Il software "giusto"

Come ben sapete non sono molto propenso a parlare di software o simili all'interno di questo blog dedicato alla fotografia "sul campo", ma si sa che la fotografia digitale non può fare a meno di un intervento di post produzione, soprattutto se siete abituati a scattare in RAW come il sottoscritto. La mia esperienza con i software di sviluppo e ritocco fotografico è di antica data e posso tranquillamente affermare che il miglior software per l'elaborazione delle proprie immagini deve seguire le seguenti semplici regole:
  1. deve essere conosciuto bene da chi lo usa;
  2.  se possibile deve avvicinarsi il più possibile a quello "proprietario" del proprio brand.

Le affermazioni di cui sopra lasciano ovviamente aperta la porta all'utilizzo di qualunque programma per la post produzione: se vi piacciono Photoshop, Elements, Ligthroom, Paint Shop Pro, Aperture, Dxo ecc utilizzateli senza paura, sono tutti estremamente buoni, MA, sappiate che non riusciranno a spremere i vostri RAW al massimo e mi spiego riportando l'esperienza degli ultimi mesi. Premettendo che sono un utilizzatore di PS già dalla versione 5, sono stato tentato di provare lo sviluppo dei miei file raw con Capture NX2 di Nikon, il classico programma proprietario che hai in "omaggio" con le macchine full frame e che paghi con tutte le altre. Sono rimasto stupito dalle possibilità che offre, non tanto in senso creativo (su PS girano tante di quelle plugin che ti stanchi prima di averne provate metà...), quanto sulla qualità del risultato: 
  • i profili della fotocamera sono identici a quelli che trovate installati nella macchina, mentre quelli di PS sono "adattati" per cercare di avvicinarsi il più possibile agli originali e le differenze si vedono;
  • la gestione del noise "nativo" è decisamente migliore (non ho quasi più usato il denoiser, neanche per scatti a 4000 ISO, mentre con PS era una tappa obbligata prima del salvataggio finale);
  • il salvataggio del file raw avviene direttamente sopra al NEF (mantenendo tutti i vari "livelli" di regolazione), mentre con PS ti tocca salvare o un file TIFF (che ti riempie il disco con 3 foto...) oppure in PSD che è il formato proprietario di Photoshop.
  • la conversione in Jpg è migliore a parità di fattore di compressione utilizzato.
Ovviamente tutte queste differenze sono superabili mediante approfondita conoscenza del software utilizzato nel senso che se siete dei maghi di PS non avrete difficoltà a gestire lo sviluppo di qualsiasi raw, a prescindere dal brand del vostro sistema reflex, ma se appartenete alla classe di quelli che quando hanno un dubbio cercano il tutorial su internet e dopo aver visto il tutorial pensano: "Ma chi te lo fa fare di perdere tutto questo tempo", allora forse bisogna orientarsi su software che tagliano drasticamente i tempi di sviluppo, come quelli dedicati. In ogni caso, scegliete un software ed usate solo quello, altrimenti andate via di testa. A titolo di esempio, dei jpg creati con Capture e poi ridimensionati con PS senza alcun altro intervento se non il resize e poi il salva con nome, presentavano dei colori diversi, più saturi e con un bilanciamento del bianco difforme dal file iniziale. Non mi sono ancora dato una spiegazione a riguardo, ma provando a fare il resize e salva con nome tramite Capture, il problema era risolto. Parlando di jpg e non di raw la cosa mi preoccupa...
Riassumendo mi sento di consigliare, a tutti quelli che possiedono Nikon, l'utilizzo di Capture NX2 al posto di PS visto che la possibiltà di salvare dei profili di sviluppo personalizzati è identica al prodotto di Adobe, così come la possibilità di applicare i settaggi via batch per "sgrezzare" i file tutti insieme senza nemmeno aprirli. I livelli di regolazione sono praticamente identici, così come il cerotto elimina polvere o le maschere di livello. Il bilanciamento del bianco funziona meglio su Capture che usa 3 punti di colore (bianco, nero e grigio) a differenza di PS che ne usa uno solo. Certo PS ti apre al vero fotoritocco, puoi fare di tutto e di più, mentre con Capture puoi "solo" sviluppare il tuo raw mettendo al massimo gli effetti disponibili (ad onor del vero segnalo che la suite Color Efex Pro gira perfettamente e quindi, volendo, di effetti ne avete a valanghe...). Il punto di vantaggio è che non sei tentato di fare tutte le troiate che sono a portata di mano su PS e questo, a mio avviso, ti porterà anche ad avere un approccio diverso alla foto che scatti sul campo, senza pensare troppo alla post produzione.
Buona luce!

Ulteriori dettagli Nikon D7000

Essendo fermo da un po' (dal punto di vista fotografico), approfitto per scrivere altre due parole di recensione sulla macchina che uso ormai da un po' di tempo. Mi è capitato di usare il live view per mettere a fuoco in diverse situazioni di luce e devo dire che, anche in questo caso, la vecchia Pentax aveva il suo bel perchè. Il LV di Nikon funziona benissimo se la luce ambiente è sufficiente, ma quando inizia a calare il livello di illuminazione bisogna ritoccare il livello ISO del sensore per ottenere un'immagine leggibile. Voi direte: "Bella forza, bisogna farlo con tutte le fotocamere". Esattamente, ma se per caso hai montato un ottica che "non parla" con la fotocamera (leggasi tutti gli obiettivi non Nikkor e per quelli Nikkor, tutti quelli di categoria diversa da G), il LV non si adatterà alla nuova Iso, ma dovrai prima scattare una foto con le nuove impostazioni e poi potrai accedere alla visione del LV con i settaggi precedentemente utilizzati. Sembra un casino, ma forse con un esempio spiego meglio: supponiamo di voler fotografare una mela sopra il tavolo con la luce spenta e poca luce laterale (il classico low key insomma). Supponiamo di voler usare queste impostazioni: ISO 100, f11 e 1/50sec. Dopo aver impostato la macchina cerchiamo la messa a fuoco con il LV (visto che usiamo un'ottica macro specifica...). Attivi il LV e ti trovi davanti uno schermo nero. Per mettere a fuoco quindi bisogna o in qualche modo illuminare la mela o aumentare la luce ambiente per poter vedere la scena sul LV, ingrandirla e mettere a fuoco in manuale. Ma se non ho questa possibilità? Come si fa? Ritocco il livello ISO e lo porto a 3200. Attivo il LV e continua ad essere totalmente nero. Allora alzo la ISO fino a HI2 (il massimo della fotocamera) e ottengo..........ancora lo schermo nero! Per avere lo schermo che utilizzi HI2 come ISO devo scattare una foto. Fatto questo, posso riavviare il LV ed avrò la visione con la ISO elevata. Ovviamente se il diaframma ed il tempo impostato danno una foto sottoesposta, il LV ne risentirà, quindi consiglio di modificare tutte le impostazioni utilizzando iso al massimo, diaframma tutto aperto e tempo di 1/20sec così da non aspettare 2 ore per scattare la foto. Sembra una cosa macchinosa ed in effetti lo è!! Per carità, se siamo in ambiente a luce controllata non ci saranno difficoltà a puntare un fascio di luce sul soggetto e lavorare sulla maf senza tanti patemi d'animo.....ma se siamo all'esterno???? E' una cosa che ho provato fotografando la Luna: per carità ci sono sempre le care vecchie regole analogiche ovvero:
- LUNA PIENA: f11 e tempo 1/ISO IMPOSTATO (se ad esempio usiamo iso 100 sarà f11, 1/100sec);
- MEZZA LUNA: f8 e tempo 1/ISO
- QUARTO DI LUNA: f5.6 e tempo 1/ISO
ma francamente tutta questa tecnologia al "nostro servizio" dovrebbe anche aiutarci un po' no? Dicevo, puntando alla Luna e mettendo la lettura della luce spot mi aspettavo che il LV si adattasse alla luminosità e mi permettesse l'ingrandimento per mettere a fuoco a mano, ma non è così: avevo lo schermo completamente nero con un punto bianco al centro e l'unico modo per poter lavorare è stato:
- adattare l'esposizione impostando manualmente il massimo degli stop di sottoesposizione;
- ingrandire il particolare per mettere a fuoco;
- togliere il LV per regolare l'esposizione dal mirino in 2 secondi per evitare di bruciarmi la retina;
- scattare.
Ricordo che anche su questa cosa la vecchia Pentax era anni luce avanti. Mi rendo conto che per Nikon la D7000 è una macchina media, mentre per Pentax la K7 che avevo era la macchina di punta, ma credo sia quanto meno strano riservare determinate caratteristiche solo al segmento pro della propria offerta. Dopotutto non è che stiamo parlando di chissà quale caratteristica. 
Tanto per aggiungerne un'altra, visto che si parla di LV: se lo attivi e cerchi da qualche parte l'esposimetro per regolare l'esposizione, ti attacchi al tram perchè non puoi esporre e comporre allo stesso momento (cosa che ovviamente con il mirino è fattibile). Ho letto in giro che per qualcuno l'esposimetro "è inutile" quando si usa il LV ed ovviamente non sono d'accordo, tanto più che bastava semplicemente agire via firmware per visualizzare la scaletta con l'ago in movimento, non c'era niente da installare o hardware particolare, c'è già tutto e quindi la cosa è voluta e mi fa incavolare ancora di più.
Per terminare il post parlo anche della cinghia in dotazione: come per tutte le macchine di segmento NON pro, la cinghia fa pena, dopo 10 minuti e magari con il tele montato, rischi di tagliarti la testa da solo. Non ne parliamo se per caso è estate e sei sudato, ti riduci in carne viva in meno di 2 minuti. Ovviamente in commercio ci sono tante cinghie di mille marche e di tutte le dimensioni, quindi vi consiglio fortemente di acquistarne una con una bella imbottitura per il collo.
Questo post mette l'accento su acluni aspetti che mi infastidiscono, ma di fondo la D7000 è una gran bella macchina fotografica...ammetto che sono un po' un rompiballe su tante piccole cose, ma si sa che ognuno di noi si abitua a determinati standard e suppone che tutti siano per lo meno su quel livello, specie a parità di prezzo, ma effettivamente si tratta solo di abituarsi a dei nuovi modi per ottenere quello che si faceva prima. Prossimamente preparerò un ultimo post di recensione dove esalterò gli aspetti positivi della macchina, che sono davvero parecchi, specie per un uso amatoriale come il nostro.
Buona luce!

