HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 6 di 6

Eccoci arrivati all'ultima puntata di questo piccolo studio sull'HDR. In questa sede ci occuperemo dei DETTAGLI FINI ovvero dello sharpening (o maschera di contrasto), ma non del tipo HiRaLoAm. Di che cosa si tratta e come funziona voglio darlo per scontato, come premesso all'inizio di questa serie di post. Sappiate solo che per lo sharpening ci sarebbe da scrivere un libro, per cui se non avete la minima idea di cosa si tratta, vi consiglio di informarvi o di acquistare uno dei tanti corsi on line sull'argomento (tipo quelli tenuti da Marco Olivotto che è semplicemente un grande in tema di post produzione, non solo per lo sharpening, ma anche per la cosiddetta "Color Correction"): costano poco e ti illuminano sull'argomento! Tornando a noi e riassumendo quanto fatto finora: abbiamo preparato i nostri file, unito il tutto in un HDR orrendo e piatto, regolato luci ed ombre, sistemato il contrasto locale, sparato e staccato un po' i colori ed ora rifiniamo con un po' di dettagli fini. L'unica cosa che posso dirvi prima di partire a bomba è che, SAREBBE MEGLIO, tenere come foto MASTER quella fatta fino a questo punto perchè lo sharpeing va genericamente applicato in base alla destinazione della foto. Se va stampata su carta fine art o va pubblicata sul web, ad esempio, ci sono interventi differenti. In questa sede cercherò di mostrarvi qualcosa di "generico", che solitamente da buoni risultati in quasi tutte le situazioni. Partiamo comunque dal presupposto che un file HDR difficilmente potrà contenere un ritratto fashion proprio per via della natura "multiscatto", per cui la maggior parte saranno foto di paesaggio o di elementi statici. La manovra che vi suggerisco è la seguente:
  • Uniamo tutti i livelli precedenti (CTRL + SHIFT + E)
  • Duplichiamo il livello di sfondo e rinominarlo in "USM 1"
  • Applichiamo il FILTRO / MASCHERA DI CONTRASTO con i seguenti parametri (non prendete paura, fidatevi...):
  • Duplichiamo nuovamente il livello USM 1 e rinominarlo "USM 2". Ci ritroveremo quindi con questa situazione dei livelli:
  • A questo punto modifichiamo il metodo di fusione del livello "USM 2" in SCHIARISCI e quello del livello "USM 1" in SCURISCI
  • Impostiamo quindi l'opacità del livello "USM 2" al 50%. Il risultato è questo qui (non guardate il gruppo: lo creeremo al punto successivo, concentratevi sui due livelli citati!):

  • Selezioniamo i due livelli di USM ed utilizziamo la combinazione di tasti CTRL + G in modo da creare un gruppo di livelli che potete rinominare a piacere o lasciare con il nome di default, non cambia nulla
  • Facciamo click sul gruppo appena creato per selezionarlo e creiamo una maschera di livello che ora andremo a gestire
  • Selezioniamo la maschera di livello facendoci CLICK sopra ed utilizziamo il comando APPLICA IMMAGINE con questi parametri:
  • Ora selezionate il gruppo e cambiate il metodo di fusione in LUMINOSITA'
 
Abbiamo finito. Più o meno questa ricetta è valida per la maggior parte delle situazioni, ma voi valutate il risultato e, se vi sembra eccessivo, lavorate con l'opacità del gruppo di livelli USM.

Siamo così giunti alla fine del nostro percorso di sviluppo. Abbiamo iniziato con un risultato piatto:

e siamo arrivati a questo risultato finale:

Ecco qui invece il risultato con Photomatix ed il preset "NATURAL":
Per quanto possano sembrare simili, mi concentrerei sugli alberi in fondo, quelli tra la panchina e l'albero in primo piano: guardate il volume e la presenza della foto "manuale" rispetto a quella automatica. Altra cosa: lasciamo stare la tonalità dei colori in generale, ma osservate lo stacco cromatico presente nei dettagli della montagna dietro l'albero e guardate quanto sono più impastati nella versione Photomatix. Anche l'alta luce a sinistra: in photomatix è bruciata, mentre nella nostra versione manuale no. Non voglio ovviamente influenzare nessuno, ma queste cose balzano agli occhi immediatamente. La versione Photomatix non è che faccia schifo, ma va ancora lavorata, questo è il punto: che senso ha creare un HDR "senza controllo" per poi rimetterci le mani chissà quante altre volte? Tanto vale lavorarlo direttamente dall'inizio, con il controllo di ogni cosa affidato al nostro senso artistico.

