacanza e quindi l'orologio lo lasciamo a casa, ma sedersi alle 12:30 , mangiare 4 piatti di tapas (tempo di preparazione 10 minuti) ed alzarsi  alle 15:00 può sembrare esagerato per qualcuno. Gli spagnoli sono così: hanno il loro ritmo e ti ci devi abituare per cui non innervositevi, non lo fanno apposta.

LUOGHI DA VISITARE: ne parlerò più precisamente nel post dedicato alla fotografia, ma posso anticiparvi che, se avete visto Lanzarote, probabilmente Fuerteventura non vi stravolgerà la vita. Le spiagge sono nettamente superiori a quelle della vicina isola, ma per quanto riguarda l'offerta globale di cose da fare e vedere, Lanzarote vince a mani basse. Anche dal punto di vista della varietà di colori la sorellina ha molto di più da offrire. Tutto questo però non toglie fascino ad una terra molto aspra e selvaggia dove si ha la sensazione che ci sia sempre spazio per tutti. Per farvi un esempio: continuavano a dirci che, nella nostra settimana, era atterrata mezza Italia sull'isola e che era tutto pieno. Sinceramente non abbiamo avuto questa sensazione, nemmeno di sera passeggiando per Corralejo. Di giorno addirittura ti trovavi ad essere completamente solo sulla spiaggia di Sotavento, che ha un litorale enorme. Pensi quasi di aver sbagliato qualcosa e di essere entrato in una zona vietata. La forza quindi è nelle coste, ma anche all'interno si possono trovare dei bei posti da visitare e che ricordano molto i paesaggi marocchini dell'Atlante, basta saper cercare bene ed avere la pazienza di fare dei piccoli trekking di mezz'oretta a piedi. Su questo punto posso dirvi che noi non siamo assolutamente gente che fa camminate incredibili, eravamo accessoriati solo con scarpe da ginnastica, niente scarponcini o bacchette varie. Tutti i luoghi che vedrete nelle fotografie sono accessibili a chiunque, garantito!

CLIMA: probabilmente si è trattato della classica "botta di cXXo", ma abbiamo imbroccato gli unici due mesi dell'anno dove la "Ventura" è tutt'altro che Fuerte! Settembre ed ottobre sono infatti gli unici periodi dove si può andare ovunque senza essere investiti da una bora scaldata che soffia incessantemente. La stessa operatrice turistica locale ci spiegava come alcune spiagge siano addirittura inaccessibili durante il resto dell'anno, proprio per via del vento che non ti fa nemmeno respirare. Il rovescio della medaglia è che, al centro dell'isola, se non si alza un po' di vento, ci sono 35 gradi e ti sembra di essere in un forno. È una cosa difficile da spiegare, dato che la temperatura non sembra così alta, ma passare da 27 ventilato a 35 senza aria è incredibilmente dura. Noi stessi siamo stati stupiti della nostra reazione. È proprio vero che la temperatura non è uguale in tutte le parti del mondo. Una sera poi è capitato che il vento fosse totalmente assente anche sulle coste e verso le 23 si potevano vedere le automobili parcheggiate che gocciolavano acqua dal tetto e dai finestrini, assurdo. Sembrava una di quelle sere avvolte nella nebbia dalle nostre parti. Umido da morire...e parliamo di un'isola semi desertica. Scegliete quindi molto attentamente il periodo in cui andare.

PERSONE: il ritmo di cui abbiamo già parlato potrebbe infastidire i più nervosetti ed abituatevi a farvi la domanda "ma sarò io quello che sbaglia, a correre sempre?". La sera escono tutti per andare a cena nei vari locali di Corralejo o per ascoltare la miriade di gruppetti che suonano per strada in mini concerti più o meno organizzati. Devo dire che è stato bellissimo poter riascoltare qualcuno dal vivo (all'aperto) senza il continuo timore del virus. Attenzione agli orari perché qui gli spagnoli danno il meglio!! La mattina qualsiasi negozio che non sia essenziale (tipo supermercati o distributori) è chiuso. Il pomeriggio, se vi va bene, aprono verso le 16 e la sera alle 22 al massimo, è già tutto chiuso. Sto parlando di Corralejo che è forse la città più 'viva" di Fuerteventura. Ci è capitato, ad esempio, di dover cambiare una maglietta dopo l'acquisto perchè la misura non era corretta. Il tempo di tornare in albergo, provare la maglietta, uscire e raggiungere il negozio (saranno state le 22.05) ed abbiamo trovato tutto chiuso, con tanto di stand esterni già ritirati e blindati all'interno del negozio, assurdo!! Non oso immaginare nelle località più piccole. Probabilmente a Puerto del Rosario (la capitale), i tempi di apertura/chiusura saranno un po' diversi, ma non ci scommetterei troppo.

