Venezia e il bianco/nero

Si sa che le città d'arte sono spesso associate alla fotografia monocromatica. Non sono sempre stato d'accordo con questa interpretazione, ma devo dire che l'ultima esperienza nella "mia" Venezia, un po' mi ha fatto ricredere. La sfida è stata mettere il mio fidato 50mm, settare il profilo monocromatico da applicare ai miei scatti raw e via...
Il risultato sono le foto che vedete qua sotto, alcune delle quali mi piacciono particolarmente (e non è facile che una mia foto mi piaccia....fidatevi!!). Non so se sia dovuto al fatto che ho scattato in monocromia "nativa" o per il fatto che, una volta tanto, sono stato ascoltato circa l'evitare il giro turistico che fanno tutti, fatto sta che ad ogni angolo, secondo me, c'era qualcosa di bello su cui soffermarsi: un campiello, una calle più stretta, una scena ordinaria di piccioni e gabbiani. Ho sempre sostenuto che, vista l'impossibilità di perdersi a Venezia, questa città va vista facendo di tutto per perdersi, girando a caso, stando solo attenti a dove si mettono i piedi (...e non solo per via dell'acqua!!). Questa volta, almeno in parte ce l'ho fatta ed il risultato si è visto subito. Che consigli posso darvi se vi venisse in mente di fare la stessa cosa? Beh, innanzitutto sfidatevi con un ottica fissa (o mettete un po' di nastro di carta sul vostro zoom così da renderlo fisso) e lavorate sulla percezione dei soggetti sfocati, sui diaframmi, fate N foto uguali a diaframmi diversi per capire quale rende di più il racconto che volete dare. Personalmente ho usato parecchio i diaframmi aperti (2.8, 4 o 5.6) perchè mi aiutavano ad isolare quello che volevo mostrare. Purtroppo non tutto è degno di nota, per cui dovrete valutare non tanto cosa includere nello scatto, ma soprattutto cosa togliere dall'inquadratura. Non è solo una questione di disturbi: ricordatevi che in monocromia avrete molti meno disturbi da colore tipo cartelli o simili, ma si tratta di ridurre gli elementi al minimo indispensabile per essere funzionali al vostro scatto. Se ce ne sono troppi ve ne accorgerete subito ed il mio consiglio è: piuttosto di uno scatto zeppo di elementi, fatene 2 con metà elementi per volta...bisogna solo aver fiducia nella propria capacità espressiva. Ah, ultima cosa: non temete se al primo colpo non portate a casa neanche uno scatto che vi ispiri, ci vuole tempo per allenarsi, specie quando si scatta in bianco e nero dove non bisogna ragionare "a colori", ma solo per contrasti e comunicatività della composizione. Sembra una stupidaggine, ma fidatevi, non è così!
 
 
Iniziamo con 3 grandi classici: accoppiata di gondole con riflesso, cartolina in sepia scattata dal ponte dell'Accademia sul Canal Grande e l'imperdibile artista di strada. L'ultima foto l'ho appositamente ammorbidita usando un tempo più lungo, per rendere la dinamica dei movimenti più accentuata. Era bravissimo questo ragazzo. Restando in tema di gondole, ecco un'altra interpretazione parecchio inflazionata:
La cornice naturale di una ringhiera da ponte, aiuta a focalizzare l'attenzione. Questa foto l'ho tenuta solamente per la luce che illuminava la gondola in mezzo, un po' di fortuna ogni tanto!
Sempre in tema gondole e classici: il bacino di San Marco con l'isola di San Giorgio sullo sfondo e la gondola attrattacata in attesa. Questa foto l'ho tenuta solo per lo straordinario effetto di tridimensionalità che il mio sensore (unito al 50ino) è riuscito a tirar fuori.
 
