Un po' di primavera

Torniamo finalmente a parlare di fotografia "sul campo" (nel vero senso della parola...) e ci colleghiamo direttamente con la primavera (oramai quasi estate...) che ci aspettava là fuori dopo i mesi di lockdown! Fiori e fiorellini sono i veri protagonisti di questo periodo, insieme ai vari insetti che spopolano in mezzo ai campi e che, negli ultimi tempi, si sono (giustamente) riappropriati dei propri spazi! Dove sono andato a caccia fotografica questa volta? Principalmente in due posti ovvero Pian di Coltura (grazie a Davide per il suggerimento) e Pian de le femene, entrambi in provincia di Belluno. Inoltre mi sono dedicato a diversi giri in bici nei dintorni di casa, tanto per non diventare 15 quintali e, con l'occasione, ho cercato di cogliere qualche soggetto interessante. Inutile dire che i paesaggi montanari hanno vinto a man bassa...
Ma vediamo a noi: cosa serve per fotografare fiori, insetti e campi colorati? In realtà non molto, ma dipende dal taglio che volete dare alle vostre fotografie: se avete intenzione di fare dei veri e propri ritratti ai fiori (o ai fiori con insetto), allora vi suggerisco l'utilizzo di ottiche da ritratto come il Tamron 90mm macro, che ovviamente può aiutarvi anche nel primissimo piano close up del fiore stesso. Anche un 50 mm può aiutare molto, soprattutto se lo usate su aps-c perchè si avvicina molto ai 90mm del Tamron ed essendo fisso, sicuramente offrirà una grande qualità ottica. Se non avete nessuna delle due lenti citate, potete usare anche il classico tele 70-300 che vi permetterà di inseguire le varie api/farfalle senza starci troppo vicino. In quest'ultimo caso, dovrete stare attenti all'apertura del diaframma e mi spiego: di solito con i tele si tende a guardare molto il tempo di scatto per evitare di stare al di sotto della soglia di micromosso (ricordate la regola empirica 1/focale usata?). Quando siete in mezzo al campo ad inseguire farfalle o a cercare lo sfocato perfetto, i teleobiettivi vengono spinti a manetta e quindi anche il tempo di scatto deve essere veloce: la conseguenza è che spesso vi troverete a scattare a tutta apertura del diaframma, con buona pace della qualità di immagine e dei dettagli raccolti (a meno che non abbiate dei tele strafighi, stracostosi e strapesanti). Il mio suggerimento è di evitare come la peste l'automatismo della priorità di tempi e di utilizzare il manuale o, addirittura, la priorità di diaframmi, con controllo iso automatico e tempo di scatto minimo, ad esempio, 1/500 o giù di lì. In questo modo potrete usare un diaframma un po' più chiuso garantendo qualità alla foto, al prezzo di un po' di rumore digitale. Se scattate in pieno giorno, vedrete che il problema sarà davvero limitato, non abbiate paura!
Vi mostro ora un po' di scatti realizzati con le ottiche di cui sopra. Partiamo dal 70-300 (Tamron SP f4/5.6, niente d strafigo, credetemi...):
Lo scatto qua sopra, rispetto agli altri ha la sola differenza della lettura esposimetrica SPOT sul fiore illuminato. Si tratta di un classico sistema per creare la foto di partenza già pronta per l'effetto chiaro/scuro tipico dei boschetti montani. Non ho scoperto nulla di nuovo, ma può essere utile per chi inizia a fotografare: quando vedete lame di luce o punti singoli illuminati, ricordatevi della lettura SPOT, fa miracoli !!!

 Con il 50mm f1.8:
Il top qui è rappresentato dal cielo dietro al campo: stava per venirne giù tanta...il momento migliore per ottenere un contrasto naturale con i colori caldi del grano. Ovvio che, essendo dietro casa, ho dovuto stringere molto l'inquadratura per evitare che entrassero in scena gru, antenne, tetti vari ecc...
Con il 90mm f2.8:
Come per il fiore bianco all'inizio, anche in questa foto ho utilizzato la lettura SPOT sul fiore illuminato più vicino. Questo ha fatto sì che lo sfondo andasse "giù" e che si definisse perfettamente l'ombra sul petalo, la sola cosa che mi interessava riprendere bene! Prima che vi facciate cento domande, in post produzione, in un impeto da color correction, ho neutralizzato un po' troppo le ombre col risultato che i colori sembrano usciti da un cross processing pubblicitario. Solitamente non mi piace cambiare l'aspetto delle fotografie, ma in questo caso ho apprezzato le cromie "strane" che ben si sposavano con il risultato che avevo in testa. Ho quindi salvato questa versione della foto, senza nemmeno tentare di svilupparne un'altra più realistica...cosa altrettanto rara. Ogni tanto mi concedo una licenza poetica con il mouse...

Questo ultimo scatto sembra fatto in studio con luci davanti, dietro, di lato ecc...in realtà ero in mezzo al boschetto con il fiore illuminato da dietro e mi ero scordato la lettura SPOT dallo scatto precedente. Il risultato è che ho mandato il fiore nell'alto dei cieli, sbiancando tutto quello che gli stava attorno. Al momento non ci ho pensato ed ho lasciato stare la foto (tanto per me era già destinata al macero) ed una volta a casa il risultato mi è piaciuto al punto che mi sono tenuto pure il flair sul fiore. Se non altro è un ritratto un po' diverso dal solito. I puristi del genere potranno insultarmi con tutta la mia comprensione, ma a volte tengo delle foto solo perchè si discostano completamente da quello che sto facendo nella sessione, basta che siano un minimo decenti.
Bene, non è che abbia aggiunto molto a quello che probabilmente già sapevate sulle foto ai fiori ecc, ma spero che andiate anche voi nei due posti citati all'inizio, perchè meritano davvero ed in più si sta all'aria aperta e spazio ce n'è per tutti, senza mascherine e con la distanza sociale garantita, sempre con il buon senso anti Covid-19.

Buona luce, senza mascherina!