Per questo argomento scriverò due post: uno discorsivo con una
descrizione del nostro viaggio e l’altro specifico per la
fotografia con scatti presi direttamente dalla vacanza (così la
smettete di guardare quelle cagate stra ritoccate che si beccano con
Google Immagini!!). Dovete solo darmi il tempo di guardare tutte le
oltre 2.000 foto, selezionarle e sviluppare i relativi raw. Di solito
non parlo mai in maniera discorsiva dei viaggi, ma l’Islanda è
l’Islanda, concedetemelo. Partiamo quindi con una descrizione del
viaggio: si tratta del cosiddetto “Islanda Express”
dell’operatore Giver (che consiglio anche per altri viaggi, ma
specialmente per questo). Tradotto, in 8 giorni “lordi” (visti
gli orari dei voli…) si fa il giro completo dell’isola,
tralasciando solo (si fa per dire…) la penisola a nord est di cui
non metto nomi ecc perché si trova di tutto in rete, vi do i
riferimenti per farvi un’idea, questo è lo scopo di questo post.
In numeri il viaggio è costato circa 3.000 euro a persona, per cui
mettetevela via, che non sarà economico. Con il tour operator
avevamo prenotato i voli di andata e ritorno, l’autovettura a km
illimitato con copertura kasko e tutti gli alberghi con colazione
inclusa.
Abbiamo volato con Lufthansa da Venezia, con scalo a
Francoforte ed arrivo a Reykjavik: all’andata partenza ore 19.30 da
Venezia ed arrivo ore 23.30 ora locale Islandese (2 ore in meno
rispetto a noi durante i mesi con ora legale), mentre al ritorno
partenza ore 00.25 dalla capitale islandese ed atterraggio alle 9.25
del mattino a Venezia. Un suicidio praticamente, ma se confrontate il
costo con l’unico volo diretto che parte da Milano della
Icelandair, capirete il perché di questa scelta.
Gli hotel erano
tutti della catena Foss Hotel (tranne uno, il Varmahild) e devo dire
che erano più che all’altezza: ottime camere, pulite e dotati di
ristorante che serve la cena su richiesta (non sottovalutate questa
cosa, perché alcuni sono veramente in mezzo al nulla…).
Per quanto
riguarda l’autovettura avevamo una “magnifica” Toyota Yaris 1.0
che praticamente non camminava nemmeno a spingerla: non me ne
vogliano i possessori, ma il motore 1.0 non è fatto per questi
posti, credetemi. I km percorsi sono stati 1.974 in 7 giorni per una
spesa totale in benzina di Euro 194,92. A favore della Yaris posso
dire che ne è uscita con un più che dignitoso 18,73 km/l:
considerando le strade non poteva fare meglio.
Innanzitutto fatemi
confermare una cosa che è già nota e stranota: l’Islanda è
carissima😱! Probabilmente anche l’inserviente che pulisce la strada
prenderà almeno 3.000 Euro al mese, ma ogni cosa costa una follia
anche solo a ragionarci. Pazienza per la benzina che viene 226 Isk
(corone islandesi) al litro, circa 1,850 Euro/l, ma è tutto il resto
il problema! Un Hamburger stile McDonald’s + patatine fritte e
acqua naturale (sempre gratis), lo pagate non meno di 15 euro. Una
maglietta di quelle ricordo, con cotone del cavolo tipo mercato di
serie B, la pagate almeno 30 euro. Un “main courses” ovvero un
piatto unico da cena, sia esso salmone fresco o filetto di manzo, con
i vari contorni, lo pagate almeno 50 euro. In pratica, oltre al costo
del viaggio di Giver (circa 2.400 euro a testa), abbiamo speso, in
due, la bellezza di circa 1.200 euro di extra (che elevano il costo
totale ai circa 3.000 di cui parlavo sopra).
Uscite ed escursioni, quali fare: sicuramente quella in gommone alla
Glacier Lagoon: è il posto più incredibile che abbia mai visto, una
cosa unica. Unito alla Diamonds beach, la spiaggia attigua, è uno
spettacolo continuo, specie con il sole. Altra escursione da fare è
il Whale Watching che parte da Husavik: lasciate stare quelle che
partono da Reykjavik, è meglio da lì e già che ci siete, se il
giro lo permette, uniteci anche il giro a vedere i Puffin (le
pulcinella di mare). Noi abbiamo optato per l’uscita a Puffin che
parte dal vecchio porto di Reykjavik ed abbiamo preso una fregatura
mondiale: 46 euro a testa per avvicinarci appena appena alle isolette
esterne al porto e vedere questi “puntini neri” che svolazzano.
Con la mia Nikon D750 + tele 300mm non sono riuscito a fotografare un
bel niente: tropo piccoli e troppo veloci per cui, se volete fare
foto, scordatevi questa uscita da Reykjavik che, tra l’altro, dura
1 ora in tutto, compresa la traversata.
Bene, il lato amministrativo è concluso. Ora passiamo alle mie
impressioni: il viaggio è sicuramente impegnativo da tutti i punti
di vista, soprattutto fisicamente, ma vale sicuramente la pena di
farlo una volta nella propria vita.
Come definirei l’Islanda in una
parola? Primitiva. E’ l’esatto paesaggio che mi viene in mente
quando penso a come era questo pianeta prima che l’uomo iniziasse a
costruirci sopra: montagne, vulcani, cascate ovunque, acqua e verde
dappertutto, ghiaccio e sabbia insieme. Quando, alla fine del giro
siamo tornati nella capitale, mi sono cadute le braccia a rivedere
tutte le costruzioni umane: mi ero talmente abituato a vedere
pochissime case e tanto spazio per cavalli e pecore, che ci sono
quasi rimasto male.