Vi mostro anche un'altra foto HDR, di una situazione differente, creata con Photomatix in 15 secondi, con gli automatismi ed il preset NATURAL:
Anche qui di certo l'impatto non manca, ma, secondo me, oltre ad essere palesemente artificioso, il risultato manca di una forte variazione cromatica, come la versione sopra, ma è ovvio che sia così se non si fanno gli interventi mirati!! Calcolate che, nonostante abbia utilizzato un preset, ho abbassato un paio di regolatori perchè avrei potuto vomitare da quanto sembrava "acido" il risultato....
Ecco invece la stessa foto fatta "maualmente" partendo questa volta dalla fusione in ADATTAMENTO LOCALE totalmente flat, come suggerito in precedenza:
Le foto sembrano simili ma se le analizziamo da vicino si può vedere che l'erba in pirmo piano è molto più presente e lo stacco cromatico permette di vedere tutte le variazioni di colore all'interno del soggetto. Certo, la versione Photomatix è più "calda", mentre quella manuale ha le ombre più neutralizzate. In entrambi i casi ci siamo giocati delle alteluci, ma se mettete il sole in inquadratura, non si può certo pretendere molto di più. Se avessi dovuto neutralizzare anche le alteluci avrei dovuto aggiungere ancora blu, ma si sarebbe persa l'atmosfera ed il calore della dominante tipica del tramonto (ok correggere il colore, ma teniamo sempre a mente l'atmosfera dello scatto!!). La cosa che più mi piace è l'ombra della montagna dove, nella versione manuale, si riesce a scorgere ogni dettaglio, mentre la versione Photomatix mescola tutto con la luce calda. Anche qui, molto probabilmente è questione di gusti per la "tinta" della luce del tramonto, ma un conto è dover scaldare un po' l'atmosfera ed un altro è dover ri-lavorare uno scatto che, in teoria, dovrebbe uscire già pronto all'uso. Questo non significa che sia sbagliato sviluppare gli HDR con dei software dedicati e semi-automatici, ma è ovvio che il risultato è differente e decisamente meno controllabile, nonostante Photomatix abbia davvero tante regolazioni su cui intervenire. Sta a voi valutare se il percorso "lungo" vale la pena di essere seguito o se preferite risparmiare tempo al prezzo di un po' di controllo sul risultato. A mio parere dopo che vi sarete creati una serie di azioni in Photoshop, per gestire i vari passaggi, la velocità di sviluppo sarà più o meno la stessa di Photomatix, ma deciderete voi il cosa ed il come.

Siamo arrivati ai ringraziamenti: prima di tutto ringrazio chi ha letto tutti questi post per la pazienza e la tenacia. Non posso che ringraziare, anche se (per ora...) non li conosco personalmente, sia Marco Diodato per l'illuminante spiegazione degli HDR nel suo corso specifico, sia Marco Olivotto per i corsi e la montagna di consigli che mette a disposizione nel suo blog: davvero un riferimento per chiunque voglia approfondire argomenti tecnici sullo sviluppo fotografico digitale.
Se doveste avere difficoltà nel reperire le risorse che ho citato in questi post, contattatemi pure via email all'indirizzo ivano.74@libero.it : cercherò di aiutarvi, magari fornendovi il set di azioni che utilizzo per questi sviluppi e che ho costruito a seguito di questo studio, compreso il Modern Man From Mars che, ripeto, non è mio, ma del Maestro Margulis. Spero che questo sforzo sia stato gradito e che vi apra la possibilità di applicare questi consigli anche al vostro normale flusso di post produzione per foto non HDR. Sapete bene che non amo troppo parlare di Photohop e Pc, preferisco stare fuori a scattare, ma di questi periodi bisogna accontentarsi e magari approfittarne per studiare un po'. Come recitavo nel post dedicato all'etica della postproduzione: studiate sempre e cercate di mantenere più controllo possibile sulle azioni svolte con i software. La post produzione è una procedura non bypassabile, per quanto si possa pensare il contrario: decidete voi se affidare il tutto ad un firmware oppure al vostro senso artistico.

Grazie ancora a tutti e buona luce HDR!

HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 5 di 6

Eccoci arrivati alla parte più divertente: i COLORI. Finora ci siamo occupati di preparare i file, unirli, regolare più o meno contrasto, luci ed ombre ed abbiamo dato un po' di plasticità ai soggetti "grossi".
E' ora di trovare un po' di soddisfazione e scatenare la potenza del metodo colore Lab. Do per scontato che sappiate come funziona il metodo Lab, ma ve lo riassumo in 2 parole: 3 canali a disposizione. Luminosità, a e b. Il canale Luminosità contiene quello che dice il nome stesso, mentre gli altri due canali trasportano solo informazioni sul colore, senza contrasti o altro. Precisamente il canale "a" contiene i dati dei colori che variano dal Verde al Magenta, mentre il canale "b" contiene i dati dei colori che variano dal Blu al Giallo. Questo post sarà incentrato su di una azione automatica che farà tutto il lavoro per voi. Come? Si ok, vi farò vedere anche come si può eseguire l'operazione in maniera "manuale", ma l'azione è molto meglio e vi dico subito il perchè: si tratta di un automatismo che non ho creato io, ma è stato pensato, concepito e realizzato dal Maestro assoluto della correzione colore ovvero Dan Margulis. Questo genio (perchè di genio si tratta), oltre ad aver pubblicato una serie di libri diventati la base di ogni ritoccatore Photoshop certificato, ha anche studiato e realizzato una serie di strumenti gratuiti che potete trovare a questo indirizzo: https://www.ledet.commargulis/ppw . A metà pagina c'è la risorsa del pannello per PPW sia per Win che per Mac e comprende, oltre al pannello che vedete nei miei screenshot, anche tutta una serie di azioni tra cui il Modern Man From Mars che è l'argomento di oggi. Attenzione ad addentrarvi nella materia perchè CREA DIPENDENZA, fidatevi di me.... 😁 Quello che vi farò vedere manualmente è una semplice curva un po' esasperata, mentre l'azione del Maestro, compie una serie di ottimizzazioni che investono anche la luminosità, per cui il risultato è molto più preciso e professionale. Vi consiglio ovviamente di utilizzare l'azione rispetto alla versione manuale, ma a scopo didattico è giusto farvi vedere il concetto che sta alla base. Si tratta di scegliere un punto di partenza all'interno dell'immagine, che noi riteniamo importante sulla base dei colori che vediamo. Potete scegliere quello che volete, ma ricordatevi che il risultato sarà differente a seconda del punto di partenza. Iniziamo da dove avevamo lasciato alla puntata precedente.
  • Uniamo tutti i livelli precedenti con CTRL + SHIFT + E
  • Passiamo al metodo colore Lab utilizzando il menù IMMAGINE / METODO / COLORE LAB
  • Creiamo un livello di regolazione CURVE ed attiviamo il selettore:
  • Ora scegliamo un punto qualsiasi della foto che ci risulta interessante per i colori che vogliamo sparare. Io ho scelto la vegetazione dietro all'albero. Usiamo CTRL + SHIFT + CLICK sul punto prescelto ed in questo modo nelle nostre curve si selezionerà un punto che sarà "fissato" su TUTTI i canali previsti dalla regolazione (L, a e b in questo caso, ma il sistema funziona anche in RGB)
  • Ora inizia il divertimento: selezioniamo il canale "a" all'interno della curva ed usiamo i cursori in basso a sinistra o in alto a destra per distorcere la curva in maniera estrema (scegliete il cursore dalla parte più vicina al punto che avete fissato):
  • Facciamo lo stesso anche sul canale "b":
  • Non prendete paura, la foto è al sicuro: chiudete la curva ed impostate l'opacità del livello di regolazione curve al 20%
Il risultato è questo qui:
Diciamo che i colori si sono un po' risvegliati nonostante avessi scelto una zona non molto interessante dal punto di vista cromatico. Questa operazione serve anche e soprattutto per determinare la cosiddetta "variazione cromatica": non è la saturazione, ma lo stacco tra i vari colori che, nella normalità, il nostro occhio percepisce in maniera perfetta, mentre le nostre attrezzature fotografiche tendono a catturare in maniera piuttosto impastata. Ora invece proviamo l'azione del Maestro. Questa azione ha bisogno, prima di eseguirla, di una selezione in una zona della foto (quello che avete fatto prima con il punto singolo, ora lo potete fare con lo strumento LAZO allargando la zona scelta). Scegliete anche qui una zona che abbia un senso dal punto di vista dello stacco cromatico anche se l'azione gestisce in ingresso addirittura l'intera immagine. Provate a selezionare tutto con CTRL + A e fate partire l'azione, vedrete che comunque un risultato arriverà. Attenzione perchè cambiando la zona di partenza i risultati possono essere molto differenti. Ecco la mia scelta:
Come vedete ho scelto una zona che contiene anche del verde (per quanto pochissimo, lo ammetto). Ora avviamo l'azione e, dopo un po' di operazioni, Photoshop vi restituirà un gruppo di livelli con, al suo interno, due regolazioni: una per i colori ed una per la luminosità. Potete scegliere se tenerle entrambe, toglierne una o modificare l'opacità del gruppo o della singola regolazione. Il risultato della scelta è questo:
Vi ho cerchiato due elementi della foto che sono letteralmente ESPLOSI dopo questa azione. Si tratta di due particolari VERDI che inizialmente non avevo notato e che l'azione ha riportato a nuova vita. Questo per farvi capire quanto potente è questa manovra e che effetto può avere sulla vostra fotografia. Bene, che mi dite ora? Sembra ancora la foto piatta e scadente che avevamo all'inizio? E non è ancora finita...Se i colori vi sembrano spenti, possiamo darci dentro con la saturazione, eseguendo una "moltiplicazione" che sfrutta il metodo Lab. Come si esegue? Creiamo un nuovo livello di CURVE e cambiamo il metodo di fusione in MOLTIPLICA. Il risultato è questo qui:
Chiaramente si è moltiplicata anche la luminosità, per cui facciamo doppio click a lato del nome livello ("Curve 2" in questo caso) ed apriamo le opzioni di fusione. A questo punto TOGLIAMO la spunta sul canale "L" e diamo ok:
Ed ecco qui la vostra foto saturata, ma con la stessa luminosità di prima. Potete regolare eventualmente l'opacità se i colori sono troppo saturi:
Come dite? Facile? Certamente! Ci ha pensato il Maestro a darci uno strumento eccezionale che ci aiuta non poco. Sta a noi sfruttarlo usando il cervello. La prossima puntata parliamo di dettagli fini e quindi concluderemo la nostra post produzione HDR.

Per ora buona luce, da Marte!

HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 4 di 6

Eccoci qui a parlare ancora di CONTRASTO, ma questa volta parliamo di quello LOCALE. Sostanzialmente di cosa si tratta? Di creare degl aloni scuri e chiari attorno ai contorni dei soggetti, in modo da generare plasticità nelle forme e dare volume a quegli elementi che hanno una bassa frequenza spaziale all'interno della fotografia. Tradotto in parole povere: i soggetti più "grossi" diventeranno più voluminosi e presenti all'interno dello scatto. Ripartiamo quindi dalla fine del precedente post ed uniamo tutti i livelli creandone uno unico: per fare questo utilizzate la combinazione di tasti CTRL + SHIFT + E. Prima di procedere vi dico due parole su un tipo di maschera di contrasto che andremo ad operare: si chiama HiRaLoAm ed il nome deriva dalla sua essenza ovvero HI RAdius LOw AMount che significa un Raggio AMPIO ed una quantità RIDOTTA. Vedremo nella pratica che cosa significa applicare questo tipo di maschera di contrasto. Prima di partire come missili, andiamo ad analizzare i canali della fotografia per vedere quale offre la qualità migliore dal punto di vista del rumore digitale: quasi sempre il canale migliore è il ROSSO e quello peggiore è il BLU, ma non è sempre così. Nel nostro esempio rientriamo nel classico per cui il ROSSO fa al caso nostro. Le manovre da eseguire sono queste:
  • Duplichiamo il livello di sfondo e chiamiamolo "HiRaLoAm su R" così da ricordarci cosa stiamo facendo
  • Sul livello "HiRaLoAm su R" selezioniamo e rendiamo visibile il solo canale R (come illustrato qua sotto) ed applichiamo a questo canale una MASCHERA DI CONTRASTO con i valori che vedete sotto a questa immagine. Andrebbe verificato il risultato finale, ma con il tempo vedrete che imparerete a valutare ogni singolo aspetto, per ora fidatevi di questi valori:

  • Tornate nella palette livelli così si riattiveranno tutti i canali e mettete il livello in fusione LUMINOSITA'
  • In questa foto di esempio non c'è un cielo particolarmente ricco di nuvole o soggetti interessanti, per cui questo passaggio è inutile, ma in generale, un paesaggio dovrebbe avere questi elementi al suo interno, per cui ora si tratta di mascherare l'effetto appena applicato, togliendo il cielo del quale ci occuperemo dopo. Creiamo quindi una maschera di livello, selezioniamola cliccandoci sopra ed utilizziamo il solito comando IMMAGINE / APPLICA IMMAGINE con il canale del BLU invertito:
  • Come visto in precedenza, si può attivare la maschera con ALT + CLICK su di essa ed agire con TONO AUTOMATICO o una curva per migliorare al massimo la maschera di livello. Ricordate che potete anche sfocarla se eventualmente introduce artefatti nella foto. Non state lavorando sull'immagine, ma su una MASCHERA di livello, ricordatelo!!
  • Creiamo un livello con l'unione di tutti: selezioniamo tutti i livelli ed utilizziamo l'accordo visto in precedenza CTRL + ALT + SHIFT + E
  • Al livello unito, che chiameremo "HiRaLoAm cielo" applichiamo il FILTRO / ACCENTUA PASSAGGIO (migliore per il cielo rispetto alla maschera di contrasto) con questi valori:
  • A questo livello che ora sarà diventato una sorta di grigio con aloni colorati, va tolta la saturazione per evitare artefatti utilizzando il comando TOGLI SATURAZIONE:
  • Modificare il metodo di fusione di questo livello in SOVRAPPONI e la vostra immagine riapparirà in tutta la sua "bellezza provvisoria". Ora ovviamente bisogna mascherare l'effetto, così da escludere tutto tranne il cielo che è l'oggetto del nostro intervento. Come si fa? Ancora una volta, creiamo una maschera di livello, selezioniamola con un click sopra di essa ed utilizziamo APPLICA IMMAGINE sfruttando la maschera di livello fatta in precedenza per il primo piano, ricordate? Avevamo escluso il cielo, per cui se noi INVERTIAMO questa maschera, abbiamo il lavoro già fatto. Utilizziamo come sorgente il livello "HiRaLoAm su R" e rubiamogli la maschera di livello INVERTENDOLA:
Siamo arrivati a questo risultato:
Se guardate le immagini di partenza e di arrivo, noterete già una certa presenza maggiore di panchina, albero e dei dettagli grossi presenti nella montagna dietro ai nostri soggetti. Ora abbiamo una foto che inizia ad avere un po' di spessore e di volume. Il contrasto locale è sistemato, passiamo ora al pezzo grosso: i colori!

Buona luce, con HiRaLoAm!

HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 3 di 6

Terza puntata sullo speciale HDR: dopo aver preparato i file per la fusione riducendo l'aberrazione cromatica e dopo averli uniti con Hdr Pro di Photoshop ottenendo la foto più piatta del cosmo, possiamo iniziare a post produrre il nostro file. Faccio una premessa collegata a quanto detto alla fine della seconda puntata: verranno utilizzati dei comandi di Photoshop per i quali do per scontato tutta la presentazione che ci sta dietro. Magari in futuro mi verrà in mente di approfondire ogni singolo comando, ma per ora lo diamo per acquisito. Utilizzerò il metodo colore RGB e quello Lab per cui se non sapete di cosa si tratta, cercate qualcosa all'interno del blog (o in altri blog molto più tecnici di questo), per farvi un'idea. Si utilizzeranno i metodi di fusione dei livelli e due strumenti assolutamente sottovalutati dal mondo: il pannello info ed il contagocce! Dove sono? Qui:
Brevemente, a cosa servono? Il contagocce serve per campionare dei punti all'interno della foto, mentre il pannello info restituisce le informazioni dei punti campionati. Ci serviranno per le nostre verifiche sulla fotografia.
Iniziamo quindi con punto numero 1 dell'elenco ovvero: CONTRASTO GENERALE e LUMINOSITA'.
Innanzitutto individuiamo due punti all'interno della foto: uno di luce ed uno di ombra. Usiamo il contagocce e, tramite la combinazione SHIFT + CLICK sul punto scelto, campioniamolo. Il pannello di info ci darà le informazioni sui punti scelti:
Come potete notare, il punto di luce è piuttosto buio dato che il canale più chiaro è il verde con un valore di 188. Come sappiamo, RGB arriva a 255 per ogni canale, per cui la foto è abbastanza scura (e si vedeva anche senza campionare nulla...). Il punto di ombra invece si difende piuttosto bene con 11/12 punti per canale. I valori di RIFERIMENTO per le luci e le ombre sono, come al solito, 245 per le alte luci e 10 per le ombre. Diciamo che c'è da schiarire in questo caso.
Per regolare luci ed ombre affidiamoci a questo sistema:
  • Duplichiamo il livello di sfondo
  • Utilizziamo il comando IMMAGINE / APPLICA IMMAGINE in questo modo:


  • Ci ritroveremo con una immagine in bianco e nero. Creiamo un livello di regolazione CURVE e schiariamo l'immagine spostando i cursori delle luci e delle ombre (vi ho inquadrato anche il pannello di info per farvi vedere lo scopo di questa regolazione, ovvero portare le luci verso un valore RGB più chiaro ed avvicinarlo a quello di target sopra descritto):
  • Regolate le curve, colleghiamo questo livello al nostro livello duplicato facendo click con il tasto destro sopra al livello di curve e selezionando "CREA MASCHERA DI RITAGLIO". Il risultato è questo:

  • A questo punto selezioniamo il livello in bianco e nero (nell'esempio l'ho rinominato in "Canale R") e cambiamo il metodo di fusione in " LUMINOSITA' ". Automaticamente anche il livello di curve che avete collegato al punto precedente erediterà questo metodo di fusione facendo tornare la vostra foto a colori, ma con una luminosità modificata e migliorata dal vostro intervento. Se non siete soddisfatti, potete ancora lavorare sul livello di curve per rifinire l'operazione. Tenete conto che si potrà agire sul contrasto ecc anche in fasi successive, non temete
  • Nel nostro caso stiamo parlando di un paesaggio per cui ci sarà di certo una parte di cielo che va enfatizzata. Creiamo una copia di tutti i livelli uniti selezionandoli tutti assieme ed utilizzando la combinazione di tasti CTRL + ALT + SHIFT + E. In pratica un accordo di dodicesima sul pianoforte, ma vale la pena. Il sistema creerà un nuovo livello con la fusione di tutti i livelli sottostanti, mantenendo anche questi (li potrete cancellare dopo, non c'è fretta)
  • A questo livello (che chiameremo "Enfasi cielo") applichiamo nuovamente il canale del rosso tramite IMMAGINE / APPLICA IMMAGINE, ma questa volta cambiamo il metodo di fusione all'interno del comando, impostando SCURISCI:
  • Mettete il livello in fusione LUMINOSITA' (come fatto in precedenza) per evitare shift cromatici. L'immagine tornerà a scurirsi leggermente, ma non preoccupatevi. Voi guardate solo il cielo, vi piace di più? Se la risposta è un SI convinto (ma anche un SI appena appena sufficiente), vuol dire che ci siamo e quindi è il momento di mascherare l'effetto per far si che interessi solamente il cielo. Come si fa? Creiamo una maschera di livello su "Enfasi cielo" e selezioniamola con un click.
  • Utilizziamo nuovamente il comando APPLICA IMMAGINE (che però sarà limitato alla maschera di livello che abbiamo selezionato al punto precedente) e cerchiamo, tra i canali della foto, quello che potrebbe isolare il cielo in maniera più precisa. In questo caso il canale migliore è il blu: ricordate che stiamo creando una maschera di livello, ovvero una sorta di filtro dove le parti bianche mostrano il contenuto e quelle nere lo nascondono. Utilizziamo quindi il canale blu in questo modo:
  • Ora avete creato la vostra maschera di livello. Attivatela tramite ATL + CLICK sopra la maschera ed utilizzate la funzione IMMAGINE / TONO AUTOMATICO per aumentare i bianchi ed i neri della maschera. Il risultato è questo qui:
  • A questo punto cliccate ovunque sul livello per tornare a visualizzare l'immagine e valutate, sulla base dei valori riportati dal pannello di info, relativi ai due punti campionati all'inizio, se è il caso di aggiungere un altro livello di curve per rifinire il tutto. Nel caso specifico ho fatto un altro livello di curve per illuminare ancora un po' la fotografia (da fondere sempre in modalità LUMINOSITA'):
Bene, siamo arrivati alla fine del primo punto relativo allo sviluppo del nostro file HDR. Si inizia ad intravedere una differenza tra la foto iniziale e quella finale. Se pensate che questi passaggi siano complicati, vi suggerisco di provarli un paio di volte, soprattutto il concetto di "applica immagine" associato alla foto o ad una maschera di livello. Sono molto semplici, una volta capito il procedimento ed il concetto che ci sta dietro. Infine, ricordate che applicare, ad una foto di paesaggio, il canale del rosso in modalità luminosità è una classica manovra per migliorare i dettagli e preparare la foto per il contrasto locale. Non ho quindi scoperto nulla di nuovo e la cosa potrebbe essere utile anche durante la normale post produzione di una foto non HDR.