 
 
 
 
Concludiamo la carrellata con le foto un po' più "artistiche", quelle che mi piacciono di più. In assoluto posso dire che l'ultima, con le mani del disegnatore, è quella che più ha colpito, anche appena scattata. Di per se la foto era più larga, avendo un'ottica fissa non è detto che tu possa avvicinarti come vorresti ed inquadrare, ho dovuto ritagliarla in post produzione, ma avevo già in mente cosa volevo da questo scatto e l'ho ottenuto. Altra foto che mi piace particolarmente è quella della calle con la persona seduta in fondo, in silhouette. Sono scene che si incontrano spesso a Venezia, ma non sempre si ha la voglia di fermarsi ed osservare: spesso si passa dritti e si prosegue per il percorso turistico.
Le altre foto non le commento perchè mi piace lasciare ad ognuno la personale interpretazione a proprio gusto. Posso solo dire che, anche se non vi piace nessuna di queste foto, per me è stata una bella giornata, di ispirazione e che aiuta a creare consapevolezza, senza essere sempre ossessionati dall'attrezzatura e dall'ultimo modello di zoom.
Buona luce, in bianco e nero!

Prime prove: Tokina 17-35 f4 + Polarizzatore circolare Hoya serie HD

Finalmente si inizia a fare sul serio! L'ottica in questione è un mega grandangolo che, se usato a 17mm spinge in profondità come un matto! Devo fare ancora degli scatti mirati alla prova in se per cui questa volta vi dovrete accontentare di qualche foto presa al volo dietro casa. Ho approfittato di una bella giornata (finalmente!!) per testare anche l'acquisto complementare del polarizzatore circolare Hoya serie HD. Spendo subito due parole per questo filtro prima di passare alle foto. Innanzitutto è questo qua:
Va detto subito che si tratta di un filtro "top di gamma" di Hoya che arriva con una elegante confezione nera che contiene un portafiltro a vite con il quale si può portare in giro il tutto senza rischio di graffi o danni. Altra caratteristica di questo filtro è il fatto di essere super slim, studiato quindi apposta per i grandangolari come il Tokina in questione: l'essere sottile evita, in sostanza, la vignettatura. La dimensione del mio è 82mm per cui ho beccato quello più costoso in assoluto, ma tutto sommato mi è andata anche bene: su Amazon ho portato a casa il tutto per meno di 90 euro contro i circa 110 a cui si trova in giro. Altra caratteristica della serie top di gamma è la quantità di stop luce che assorbe. Mediamente un polarizzatore arriva anche ad assorbire 2 stop, questo ne assorbe si è no 1 per cui il "rischio" è di non toglierlo più, soprattutto se lo usate su macchine che soffrono poco il rumore digitale. Ultimissima cosa: quanto è comodo da ruotare? Moltissimo! Sembra strano per quanto è sottile, ma in realtà si muove benissimo ed è discretamente preciso. Non ci si può lamentare insomma. Passiamo alle foto:


Le nuvole di queste foto parlano da sole per cui non continuo a tessere le lodi del filtro, ma mi dedico un pochino all'ottica. Come si può notare il livello di dettaglio è ottimo e la profondità restituita è quella tipica dei grandangoli. Non ho ancora testato lo sfocato, ma sono sicuro che a 35mm e tutta apertura, non sarà malaccio, al costo di un po' di dettaglio, si sa. Cosa che balza subito all'occhio è la distorsione a 17mm che emerge dalla foto a colori. Non l'ho corretta apposta per far vedere quanto si nota. Ovviamente, la foto con elementi "architettonici" è la peggiore da fare se un obiettivo distorce, ma è la migliore per fare un piccolo test. Nei prossimi giorni farò qualche scatto al muro di casa così potremo vedere meglio la quantità di effetto barilotto, anche se già da qui si nota benissimo. Ovviamente bisogna ricordare che parliamo di un 17mm per cui non è che si possa pretendere la perfezione di un obiettivo T&S. Tutto sommato è accettabile secondo me, soprattutto se si spendono 500 euro: se andate a vedere in giro quanto costano i grandangoli per le macchine Full Frame, capirete il perchè della mia scelta e del fatto che trovo più che buona la distorsione a 17mm. Altra cosa che emerge dalle foto è il contrasto che restituisce questo obiettivo: molto bilanciato e assolutamente non eccessivo o troppo piatto.
Bene, per ora è tutto ed a breve pubblicherò qualche test più mirato per pregi e difetti.

Buona luce polarizzata!