CONCLUSIONI AMMINISTRATIVE: non dico nulla sui luoghi specifici perchè ci torneremo nel post dedicato alla fotografia. Per quanto riguarda le pratiche amministrative e quello che offre l'isola da questo punto di vista, posso dire che........non capisco il motivo per cui così tanti italiani vanno a vivere lì. Sia chiaro, non è una critica aperta verso il lasciare il Bel Paese: io stesso non vedo l'ora di poter andare a vivere a Lanzarote, ma a Fuerteventura non ci vivrei mai, soprattutto per il clima che, rispetto alla sorellina minore, è, a mio avviso, meno vivibile se spalmato sui 12 mesi. A Fuerteventura si sta bene in vacanza e non si ha mai la sensazione di essere in pericolo o di rischiare brutti incontri. La gente è lì per divertirsi (anche quando lavorano...) e così fanno, con i loro tempi! E' un'isola a cui ti devi adattare, anche sotto gli aspetti meramente amministrativi e ti devi abituare alla frase più usata: "ne pasa nada". Spero di aver dato qualche informazione utile per poter viaggiare in tranquillità, soprattutto in questi periodi dove di tranquillo c'è proprio poco! Per quanto riguarda il vulcano di La Palma che in questo momento continua ad eruttare, non si vede niente a Fuerte e non ci sono problemi di alcun genere causati da questo evento. Concludo dicendo che, senza nulla togliere in generale, la nostra scelta è stata dettata dal fatto che Fuerte è una delle pochissime mete dove si può andare senza fare quarantene, tamponi nel bel mezzo della vacanza ecc. Se ci fossero stati anche questi impedimenti, sicuramente ci saremo orientati altrove. A presto con il post fotografico (300 foto da sviluppare...poteva andarmi peggio...) e, per ora, buona luce Sotavento!

Fotografia e Viaggi: Val d'Orcia (amministrativo e fotografico)

Post "tutto in uno" per un viaggio forse durato troppo poco, ma non lamentiamoci tanto, visto il periodo. Il posto non ha bisogno di presentazioni dato che si tratta di uno dei luoghi più fotografati d'Italia, nonchè uno dei più gettonati per riprendere film ecc (vedasi "Il Gladiatore", ad esempio). Dal punto di vista amministrativo, abbiamo alloggiato in un B&B a Bagno Vignoni (la locanda del loggiato), un paesino piccolissimo, famoso per la piazza-piscina:

Circa il B&B va detto che a noi è piaciuto tantissimo, anche se ha una caratteristica che forse non a tutti è gradita: non c'è la TV. Esatto avete letto bene: si tratta di una scelta precisa. Si cerca di favorire l'interazione tra gli ospiti nel salone antistante le camere, la lettura di libri sempre a disposizione e, magari, una suonata in compagnia con il pianoforte, anch'esso a disposizione di chi lo sa (o meno) suonare. Questa iniziativa, in tempo di covid, forse non è il massimo, ma l'idea di fondo è bellissima. Wifi sempre presente per cui chi fosse in astinenza da cavolate televisive, può risolvere con un tablet qualsiasi. Colazione ottima e servita in un luogo particolarissimo, arredato con tutti oggetti "di recupero" che fanno molto vintage e servito da una signora talmente simpatica ed affabile che ci metterete 2 ore a far colazione!!

Come mezzo di trasporto abbiamo ancora optato per la nostra automobile, così da limitare ogni interazione con il mondo esterno (...non solo per il covid, lo ammetto...😁).

In pochi giorni abbiamo visitato i borghi di: Radicofani, Castiglioncello del Tinoro, Montepulciano, Pienza, Montichiello, Castiglione d'Orcia, Montalcino e, sulla strada del ritorno, la città di Siena. Un bel tour de force sicuramente, ma ne è valsa la pena. La sensazione di pace e tranquillità non ci ha mai abbandonato, neanche quando ci siamo trovati in mezzo ad un po' troppa gente: per fortuna le "distanze minime" si riusciva sempre a tenerle. Il cibo, manco a dirlo, è uno dei piatti forti prima di tutto perchè siamo in Italia e poi perchè siamo in Toscana, dove le famosissime bistecche fiorentine sono all'ordine del giorno. Vale la pena di andarci anche solo per quello, fidatevi!!