Allaghiamo?

Confessate: a tutti prima o poi è passato per la testa di fotografare le gocce d'acqua che cadono in una bacinella. La settimana scorsa sono stato colto anche io da questo demone e per la prima volta ho tentato questi scatti. I risultati non sono stati poi così fantastici a dirla tutta e le uniche foto "salvate" sono state queste:


Come si può vedere la messa a fuoco è decisamente "critica" ed infatti questo tipo di scatti necessitano di una maf assolutamente perfetta. Ad onor di cronaca il mio era il primo tentativo in assoluto e quindi mi aspettavo anche di peggio, soprattutto perchè ho creato le gocce traminte un contagoccie mosso dalla mia mano. Il set che ho allestito per questi scatti è il seguente (visto dall'alto):
In pratica, dopo aver allestito tutto il casino che si vede qua sopra, ho montato il mio 90mm macro ed ho utilizzato il centro della ciotola (che aveva un pezzo di plastica semi sporgente) per mettere a fuoco in maniera manuale. In questo modo mi sono assicurato che tutto quello che sarebbe atterrato in quel punto sarebbe stato nitido. Il problema è proprio lì: creando la goccia in modo manuale è difficile centrare sempre il bersaglio, soprattutto se contemporaneamente devi agire sul telecomando della macchina per far partire lo scatto. Le impostazioni sono facili: diaframma chiuso (sono arrivato anche a f32), flash esterno comandato wifi direttamente dalla macchina (impostato manualmente..fate un paio di tentativi per l'esposizione corretta, ma in generale a 30cm di distanza va bene a potenza minima) e tempo di scatto il più veloce possibile purchè sincronizzato con il flash (la mia D7000 mi permette 1/320sec, ma la maggior parte delle macchine arriva a 1/250sec), iso 100 o comunque il più basso possibile e scatto tramite telecomando con funzione di blocco dello specchio (così da limitare al massimo le vibrazioni). La scelta di tempo sulla goccia che cade è stata la cosa più semplice da "imparare", nel senso che dopo un paio di tentativi, già riuscivo a coordinarmi abbastanza bene, purtroppo non si può dire lo stesso per la direzione dell'acqua. I prossimi scatti li progetterò con un sistema a "caduta fissa" ovvero studierò un modo per essere sicuro che la goccia cada sempre nello stesso punto ed in quel punto metterò inizialmente un oggetto sporgente così da fissare la messa a fuoco in maniera perfetta, per poi rimuoverlo per lasciare spazio all'acqua. Per la goccia pensavo di usare o un sacchetto per congelare pieno d'acqua e bucato con un ago piccolissimo oppure una bottiglia di plastica con un buchetto. In ogni caso bisogna assicurarsi che il contenitore dove cade l'acqua sia grande a sufficienza per contere tutta l'acqua che cadrà, altrimenti allagate casa e non è proprio il massimo. Se qualcuno ha già esperienza in questo campo è il benvenuto con commenti e suggerimenti che fanno sempre bene!!
Per ora è tutto, buona luce!

Il fascino del Low Key

Della serie "prepariamoci al periodo invernale" ecco qui ancora qualche parola sugli scatti che forse è più facile fare in casa: i low key. Come suggerisce il nome si tratta di fotografie dall'aria un po' cupa, in chiavi basse appunto, dove sono dominanti le ombre con pochi punti illuminati ed dove il messaggio viene veicolato solo con la gestione del contrasto. Molte foto di questo genere sono poi virate in bianco e nero per la grande capacità comunicativa di questo sviluppo e perchè, diciamocelo francamente, in bianco e nero anche le ombre meno scure, diventano tutte belle nere!! Che illuminaizone bisogna utilizzare? Le fonti di luce possono essere le più disparate: una finestra, una lampada da tavolo, una torcia elettrica, un faretto da still life, una candela tea light (si, quelle che compri a pacchi da 100 all'Ikea!!)...ogni cosa che emetta luce va bene per il nostro scopo. La cosa importante è utilizzare 1 sola fonte di luce direzionata in modo deciso verso un punto o una direzione. Non illuminate i soggetti come se doveste contestualizzarli, ricordatevi che si gioca tutto su luci ed ombre. Ecco un esempio:
Questo bocciolo di rosa stava appassendo e l'ho tagliato per buttarlo, ma prima ho voluto "ringraziarlo" per il servizio reso, scattandogli questa foto un po' triste, ma che ben rappresenta l'epilogo di un fiore. La composizione è semplicissima come si può vedere: ho appoggiato il bocciolo al tavolo della cucina, ho piazzato una torcia elettrica (di quelle da 1 euro che si prendono dai cinesi) a sinistra e l'ho puntata da una distanza di 1,5metri (per non avere un fascio di luce troppo forte) direttamente al centro. Ho esposto leggendo la luce in modalità spot su un punto luminoso ed il risultato è stato che tutto il resto della scena è sprofondato nel nero più assoluto. C'è da dire che prima di esporre, ho socchiuso le imposte così da creare ancora più stacco tra la parte illuminata e quella in ombra. Successivamente ho convertito il tutto in bn con un aumento del contrasto e un po' di sharpening per favorire anche il crescere del rumore che nei B/N fa sempre figo. In questo caso ho utilizzato una sensibilità ISO a 1600 per avere già un po' di rumore di partenza così da non doverne aggiungere in maniera digitale e passare meno tempo al pc. Ricordate quando in uno dei primi post si parlava di iso? Il rumore è molto più visibile nelle zone omogenee della foto e se sono in ombra si nota ancora di più: questo può essere usato a nostro vantaggio in una successiva conversione in bianco e nero anche se, ad onor del vero, il noise generato dal sensore è meno raffinato della vecchia grana prodotta dalla pellicola, ma non stiamo a puntualizzare su queste cose ;-).
Tornando alla foto di esempio, con il senno di poi avrei potuto osare anche qualcosa di più in termini di luce dura, avvicinando la torcia al soggetto, ma tutto sommato sono soddisfatto perchè la posizione laterale della fonte di illuminazione ha prodotto ombre diagonali che danno spessore al soggetto. Un esempio (meno fortunato) di low key a colori potrebbe essere questo:
In questo caso ho utilizzato la luce naturale di una finestra e si nota parecchio perchè la luce è molto più diffusa rispetto alla foto in bianco e nero e quindi la realizzazione dell'effetto è stata più complicata. In post produzione, lo ammetto, ho scurito ancora di più la parte a sinistra dei fiori dove era visibile qualche particolare del muro di casa. Questa foto inoltre trasmette molta meno emotività dell'altra (almeno secondo me) e quindi posso dire che è un esperimento fallito per quanto riguarda la tecnica low key. Tutto questo giro di parole per dire semplicemente che nonostante la relativa facilità di preparazione per ottenere effetti low key, non è sempre immediato il messaggio emotivo che si riesce a trasmettere, la difficoltà è proprio in questo! Bisogna usare una composizione pulita e minimale con una gestione della luce appropriata, solo così si trasmetterà emozione!
Provare per credere!
Buona luce!


E se fuori il tempo è brutto...