Per ora è tutto. Buona luce con contrasto globale!

HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 2 di 6

Riprendiamo da dove avevamo lasciato. Abbiamo predisposto i nostri file raw per la fusione, eliminando l'aberrazione cromatica. Ora passiamo in Photoshop ed utilizziamo il modulo HDR Pro che si trova qui:
Il programma vi chiederà quali file volete usare per la fusione:
Cliccando su "Sfoglia" potrete navigare le vostre cartelle in cerca dei file:
Vi faccio notare che accanto ad ogni file raw che vedete selezionato qua sopra, c'è il relativo file sidecar di Camera Raw e che cosa conterrà secondo voi quel file? Sicuramente i dati sulla rimozione dell'aberrazione cromatica che abbiamo trattato nella prima puntata. Selezionate le vostre foto e date OK:
Lasciate spuntata l'opzione di allineamento automatico dei file anche se, in teoria, per gli scatti sorgente di un HDR è consigliato lavorare sul cavalletto, così da garantire una composizione sempre uguale o con scostamenti minimi e facilmente arginabili da questa opzione. Date nuovamente OK:
Ed eccoci all'interfaccia di HDR Pro. Niente di complicato, basta sapere cosa toccare prima di lanciare la fusione. Innanzitutto spuntate "Elimina effetto fantasma". Di che cosa si tratta? Ricordate nella prima puntata quando vi dicevo che davo per scontato il calcolo dell'esposizione differente fatta sul tempo di scatto? Una conseguenza classica di queste modifiche è l'introduzione del cosiddetto effetto fantasma: le foglie degli alberi (ad esempio) possono muoversi durante lo scatto, soprattutto, con tempi più lunghi dettati dalle modifiche necessarie per avere un esposizione maggiore. Si possono generare effetti di movimento. Questo non sarebbe un problema se non dovessimo sommare le fotografie: dovendole unire invece il software mescolerebbe il tutto creando un effetto orribile. Spuntando questa opzione, come vedete qua sopra, HDR Pro vi permette di scegliere quale, tra le vostre foto utilizzare come rifermento per evitare l'effetto fantasma. Io ho lasciato quella centrale, ma potete scegliere quella che preferite. Proseguiamo nell'analisi di questa interfaccia:
Il software vi offre la possibilità di lavorare a 8 o 16 bit: vi suggerisco di scegliere l'opzione a 16 bit in quanto stiamo per creare un file con una montagna di informazioni in più rispetto ad una normale fotografia; è meglio gestirle con una profondità maggiore. L'opzione di fusione caricata di default è "Adattamento locale" che, in sostanza, vi permette di modificare alcuni parametri di fusione. Prima di scegliere però come fare la fusione, date un'occhiata alla foto: il cerchio a sinistra vi fa vedere come c'è una parte di alta luce che tende alla bruciatura. A vostro giudizio, ha senso creare un file HDR con, al suo interno, una bruciatura nelle alte luci???? Secondo me è una contraddizione in termini: creo qualcosa per tenere a bada gli estremi del mio istogramma e mi porto dietro una bruciatura ancora prima di cominciare? La cosa importante, a mio parere, è valutare le zone di luce ed ombra che non devono essere estremizzate. Il file deve uscire molto piatto, ci lavoreremo dopo sui contrasti ecc. Se volete utilizzare "Adattamento locale", abbiate cura di azzerare tutti i parametri che vi propone il software, soprattutto quelli sul "Bagliore bordo" e sui "Dettagli" che vi evidenzio qua sotto:
Finora, la mia esperienza mi ha fatto valutare, come opzione principale per la fusione, la "Compressione alte luci":
Questa opzione regola tutte le tonalità della fotografia, partendo dalle alte luci NON bruciate ovvero "comprimendole" appunto. In questo modo vi assicurerete contro le bruciature. Va guardato il risultato finale, anche con le altre opzioni di fusione, ma finora, mi sono trovato bene con queste due e con questi accorgimenti. Una volta selezionato il metodo, date OK e vi ritroverete, dopo qualche passaggio automatico, ad avere il file unito nella vostra interfaccia di PS:
Ecco qua. Come? La foto fa discretamente schifo? Ovviamente! Si tratta della mera fusione senza bruciature. Una sorta di file "embrione" da cui possiamo partire per la nostra post produzione dedicata. Vi faccio vedere un particolare ingrandito al 100% (sono gli alberi a sinistra della panchina) così da capire cosa intendevo con effetto fantasma:
Come potete vedere i rami e le foglie non hanno alcun effetto di "sdoppiamento" o di movimento perchè sono derivati dall'utilizzo di una sola fotografia, scelta prima della fusione. Se non avessimo spuntato l'opzione "rimuovi effetto fantasma", molto probabilmente ci sarebbero stati così tanti disturbi da rendere la foto inguardabile! La morbidezza che si nota è dovuta alla normale sfocatura legata alla profondità di campo, ma niente effetto fantasma!
Bene, a questo punto che cosa facciamo della nostra schifezza piatta? Da qui ognuno può applicare il metodo di post produzione che preferisce, ma vi farò vedere cosa faccio normalmente io in questi casi. Per ora vi elenco le operazioni:
  1. Contrasto GENERALE e LUMINOSITA' : luci ed ombre enfatizzate ed ottimizzate
  2. Contrasto LOCALE: dettagli dalla bassa frequenza spaziale e plasticità delle forme
  3. COLORI: modern man from mars e variazione cromatica
  4. DETTAGLIO FINE: sharpening o maschera di contrasto
Come potete notare non è proprio velocissimo, ma ve lo avevo premesso no? Vi faccio alcune raccomandazioni così da prepararvi alle prossime puntate. Se non l'avete mai visto, vi suggerisco di informarvi un po' sul comando APPLICA IMMAGINE di Photoshop: si trova all'interno del menù "Immagine" (che fantasia...). Lo useremo parecchio sia per applicare gli effetti direttamente alla foto, sia per creare delle maschere di livello utili per mirare le operazioni ad apposite zone specifiche. Vi suggerisco anche un breve ripasso sui canali RGB e Lab perchè ogni tanto ci farò qualche accenno e non voglio destabilizzarvi o dare l'impressione che queste operazioni siano solo "per pochi": non è così, credetemi. Se vi piace il genere, applicatevi (..appunto!!) un po' e vedrete che molte manovre saranno buone anche per la post produzione delle foto "normali" e diventeranno molto semplici da eseguire, quasi senza pensarci.