Dal punto di vista fotografico ci sono luoghi che sono oramai diventati iconici come i boschetti di cipressi vicino a San Quirico d'Orcia:


In questo luogo però si possono trovare anche altri spunti, semplicemente girandosi verso destra rispetto al boschetto:

La presenza umana, in questo caso, aiuta a dare le proporzioni e le distanze, ma ovviamente la cosa più bella è la luce: c'è poco da fare quando ci sono colline tondeggianti si ricava il meglio dai paesaggi. Altri soggetti stra fotografati sono i vari poderi (tra cui anche quello dove è stato girato il Gladiatore, che non ho ripreso volutamente), che rendono bene ad ogni ora del giorno:


Nel secondo caso ho cercato di fare una cosa diversa dal solito, mettendo a fuoco sull'unica spiga che spuntava dalla marea verde e lasciando il vero soggetto fuori fuoco. Valutate voi se è un esperimento riuscito o se si tratta dell'ennesima boiata che ho combinato con la macchina fotografica...😆
Gli stessi cipressi (che si trovano praticamente ovunque) possono suggerire composizioni più grafiche:
In sostanza è molto difficile scostarsi dai grandi classici: le foto sapranno tutte un po' di già visto. E' il prezzo da pagare quando si va a visitare un posto famosissimo. Per quanto riguarda i vari borghi, a noi sono piaciuti particolarmente San Quirico d'Orcia e Pienza. Quest'ultimo è fotogenico anche dall'esterno:

Alla fine sono rimasto soddisfatto del mio giro fotografico? Assolutamente si, anche perchè, finalmente sono riuscito a scattare una foto che volevo fare da tanto tempo e che, nonostante i tentativi riusciti in altri luoghi, non riuscivo mai ad autoconvincermi che ce l'avevo nel portfolio. Niente di che, è lo scatto di un unico, semplice, facile, alberello solitario:


Lo so, è una cacchiata di foto, ma è proprio una cosa mia personale, che inseguo da tempo. Lasciatemi questa piccola soddisfazione, mi accontento di poco dopo tutto no? 😇 Chiaramente ne ho scattate a centinaia di foto con alberelli solitari, ma questa mi regala la tranquillità che cercavo per il mio scatto. Per chi volesse guardare altre foto, l'album è QUI anche se si tratta di un estratto dell'estratto visti i limiti di Flickr.

Durante la permanenza abbiamo cercato anche di riprendere particolari di ogni genere, presenti nei borghi e che magari sembravano più simpatici. Ad esempio questa pubblicità di un negozio locale:

O il classico mezzo di trasporto da ferie:

Passando anche per una interpretazione medio artistica cialtronata, con tanto di domanda amletica: meglio steso o appeso?

C'è anche tempo per dare un po' di spazio all'ironia:
Inutile dire che i tramonti sono il pezzo forte del luogo (anche perchè di alzarmi all'alba, in ferie, non ci penso nemmeno...😂)

Che attrezzatura portare in un viaggio simile: quella tipica per un viaggio a caccia di paesaggi. Grandangolo (Tokina 17-35 f4), Teleobiettivo (Tamron SP 70-300 f4/5.6) e l'immancabile 50mm f1.8 per riprendere i borghi o per i ritratti vari. Un buon cavalletto (ne avevamo uno a testa) con scatto remoto se possibile e filtri vari (che ovviamente NON ho usato, tanto per cambiare). Noterete che manca una notturna che, normalmente, scatto sempre: questa volta non l'ho fatto principalmente per motivi di coprifuoco che, durante la nostra permanenza, era attivo e puntato alle 22, rendendo impossibile uno scatto del genere. Quali sono le difficoltà maggiori? Sicuramente trovare composizioni diverse dal solito e, per quanto riguarda la post produzione: la correzione del colore delle colline sugli sfondi che, immancambilmente, si riempiono di blu. Ricordo che, un po' di blu è accettabile nella vegetazione a distanza (nella foto qua sopra, parlo della montagna alta sullo sfondo), ma non deve essere esagerato, altrimenti, quando andate ad umentare la saturazione, anche solo di un paio di punti, diventa blu fosforescente. Va corretto come prima operazione, come sempre. Il problema è che bisogna stare attenti a non sballare altre zone della foto come le nuvole che tendono, in questi casi, a virare verso il verde...e non è un bel vedere. Insomma, più problemi tecnici derivati dai consueti limiti tecnologici, che altro. Se avete quindi intenzione di fare un viaggio da quelle parti, non preoccupatevi tanto delle problematiche, ma godetevi posti, luce e cibo perchè meritano tantissimo!! Non dimenticate di farvi un giro lungo la "strada dei campi elisi", quella usata per le riprese de Il Gladiatore:
In questo caso ho lasciato la foto con il colore ripreso in origine, per farvi capire cosa intendo con correzione del colore. Guardate la foto qua sotto e notate la montagna, non serve dire altro:
Spero di avervi dato qualche informazione in più su questi splendidi luoghi e qualche indicazione fotografica interessante, soprattutto per la vostra post produzione. Ricordatevi di non esagerare con la saturazione, soprattutto se non avete corretto bene il colore sullo sfondo. Come indicazione di massima, non accettate mai più di 10 punti Lab di blu sulle montagne. Un valore accettabile, sempre con il metodo Lab è -5 nel canale "a" e massimo -8 o -9 nel canale "b" (che tradotto significa 5 punti di verde e 8 o 9 di blu), a prescindere dalla luminosità. La correzione potete farla tranquillamente in RGB, agendo sulla curva del BLU, più o meno come vi ho fatto vedere nel post relativo alla neve che trovate QUI
Ovviamente per dubbi, domande, indicazioni, insulti ecc, usate i commenti.