...ci si dedica alla fotografia in casa! Tra le tante opzioni offerte dalle nostre stanze, di cui la cucina sicuramente è l'incontrastata regina, ci può essere anche quella di riprendere i singoli oggetti in situazioni di "luce controllata" tramite diffusori e faretti. Si, lo so che è un tipo di fotografia che ti mette poco a contatto con la natura e le persone, ma se fuori ci sono 3 gradi e piove a dirotto, forse non è male come alternativa. Ultimamente mi sono fatto tentare da questo prodotto:
Vi dico subito che il costo è di 29 euro. Esatto, solo 29 euro. Inizialmente avevo pensato di costruirmelo da me un tavolo per still life, ma visto il costo ho optato per questa soluzione. Pratcamente si tratta di una valigetta con 3 tasche davanti: una volta aperta le 3 pareti bianche formano il cubo che sarà anche il diffusore della luce prodotta dai faretti in dotazione. Gli sfondi a disposizione sono 4 (nero, blu, rosso e bianco) ed il cavallettino supplementare viene buono per un eventuale altra fonte di luce fissa o per un flash (visto che reggerà 20 grammi di peso al massimo evitate di piazzarci sopra la vostra reflex....). Il kit completo da richiuso occupa praticamente zero spazio; da aperto è comunque molto compatto e permette massima libertà nello spostamento dei faretti e quindi nell'intensità della luce prodotta. Ho avuto occasione di testare il tutto durante questo week end e devo dire che mi sono proprio divertito anche se lo still life non è che mi esalti come tipo di fotografia. La cosa da sottolineare è che il cubo diffusore si può usare anche in luce naturale, produce meno ombre e permette di sfruttare le finestre e gli abbaini (per chi ha la mansarda...) come luce che arriva dall'alto: non è cosa da poco! Questo week end mi sono dedicato alle matite colorate:



Ovviamente ho utilizzato il 90mm macro e mi sono pure divertito con la profondità di campo. Come potete vedere la luce risulta uniforme e le ombre ridotte al minimo sindacale. Ho utilizzato entrambi i faretti posizionati ai due lati del cubo leggermente rivolti verso il fondo dello stesso, in diagonale in pratica. Sicuramente c'è di che divertirsi! La post produzione per queste foto è praticamente inesistente ovvero ho utilizzato Capture Nx2 come programma (che con le Nikon va come un treno!!) e aumentato il contrasto (15 di 100) e lo sharpening (5 di 10) e niente più.
Provare per credere! Buona luce!

Osserva che la luce ti assiste...

Questa volta partiamo subito con la foto e poi "paraliamo" :
Mi è stato chiesto come ho fatto a creare la parte totalmente nera in basso a sinistra e la mia risposta è stata "luce". Il titolo del post la dice lunga ed è una cosa che predico sempre e continuamente: osservare prima di scattare. L'altro giorno mi trovavo sul terrazzo a fare qualche prova di messa a fuoco del mio Tamron 90mm f2.8 macro che ultimamente sto usando pochino. Volevo capire se aveva realmente dei problemi di back focus e quindi mi sono messo a provare a mano libera. Ad un certo punto ho visto filtrare la luce attraverso le tende: una lama che illuminava un contenitore pieno di sabbia e mi sono detto: "Questa crea ombre eccezionali". Ho preso una conchiglietta (sarà stata tipo 1 cm di lunghezza non di più) e l'ho piazzata al centro del fascio di luce, ho esposto con la lettura SPOT sulla conchiglia illuminata ed ho scattato. Il risultato è quello che vedete qua sopra. Ovviamente ho convertito il tutto in BN aumentando il contrasto, ma gli effetti di chiaro/scuro sono dovuti semplicemente al fatto che, leggendo la luce in un punto molto luminoso, tutto il resto tende a scurirsi. In basso a sinistra il contenitore era completamente in ombra e quindi è venuto nero. La foto si intitola "shell on moon" perchè dopo la conversione mi sembrava di vedere una conchiglia sulla superficie della Luna, vicino al lato in ombra. A parte questo scatto che ovviamente può piacere come no, il messaggio che deve arrivare è sempre lo stesso: osservate tutto e se c'è luce strana sicuramente una fotografia è in agguato che vi aspetta. Non abbiate paura di usare la lettura SPOT che è l'unica lettura veramente creativa a vostra disposizione.
Buona luce!

Noise, gioie e dolori

Sicuramente conoscere il significato fotografico del termine noise, ma riassumiamolo velocemente: si tratta del rumore elettronico che si deposita sulle immagini per via dell'attività elettrica dei fotodiodi presenti sul sensore delle macchine fotografiche digitali. Senza perderci in tecnicismi insulsi, sappiate che si manifesta sotto forma di sfrangiature e perdita di dettagli fini (noise di luminanza) o con la comparsa di puntini colorati in giro per l'inquadratura, soprattutto nelle zone scure (noise di crominanza). Va sottolineato anche che il noise è tanto più visibile quanto più si alza la sensibilità del sensore (la cosiddetta ISO). Quindi bisogna sempre scattare alla iso più bassa? Tendenzialmente si, nel senso di cercare di mantere il livello più basso possibile a seconda delle condizioni di scatto: ovvio che se alle 2 di notte voglio scattare a 1/100sec senza flash, non potrò prescidere dall'utilizzo di una iso elevata. Le fotocamere, specie quelle recenti, propongono livelli di iso elevatissimi (25.600 e più...), ma effettivamente come escono le foto? Senza nulla togliere agli sforzi dei produttori che tentano di migliorare sempre i sensori e gli algoritmi di gestione del rumore, una iso di 25.600 difficilmente produrrà immagini utilizzabili, la usi per provare la composizione negli scatti notturni o per prenderti un appunto digitale su qualche luogo o qualche scena che vorresti riprendere in diverse condizioni di luce. Personalmente ricordo quando già le pellicole a 1600 asa erano viste come l'ultima risorsa per realizzare ritratti da matrimonio dentro la chiesa, ma senza fare troppo il nostalgico, diciamo che attualmente sulle reflex una sensibilità intorno a 3200 iso è ancora utilizzabile senza troppo penare, mentre a 1600 si ha a disposizione uno scatto quasi pulito. Ma la mania del rumore da dove nasce? Facciamo un passo indietro: la pellicola a 1600 asa non è che fosse nitida e perfetta come la 100, aveva la grana tipica di quelle sensibilità, per cui il "noise" c'era anche a quei tempi, solo che solitamente veniva sfruttato per le stampe in bianco e nero ed era pure molto gradevole da vedere. E quindi perchè al tempo della pellicola nessuno si preoccupava di questo aspetto? Semplicissimo: perchè non c'era l'abitudine di andare a guardare la foto con la lente di ingrandimento al 200%. Eh si, siamo tutti digitalizzati ormai e la vita di una fotografia è invertita rispetto a quella di una foto analogica: una volta scattavi, stampavi per forza e le foto che ti piacevano le incorniciavi; oggi scatti, scegli, smanetti una settimana e se per caso la foto ti piace la stampi quindi il massimo riconoscimento che possiamo dare ad una nostra opera è quello di vederla stampata, cosa che invece prima era normale. In questo contesto, una volta che abbiamo la foto sul pc e la guardiamo, la prima cosa che quasi tutti fanno è prendere quella caXXo di icona a forma di lente di ingrandimento ed andare a guardare se il particolare è stranitido e se, al 200% si vede il noise perchè in quel caso la disperazione prende il sopravvento e ci sentiamo dei perfetti falliti supportati da attrezzatura inadeguata. Sognando la full frame professionale da 7.000 euro, cestiniamo la foto e passiamo alla prossima. MALE, molto male! La valutazione del noise non va fatta con la lente di ingrandimento digitale, ma va controllata sulla carta, fisica intendo: stampando la foto!! Solo così ci rendiamo conto del livello di rumore della nostra macchina. Faccio un esempio:
Questo scatto è stato elaborato aumentando il contrasto, il dettaglio delle ombre ecc ecc senza passare alcun filtro denoiser e, soprattutto, è stato scattato a iso 3200 con una Nikon D7000 ed obiettivo 70-300 Tamron SP, quindi niente di super professionale o di costosissimo. Ho stampato questa foto in misura 10x15, 13x18 e A4 senza che ci fosse alcun problema di rumore. Tutto questo non ha lo scopo di farvi girare con la macchina settata a 3200 iso o per farvi disinstallare i vari noise ninja o neat image dal vostro pc, semplicemente voglio darvi qualche suggerimento per fare dei test con le vostre attrezzature e vedere quando il rumore inizia a diventare fastidioso nelle stampe che fate normalmente. E' ovvio che se la foto è destinata al web, una passata di denoiser non può certo fargli male, ma tenete sempre conto che le fotografie sono fatte, in teoria, per essere messe su carta....che, tra l'altro, non soffre dei problemi tipici degli hard disk che si guastano..........e scusate se è poco!
Buona luce............e stampa!