Recensione Tokina 17-35 f4

Come promesso ecco alcuni test su questo obiettivo: si tratta di un Tokina 17-35mm f4 ad apertura costante su tutta la lunghezza focale e dal costo di circa 500 euro on-line (io l'ho comprato su Ollo Store). L'ottica è questa qui:

Appena presa in mano, si capisce subito che non scherza: pesa un bel po' ed ha un elemento frontale di diametro 82mm, necessario per le riprese a 17mm senza vignettare. Viene fornito con il paraluce a petalo e la custodia. La cosa più "strana" di questa ottica è il sistema per passare dalla messa a fuoco automatica a quella manuale: bisogna tirare la ghiera frontale (quella che si usa per mettere a fuoco, per intenderci). Chi possiede, ad esempio, il Tamron 90mm Macro, sa di cosa sto parlando: il sistema è lo stesso. Alcuni si lamentano di questa caratteristica, ma personalmente non la trovo difficile da gestire, basta abiturarsi. Iniziamo i test con la distorsione (le foto sono scattate a 17mm, 24mm e 35mm, tutte con apertura f4):
17mm
24mm
35mm
Come si può facilmente notare, sia la distorsione che la vignettatura sono evidenti a 17mm, cosa che non mi ha molto stupito visto comunque l'angolo di campo coperto da questa ottica. Già scattando a 24mm (equivalenti ai classici 17 o 18 su fotocamera Aps-c), il salto di qualità è già evidente. Tenete inoltre conto che questi difetti sono risolvibili facilmente in post produzione (e non venitemi a dire che i vostri paesaggi non hanno post produzione, perchè non ci credo 😀).
Passiamo al secondo test: lo sfocato. Va premesso che questo genere di ottiche, solitamente, non si comprano per avere uno sfocato degno del miglior ritratto da matrimonio, ma questo test è importante anche per vedere come lavorano le lamelle del diaframma e quanti dettagli tira dentro l'ottica. Le tre foto che seguono sono scattate a 17mm con aperture f4, f8 ed f13. Ho scelto la focale più grandangolare proprio per mettere in massima difficoltà lo sfocato dell'ottica:
f4
f4 crop 100%
f8
f8 crop 100%
f13
f13 crop 100%
Anche in questo caso la differenza è piuttosto evidente: lo sfocato è bello morbido a f4, mentre la presenza dello sfondo è enorme già a f13. I dettagli catturati a f4 sono decisamente meno rispetto ai diaframmi più chiusi, ma tutto sommato, non mi sembrano malaccio, anzi. Ovvio che nell'era digitale, dove tutte deve essere nitido come una lama, beh, forse c'è qualcosa di meglio in giro, ma temo che i costi saranno decisamente diversi.
Ultimo test per far notare il difetto più grave (quasi imperdonabile per un grandangolo) di questo obiettivo ovvero il FLAIR. Andiamo subito con le foto:
Sole pieno
Sole semi nascosto
La prima foto dice tutto quanto: flair in basso a destra, flair a sinistra in alto e, soprattutto, un bell'arcobaleno attorno alla fonte luminosa. Certo, ci sarà chi dirà che tutto si può sistemare in post produzione, ma questi sono davvero tanti come difetti da sistemare, al limite del far rinunciare in partenza alle foto con il sole nell'inquadratura (a meno di volerle convertire in bn, per attutire l'effetto). La seconda foto invece l'ho scattata proprio per far vedere come il problema migliora coprendo leggermente la fonte luminosa: questo test l'ho eseguito proprio perchè chi è scoraggiato all'acquisto dai flair prodotti, potrebbe ricredersi a seconda del proprio stile. L'abitudine di nascondere leggermente il sole è molto diffusa per cui, se è questo il vostro modo di fotografare, potete acquistare questo obiettivo a cuore sereno, non vi deluderà! Queste ultime foto sono state scattate cercando un'esposizione molto contrastata, apposta per enfatizzare al massimo eventuali difetti in controluce.
Parlando di profondità restituita dall'ottica, ho fatto questa foto al volo in spiaggia, credo dica più di 1000 parole:
Direi che la "spinta" verso il fondo del frame è piuttosto evidente. Per carità, complice la luce e le diagonali prodotte dall'acqua, tutto sembra enfatizzato, ma secondo me, è una foto molto rappresentativa di quello che può fare questo grandangolo, a livello di profondità di campo.
Conclusioni: trovo questo obiettivo piuttosto versatile perchè, finora, l'ho usato sia per i paesaggi che per ritratti ambientati (a 35mm, lo ammetto....) senza lagnarmi troppo dei risultati. Forse è anche troppo contrastato per i ritratti, ma si risolve scattando in raw o con un profilo macchina per ritratti. E' evidente che non si tratta di un'ottica destinata al professionista più esigente: i difetti ci sono e non sono nemmeno troppo nascosti, ma bisogna sempre pensare che noi "umani" non abbiamo budget faraonici da spendere. Con 500 euro forse si trova qualche fisso degno di nota, tipo in Nikon 20mm f2.8, ma oltre ad limitarci a 20mm e non è che sia esente da difetti, tipo la distorsione. Dovendo dare dei giudizi numerici, che tanto vanno di moda, direi:
QUALITA' COSTRUTTIVA: 8/10
CONTRASTO: 9/10
DETTAGLI E SFOCATO: 8/10
RESISTENZA AI FLAIR: 5/10
DISTORSIONE: 7/10
VERSATILITA': 8/10
RAPPORTO QUALITA' - PREZZO: 9/10