E gli islandesi? Questa è già una domanda più
difficile: li definirei “strani”. Loro hanno il loro equilibrio,
la loro autonomia economica (e te credo…), le loro fonti di energia
illimitate (dopotutto dormono sopra ad una bomba atomica, non
dimentichiamolo)...la loro vita insomma, fatta di giubbotti addosso
tutto l’anno. Di tutti gli altri se ne fregano alla grande,
specialmente dei turisti: vuoi andare? Bene, ti adatti a tutto ed a
tutti, altrimenti stattene pure a casa tua, questa è la sensazione
che ho avuto e la descrivo con un episodio accaduto l’ultimo
giorno: prima di restituire l’auto va rifatto il pieno e
CASUALMENTE c’è un distributore a circa 5 km dall’aeroporto, MA,
sempre CASUALMENTE, è l’unico di tutta l’isola che NON accetta
carte di credito...vuole solo contati! Ora, permettetemi di dire che,
in un paese dove anche per andare in bagno puoi pagare con carta di
credito, non può essere altro che una cosa voluta, al solo scopo di
farti rinunciare al pieno e quindi farti pagare la penale prevista al
momento della riconsegna (circa 200 euro...). Ovviamente mi sono
messo a cercare e girando altri 10 km ho fatto il pieno con la carta
di credito e vaffa anche al loro sistema! La citazione del “pagare
con carta per andare in bagno” non era una battuta: a noi è
capitato, 200 corone pagate con carta per avere il biglietto che
apriva il tornello del cesso...un bell’affare direi!!
Il cibo è ottimo, costosissimo, ma ottimo per cui non temete,
difficilmente mangerete male, a meno che non siate voi a sceglierlo
direttamente.
Quali sono le zone che ci hanno impressionato di più? Sicuramente la
Glacier Lagoon e tutta la parte con iceberg e ghiacciai,
probabilmente perché non sapevamo nemmeno di cosa si trattasse, qui
da noi non ci sono e non ci saranno mai! A seguire le zone più
interessanti sono le scogliere di Vik, anche se noi ce le siamo
giocate per via di una giornata da lupi, con vento a 100 km/h e
pioggia. Su queste scogliere potete vedere i puffin appollaiati con
relativi nidi...potete solo immaginare l’arrabbiatura che abbiamo
preso per il tempo: siamo stati costretti a tentare di vedere questi
pennuti con l’uscita citata sopra. Purtroppo se fate il giro
completo avete 1 colpo solo da sparare: o beccate la giornata buona
oppure ciccia! Calcolate che la zona di Vik è la più piovosa
dell’isola! La zona che ci ha colpito di meno è stata la zona
“vulcanica”, a nord ovest. Non insultatemi troppo, so che a molti
è piaciuta da morire, ma la nostra esperienza di vulcani è
abbastanza vasta (Santorini, Lanzarote, le isole Azzorre), per cui
purtroppo sapeva di già visto, anche se ci sono stati spunti
interessanti dal punto di vista fotografico. Uno dei momenti migliori
è legato all’uscita a caccia (fotografica) di balene: questi
animali sono straordinari, molto curiosi, delicatissimi anche se
mastodontici e si offrono ai nostri obiettivi senza particolari
timori per cui scatenate l’inferno con la raffica e portatevi a
casa la foto della coda che sbatte l’acqua, so che tutti la
sognate...e non dite di no! 😁😁. Anche la zona degli allevamenti di
cavalli non è male (zona a nord est prima di rientrare a Reykjavik):
cavalli e pecore a nastro e con la luce delle 23.00 vi escono delle
foto imbattibili! E’ troppo forte il sole di mezzanotte...se non
tirate le tende, col cavolo che si dorme!! La capitale onestamente
non mi ha impressionato, sarà che l’abbiamo vista con il tempo
grigio e piovoso, ma non mi è piaciuta: troppi cantieri, troppo
casino al porto vecchio (che tanto vecchio non sembra) e poco o nulla
che valga la pena di essere interpretato fotograficamente.
Ultima annotazione: le strade. Se andate nel periodo tra maggio e
settembre non preoccupatevi di nulla perché si transita praticamente
ovunque. La strada 1 (quella che fa il giro completo) è interamente
asfaltata, salvo qualche pezzo in cui hanno rimosso l’asfalto in
attesa che una illuminazione divina lo faccia apparire (non c’era
una macchina operatrice al lavoro neanche a pagarla!!!!), comunque si
passa senza problemi. Le stradine secondarie sterrate, molto spesso
sono battute, per cui si transita anche se a velocità ridotta
rispetto ai 90 km/h del limite sulla strada 1 (occhio che ogni tanto
c’è un velox, per cui rispettate i limiti!). Noi abbiamo fatto una
deviazione poco dopo Husavik per farci il giro di un fiordo a nord.
Se avete visto la serie tv “Trapped”, la strada vi porterà
dritta al paesotto dove è stata girata. Ci siamo andati solo per
quello e tutto sommato non era nemmeno brutto come paese, con un
discreto porticciolo e le montagne a fare da cornice.
Bene, ho scritto un poema, ma valeva la pena informare chi vuole
andare in Islanda. Probabilmente non ho aggiunto nulla di nuovo a
tutto quello che già si trova in rete, ma ho cercato di riassumere
quello che a noi amanti della fotografia potrebbe interessare. Il
prossimo post sarà dedicato solo a questo per cui restate
sintonizzati!
Buona luce….di mezzanotte!