Effetti di post produzione

Come avevo anticipato, parliamo ancora di post produzione così aggiungiamo qualcosa su cui riflettere al già nutrito mondo di smanettoni photoshoppari. Come ho già premesso, non mi metterò ad indicare valori o codici da inserire, ma descriverò semplicemente l'effetto così da stimolare eventualmente la ricerca per capire come è stato ottenuto: tenete conto che Internet è pieno di "si fa così" e "si fa colà" e quindi non mi ci metto anche io, una ricerca con il nome dell'effetto e troverete tutto quello che viserve. Oggi vi dico due parole sul bleach bypass, un effetto che va tanto di moda (come l'acqua lisciata al tramonto vista dalla scogliera.....) e che tra un po' passerà nel dimenticatoio, come tutte le cose modaliole. Avete presente il film "300" o la serie tv "Band of brothers"? Ecco parlo di quell'effetto lì dove c'è una definizione quasi artificiosa ed i colori sono un po' surreali, con una bella vignettatura decisa per concentrare l'attenzione. Il bleach nasce come errore nello sviluppo analogico ovvero quando bisognava passare lo sbiancante per dare corpo alla foto, ci si è dimenticati di farlo ed il risultato è stato una foto dai colori spenti e surreali. Vediamo subito un esempio:
Foto originale (salvata direttamente dal file raw senza alcuna modifica):
E questa è la foto con lo sviluppo in bleach bypass:
Direi che le differenze sono notevoli, ma vediamo un altro esempio prima di parlare di come si ottiene questo effetto in digitale:
Foto originale (salvata direttamente dal file raw senza alcuna modifica):
E questa è la foto sviluppata in bleach:
Anche qui l'impatto è nettamente diverso. Tralasciamo ogni cosa relativa a composizione o correzioni (la prima è storta e questa ha una parte sopra che è da ritagliare) che non sono oggetto di questo post e concentriamoci solo sull'effetto. Come potete notare c'è un aumento del contrasto associato ad uno schiarimento delle ombre (con PS è possibile fare entrambe le cose con le regolazioni elementari messe a disposizione, senza necessità di chissà quali salti mortali). Inoltre è evidente una desaturazione generale che ovviamente contribuisce a dare quell'effetto cinematografico stile "post guerra nucleare". Per desaturare esiste una funzione diretta in PS così come in qualsiasi altro programma di fotoritocco. La vignettatura invece l'ho aggiunta utilizzando il filtro per correggere la lente che teoricamente dovrebbe aiutare a togliere questo difetto ottico ed invece viene usato per aumentarlo. La cosa divertente della post produzione (divertente in senso ironico....) è che ti ritrovi a smanettare per inserire, ad esempio, una vignettatura: peccato che quando cerchi di comprare un obiettivo nuovo e provi ad informarti, vedi che tutto l'universo sta attento al fatto che non generi vignettatura perchè è un difetto TREMENDO. Mah, questo digitale spinto resterà sempre un mistero per me. E' chiaro che guardando la foto originale della leonessa la prima impressione è che sia piatta da morire (ed è anche normale quando si scatta in formato raw), ma, per quanto tu possa essere impressionato dal dettaglio e dall'effetto ottenuto con il bleach, dopo averne viste una ventina ti sapranno tutte di "stesso brodo" ecco perchè ritengo che gli sviluppi e gli effetti così evidenti siano da usare con molta cautela e moderazione. Molto meglio cercare di ottenere impatto al momento dello scatto, fermo restando che il formato raw necessiterà comunque di un minimo di post produzione. Quindi niente ore davanti al pc e buona luce.

Post produzione, questa sconosciuta...

Premetto che questo blog non parla di Photoshop o simili e quindi non mi metterò ad inondare queste pagine con smanettate e codici vari per creare questo o quell'effetto, anche perchè non esiste un vero sistema universale per post produrre una fotografia, ma esiste quello che noi riteniamo corretto in quel momento. Per introdurre questo argomento è necessario fare un piccolo passo indietro: l'avvento della fotografia digitale sicuramente ha aperto nuovi orizzonti anche a chi non disponeva di grosse cifre da investire in attrezzatura, ma, di contro, ha costretto quasi tutti all'acquisto di pc più o meno performanti per poter gestire una post produzione volta soprattutto a compensare gli evidenti limiti rispetto alla pellicola. Non sono un nostalgico, sia chiaro, ma semplicemente realista. La post produzione, si faceva anche a pellicola a dirla tutta, ma era un lavoro costoso e complicato e quindi era prerogativa quasi esclusiva dei professionisti. Ora invece, siamo tutti potenziali professionisti e post produttori. Detto questo, la domanda che tutti mi fanno ogni volta che parlo di post è sempre la stessa: "Esiste un modo per tagliare i tempi di lavoro al pc?". La risposta è SI, ma anche NO. Si può anche fare a meno della post, sia chiaro, ma è ovvio che al primo confronto tra una foto scattata e basta ed una scattata e "sviluppata", vi cadranno le braccia. Una volta, con la pellicola c'era lo sviluppo che faceva il fotografo, ora ce le sviluppiamo da soli in camera oscura digitale, non è che ci sia tanta differenza tutto sommato (al di la delle porcate che si possono fare sulle foto...ovviamente). Un primo inizio di gestione della post può avvenire già allo scatto: se scattate in jpg potete impostare il "picture style", ritoccare il contrasto, la saturazione, la nitidezza ecc e salvare queste impostazioni per applicarle ad ogni foto. La macchina vi restituirà le immagini già elaborate secondo quanto impostato. Se così vi trovate bene, siete a posto, non vi serve altro! Se invece scattate in raw, potete fare anche di meglio ovvero, una volta scattato, andate nel menù di "sviluppo" (che oramai equipaggia tutte le macchine da un certo livello in su) e scegliete come far elaborare la foto direttamente dalla macchina. Il vantaggio rispetto allo scatto in jpg è che avrete 2 copie del file: il raw originale e un jpg risultato delle vostre scelte di sviluppo. Se poi volete andare oltre, potete elaborare il file raw anche con il pc fino ad ottenere un risultato uguale o migliore rispetto a quanto già prodotto dalla fotocamera. Ma allora perchè scattare in jpg o in raw? Il motivo è semplice: il formato raw, come già detto, contiene TUTTE le informazioni raccolte dal sensore al momento dello scatto e quindi sfrutta al massimo le potenzialità della macchina, mentre un jpg è frutto di una elaborazione distruttiva volta a contenere lo spazio occupato dalla foto, ma ovviamente conterrà un numero inferiore di informazioni e quindi una qualità della foto più bassa. Quindi si scatta sempre in raw? Può essere, ma questo ti costringerà alla post produzione perchè un file raw, normalmente, scende piuttosto piatto non avendo subito alcuna elaborazione da parte della macchina e va quindi, per lo meno, bilanciato e contrastato. Vediamo un esempio per chiarire le cose. Questo è un file raw senza elaborazione (ho solo salvato direttamente il jpg):
Questo invece è il file jpg conseguente ad una normale post produzione di 5 minuti:
La differenza è notevole e quindi non sto a fare altra filosofia inutile.
Domanda: perchè devo scattare in raw se poi alla fine salvo comunque un jpg? Perchè le elaborazioni di post produzione, applicate ad un file raw sono migliori e più accurate, avendo a disposizione tutte le informazioni possibili all'interno del file. Un esempio sono le sfumature di colore, molto più precise nei file raw piuttosto che nei jpg (non sto qui a spiegare perchè...se a qualcuno interessa, basta chiederlo in un commento). Inoltre, gli algoritmi di compressione jpg presenti nei programmi di fotoritocco sono molto più accurati di quelli che sono preinstallati nella macchine fotografiche e quindi, a parità di formato, il jpg creato da noi sarà comunque migliore.
Come dicevo prima, si può iniziare a post produrre un file anche direttamente dalla fotocamera, come ho fatto in questo caso:
Per chi usa fotocamere Nikon, ho semplicemente applicato il picture style "vivido", il bilanciamento del bianco su "ombra" e un po' di nitidezza. Come potete vedere l'atmosfera non è male, anche se sul display della macchina sembrava decisamente migliore. Questo invece è il risultato della post fatta in casa:
L'atmosfera c'è anche qui, ma i toni sono un po' meno scaldati rispetto alla fotocamera. Ammetto che alla fine è questione di gusti, quindi non è che ci sia una ricetta uninca e sempre valida, ma partire da quello che "pensa" la nostra fotocamera può già essere un primo passo verso una post produzione mirata e veloce. In questo caso, ho mantenuto il risultato della post fatta da me per la sola migliore resa a livello di dettagli sul tronco dell'albero....una cavolata praticamente.
Torneremo comunque su questo argomento per palare anche di qualche software, sempre senza addentrarci troppo visto che a me piace impegnare il tempo a scattare foto e non a stare davanti al pc.....
Buona luce!