Spero di aver dato qualche informazione in più su questo obiettivo e magari aver aiutato qualcuno che ha appena acquistato la sua prima Full Frame e non sa quale grandangolo comprare....si sa che queste focali, sono quelle dove i possessori di FF hanno più difficoltà a trovare ottiche che non costino come un'automobile. Prossimo post sull'utilizzo di questa ottica associata al polarizzatore Hoya HD.

Buona luce!

Fotografia e viaggi: SANTORINI

Lasciamo da parte le polemiche con Nikon e torniamo a parlare di VERA fotografia. L'ultimo viaggio affrontato è stato verso l'isola di Santorini. Questo luogo è avvolto da una sorta di aura di magia e fascino per i suoi tramonti, le sue città costruite sulle pendici della caldera e per il suo innato romanticismo. Tutte cose vere, sicuramente, MA personalmente mi sento di consigliarla solamente per un Week End. Il nostro viaggio è durato una settimana, in sella ad un quad abbiamo girato in lungo e in largo l'isola trovando, al di fuori dei luoghi turistici più famosi e citati, solamente desolazione, cantieri aperti e sporcizia. Le nostre gite giornaliere verso luoghi meno conosciuti si sono rivelate quasi tutte dei fiaschi clamorosi, mentre i posti più gettonati effettivamente hanno il loro perchè. Capirete che, con lo spirito di avventura che ci anima, la sensazione principale non poteva essere che la delusione. Fatta questa premessa, fotograficamente parlando, i tramonti di Santorini, pur essendo molto famosi, sono, a mio parere, poco rappresentativi per la quasi costante assenza di nuvole, che trasforma il cielo in una distesa colorata, ma senza quella profondità che tutti si aspettano dai paesaggi ripresi a quell'ora. So che qualcuno storcerà il naso, ma ritengo che ci siano luoghi, nel sud della nostra penisola, che somigliano molto a queste zone e che permettono di scattare tramonti di gran lunga superiori. Le persone sono sorridenti e ben disposte al ritratto, diciamo che sono abituati dalla marea umana che scende quotidianamente dalle navi da crociera che sostano nella caldera, il che, ovviamente, abbassa notevolmente il livello di spontaneità negli scatti. Che foto si possono quindi scattare a Santorini? Diciamo che i paesaggi con presenze di architettura sono la maggior parte, seguiti dai particolari delle città (anche se si tratta di particolari prettamente "turistici") per finire con le persone. La sensazione che abbiamo avuto è stata quella di vivere in un enorme Truman Show costruito ad hoc per chi scende dalla nave da crociera. Ultimo appunto per viaggiatori: i prezzi sono stellari (un caffè 3 euro), soprattutto lato caldera (Fira, Imerovigli, Oia ecc), mentre calano un po' verso il lato est dell'isola (Kamari, Perissa ecc), ma restano comunque alti, benzina compresa!! Concludo con il romanticismo associato a quest'isola: gli alberghi di Imerovigli possono far pensare ad una fuga romantica in un posto incantevole, con il mare sempre in vista e con tramonti direttamente in camera, poi guardi i prezzi (1.200 Euro a notte, si avete letto bene!!!) e guardi le persone che frequentano quei posti (super manager con signorine prorompenti stra siliconate...) e ti rendi conto che anche questo è un falso mito. Per concludere direi che Santorini va visitata, ma all'interno di un tour delle isole greche, così da diversificare la vista e prendere solo il meglio di questa isola troppo commerciale. Bene, dopo aver distrutto i sogni di chi voleva andare solo a Santorini, ecco alcuni scatti che magari rialzano un po' la valutazione:












Vi ricordo, come sempre, che nei "dettagli" della fotografia sono presenti i metadati con le impostazioni di scatto e che queste, ed altre foto, sono disponibili sul mio profilo Flickr.
Quanto meno siamo tornati a parlare di fotografia no?

Buona luce! 

Recensione Nikon D750: i problemi continuano

Purtroppo sono ancora costretto ad un post discorsivo e con poche fotografie perchè i miei guai con questo modello di macchina, non sono ancora finiti. Dopo il primo intervento per la sistemazione della ghiera anteriore (di cui al precedente post), ad oggi mi trovo costretto a ricorrere nuovamente all'assistenza Nital per un altro problema: impostando il tempo di scatto a 1/4000 sec , la macchina scatta la fotografia, ma lo specchio reflex non torna in sede. Se si preme nuovamente il pulsante di scatto, o si spegne la fotocamera, lo specchio scende. Inutile dire che si tratta di una cosa assurda, specie per una macchina che costa 2.000 Euro (non dimentichiamolo!!). Oltre a rompere le scatole negli scatti "veloci", questo problema pregiudica la raffica tipica delle foto di sport: dopotutto chi userebbe 1/4000 per scattare a raffica??? Ovviamente è ironica questa affermazione! Se il tempo poi si reimposta su 1/3200 sec (uno stop prima), tutto torna a funzionare. Sono semplicemente sconvolto da questa situazione, al limite del sentirmi preso in giro. Se poi ti senti dire: "Beh, almeno il tuo seriale di produzione non rientra tra quelli dell'ultimo richiamo ufficiale", ti viene quasi voglia di lavare l'onta con il sangue, ma visti i tempi, meglio tenere un profilo basso!! A tale proposito devo segnalare anche un'altra cosa: il servizio Nital di gestione reclami tramite email è quasi IMBARAZZANTE! Alla mia prima segnalazione di continui problemi, mi hanno risposto che ne erano dispiaciuti (davvero??? Ma non mi dire, pensa me come sono dispiaciuto...) e che per problemi con i prodotti acquistati dovevo sentire la ditta LTR di Torino che si occupa delle riparazioni. Bello scarica barile!! A quel punto ho riaperto la segnalazione insultandoli pesantemente perchè il problema non è di quelle povere anime che devono smontare la macchina per aggiustarla, ma di Nikon che assembla e produce fotocamere con i piedi invece che con il cervello! (ho usato queste testuali parole, lo giuro!). Alla fine di questa mia nuova missiva chiedevo un indirizzo email (o fisico) per inoltrare un reclamo ufficiale........pensate che io abbia ricevuto risposta? Assolutamente no, neanche un accenno. Secondo voi questa è serietà? Lo dico con rammarico, ma cose simili, mi fanno tornare la voglia di vendere tutto e riprendere le mie amate Pentax!!

Ieri mi è arrivata la comunicazione che la macchina è pronta per la restituzione. Vedremo, in settimana, se finalmente tutto va per il meglio o se mi dovrò ritagliare ancora del tempo per fare da beta-tester di prodotti fotografici!!

Buona luce, ma non a 1/4000!!