Buona luce alla griglia!

Lavanda si, Lavanda no

Argomento modaiolo dato che sembra diventato un must degli italiani quello di farsi selfie e ritratti in mezzo a queste bellissime piante. Come tantissime altre cose, durante questi (quasi) 2 anni di vita da semi reclusi, abbiamo riscoperto un sacco di belle cose da vedere e da rendere pubbliche che prima non cag

XXXamo neanche di striscio. La lavanda non poteva essere da meno ed ecco fioccare indicazioni su migliaia di lavandeti che fanno concorrenza a quelli più famosi della Provenza. In questo post vi parlerò del lavandeto presente in zona "polesine" (Porto Tolle, per la precisione), in Veneto. Per precisione, il campo e mezzo di cui sto parlando si trova a queste coordinate (44.8925159335757, 12.384077449607958) se le caricate su Google Maps troverete un semplice incrocio dove poter lasciare l'auto ed inoltrarvi per 100 metri che vi separano dai fiori, seguendo un fantasioso cartello con scritto "Lavandeto". Domanda esistenziale: vale la pena di andarci? In tutta onestà, se volete farvi un selfie nel viola ok, ma se sperate di portare a casa foto stile Provenza, scordatevelo. A parte il fatto che il campo, per quanto discretamente esteso, è uno soltanto (e non centinaia come in Francia), il contorno non è propriamente collinare e non offre i paesaggi tipici che vediamo ritratti nelle foto "istituzionali". Ho visto girare scatti con via lattea e cieli improbabili che i programmatori di Luminar 4 si saranno fregati le mani, ma resta sempre un campo singolo di lavanda, con attorno un casolare bruttino, diroccato e pure circondato dalla classica rete rossa da cantiere. Quali sono le difficoltà maggiori nel riprendere questo luogo? Sicuramente la più grande è creare composizioni interessanti. Partendo dal presupposto che le foto migliori vengono dal lato "corto", la piccola collinetta che si trova appena arrivati è forse il punto migliore in quanto si riescono a riprendere le linee dei vari filari e si ha la sensazione di "rotondo" tipica di queste coltivazioni. Dall'alto lato invece dominano le farfalle per cui potete dedicarvi a composizioni più strette dove i filari fanno da contorno invece di essere il vero soggetto. Immancabili i ritratti di mogli/fidanzate/compagne ecc dato che 2 filari sono accessibili, per cui rassegnatevi che vi toccherà anche la seduta di ritrattistica. Quali ottiche usare? Io avevo anche il 17-35, ma visto lo sfondo e il "nulla" attorno, le foto non sono uscite particolarmente accattivanti, per cui, a mio parere, potete lasciare a casa il grandangolo. Poi il 50 per ritratti soprattutto, ma anche per foto così:



Ed infine il 70-300 per tutto il resto:





 

Di sicuro non vincerò il POTY, ma ho fatto del mio meglio, con la luce che c'era. Ho scattato agli orari peggiori possibili anche per motivi strettamente logistici: arrivare in questo posto comporta un viaggio piuttosto impegnativo partendo dalle mie parti e, complici la montagna di cantieri che si trovano per strada, il tempo di percorrenza imponeva di tornare con discreto anticipo...e addio luce del tramonto.

Riassumendo: se avete voglia di fare una gita fuori porta, senza la pretesa di portarvi a casa foto degne della miglior Provenza, allora andateci con tranquillità. Viceversa lasciate stare, o meglio, andateci, ma con lo scopo di vedere anche altre cose tipo la sacca degli Scardovari o di gustare dell'ottimo pesce in uno dei tanti ristoranti del luogo (opinione strettamente personale ovviamente!!).

Per ora è tutto, in attesa di finire la post produzione delle foto scattate in Val D'Orcia, buona luce violacea!