..e sempre di luce trattasi

In questi giorni di ferie mi è capitato di trovarmi a rilassarmi sulle rive di un lago di montagna. Quale miglior posto per recuperare qualche scatto naturalistico? Beh, a dire il vero di soggetti "naturali" che fossero un po' originali non ce n'erano poi così tanti. E quindi? Come sempre ci si affida alla luce: proprio a pochi metri di distanza c'era una spiaggetta sopra la quale c'era un piccolo boschetto. Niente di che a dire il vero se non fosse per un raggio di sole che ha illuminato una parte del tronco. Il mio occhio è stato letteralmente catturato e non ho potuto fare a meno di scattare questa foto:
Composizione ai minimi storici ed effetto "relax" ottenuto solo con la luce. C'è poco da fare, per quanto uno si possa impegnare, se c'è la luce giusta, le foto escono quasi da sole. Ovviamente è stata fatta un po' di post produzione per accentuare il calore del momento, ma su questo argomento tornerò tra breve con un post dedicato, tanto per dare il calcio d'inizio anche a chi non sa nemmeno da dove iniziare a post produrre un file raw. Cosa voglio trasmettervi con questo post? Semplicemente la voglia di ispirarvi ad ogni cosa che vi circonda: se osservando non vedete soggetti buoni, aspettate la luce buona, quella vi aprirà gli occhi e vi darà modo di rivedere certi soggetti in chiave molto più artistica. Quello che vi sembrava ottimo per un reportage sul luogo dove siete, diventerà magari un magico still life, non si può sapere prima ed è proprio questo il bello! Non perdete la fiducia nella vostra sensibilità ed osservate tutto: soggetti, illuminazione, contesto. La composizione vi verrà quasi in automatico....
Buona luce!

E se bastasse la luce?

Quando si dice che in fotografia la luce non è tutto, forse non si rende propriamente giustizia a questo elemendo fondamentale nella realizzazione di un'immagine. Non a caso si chiamano "esposizioni" no? Questa filosofica premessa per introdurre il solito discorso sull'osservare prima di scattare e ve lo ripropongo usando un'immagine che spero spieghi molto di più delle parole:
Questa foto è stata scattata a casa dei miei in una delle mie ultime visite ed è nata praticamente in modo casuale nel senso che sono entrato per salutare ed ho visto il vaso con questa margherita appoggiato sul tavolo della cucina. Ho subito notato che c'era una luce diretta proprio al centro del fiore ed ho esclamato: "Che meraviglia". Mia madre, pensando di farmi un favore, stava per spostarlo in una zona più luminosa della casa e non appena si è avvicinata le ho urlato di non muoversi. Poverina si è pure spaventata, ma due secondi dopo avevo già allestito cavalletto e macchina ed ero pronto per scattare. Il risultato lo vedete e, per quanto il soggetto possa essere banale, ho cercato di lavorare sul taglio della composizione e sul fatto che la luce mi ha regalato colori spenti e "stanchi" come sono stati definiti. Appena ho mostrato la foto sul visore, anche mia madre ha capito il perchè del mio precedente urlo. Con questo non voglio dire che siete autorizzati ad insultare chiunque rovini una possibile fotografia, ma che DOVETE farvi valere quando vi capitano davanti agli occhi queste occasioni. Tenete gli occhi aperti perchè la luce non ripete, arriva e poi se ne va....sta a noi cogliere il momento buono ed anche se lo scatto che ne consegue non sarà imperdibile, almeno sappiamo che ci abbiamo provato ed abbiamo allenato ancora di più i nostri occhi.
Buona luce!

Prontezza

La maggior parte di noi appassionati di foto non street adoriamo la possibilità di prenderci tutto il tempo che serve per pensare ad uno scatto. Inquadratura, settaggi, effetti di luce ecc...ci sono però alcuni momenti in cui vedi una foto e sai bene di non avere l'attrezzatura regolata e pronta per quello scatto, ma sai anche che se non la scatti in quel momento, perderai un'occasione. E' quello che mi è successo qualche giorno fa mentre tentavo di ricavare qualche foto decente dal mio 50mm. Ho notato che due papere stavano svolazzando a tutta birra e che c'erano delle nuvole minacciose dietro di loro. Ho pensato che potesse essere una bella relazione e contemporaneamente mi sono reso conto che il 50ino non era proprio l'ottica migliore per questo scatto. Che fare allora? Beh, ho seguito il movimento dei volatili ed ho scattato:
Se ingrandite la foto vedrete le silhouette delle papere fuggire dalle nuvole minacciose e correre verso i raggi del sole. Che i raggi fossero così pronunciati me ne sono accorto solo una volta riguardato lo scatto. Ecco il punto dove volevo arrivare: se avete una sensazione buona, se sentite che una foto vi sta venendo incontro...scattate! Non pensateci su troppo, fatelo e basta...fregatevene dei settaggi e dell'ottica. Magari non riuscirà al 100%, ma è sempre meglio della sensazione di aver perso un'occasione. Sarete sempre in tempo a riflettere so cosa o come si poteva fare meglio, ma per lo meno avete in mano uno scatto su cui discutere. A dirla tutta, se guardo bene questa foto, mi rendo conto che con un tele forse avrei perso l'assonanza tra minaccia e tranquillità...certo, magari le papere venivano più grandi, ma a quale prezzo?
Buona luce!


Qualche scatto dall'Egitto

Come promesso qualche tempo fa, sono riuscito finalmente a processare le foto fatte in Egitto. Come ho già detto, le situazioni fotografiche non mancavano, ma non c'era tempo fisico per mettersi a ragionare sui vari scatti. Quindi si improvvisa. Ovviamente la modalità migliore per improvvisare è la "Program" dove la macchina suggerisce tutto quanto, ma si può modificare la coppia tempi/diaframmi proposta semplicemente agendo su uno dei due parametri. Ovviamente non è il massimo se cerchiamo un approccio pensato, ma è ottimo se non abbiamo tempo. Io invece ho usato le consuete priorità di tempi e/o diaframmi perchè sono un testone e quindi probabilmente mi sono giocato alcune opportunità fotografiche. Ovviamente queste foto sono un piccolo etratto, cercherò di aggiungerne altre nei prossimi post:
DESERTO



 MONUMENTI EGIZI


VARIE



L'unica foto che merita una menzione tecnica diversa dalle altre è quest'ultima che vedete qua sopra. Come notturna già di suo parte avvantaggiata in quanto a problemi espositivi, ma tutto sommato mi sono divertito a scattarla. Ho settato la macchina per un classico notturno (in questo caso puntavo alle stelle e quindi Iso1000, f3.5, 30sec). Messa a fuoco sull'ombrellone in primo piano dopo averlo illuminato per essere sicuro che fosse a fuoco. Poi ho raccomandato la modella di non muoversi ed una volta avviato lo scatto sono partito a razzo (per non farmi registrare nel movimento) e mi sono posizionato davanti al soggetto. Con una torcia elettrica ho illuminato per circa 10 secondi i capelli per creare l'effetto di controluce. Niente di impossibile, ma il risultato mi piace.
Buona luce!

Foto da "villaggio"