Recensione Nikon D750: non sono tutte rose e fiori

Eccomi qui, di ritorno dopo un po' di latitanza. Nel frattempo ho avuto modo di testare per bene sia la macchina sia qualche filtro con il nuovo grandangolo, per cui a breve arriveranno altri post di recensione con foto. Per ora proseguo nelle mie impressioni di questa macchina Full Frame tanto bistrattata. Posso dire che, se funziona bene, praticamente non sbaglia un colpo! Ho scritto "se funziona bene" perchè purtroppo mi sto rendendo conto che, quando paghi SOLO 2.000 Euro per un corpo macchina, non puoi pretendere più di tanto. Chiaramente la mia è ironia un po' nera visto che ultimamente me ne stanno capitando un po' di tutti i colori. Veniamo ai problemi in questione (che magari interessano anche altri utenti): di ritorno dal mio ultimo viaggio a Santorini (si si, farò anche il post con qualche foto e la descrizione del posto, promesso!!) ho dovuto immediatamente consegnare la macchina per un intervento in garanzia. Cosa è successo? Di preciso non lo so, ma ad un certo punto, la rotella anteriore ha smesso di funzionare. Ho il vizio, come avrete capito, di scattare in modalità totalmente manuale, per cui utilizzo entrambe le rotelle di comando: durante uno scatto vedevo che il tempo di otturatore non si modificava, nonostante il mio intervento. Inizialmente riagganciando la messa a fuoco e poi agendo sulla rotella, sembrava funzionare, ma nel giro di qualche scatto puff, rotella morta del tutto. Capirete la mia felicità: sei in viaggio in un posto che probabilmente non vedrai mai più nella tua vita, stai scattando delle foto che a te importano parecchio e cosa succede alla tua macchina nuova di zecca, con 5000 scatti all'attivo (nemmeno il rodaggio praticamente...) e super figa? Si guasta! Le bestemmie si sono sprecate per la gioia degli italiani nelle vicinanze ed ho dovuto riadattare il mio modo di scattare utilizzando la priorità di diaframmi e la compensazione dell'esposizione per le piccole modifiche al tempo di scatto che ritenevo necessarie. Ovviamente avevo portato anche tutto l'occorrente per scattare qualche notturno per cui, sentite qua, ho dovuto settare il tempo di scatto su "bulb" in questo modo: aprendo il menù della macchina, invertendo le rotelle (quindi quella funzionante agiva sul tempo di scatto), mettere la modalità manuale, inserire il tempo di scatto su posa B e riportare le rotelle al loro posto. Praticamente per le serali, impostavo la modalità manuale, la macchina ricordava che avevo messo il tempo in posa B ed agivo sul diaframma facendo tutti i calcoli della madonna per sapere il tempo di esposizione. Una vera rottura di scatole. Il service di Nikon che si trova a Torino, mi ha restituitola macchina in 15 giorni circa, spedizioni varie comprese, per cui sono stati anche piuttosto rapidi. Hanno cambiato di tutto, calotte esterne comprese ed ora la rotella funziona a meraviglia. Finiti qui i problemi? Non credo proprio!! Il mio ultimo WE in montagna (si, anche di quello arriverà il post...sono pieno di lavoro!!) ha fatto emergere un altra rogna che non sapevo di avere! Praticamente se imposto il tempo di scatto su 1/4000sec (ovvero il massimo gestito), la macchina scatta la fotografia, ma lo specchio reflex non ritorna al suo posto e sul display appare il confortante messaggio lampeggiante "E r r". In pratica la raffica con un tempo di scatto di 1/4000 te la scordi, dopotutto chi è che scatta a raffica con un tempo così veloce? Di solito le raffiche le uso a 1/20sec...grrrrrrr.....ed in più, per far tornare lo specchio devi spegnere e riaccendere la macchina. Tralascio le mie uscite spirituali anche in questo caso ed ora sto attendendo la fine del periodo di ferragosto (dove userò di sicuro la macchina) per riportare il tutto al negozio e far intervenire nuovamente il service in garanzia. Questa volta però non sono stato zitto: ho scritto una mailaccia a Nikon Italia, lamentandomi degli accaduti. Per tutta riposta mi hanno suggerito di contattare il loro service di riparazioni (come se fosse colpa del service se la macchina è fatta con i piedi...). Attualmente la mia richiesta risulta "ri-aperta" da me con richiesta di un indirizzo email a cui inviare un reclamo ufficiale. Se questi pensano di avere a che fare con uno di quelli che subisce ste cose e se ne sta zitto, hanno sbagliato persona!! Vi terrò aggiornati!!
Conclusioni (per ora): la macchina è buona, ma si vede lontano 1km che è stata costruita con un occhio di riguardo per il contenimento dei costi. Ne consegue che il controllo qualità sui componenti è quasi assente ed i test di fine assemblaggio non li vedi neanche col binocolo. Come spesso accade, queste multinazionali lasciano agli utenti il compito di beta-tester, su oggetti che, detto tra noi, costano un occhio detta testa e sui quali vorresti non dover mai tornare per sistemare nulla, vista anche la pubblicità che ne fanno. Questo atteggiamento (anche quello nella risposta al mio reclamo) è assolutamente inaccettabile per quanto mi riguarda, al punto che sto addirittura pensando di cambiare brand vendendo tutto. Sembrerà folle, ma per chi come me scattava a pellicola con una F70 (Nikon) e che in digitale ha letteralmente consumato 2 modelli Nikon, vedere disattese le proprie aspettative e manco cagate le proprie rimostranze, beh, giustifica ogni azione clamorosa! Anche su questo vi terrò eventualmente aggiornati!
Scusate per il post discorsivo e senza fotografie, ma è doveroso informare tutti anche sui problemi di un modello di macchina fotografica pensato per i professionisti e che non costa due soldi.
Buona luce (sempre che la macchina funzioni!!)