Per ora buona luce, senza effetto fantasma!

HDR - A metà tra finzione e realtà - Puntata 1 di 6

Titolo piuttosto poetico per questa serie di post che parla di HDR: immagini di sicuro impatto, ma troppo spesso etichettate come una rappresentazione falsa della realtà. Si tratta di un genere che nasce con uno scopo ben preciso, ma che, nel corso degli anni è stato un po' bistrattato e relegato ad una mera moda visiva, con relativa valorizzazione dei soli software, a discapito dell'utente che li utilizza. In sostanza si tratta di scattare più fotografie identiche per composizione, ma differenti per esposizione: in questo modo si potranno catturare una quantità enorme di dettagli nelle varie tonalità. Successivamente queste fotografie andranno fuse tramite appositi software e solo dopo andranno lavorate con una post produzione mirata allo sviluppo finale. Do per scontato che sappiate che le esposizioni differenti vanno settate modificando il tempo e non il diaframma, in quanto per l'eventuale mosso di scena esistono sistemi per ovviare, ma se iniziamo a modificare la profondità di campo e quindi lo sfocato presente, c'è il rischio di non riuscire ad ottenere una fotografia con una fusione decente (se avete domande a riguardo, utilizzate i commenti, senza problemi).
Questa serie di post quindi vuole far capire che non basta semplicemente affidarsi a Photomatix (ad esempio) e scegliere uno dei preset da applicare alle nostre foto, ma che è necessario partire da un ragionamento più complesso e prendere il controllo di quello che stiamo facendo, DECIDENDO noi cosa enfatizzare e cosa no.
Come la penso sugli HDR? Esattamente come per le altre fotografie ovvero DEVE essere realistico, nei limiti delle nostre scelte artistiche! Questo tipo di lavorazione nasce per superare i limiti delle attrezzature fotografiche che non riescono a catturare una gamma dinamica ampia, a differenza dei nostri occhi che si adattano a luci ed ombre estreme con una potenza che gli attuali sensori nemmeno possono immaginare. Quali sono le situazioni tipiche da HDR? I controluce, con il sole in inquadratura, ad esempio. Anche alcune foto da interno con presenza di ampie vetrate dove si deve fare una scelta: vetrata completamente bianca o interno della stanza completamente nero? Già questa distinzione vi dovrebbe far pensare all'istogramma delle immagini perchè, grazie a questo strumento, scattando una foto di prova, possiamo capire se la situazione ripresa necessita di creare un file HDR o meno. Se quando scattate la vostra fotografia, avete un istogramma di questo tipo:
significa che non avete bisogno di gestirla come HDR, perchè i toni dell'immagine sono più o meno regolarmente distribuiti, per cui se ci sono delle tonalità da enfatizzare, la soluzione migliore e più veloce è di intervenire con delle manovre mirate a quei toni: si risolve ogni problema con un normale flusso di post produzione.
Se invece il vostro istogramma è così:
significa che vi è toccato fare una scelta: nel caso illustrato avete scelto di mantenere i dettagli nelle alte luci e vi siete allegramente fumati i dettagli nelle ombre che si sono chiuse da morire. La stessa cosa succederebbe se decideste di valorizzare le ombre con tutti i dettagli: l'istogramma sarebbe praticamente specchiato e le alte luci verrebbero completamente bruciate (cielo compreso). In questo secondo caso, l'utilizzo della tecnica HDR ha un suo senso logico. Attenzione però alle vostre scelte artistiche: se scattate un'immagine come questa di esempio, con la chiara intenzione di creare una sorta di paesaggio low key, l'HDR non vi serve, perchè toglierebbe l'impatto artistico che avevate deciso per questa immagine. Mi raccomando, fatevi queste domande prima di dare per scontato l'utilizzo della tecnica HDR.
Perchè non posso fare un HDR anche se la foto è correttamente distribuita dal punto di vista dei dettagli nelle varie tonalità? In realtà si può fare eccome, ma il tempo impiegato sarà molto maggiore rispetto ad una normale post produzione per cui, fatevi la seconda domanda: vale la pena?
Questa prima puntata parlerà di come preparare i file (Raw o Tiff) per la fusione HDR. Innanzitutto cercate la coerenza tra i file, sia dal punto di vista del bilanciamento del bianco, sia dal punto di vista (molto importante) dell'aberrazione cromatica! Di che cosa si tratta? Velocemente: è un effetto derivato dalla curvatura delle lenti che disegna degli aloni viola carico o verde carico attorno ai bordi dei soggetti in controluce o in situazioni ad alto contrasto. Non è quindi colpa nostra nella maggior parte dei casi, ma diventa colpa nostra se non la rimuoviamo! Ecco un esempio di aberrazione cromatica verde ed il relativo strumento di rimozione presente in camera raw o nel filtro correzione lente di Photoshop:

Il mio suggerimento, se state scattando in Raw (ma anche se usate un Tiff) è di aprire tutti i file INSIEME ed in camera raw. In questo modo potrete sincronizzare tutte le modifiche fatte ed avere, per ogni file, l'aberrazione cromatica rimossa allo stesso modo. E' importante questo passaggio perchè, ricordate, stiamo lavorando un'immagine che sarà la somma di tante immagini. Se ogni foto di partenza è viziata da un difetto, questo verrà moltiplicato dall'hdr. Per farvi capire cosa intendo ecco qui un crop al 100% di una foto utilizzata per un HDR senza aver rimosso l'aberrazione cromatica:
Nel cerchietto rosso la zona da tenere d'occhio. Come potete notare non si vede quasi nulla del colore tipico di questo problema per cui si è tentati di lasciar perdere. PESSIMA IDEA...ecco il risultato finale dell'unione HDR:
Anche senza allargare l'immagine, il bordo colorato si vede alla grande e se per caso stampate la foto, si vedrà ancora di più. Non dovete farvi tentare dalle scorciatoie e quindi, prima di decidere di fare un HDR, ragionateci su, perchè i passi da seguire non sono pochi. Come fate a notare in Camera Raw se avete dell'aberrazione cromatica? A parte i casi più evidenti come l'esempio che vi ho messo all'inzio, non è detto che sia così immediato notarla per cui vi suggerisco di ingrandire la vostra foto al 300% e di alzare al massimo la saturazione di camera raw. Ovviamente prima di ingrandire posizionatevi sopra ad un punto buono per l'analisi della foto. Una volta ingrandito e saturato, agite con lo strumento per la rimozione a seconda del colore che dovete eliminare:
In questo caso sono dovuto intervenire un po' anche sul cursore della "tonalità" della rimozione perchè, in questo esempio, ho utilizzato la foto hdr già fatta per mostrarvi il difetto spiegato nelle righe sopra. Ovviamente se allargate la tonalità state attenti che questo non influenzi anche i colori della foto o che lo faccia in maniera per voi accettabile. Se correggete l'aberrazione sulle foto "iniziali" non avrete bisogno quasi mai di ricorrere al cursore della tonalità ed eviterete questo problema. Il metodo funzionerà alla grande, provare per credere!
A questo punto RIPORTATE LA SATURAZIONE a 0 (ricordate che prima l'avevamo alzata al 100%???) altrimenti la foto sarà fosforescente, e salvate il tutto nel vostro file sidecar di camera raw. Come detto in precedenza, ripetete questa operazione per tutti i file o apriteli tutti insieme in camera raw per sincronizzare le modifiche tra di loro. Bene, siete pronti per iniziare l'avventura con la fusione dei file per ottenere il vostro HDR.
Piccola parentesi: quella dell'aberrazione cromatica è una gestione che potete fare anche su fotografie che non sono destinate ad un HDR: non fate i timidi ed iniziate a crearvi un vostro flusso di lavoro, che vi garantisca un'immagine di partenza priva di questi difetti facilmente sistemabili. Sfruttate al massimo attrezzature e software, non solo per gli HDR.
Nel prossimo post parleremo della fusione con Photoshop Hdr Pro ed vi farò l'elenco delle operazioni che eseguo per il successivo sviluppo HDR.

Buona luce, a gamma dinamica estesa!