Quando la meta delle vacanze è un paese molto distante dalle nostre abitudini culturali, non puoi che rivolgerti alle strutture organizzate e quindi, per quest'anno, le ferie sono state agganciate ad un villaggio turstico in Egitto, a Marsa Alam precisamente. Non racconto niente delle ferie perchè non è questa la sede, ma parliamo ovviamente di fotografia! A breve avrò materiale da proporre per tutte le discussioni del mondo, ma per ora posso solo dire quali sono i pregi e le difficoltà della fotografia in quelle zone del mondo. I pregi sono principalmente un'angolazione diversa del sole ed una luce che, in alcuni momenti del giorno, è unica; ci sono volti ed abbigliamenti che qui non si vedono (almeno per ora); le location al di fuori della struttura turistica sono molto "tipiche" e quindi nuove ai nostri occhi. I difetti invece sono la scarsa limpidezza totale del cielo (spesso era un po' velato) che contribuisce a diffondere un po' troppo la luminosità e quindi, al tramonto (per esempio), non c'è quella magia di luce che tutti si aspettano, ma una fioca imitazione di quella che vediamo qui da noi quando il cielo è pulito. Il problema principale comunque l'ho avuto con l'organizzazione logistica in se. Si sa che quando si viaggia "all inclusive" devi adattarti ai ritmi delle escursioni organizzate, ma da questo ad avere mediamente 15 secondi per scattare una foto prima di spostarsi al punto di interesse successivo, ne passa!!! Non c'è mai stato realmente tempo di scattare foto pensando a quello che stai facendo. Sembrava di essere ad una prova di "fotografi d'assalto", dove l'improvvisazione era l'unica risorsa disponibile. Inutile dire che, personalmente, ODIO questo approccio. La fotografia per me è relax e soprattutto riflessione. Si può provare ad adattare il proprio stile per cogliere delle belle street direte voi....già, peccato che non ti fermi mai nei posti dove potrebbero esserci occasioni del genere e dubito fortemente che in mezzo ai monumenti di Luxor possa trovare una scena adatta a questo genere! Alla fine mi sono ridotto a scattare dall'autobus in corsa per cogliere qualche indigeno!! Un massacro insomma. Il risultato? 313 fotografie in una settimana quando se mi porti in un'oasi naturalistica dietro casa ne scatto 400 in un solo pomeriggio. A parte questi piccoli inconvenienti devo dire che la difficoltà maggiore è stata riuscire ad esporre bene gli scatti: troppa luce o troppo poca, angoli durissimi e conseguenti ombre. Tentare di schiarirle con il flash integrato della mia D7000 è stato inutile, non vale proprio niente quel fash e portarmi dietro da casa quello esterno significava aggiungere peso al già notevole bagaglio a mano. Il polarizzatore è fondamentale in quelle zone se volete cogliere la trasparenza dell'acqua ed accendere un po' i cieli quando c'è il sole alto. Se scattate in jpg vi suggerisco di spingere la saturazione un po' di più perchè i colori degli abbigliamenti e del deserto meritano....a patto che ci sia la luce giusta, altrimenti vi attaccate al tram! I cammelli sono soggetti molto collaborativi a differenza di alcuni indigeni con i quali vi sconsiglio di insistere se non vogliono farsi fotografare, cercate di cogliere eventualmente il movimento delle mani nelle loro lavorazioni artigianali (sono riuscito a fare ADDIRITTURA 1 foto di questo tipo...). Ultimo appunto è sul sole: a parte il caldo allucinante se non tira vento, non pensate di includerlo nell'inquadratura a meno che non sia una di quelle giornate stra limpide stile dopo acquazzone perchè vi viene fuori come un alone velato e vi incasinate solo l'esposizione. In una settimana, per dare un riscontro numerico, sono riuscito a fare 1 sola foto con il sole dentro il frame ed ottenere la tipica stella da diaframma chiuso.
Riassumendo: non è facile fotografare da quelle parti ed una sola settimana (per di più in villaggio..) non credo sia sufficiente per prenderci la mano con queste condizioni di luce. Inoltre non contate sulla tipica libertà dei viaggi "fly&drive" e quindi rassegnatevi a portare a casa una pacca di foto paurosamente turistiche. Per come l'ho vissuta io, se riesco ad isolare una decina di foto buone come dico io, mi riterrò già soddisfatto! In compenso, il relax non è mancato.... ;-)
Buona luce ed a presto con gli scatti!

Ottica fissa o zoom?

Un dilemma apparentemente facile da risolvere. Le ottiche fisse costano un sacco di soldi, sono pesanti e sono solo per i professionisti, quindi zoom tutta la vita. E' vero in parte secondo me. Le domande sono sempre le stesse: "Che cosa dovrò farci con quel pezzo di vetro?" e soprattutto: "Quanto voglio spendere per quel pezzo di vetro?". Che le ottiche a focale fissa siano costose è vero in parte perchè dipende da quale obiettivo cerchiamo. Quasi tutti i possessori di una reflex hanno maneggiato almeno una volta un 50mm di apertura generosa e sicuramente la differenza in termini di qualità della foto rispetto al "puntare" il kit 18-55 su 50mm credo sia stata evidente dopo 1 secondo dallo scatto. Ma quanto costa un 50mm? Dipende dal modello, ma si parte mediamente dai 100 euro circa per modelli con aperture massime da f1.8 o f2 per salire fino anche a 500 euro per modelli con cpu interna ed aperture che arrivano a f1.4 o addirittura f1.2. E qui scatta la nostra domanda: "Che cosa ci faremo con questo obiettivo?". Su una reflex aps-c i 50mm diventano almeno 75mm (80mm sulle Canon) e quindi le possibilità di utilizzo sono soprattutto ritrattistiche e per foto "costruite" in casa senza la necessità di stare troppo vicino al soggetto (tipo una foto dei libri in linea nella libreria...ad esempio). Pur con questo limite di mm, un 50ino si può usare anche in città per foto tipo "street" oppure di palazzi ed architettute in quanto è un tipo di obiettivo che, per costruzione, garantisce pochissime distorsioni oltre ad un livello di dettaglio di tutto rispetto. Su una reflex full frame probabilmente si utilizzerebbe di più per via della pdc molto più ridotta e del fatto che 50mm sarebbero effettivi e non da moltiplicare e quindi forse qualche dettaglio paesaggistico si potrebbe anche catturare. E' vero che ogni tanto si vedono dei bei paesaggi catturati anche con 100mm, ma la prospettiva viene comunque schiacciata e quindi l'effetto di profondità non è semplice da ottenere. Quindi, ma quanto comodi sono gli zoom??? Tantissimo anche se, come al solito, la comodità ha dei compromessi da accettare. Tutti quelli che hanno provato una reflex con relativa ottica kit sanno di cosa sto parlando ovvero di una qualità delle foto che, per quanto ti possa inizialmente sembrare elevata, quando la confronti con foto uguali fatte con uno zoom di qualità o con un ottica fissa, ti cadono le braccia. Non è colpa di chi fa le lenti, sia chiaro, ma è ovviamente uno dei compromessi per avere costi bassi e molta versatilità senza dover cambiare obiettivo ogni 5 minuti. Ma quindi gli zoom saranno sempre schifosi? Assolutamente no, anzi. Ci sono zoom con apertura costante f2.8 (o anche f4) che hanno una qualità decisamente elevata su tutta la portata focale a disposizione, ben dettagliati, contrastati, poca distorsione ecc...il problema? Il costo! Se vuoi qualcosa di qualità, difficilmente la troverai sotto i 450/500 euro. Anche qui si può ragionare sull'uso che andremo a farne. Personalmente ho acquistato la D7000 con l'ottica 16-85 (600 euro il costo del pezzo di vetro...nda) e devo dire che fa il suo lavoro senza troppe domande, ma se scatto a 50mm e poi rifaccio la foto con il 50ino fisso, mi viene male perchè i dettagli e la qualità del risultato sono visibili anche ad occhio nudo senza tanti ingrandimenti. A quale conclusione bisogna arrivare dopo tutta questa disamina? Come dico sempre a tutti quelli che mi chiedono info: fatti tante domande prima di toccare il portafoglio!! Non prendere questo o quello solo perchè c'è scritto "offerta" sotto (il più delle volte l'offerta è per chi te lo vende....altro che!!). Ragiona soprattutto su quale sia la tua idea di foto di qualità e quale sarà l'uso che andrai a fare delle cose che compri. Non ha senso svenarsi per avere tutto al top di gamma e poi usarlo 1 volta all'anno quando andiamo in viaggio. Chiarito questo fatti la 2° domanda: "Quali foto scatti più spesso?". Se la risposta, ad esempio, è paesaggi, allora forse ti conviene valutare di spendere più soldi per un 18-55 di qualità o per un 16-40 o un qualsiasi altro grandangolo piuttosto che prendere un 18-300 che sicuramente ti copre tante focali, ma che non ti farà sorridere quando guarderai i tuoi paesaggi ben distorti. In sostanza, siate precisi nelle vostre esigenze e se ancora avete dubbi su quali foto vi piace fare, fate la sola cosa giusta ovvero niente. Rimanete fermi dove siete e cercate di capire bene cosa desiderate...fidatevi di voi e delle vostre sensazioni quando scattate, magari consultate un amico esperto che guardando le vostre foto può aiutarvi a capire quale sia la vostra strada, ma in ogni caso, siate sicuri di quello che volete prima di farvi un mutuo per l'attrezzatura. Altrimenti finirete ad alimentare quella schiera di personaggi che si vedono in giro con la 5d o la D600 al collo e la ghiera delle modalità di ripresa ben fissata sul VERDE....Dio ci salvi da questi figuri!
Buona luce!

E se andassimo vicino?