Venezia di corsa

La premessa è già nel titolo e dice tutto. La cosa peggiore che si può fare quando si va a visitare una città d'arte o, in generale, una città fotogenica, è andarci di corsa! Venezia è una città dove, a mio avviso, è necessario "perdersi" per poterne apprezzare l'essenza. E' piccola, molto piccola rispetto alla marea di gente che ci pascola ogni giorno. Lo dico con un po' di amarezza visto che ci sono nato e che ci vivo non troppo distane. Come spesso capita a chi vive vicino a dei monumenti a cielo aperto, ci si va poco o niente, ma ogni volta è sempre un'emozione nuova. Purtroppo, le poche visite sono quasi sempre in compagnia di chi non l'ha mai vista e quindi le location sono quelle più conosciute, ma ripeto, se avete occasione di andarci, prendetevi una giornata per voi e perdetevi in giro, soprattutto per le zone residenziali, tornerete a casa con scatti nuovi, credetemi! Come fare quindi per cercare qualcosa di nuovo anche davanti ai "soliti" posti? Bella domanda....a volte c'è un po' di fortuna ad aiutarci ed ecco spuntare direttamente sul corrimano del ponte di Rialto, un bel gabbiano che, per nulla intimidito dalla folla, rimane a farsi fotografare rimediando anche un po' di cibo...non c'è che dire, un vero imprenditore alato:

I parametri di scatto non sono importanti, ma comunque li trovate all'interno delle proprietà della foto. La cosa migliore è cercare l'atmosfera differente: ho notato tante persone che facevano dei primissimi piani al pennuto, come se volessero svelare al mondo ogni piccolo particolare delle piume o del becco. Io invece ho optato per una ripresa "sognante" cercando di trasmettere un improbabile momento zen del gabbiano, con lo sguardo perso lungo il Canal Grande, magari pensando al fratellino che sta volando sfocato sullo sfondo. Il secondo scatto invece non è un granchè, ma il tentativo era di quelli con sfocato ovunque e soggetto nitido. Purtroppo la scelta del diaframma a 5.6 non si è rivelata vincente. E' un peccato di gioventù da parte mia: come detto in precedenza nelle recensioni della D750, devo imparare a scattare di nuovo e non riesco ancora a prevedere la profondità di campo che mi restituirà la fotografia. Se avessi scattato con la D7000 avrei avuto più profondità di campo, ma la foto sarebbe riuscita meglio per via della focale moltiplicata da 50mm a 75mm con conseguente sfocatura più accentuata. Un po' alla volta mi verranno meglio questi scatti....non demordo, io!!
Sempre parlando di apertura di diaframma, non poteva mancare un tentativo con una maschera:
Anche in questo caso il risultato poteva essere più tridimensionale utilizzando un'apertura di f1.8 invece che di f2.8 ed anche questo si riconduce a quanto detto sopra. Va aggiunto, ad onor del vero, che il mio 50ino, se utilizzato a tutta apertura, diventa molto morbido a livello di nitidezza, motivo per cui solitamente non scendo mai sotto f2.8 . In ogni caso il mio senso critico mi suggerisce che questa è un'occasione sprecata.
Ultima occasione fotografica, ovviamente, il tramonto. Prima di congelare del tutto e di mettersi in marcia per tornare a casa, non potete sprecare l'occasione offerta dal sole basso: se siete sopra ad un campanile, rassegnatevi a dover focheggiare a mano per togliere le reti di protezione dal risultato finale (un po' come quando si fotografa allo zoo...), ma potrete godere di qualche minuto di luce buona in più. Da sotto (precisamente da Riva degli Schiavoni, di fronte al ponte dei sospiri) potrete avere queste occasioni:



Anche per questo trittico, penso che si possa fare molto meglio a Venezia, ma "di corsa" bisogna un po' improvvisare. La migliore probabilmente è la foto verticale che unisce una buona luce ad un tentativo narrativo più evidente rispetto ai "soliti" controluce con il sole a stella. I riflessi in acqua si riempioni di stelline per cui vale pena di provarci. E' una cosa già nota, ma la dico di nuovo perchè può servire a chi inizia oggi a fare fotografie: la stellina si forma per via del diaframma chiuso e quindi maggiore è la chiusura del diaframma e migliore sarà la stella. Occhio a due cose però: il diaframma chiuso al massimo vi farà perdere un po' di definizione per via della diffrazione e il sole, anche se perfettamente dentro all'inquadratura non è detto che crei la stella se il cielo non è in condizioni adatte. Per il primo punto ci sono migliaia di siti "tecnici" che spiegano il fenomeno, ma riassumendo velocemente: se la luce è incanalata in un foro troppo piccolo, all'uscita dal foro tenderà ad allargarsi creando un dettaglio catturabile dal sensore di dimensione molto più grande rispetto al singolo pixel presente. La conseguenza sarà che per avere un singolo dettaglio, verranno utilizzati più pixel rispetto al singolo a disposizione e si avrà una generale sensazione di morbidezza della resa finale, soprattutto in caso di foto particolarmente ricche di dettagli fini da riprendere. Il secondo punto invece è meno tecnico, ma ugualmente importante: se il cielo è leggermente velato o c'è umidità elevata, il sole non riuscirà a far passare la sua luce in maniera nitida permettendovi una stella perfetta. Se andate a vedere le foto del post precedente (quello sulla montagna) noterete che la stella creata è molto più definita rispetto a questa, proprio per il differente clima. In caso di clima buono, che diaframma utilizzare? Dipende dalla combinazione macchina/ottica, ma in generale, io mi sono trovato sempre bene con f16: discretamente chiuso, ma sufficientemente lontano dal limite (di solito almeno f22 se non di più). Per chi utilizza fotocamere bridge che hanno aperture di diaframma che variano da f2.8 a f8, suggerisco di utilizzare f5.6 che più o meno è l'equivalente (in termini di distanza dalla chiusura massima) del nostro f16 su reflex. Non sarà la stessa apertura per via del sensore totalmente differente, ma questo è un altro discorso. Provate e poi vediamo i risultati.
Concludo questo post malinconico suggerendovi di visitare Venezia. Un amante della fotografia DEVE avere nel proprio portfolio almeno una foto fatta lì, non importa quale, ma deve esserci. La mia migliore è questa:
Un classico dei classici, ma a me piace. Venite a Venzia, perdetevi in giro per le calli e cercate di evitare il più possibile le zone iper battute: visitatele, quello si, ma non occupate tutto il giorno in quei punti, fidatevi dell'indigeno!!
Buona luce lagunare!