In questi giorni mi è stato chiesto di consigliare dei "filtri closeup" per ravvicinare le foto visto che lo zoom standard dato in kit non permette di avvicinarsi molto al soggetto che quindi risulta un po' piccolino. I filtri in oggetto non sono altro che delle "lenti di ingrandimento" in quanto mantengono inalterate le caratteristiche dell'obiettivo usato, ingrandendo il soggetto ripreso. E' evidente che, come soluzione per avvicinarsi alla fotografia macro, è una soluzione molto economica che ci permette di spendere poco più di 25 euro e sperimentare le nostre "idee ravvicinate". Il rovescio della medaglia è che la qualità non è eccelsa e quindi, soprattutto se associate ad un'ottica kit, il risultato può essere un po' deludente. Ovviamente dipende sempre da che cosa si vuole fare e dalla qualità minima che pretendiamo dalle nostre foto. Personalmente, dopo un po' di tempo combattuto tra i vari pro e contro, ho deciso di prendere una lente macro (il famoso 90mm 2.8 della Tamron) e devo dire che i suoi 300 euro circa di costo sono tutti ben spesi. La forza di queste ottiche è il fatto di unire una luminosità più che discreta (f2.8), una qualità ottica superba (è una lente fissa, niente zoom) e la possibilità di arrivare veramente "sopra" al soggetto. Un esempio?
 

Questa foto ritrae un tulipano che sta crescendo sul mio balcone. Il fiore sarà largo si e no 5 centimetri e quindi potete immaginare quanto vicino ci sono andato per mettere a fuoco i singoli pistilli. Il gioco con la profondità di campo fa ottenere un astratto che però, a mio avviso, ha un errore non voluto: i pistilli non sono tutti alla stessa altezza e quindi quelli di destra risultano sfocati rispetto al punto di messa a fuoco. Sembra una cavolata, ma quando ci si avvicina molto ai soggetti, emerge ogni stupidaggine possibile. Questa "lezione" serve per comprendere che ogni genere e stile fotografico ha in se delle attenzioni che sono caratteristici solo di quel tipo di fotografia. Sicuramente se scatto un paesaggio in toscana, non mi preoccuperò di una differenza in mm nella posizione del soggetto visto che sto cercando una ripresa d'insieme e non un piccolo particolare. Una foto come questa allegata è possibile ottenerla con i filtri closeup? Forse anche si, a patto di avere un ottica di partenza che permetta diaframmi aperti e quindi sfocati decisi. Magari la quantità di dettaglio nei punti nitidi non sarà la stessa, ma con un po' di lavoro in post si può sempre enfatizzare per compensare il limite del filtro.
Molto più diffusa invece è la fotografia cosiddetta "closeup" che è una macro un po' più distante (per dirla in parole semplici, amici puristi della macro non isultatemi, vi prego!!) ed è un genere di fotografia che è fattibile anche usando un semplice teleobiettivo. Ovviamente una lente specifica per la macrofotografia permette dei closeup perfetti senza dover andare avanti e indietro per trovare la giusta distanza dal soggetto e gestire di conseguenza la pdc. Ecco un esempio:
In questo caso questo gruppo di narcisi è stato ripreso da una distanza superiore rispetto al tulipano e questo ha permesso di "raccontare" la storia del fiore stesso: dalla massima estensione (il primo a sinistra), fino alla quasi morte (l'ultimo a destra). La scelta di sfocare sempre di più aiuta a rafforzare il concetto di ciclo di vita del fiore. Ovviamente la lente fissa con apertura generosa di diaframma permette di gestire la pdc semplicemente scegliendo il diaframma adeguato, senza necessità di cercare la focale adeguata alla quantità di sfocato desiderato come avverrebbe se si utilizzasse un teleobiettivo. E' chiaro che una foto del genere si può fare con N ottiche e non necessariamente usando un macro, ma la comodità della lente dedicata a questo genere di scatti è veramente notevole, almeno per come la vedo io, senza contare che poi la resa qualitativa è difficilmente comparabile a quella di uno zoom.
La primavera è la stagione in cui queste foto escono naturali, quasi da sole e quindi riflettete se volete acquistare una lente macro o i filtri o i tubi di prolunga o gli invertitori di obiettivo..insomma, fate quello che preferite e che vi permette il vostro budget, ma non fatevi scappare i fiori che crescono ed i colori che regalano, mi raccomando!! Ah, ovviamente occhio agli sfondi puliti e dai colori correttamente accostati.....
Buona luce!




Ottiche fisse, che passione...

Sembrerà strano detto da uno come me che ama la praticità, ma ammetto che questi primi giorni di "lavoro" con le ottiche fisse mi hanno aperto gli occhi. Mentre prima un po' cercavo di evitarle a favore degli zoom (per non dover portarmi dietro una vagonata di obiettivi), ora come ora mi devo ricredere in quanto effettivamente la qualità generale è superiore e di un bel po'. Sinceramente non credevo che la differenza fosse così evidente, ma ovvio, mi sbagliavo. Pagare il prezzo di un cambio di ottica in corso d'opera è sicuamente accettabile rispetto al risultato finale. E' ovvio che, per chi è abituato ad usare gli zoom, bisogna imparare a comporre di nuovo, muovendo il culo avanti e indietro invece che ruotando un anello come si faceva prima. Vi dirò che è anche un ottimo esercizio per l'occhio del fotografo e pure fisico. La messa a fuoco è anche questa un po' più problematica (almeno per ora visto che le ottiche fisse che mi sono portato a casa non brillano per particolari performance sulla maf) e, soprattutto ad aperture di diaframma estreme, bisogna starci attenti. Insomma, in due parole, bisogna rompersi le balle un po' di più e questo può scoraggiare molte persone che si approcciano per la prima volta alla fotografia reflex. A queste persone io dico: comprate tutti gli zoom che volete ed usateli fino a consumarli che va bene lo stesso. Un giorno vi sveglierete e proverete un'ottica fissa, come ho fatto io, notando la differenza e magari convertendovi a questa filosofia. Non c'è nulla di male, credetemi, ma non rinunciate alla fotografia reflex se è questa la vostra passione!!
Ed ora passiamo alla pratica. Nell'ultimo giro fotografico ho sperimentato anche un tempo lento e devo dire che il 50ino ha risposto alla grande:
Sempre il 50ino mi ha permesso di isolare un particolare di una piscinetta di pioggia su un muretto, anche se ho dovuto croppare la foto in post perchè non potevo avvicinarmi di più al soggetto:
Vi faccio notare la nitidezza del riflesso. Una cosa davvero soprendente!
Per quanto riguarda invece il 90mm ho fatto qualche prova ravvicinata sulla "solita" margherita che però non è ancora quello che voglio io da questo fiore (chissà se mai riuscirò a trovare un taglio che mi piace...):
Anche la mia chitarra ha contribuito alle mie prove risultando particolarmente fotogenica. La foto non è niente di che ma fa capire quanto si riesca a giocare con nitidezza e profondità di campo:
Se notate dal punto di messa a fuoco (la prima corda a destra del puntino argentato), la sfocatura parte quasi subito grazie all'uso di un diaframma di f4.5. Il muro blu di sfondo è a meno di 15cm dalla chitarra e sembra una secchiata spennellata da quanto è sfocato. Inutile dire che le possibilità creative sono quasi infinite. La margherita è stata scattata a mano libera, mentre la chitarra è stata fatta usando un cavalletto che è quasi un must per gli scatti closeup e macro.
Bene, aspetto come sempre, dubbi, consigli, insulti ecc...
Buona luce!

Recensione Nikkor 50 f1.8D e Tamron 90mm f2.8 MACRO

Post un po' più tecnico per gli amanti delle prove e delle cavolate. Eh si, perchè la maggior parte di quello che possiamo dire noi "umani" riguardo ottiche e corpi macchina, non sono altro che le nostre impressioni su questa o quella caratteristica, visto che non abbiamo i mezzi necessari per fare dei test "fisici", ma credo che spesso ci azzecchiamo più noi utilizzatori che le macchine super fighe che vomitano cifre e coefficienti senza sapere neanche di cosa parlano. In ogni caso procediamo con la recensione.
Nikkor 50mm f.18D:
Ci sono mille scuole di pensiero sulle ottiche Nikon di tipo D, G ecc. Per come la vedo io l'utilizzatore medio come il sottoscritto meno spende e più è contento e quindi ho optato per il 50 versione D. Quali sono le differenze? La versione D è un'ottica AF solo sulle fotocamere con il motore interno (come la mia D7000), con le altre fotocamere vi tocca mettere a fuoco manualmente. Diciamo che tralasciando questi particolari, la qualità del 50ino è fuori discussione. L'apertura a 1.8 garantisce una luminosità paurosa e ti fa scattare tranquillamente anche con poca luce senza esasperare gli iso. Il rovescio della medaglia è che con aperture così grandi, la maf è più difficoltosa nel senso che basta un minimo di movimento e ti va fuori fuoco il punto agganciato. Lo sfocato è morbidissimo anche se le lamelle non sono 20.000, ma solo 7 e la nitidezza ottima, anche se il top ce l'hai da 2.8 in su. Se aprite tutto il diaframma non è nitidissimo, ma direi che è più che accettabile. Divertente la possibilità di gestire i diaframmi sia dalla fotocamera che direttamente dall'ottica tramite una ghiera. Qualche esempio?
f1.8 come si nota lo sfocato è mostruosamente evidente anche se la nitidezza al centro dell'inquadratura (dove ho puntato la messa a fuoco) non è spaventosa. Tenete conto che questi scatti sono salvati in jpg direttamente dal file raw, senza elaborazione, quindi si può recuperare qualcosa in post produzione
f13 come si può notare la pdc è molto più elevata ed anche i dettagli al centro dell'inquadratura sono notevoli. I dettagli sono più evidenti da 2.8 in su come detto prima.

Tamron Sp 90mm f2.8 Macro:
al tatto non è propriamente un carro armato, anzi, si ha la sensazione di avere in mano un pezzetto di plastica, ma quando si inizia a fare sul serio la qualità esce alla grandissima. Tenete conto che la maggior parte delle foto che farete in giro non sono vere e proprie macro, ma closeup, quindi sarete sempre ben oltre la distanza minima di messa a fuoco. Con questa ottica praticamente potete andare sopra al soggetto e la cosa più difficile da gestire è proprio la maf. Il motore interno non è fulmineo, anzi, ma in un'ottica macro la cosa non conta visto che per questo genere di foto si usa sempre (o quasi) la maf manuale magari aiutati dall'ingrandimento del live view. Comoda la ghiera di messa a fuoco che tirandola avanti e indietro passa da automatico a manuale ed anche il limitatore di messa a fuoco (se fate un ritratto dubito che andiate a 2 cm dal soggetto...). Dettagli più che abbondanti anche se il top si raggiunge dopo f5/6. Ricordatevi che un'ottica macro (soprattutto intorno ai 90mm) ha una profondità di campo ridottissima ed anche a f relativamente chiuso otterrete uno sfocato davvero ottimo grazie alle 9 lamelle a disposizione. Ed ora qualche esempio:
f8 come si può vedere lo sfocato non è male se si tiene conto che il soggetto era a circa 10cm dal margine dell'obiettivo e che il secondo fiore era a circa 5cm dal primo. I dettagli sono più che abbondanti e la maf precisa se usata in manuale con il live view a supporto. Come per gli esempi precedenti, anche questo è un jpg salvato direttamente dal raw, senza post produzione.
f40 decisamente più chiuso il diaframma e quindi la pdc aumenta in maniera evidente con tutto quello che ne consegue. Nonostante la notevole chiusura, si nota che lo sfocato persiste sulle foglie verdi che erano a circa 10cm dal soggetto. Capirete perchè la relativa perdita di nitidezza a f2.8 è tutto tranne che un problema. Se già a f40 fatico a mettere a fuoco in maniera precisa, figuratevi a 2.8 dove avrò si e no 1mm di pdc.
L'ottica è molto leggera e quindi permette l'utilizzo anche come obiettivo per ritratti a mano libera anche se la messa a fuoco è un po' rumorosa e lenta. 
Siamo tutti abituati bene con le nostre maf ultrasoniche, ma queste due ottiche, pur mantenendo caratteristiche un po' retrò, garantiscono una qualità generale davvero alta. Funzionano entrambi su macchine aps-c e su full frame e quindi rappresentano, secondo me, un ottimo investimento. Se poi teniamo conto che il 50 costa poco più di 100 euro ed il 90 costa poco più di 300 euro (presi su Amazon) beh, si fa presto a capire quanto siano una scelta conveniente per avere ottiche di qualità a poco prezzo.
A breve altre prove e tecniche varie per sfruttare questi due piccoli gioiellini.
Buona Luce.

Arriverà il bel tempo?

E' una domanda che, almeno dalle mie parti, ci stiamo facendo da qualche giorno: temperature che salgono e scendono, cieli che passano da un bell'azzurro ad un velato schifoso in meno di 10 minuti, caldo, freddo, nebbia...e insomma, non se ne può più!! E per noi amanti della fotografia il continuo cambio di condizioni meteo e di luce è, da una parte, un ottimo esercizio per l'esposizione, ma dall'altro è una grandissima rottura di scatole. Non resta altro che arrangiarsi come meglio riusciamo nei momenti di buona luminosità, OPPURE...inventarsi gli scatti con quanto abbiamo in casa. In questi giorni ho assistito allo sbocciare di un vaso di narcisi che avevo comprato l'anno scorso alla Lidl e che puntualmente dopo una fioritura erano diventati tutti secchi e gialli. Non li ho buttati per un puro miracolo e quest'anno mi hanno ricompensato fiorendo di nuovo e permettendomi di pensare ad uno scatto per rendergli la giustizia che meritano. Ovviamente il giorno di massima fioritura la luce faceva semplicemente schifo e quindi ho dovuto attrezzare il mio balcone per puntare tutta la forza dello scatto sui colori. Lo scatto è questo:
Ho voluto puntare sui colori e sulla pdc limitata per dare una sensazione più sognante alla fotografia, rispetto ad un "tutto nitido" che avrebbe, a mio avviso, regalato solo confusione ed un sovrapporsi di soggetto. L'improvvisazione è stata tutto per avere questo risultato: la rosellina in primo piano è stata presa da sotto perchè da sopra faceva schifo, era sbocciata tipo 6 mesi prima e quello era l'unico lato preso decentemente. Il blu dello sfondo invece non è altro che il glorioso tappeto del bagno che era steso a prendere aria. Ho sfruttato la contrapposizione dei colori per ottenere un buon risultato perchè non potevo puntare su altro in quanto la luce era pessima e molto piatta (come si può vedere...). Tutto questo per dirvi di autostimolarvi a cercare sempre la soluzione più adatta o il compromesso che vi permetta di fare una foto buona in qualunque condizione di luce.
Buona luce!



Pulizia dell'attrezzatura

Mi è capitato ultimamente di vedere alcune foto costellate di polvere ed altri detriti. A domanda mi è stato risposto: "Ma perchè bisogna anche pulirla la macchinetta?". Tralascio la mia espressione perchè credo sia facilmente intuibile, e torno su un argomento che può essere utile a tutti anche se non si tratta di guardare una foto o capire un qualcosa. La pulizia dell'attrezzatura è FONDAMENTALE! Una lente sporca e lasciata sporca per tanto tempo si incrosta, un meccanismo di messa a fuoco con della polvere al suo interno, alla lunga si può rovinare, il sensore con le briciole di pane sopra, può rovinarsi del tutto. Come si pulisce l'attrezzatura fotografica? Ci sono migliaia di modi per farlo: c'è chi prende e la porta ad un centro specializzato (ben per loro che hanno tutti quei soldi da tirar fuori ogni volta...) e chi invece fa le cose da se! Io uso la seconda opzione ed il mio kit di "sopravvivenza" comprende:
  • Pompa a soffietto
  • Pennellino da trucco
  • Panno in microfibra (averne 2 è meglio)
  • Liquido pulisci lenti e superfici specifico
  • Comune carta igienica
Mediamente pulisco la macchina, gli obiettivi ed i filtri una volta ogni 2 settimane, ma dipende dall'utilizzo perchè se vado a fare foto in mezzo alla campagna, appena torno è facile che devo pulire tutto per evitare disastri. Il procedimento che uso si può schematizzare così:
LENTI e FILTRI:
  1. spruzzo un po' di aria con la pompa a soffietto per togliere il grosso;
  2. spruzzo un po' di liquido sulla carta igienica (non direttamente sulla lente!!) e pulisco la lente o il filtro in questione;
  3. passo il pennellino da trucco per togliere i residui di carta;
  4. spruzzo ancora aria con il soffietto per togliere quello che è rimasto;
  5. passo con il panno in microfibra per completare l'opera.
CORPO MACCHINA:
  1. spruzzo aria dappertutto (tappando l'attacco per l'ottica) per togliere il grosso;
  2. spruzzo il liquido sulla carta igienica e passo il display, il mirino e, successivamente, i contatti dell'obiettivo;
  3. passo il pennellino da trucco per togliere i residui di carta;
  4. spruzzo ancora aria;
  5. passo con il panno in microfibra (non lo stesso usato per la lente!!) il display, mirino ecc...per completare l'opera;
  6. tolgo il tappo dell'attacco ottica, sollevo lo specchio reflex (con l'apposita funzione di ogni macchina), giro la macchina verso il basso e spruzzo l'aria all'interno del corpo macchina per pulire il sensore stando attento a non toccarlo ovviamente!
Spero di aver dato almeno un indirizzo su come fare per pulire la propria attrezzatura. Usate delicatezza, mi raccomando perchè una strisciata dove non bisogna, può compromettere parecchie cose.
Buona luce!